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La mia POESIA preferita


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Nelle ultime settimane in questa sezione del forum abbiamo parlato delle nostre canzoni preferite, dei nostri cartoni animati, libri, citazioni, di quello che ci piace mangiare.

Ora vorrei condividere con voi queste parole di Madre Teresa...parole che porto sempre nel cuore:

Inno alla vita

La vita è un'opportunità, coglila.

La vita è bellezza, ammirala.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.

La vita è amore, vivilo.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La via è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, accettala.

La vita è un'avventura, rischiala.

La vita è la vita, difendila.

--------------------------------------------------------------------------------------

Un giorno una persona cara mi chiese che cosa avrei visto,

se fossi seduto su di una stella nel cielo.

Io risposi che avrei visto un mondo di sorrisi, di colori e di amore.

"Allora vieni con mè su quella stella, e insieme coloriamo il mondo come vuoi..."

---------------------------------------------------------------------------------------

Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare.

Se anche voi vorrete condividere la vostra poesia preferita...ne sarei felice.

Un forte abbraccio. Marcolino B)

Edited by marcolino
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Catullo

Viviamo, mia Lesbia, e amiamo

e ogni mormorio perfido dei vecchi

valga per noi la piu' vile moneta.

Il giorno puo' morire e poi risorgere,

ma quando muore il nostro breve giorno,

una notte infinita dormiremo.

Tu dammi mille baci, e quindi cento,

poi dammene altri mille, e quindi cento,

quindi mille continui, e quindi cento.

E quando poi saranno mille e mille

nasconderemo il loro vero numero,

che non getti il malocchio l'invidioso

per un numero di baci cosi' alto.

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Guest Stewe

Francesco Petrarca

Pace non trovo e non ho da far guerra

e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio;

e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra;

e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.

Tal m'ha in pregion, che non m'apre nè sera,

nè per suo mi riten nè scioglie il laccio;

e non m'ancide Amore, e non mi sferra,

nè mi vuol vivo, nè mi trae d'impaccio.

Veggio senz'occhi, e non ho lingua, e grido;

e bramo di perire, e chieggio aita;

e ho in odio me stesso, e amo altrui.

Pascomi di dolor, piangendo rido;

egualmente mi spiace morte e vita:

in questo stato son, donna, per voi.

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Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare

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Primo Levi

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per un pezzo di pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

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Dino Campana

IN UN MOMENTO

In un momento

Sono sfiorite le rose

I petali caduti

Perché io non potevo dimenticare le rose

Le cercavamo insieme

Abbiamo trovato delle rose

Erano le sue rose erano le mie rose

Questo viaggio chiamavamo amore

Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose

Che brillavano un momento al sole del mattino

Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi

Le rose che non erano le nostre rose

Le mie rose le sue rose

P.S. E così dimenticammo le rose.

(per Sibilla Aleramo)

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Tre poesie che hanno segnato momenti importanti e di trasformazione nella mia vita.

Poi i primi raggi del sole

Baciarono la mia crisalide

E io mi ersi, e presi vita.

Emily Dickinson

Non smetteremo d’esplorare

E traguardo delle nostre esplorazioni

Sarà giungere là dove eravamo partiti

E conoscere il posto per la prima volta.

T.S. Eliot, “ Four Quartets”

Svegliati. Il giorno ti chiama

alla tua vita: il tuo dovere.

A nient’altro che a vivere.

Strappa ormai alla notte

negatrice e all’ombra

che lo celava, quel corpo

di cui è in attesa, sommessa,

la luce, nell’alba.

In piedi, afferma la retta

volontà semplice d’essere

pura vergine verticale.

Senti il tuo corpo.

Freddo, caldo? Lo dirà

il tuo sangue contro la neve

da dietro la finestra;

lo dirà

il colore sulle tue guance.

E guarda il mondo. E riposa

senz’altro impegno che aggiungere

la tua perfezione a un altro giorno.

Il tuo compito

è sollevare la tua vita,

giocare con lei, lanciarla

come voci nelle nubi,

a riafferrare le luci

che ci hanno lasciato.

Questo è il tuo destino: viverti.

Non devi fare nulla.

La tua opera sei tu, niente altro.

(XXIV) Pedro Salinas

da “ La voce a te dovuta”

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A DREAM WITHIN A DREAM by Edgar Allan Poe (1827)

Un sogno dentro un sogno

Questo mio bacio accogli sulla fronte!

E, da te ora separandomi,

lascia che io ti dica

che non sbaglii se pensi

che furono un sogno i miei giorni;

e, tuttavia, se la speranza volo' via

in una notte o in un giorno,

in una visione o in nient' altro,

e' forse per questo meno svanita?

Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo

non e' che un sogno dentro un sogno.

