
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']Da una spaurita accozzaglia senza talento né carattere uscita tra i fischi di Masnago, a una squadra compatta capace di spremere il massimo dal suo (limitato) talento offensivo e imporre il marchio di una pallacanestro spartana ma efficace. Paolo Moretti ha impiegato tre mesi e mezzo per dare un volto ben delineato alla sua Openjobmetis, ma la vittoria del PalaMaggiò - contro quella Pasta Reggia che il 4 ottobre mise a nudo i problemi di costruzione della nuova Varese - è figlia di forgia e mantice del tecnico toscano per costruire un'identità solida alla sua squadra.[/font][/color][/size]
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']La matrice "morettiana" nasce dalla solidità di una difesa tonificata dall'aggiunta di Kristjan Kangur, leader occulto di un gruppo che ha certamente beneficiato dell'esperienza e dell'intelletto cestistico aggiunto dall'ala estone. Nella versione attuale con problemi di organico e di condizione non può certo essere una squadra capace di praticare un basket-champagne; ma aver convinto i suoi esterni americani a giocare una pallacanestro all'insegna del control-game e delle esecuzioni è un altro merito indiscutibile del coach toscano. Poi, certo, aiuta scoprire che il Maalik Wayns che Varese sognava in estate, ispirato al tiro da fuori ma ficcante anche nelle sue accelerazioni al ferro, è stato finalmente in grado di far valere tutto il suo talento offensivo. Se il play di Philadelphia fosse sempre quello di ieri, un equilibratore come Julyan Stone sarebbe il perfetto complemento della "prima punta" biancorossa decisiva nel sacco del PalaMaggiò. Ma è lo stesso Paolo Moretti a chiedere continuità ai suoi nelle pieghe di una stagione in cui il campo smentisce se stesso nel giro di pochi giorni, come dimostra l'incredibile metamorfosi tra il Maalik scentrato di mercoledì scorso e quello incontenibile di Caserta.[/font][/color][/size]
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']Certo, però, se Varese cercava risposte circa la solidità dell'assetto riveduto e corretto durante l'andata tra mille cambi e ribaltoni di mercato, la vittoria in Campania vale una robusta iniezione di fiducia per l'ambiente biancorosso che guardava con malcelata preoccupazione il calendario del ritorno (in casa Milano, Trento, Venezia, Reggio Emilia e Pistoia; in trasferta gli scontri diretti a Pesaro, Bologna e Torino). Tra una solidità ritrovata dell'impianto di gioco e una classifica con cinque squadre alle spalle e 6 punti sulla zona-retrocessione, l'OJM torna da Caserta con tanti motivi per guardare al futuro con meno affanni. Certo, la trasferta di Minsk e il derby contro Milano da affrontare nuovamente in emergenza sono ostacoli improbi, ma con tutti i suoi attuali limiti qualitativi, la Varese "morettiana" inizia a mostrare le stimmate della squadra vera.[/font][/color][/size]
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