La sconfitta beffarda nella città del Palio avrebbe affossato una mandria di bisonti. Eppure non ha incrinato la commovente abnegazione dei ragazzi di Vitucci. Una squadra che ci ha fatto stropicciare gli occhi per venticinque minuti, dominando in lungo e in largo. Un manipolo di eroi che è rimasto nella ripresa senza la contraerei (infortuni per Dunston e Polonara), ma è rimasto ha retto l'onda d'urto con il cuore e l'orgoglio.
Siena si è mostrata meno cinica del solito, perdendo 17 palloni e titubando quando sembrava poter operare il sorpasso, e non ha trovato risorse dalla panchina. Ma rimane la netta favorita nel percorso che conduce all'atto conclusivo.
[i][b]Dalle scarpe alle banconote. [/b][/i]Il PalaWhirlpool è scatenato come non mai alla presentazione delle squadre. Se il pubblico del PalaEstra accolse i nostri con scarpe a mo' di scherno per l'inopinato lancio di una calzatura in Gara 2, stasera il nuovo conio della curva nord produce un 500 euro con le effigi Minucci. Il riferimento ad avvenimenti, luoghi e persone è tutto fuorché casuale.
Varese comincia la sfida con i polpastrelli caldi e scrive 7-2 grazie ad Ere e Banks, quindi – nonostante qualche pasticcio – rincara la dose con Green e Sakota: Banchi interrompe il gioco per resettare le menti dei suoi. Hackett risponde da talento con due entrate di puro agonismo, inframezzate dall'arcobaleno vincente MG: 14-6. Dunston cancella con una stoppata roboante il play azzurro, dall'altra parte Sakota inventa la tripla del 19-6 in equilibrio pessimo. La MPS si affida al veterano Carraretto (cinque punti di classe) per arginare la corsa prealpina e torna sotto sul 22-13. Un parziale di 6-0, ispirato da Ere e da balzo prodigioso di Dusnton a rimbalzo, precede due tiri liberi di Brown e la “bomba” siderale di Banks a fil di sirena. Il 31-15 di fine primo quarto fa credere a molti fan locali di aver perso alcune diottrie e di leggere in maniera offuscata il tabellone.
[i][b]La Cimberio soffre di vertigini. [/b][/i]Un paio di minuti di rottura dai canestri vengono emendati da Janning, mentre i ragazzi di Vitucci soffrono come sempre l'alta quota e dilapidano con Cerella una schiacciata già pronta ad essere battuta alla cassa dell'Esselunga. Allora il moschino De Nicolao prende il volo e, dopo una rubata, impacchetta il 33-17. L'asse Green-Dunston smorza lo 0-5 targato ancora Janning e Sanikidze, però il georgiano e lo [i]yankee [/i]ex Casale dimezzano il disavanzo con due dardi dal perimetro: 35-28. I bianco-rossi, sempre in veste scura, ripartono con il quintetto titolare. Un canestro di Ere precede l'infortunio di Dunston, evento che getta nel panico il popolo di Masnago. Il tassametro delle penalità varesino scorre inesorabile e produce istanti di anarchia. Un contatto tra Talts e l'Onorevole Moss – un soggetto che ha più bonus di un europarlamentare – blocca un contropiede già avviato, però i toscani non capitalizzano i [i]benefits. [/i]Il terzo fallo di Moss, sul quale sta indagando la Corte del Lussemburgo per lesa maestà, il piazzato di Ress e la fortunosa schiacciata del baltico Gianni (43-32) mandano provvidenzialmente nello spogliatoio gli animi surriscaldati.
[i][b]Mini-quintetto obbligato. [/b][/i]La Cimberio ricomincia senza Dunston, cercando di sopperire ai chili in meno con uno spirito garibaldino. Gli arbitri non concedono un antisportivo in una fattispecie identica a quella che costò cara a Rush in Gara 4, dall'altra parte Eze trova la propulsione per il 47-38. Talts e Sakota sono encomiabili a risolvere situazioni offensive ingarbugliate, poi l'estone gioca il carico da 11 siglando dai 6,75 metri il ciuffo del più quattordici: 54-40. Vitucci prova Rush nello [i]spot [/i]di quattro (anche Polonara è claudicante) e allestisce una formazione da combattimento fra pesi piuma. L'abnegazione non porta però in dote rimbalzi, così la Montepaschi moltiplica i possessi e con il talismano Brown, sette punti in un amen, vede la luce in fondo al tunnel: 57-49. Green si inventa solista testardo e viene rispedito a ragionare nel pozzetto degli indisciplinati, i compagni non trovano la retina nemmeno a pagarla in rubli (altro appoggio errato da Cerella) e possono solo ringraziare la mira sbilenca dei Campioni d'Italia se i punti di vantaggio al riposo breve restano otto.
[i][b]Cronaca di ultimo atto al fulmicotone. [/b][/i]La déa bendata si prende beffa di Banks e punisce una Cimberio bloccata sulle ginocchia, nonché inesistente sotto le plance. Sanikidze e Brown siglano il 57-54 nello stupore struggente di Masnago, la marea biancoverde sembra annegare le residue speranze. I “nani” volonterosi di Varese vengono fagocitati in una selva di stoppate e ancate, dure ma corrette, la Montepaschi pareggia a quota 59 e perde due ghiotte occasioni per decollare. Talts e Banks riaccendono la corrida, 5000 anime si alzano in piedi per soffiare sulle vele della barca leggera che tenta di resistere alle cannonate. Sakota e Brown sono precisi dalla lunetta (65-61), Talts vola sul tetto a recuperare un rimbalzo offensivo e poi affonda la bimane prima di spendere in difesa la quinta penalità. Ere perde sangue e deve essere sostituito, Green dimentica la maniglia ma poi nel recupero è sublime a fermare Brown. De Nicolao getta al vento un possesso criminoso, Moss fa 1 su 2 (67-64) quindi si mangia vivo un Green da galera per andare in sottomano a segnare il meno uno. Comincia la sciarada dei tiri liberi, A otto secondi dalla fine, Banks è glaciale dalla linea della carità: 2/2. Brown invece ne fa solo uno e il doppio centro di Green vale il 2-3 nella serie.
Nel finale si manifestano storie tese. Pugni, parole grosse, immagini poco edificanti con protagonisti, tra gli altri, Rush, Hackett, Banks e Brown. Tra infortunati, possibili provvedimenti disciplinari e vari ed eventuali azzoppamenti della mala sorte, la trasferta di Siena sarà una missione che definire impossibile è limitativo. Ma risuona nelle orecchie l'eco di un meraviglioso canto del cigno, con il coro di un'intera città che ha risvegliato passioni assenti da tre lustri. Il basket più bello d'Italia si gioca a Masnago: per questo, al momento di salutare gli amici di rosso vestiti, osiamo dare l'appuntamento a venerdì.
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