Sto nel fragore

di un lido tormentato dalla risacca,

stringo in una mano

granelli di sabbia dorata.

Soltanto pochi! E pur come scivolano via,

per le mie dita, e ricadono sul mare!

Ed io piango - io piango!

O Dio! Non potro' trattenerli con una stretta piu' salda?

O Dio! Mai potro' salvarne

almeno uno, dall' onda spietata?

Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo

non e' che un sogno dentro un sogno?

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To - by Edgar Allan Poe (1827)

A -

Or non e' molto, chi scrive queste righe,

nel suo folle orgoglio d' intellettualita',

sosteneva il <<potere delle parole>> - negando

che mai pensiero in un cervello umano possa nascere

di la' dall' espressione dell' umana lingua;

ed ora, quasi a beffardo per quel vanto,

due sole parole - due dolci disillabi stranieri -

italiani suoni - di quelli che solo bisbigliano

gli angeli sognanti alla luna, nella <<rugiada

che perlacea catena, avvolge il colle Hermon>> -

hanno tratto dagli oscuri abissi del suo cuore

pensieri non-pensati, anime di pensiero,

piu' ricche visioni, piu' selvegge e piu' estatiche

di quelle che l' angelo arpista, Israfel,

cui <<fra tutti diede Iddio voce blanda e soave>>,

non potrebbe dire mai. E io! Ogni risorsa e' svanita.

Cade la penna inerte dalla mia mano che trema.

Col tuo caro nome come testo, pur da te richiesto,

nulla riesco a scrivere - a dire, a pensare,

a sentire, ahime'; giacche' non e' sentire

questo mio immobile soffermarmi sulla dorata

soglia dell' aurea porta dei sogni, mentre

ne ammiro, estasiato, la fuggente prospettiva,

ed esaltarmi nel veder, sia dal destro lato

o da quello a sinistra, e lungo tutto il cammino,

tra vapori purpurei, fin dove in lontananza

quel prospetto s' arresta - te sola.

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TO - by Edgar Allan Poe

A _

Non m' importa che la mia terrena sorte

ben poco abbia di terreno in se' -

che anni d' amore cosi' siano cancellati

nell' astio di un momento: -

a me non duole, o cara, che altri infelici,

di me siano piu' felici,

ma che tu abbia a soffrire per il mio destino,

che e' solo quello d' un fuggitivo.

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L'Uomo e il Mare - Charles Baudelaire

Sempre il mare, uomo libero, amerai!

Perché il mare è il tuo specchio; tu contempli

nell'infinito svolgersi dell'onda

l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito

non meno amaro. Godi nel tuffarti

in seno alla tua immagine; l'abbracci

con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore

si distrae dal suo suono al suon di questo

selvaggio ed indomabile lamento.

Discreti e tenebrosi ambedue siete:

uomo, nessuno ha mai sondato il fondo

dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,

mare, le tue più intime ricchezze,

tanto gelosi siete d'ogni vostro

segreto. Ma da secoli infiniti

senza rimorso né pietà lottate

fra voi, talmente grande è il vostro amore

per la strage e la morte, o lottatori

eterni, o implacabili fratelli!

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L'albatros

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage

Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,

Qui suivent, indolents compagnons de voyage,

Le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,

Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,

Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches

Comme des avirons traîner à côté d'eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule !

Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid !

L'un agace son bec avec un brûle-gueule,

L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait !

Le Poète est semblable au prince des nuées

Qui hante la tempête et se rit de l'archer ;

Exilé sur le sol au milieu des huées,

Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

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FORSE NON ESSERE E' ESSERE

Forse non essere è essere senza che tu sia,

senza che tu vada tagliando il mezzogiorno

come un fiore azzurro, senza che tu cammini

più tardi per la nebbia e i mattoni,

senza quella luce che tu rechi in mano

che forse altri non vedran dorata,

che forse nessuno seppe che cresceva

come l'origine rossa della rosa,

senza che tu sia, infine, senza che tu venissi

brusca, eccitante, a conoscere la mia vita,

raffica di roseto, frumento del vento,

e da allora sono perchè tu sei,

e da allora sei, sono e siamo,

e per amor sarò, sarai, saremo.

P. Neruda

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Anch’io come Ale Div e Massud scelgo una poesia di Charles Baudelaire,…..

due temi simbolici : il Mare ed il Viaggio

Il VIAGGIO

Charles Baudelaire

Al ragazzo di mappe, di stampe appassionato,

l’universo sembra vasto quanto è vasta la brama.

Ah, come è grande il mondo al lume di una lampada!

Agli occhi del ricordo come è piccolo il mondo!

Un mattino partiamo col fuoco nel cervello,

col cuore traboccante di rabbia e voglie amare,

e ci affidiamo al ritmo dell’onda che addormenta

il nostro infinito sul finito mare.

