
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']Un tracollo pesante nei modi e nelle proporzioni, evidenziando nuovamente quella insostenibile leggerezza - mentale prima ancora che tecnica - da ribaltare in fretta in una serie A sempre più livellata verso l'alto. [/font][/color][/size]
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']Se la trasferta di Trento doveva dare la misura di quanto valesse l'OJM al cambio di una realtà di alto livello come la Dolomiti Energia, la risposta impietosa del campo stabilisce che la distanza tra Varese e le zone alte della classifica si misura in parsec, o comunque una unità di misura dalle proporzioni riscontrabili in termini enormi. Probabile che Trento, con le sue particolari caratteristiche tecniche e atletiche, sia la squadra più indigesta della A per una Varese che non è riuscita a nascondere i suoi limiti di energia e stazza in tutti i ruoli neppure con un massiccio uso di zona. Sta di fatto però che a soli sette giorni dopo lo show contro Torino, l'attacco OJM è tornato su livelli di coralità (vedi i soli 10 assist dopo i 21 di settimana scorsa) non troppo distanti da quelli del disastroso esordio con Caserta. [/font][/color][/size]
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']Solo una casualità il fatto che sia coinciso col ritorno di Wayns e Galloway? Decisamente no, anche se sulla prestazione opaca e senza nerbo dei biancorossi pesa la serata senza acuti di Ukic. Nelle ultime tre gare il croato è parso un po' appassito, prima di tutto a livello atletico, e il suo impatto sui compagni è stato meno efficace: per assurdo il calo del play ex Panathinaikos potrebbe allontanare eventuali acquirenti di alto livello, e rendere più semplice il tentativo di Varese di convincerlo a restare anche dopo il 23 dicembre. Ma è evidente che l'Openjobmetis ha bisogno dei massimo rendimento possibile da Ukic, e allo stesso tempo dalla coppia Wayns-Galloway, in attesa di fare le sue scelte tecniche ed economiche.[/font][/color][/size]
[size=4][color=rgb(0,0,0)][font='Times New Roman']Allo stesso tempo però la navigazione a vista non aiuta a dare stabilità alle gerarchie di una squadra che sta faticando a digerire i continui cambi di organico. Gli americani dicono "less is more", nell'indicare come spesso risorse più limitate - con gerarchie più definite - diano risultati migliori. Ma in ultima analisi è solo questione disposare il proprio ruolo all'interno di uno spartito corale. E Varese, stavolta sovrabbondante di "solisti del mitra" con la palla in mano, ha deragliato troppo spesso dal copione consolidato, mettendo in difficoltà soprattuto chi - Cavaliero, Kuksiks e Thompson, ma anche Faye - ha bisogno della coralità per esaltare le sue doti balistiche. Dunque si faccia chiarezza in fretta sul fronte Ukic, e si facciano scelte consequenziali a livello di strategie tecniche e di mercato: i soldati senza generali non hanno una guida, ma troppi generali - o presunti tali - in un gruppo già labile a livello mentale possono solo aumentare i problemi...[/font][/color][/size]
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