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Alphonso Ford


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Il 4 settembre di tre anni fà a soli 33 anni Alphonso Ford perdeva la sua personale battaglia contro la malattia con cui aveva per parecchio tempo convissuto.

A ricordo di un grande giocatore

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"Alphonso parlava poco e quando la faceva la sua voce era profonda e sommessa come quella degli antichi bluesmen nati attorno al delta del Mississipi come lui.

Se mai siete da quelle parti difficilmente non avrete provato la netta sensazione che tutto inizi e

tutto finisca con grande fiume.

In campo per lui parlava il segno incisivo ed elegante delle sua straordinaria pallacanestro. Sasha

Djordjevic, il più slavo degli slavi e come tale non particolarmente propenso verso gli afroamericani li

rispettava come se Alphonso fosse nato sulle rive del Danubio e non su quelle del grande padre

Mississipi.

Alphonso sapeva per questo giocava ogni partita come fosse l'ultima. Una sera a cena, dopo aver

letteralmente vivisezionato una buona squadra europea prendendo tra l'altro negli ultimi 10 minuti un

impressionante serie di righe di fondo per un uomo della sua stazza, si stava lamentando - sommessamente

come al solito - di quanto fosse più grande il diametro del pallone dell'Eurolega rispetto a quello del

campionato, troncò improvvisamente la frase.... "Man I am tired", sono stanco.

Di fianco al bicchiere d'acqua minerale le solite pastiglie, quelle che dovevano lenire il dolore e

mantenere la speranza. Alphonso sapeva.

Infatti aveva deciso di smettere. D'estate non toccava palla. Andava a stanare il pesce nei rivoli del

grande fiume che conosceva solo lui e faceva delle beneficenze e Dio solo sa di quanta ce ne sia bisogno

da quelle parti.

Non s'era lasciato particolarmente bene con Siena, la sua ultima squadra italiana. Quando tramite il suo

agente greco gli arrivò l'offerta della Scavolini era già in corso una delle tremende interminabili

umidissime estati del Mississipi. Tentennò, poi disse si.

Alphonso sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima stagione e che prima o poi, più prima che poi

avrebbe dovuto farsi regalare dal grande fiume l'ultimo abbraccio.

Proprio per questo fu la sua più bella di sempre.

Ovunque tu sia, grazie Puma."

le parole di Federico Buffa lo ricordano degnamente.

grande fonzie!

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Guest Paul The Rock

"Alphonso parlava poco e quando la faceva la sua voce era profonda e sommessa come quella degli antichi bluesmen nati attorno al delta del Mississipi come lui.

Se mai siete da quelle parti difficilmente non avrete provato la netta sensazione che tutto inizi e

tutto finisca con grande fiume.

In campo per lui parlava il segno incisivo ed elegante delle sua straordinaria pallacanestro. Sasha

Djordjevic, il più slavo degli slavi e come tale non particolarmente propenso verso gli afroamericani li

rispettava come se Alphonso fosse nato sulle rive del Danubio e non su quelle del grande padre

Mississipi.

Alphonso sapeva per questo giocava ogni partita come fosse l'ultima. Una sera a cena, dopo aver

letteralmente vivisezionato una buona squadra europea prendendo tra l'altro negli ultimi 10 minuti un

impressionante serie di righe di fondo per un uomo della sua stazza, si stava lamentando - sommessamente

come al solito - di quanto fosse più grande il diametro del pallone dell'Eurolega rispetto a quello del

campionato, troncò improvvisamente la frase.... "Man I am tired", sono stanco.

Di fianco al bicchiere d'acqua minerale le solite pastiglie, quelle che dovevano lenire il dolore e

mantenere la speranza. Alphonso sapeva.

Infatti aveva deciso di smettere. D'estate non toccava palla. Andava a stanare il pesce nei rivoli del

grande fiume che conosceva solo lui e faceva delle beneficenze e Dio solo sa di quanta ce ne sia bisogno

da quelle parti.

Non s'era lasciato particolarmente bene con Siena, la sua ultima squadra italiana. Quando tramite il suo

agente greco gli arrivò l'offerta della Scavolini era già in corso una delle tremende interminabili

umidissime estati del Mississipi. Tentennò, poi disse si.

Alphonso sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima stagione e che prima o poi, più prima che poi

avrebbe dovuto farsi regalare dal grande fiume l'ultimo abbraccio.

Proprio per questo fu la sua più bella di sempre.

Ovunque tu sia, grazie Puma."

le parole di Federico Buffa lo ricordano degnamente.

grande fonzie!

R.I.P. Alphonso :whistle:;);):(

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