C’è chi fugge felice una patria obbrobriosa

e chi l’orrore della propria culla,

altri, astrologhi annaspanti negli occhi di una donna,

la tirannica Circe dai rischiosi profumi.

Per non mutarsi in bestie s’inebriano di spazio

e di luce e di cieli fiammeggianti;

il gelo che li morde, il sole che li cuoce

cancellano adagio il marchio di quei baci.

Ma i veri viaggiatori partono per partire

e basta: cuori lievi simili a palloncini

che solo il caso muove eternamente

dicono sempre “ andiamo” e non sanno perché.

I loro desideri assomigliano alle nubi;

e come il coscritto sogna il cannone, loro

sognano vaste, ignote, cangianti voluttà

di cui nessuno al mondo ha mai saputo il nome!

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L'albatros

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage

Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,

Qui suivent, indolents compagnons de voyage,

Le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,

Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,

Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches

Comme des avirons traîner à côté d'eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule !

Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid !

L'un agace son bec avec un brûle-gueule,

L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait !

Le Poète est semblable au prince des nuées

Qui hante la tempête et se rit de l'archer ;

Exilé sur le sol au milieu des huées,

Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

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Oh come a ragione Baudelaire! Il poeta e gli uomini d'anima sono spesso come l'albatro. Regali in cielo ma, perdono la loro sovranità, quando vengono calti nella realtà quotidiana .

Il risultato è l'incomprensione, il disprezzo, la sofferenza, l'esclusione. Come conciliare i due mondi e sopravvivere ??????????????

Luna Argentata

Edited by Luna Argentata
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SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

Di tanti

che mi corrispondevano

non m'è rimasto

neppure tanto

Ma nel mio cuore

nessuna croce manca

E' il mio cuore

il paese più straziato

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Oh come a ragione Baudelaire! Il poeta e gli uomini d'anima sono spesso come l'albatro. Regali  in cielo ma, perdono la loro sovranità, quando vengono calti nella realtà quotidiana .

Il risultato è l'incomprensione, il disprezzo, la sofferenza, l'esclusione. Come conciliare i due mondi e sopravvivere ??????????????

Luna Argentata

1154[/snapback]

Non è detto che si possa, non è detto che si debba...

Edited by TMac
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Non è detto che si possa, non è detto che si debba...

1387[/snapback]

Non è detto che si possa...... è proprio in ciò la sfida. Io sono per l'integrazione, altrimenti non resta che sostenere la tensione degli opposti, ed è durissimo.

Non è detto che si debba..... mai per dovere... solo per desiderio o necessità.

Saluti Argentati

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Non è detto che si possa...... è proprio in ciò la sfida. Io sono per l'integrazione, altrimenti non resta che sostenere la tensione degli opposti, ed è durissimo.

Non è detto che si debba..... mai per dovere... solo per desiderio o necessità.

Saluti Argentati

1399[/snapback]

Una cosa è perché non è un'altra, e cercare forzature è sbagliato...

Se Baudelaire, Van Gogh, Jim Morrison fossero stati in pace con il mondo, noi non li conosceremmo nemmeno; è egoistico forse pensare così ma proprio la tensione degli opposti crea quelle grandi opere della mente o dell'animo umano che poi in qualche modo riuniscono questi due mondi.

Saluti

Edited by TMac
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Se Baudelaire, Van Gogh, Jim Morrison fossero stati in pace con il mondo, noi non li conosceremmo nemmeno;

la tensione degli opposti crea quelle grandi opere della mente o dell'animo umano che poi in qualche modo riuniscono questi due mondi.

Saluti

1403[/snapback]

La CREATIVITA' è salvifica? Sicuramente, se i contenuti che emergono dall'inconscio vengono integrati a livello cosciente...... altrimenti non restano che opere d'arte di cui, come tu hai ben scritto, alimentano il nostro gusto per l'arte.

Luna Argentata

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Ringa pakia

Uma tiraha

Turi whatia

Hope whai ake

Waewae takaiha kia kino

Ka mate! Ka mate! Ka ora! Ka ora!

Ka mate! Ka mate! Ka ora! Ka ora!

Tenei te tangata puhuru huru

Nana nei i tiki mai

Whakawhiti te ra

A upa ... ne! Ka upa ... ne!

A upane kaupane whiti te ra!

Hi!

haka_visages.jpg

haka2.jpg

maori-haka.jpg

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Saprai che non t’amo e che t’amo

Saprai che non t'amo e che t'amo

perché la vita è in due maniere,

la parola è un'ala del silenzio,

il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,

per ricominciare l'infinito,

per non cessare d'amarti mai:

per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi

nelle mie mani le chiavi della gioia

e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.

Per questo t'amo quando non t'amo

e per questo t'amo quando t'amo.

(P.Neruda)

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