Silver Surfer Posted December 3, 2009 Share Posted December 3, 2009 Sono stato combattuto qualche giorno se e in quale forma e risalto pubblicare qs.post. Poi ho deciso di farlo, proprio nella sezione Basket, sperando di poterlo mantenere qui meglio esposto almeno per qualche giorno. Sarà poi mia premura spostarlo, ma solo dopo aver concordato la cosa con Lucaweb... Vengo al punto. Domenica sono venuto a conoscenza di un fatto che mi ha profondamente colpito: una persona giovane, molto vicina al "nostro basket", sta lottando per debellare una Leucemia acuta che si è conclamata prima dell'estate appena passata. Da circa un mese è stato messo in lista per il trapianto di midollo e da allora sta meritoriamente cercando di sensibilizzare tutti quelli che conosce affinchè sempre più persone si associno all'ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo)...non solo per lui, ma anche e soprattutto per tutte le persone, in primis bambini, che in questi mesi ha incontrato durante le varie terapie. Non mi perderò in molte parole, lasciando parlare chi veramente si è scontrato con qs.problemi contingenti, riportando 2 lettere registrate dall'ADMO dopo averle ricevute rispettivamente da un donatore, ed un ricevente. Lasciamo che parlino al nostro Cuore, tenendolo aperto all'accoglienza di sentimenti così forti ed importanti. Un abbraccio a chi soffre. E così ho potuto dare un po' di me Qualche anno fa presi la decisione di far parte di ADMO quale potenziale donatore. Ho compiuto quel gesto in maniera del tutto consapevole e volontaria, cioè maturando autonomamente la decisione e non per effetto di ‘passaparola’ da parte di qualcuno: sapevo che cosa stavo facendo e che cosa sarei andato a fare qualora fosse diventata concreta la possibilità di risultare compatibile con qualcuno in qualche parte del mondo, ma sinceramente non pensavo che ciò sarebbe potuto accadere. Invece… Nell’aprile scorso venni contattato dal presidente della sezione ADMO del mio paese, Copertino, il quale mi riferì che vi era una concreta possibilità di essere compatibile con una persona bisognosa di trapianto di midollo osseo per guarire da una grave forma di leucemia e che, se fossi stato ancora disponibile a portare avanti l’impegno assunto con ADMO, avrei dovuto sottopormi a ulteriori accertamenti finalizzati sia ad accertare il grado di compatibilità, sia la mia idoneità psicofisica a sostenere il prelievo di cellule staminali emopoietiche. La mia risposta fu automatica e immediata. Per un attimo mi sentii galvanizzato dalla situazione e dall’idea di donare il midollo osseo, ma subito dopo cominciai a rendermi conto che quella telefonata avrebbe potuto significare tutto e nel contempo nulla. Nulla, perché risultare compatibile significava che la Natura avrebbe dovuto combinare insieme quella serie di fattori, di coincidenze che avrebbero reso concreta proprio quell’unica possibilità su centomila di risultare geneticamente uguale a una persona non consanguinea. Nei mesi successivi mi sottoposi ai previsti accertamenti, fino a quando da lì a poco appresi la notizia tanto attesa: ero compatibile! L’8 agosto scorso sono stato ricoverato presso il reparto di Ematologia del Policlinico di Bari, dove un’equipe di medici ed esperti, oltre a coccolarmi, ha curato l’espianto del mio midollo Le sensazioni che ho provato sin dal primo momento in cui ho messo piede nell’ospedale sono state le più disparate: la paura, o meglio, l’ansia di affrontare l’anestesia per la prima volta ha ben presto lasciato posto alla consapevolezza, alla gioia che quel piccolo sacrificio che stavo per compiere significava dare la vita a un’altra persona, dare la possibilità di sperare, sperare di realizzare il sogno nel cassetto che tutti abbiamo, sperare di tornare a fare anche le cose abituali della vita quotidiana. Quelle cose che a volte tanto ci annoiano, ma che se per un attimo pensassimo di non poter più fare – perché la nostra vita sta cambiando – cominceremmo ad apprezzare. Così, con in mente questi pensieri l’anestesia ha cominciato a fare il suo effetto… Poi, poche ore trascorse senza sentire nulla fino a quando ho avvertito voci che mi dicevano che tutto era finito ed era andato nel migliore dei modi. Il risveglio dall’anestesia è stato per me il momento più bello e che più mi ha fatto emozionare, perché è stato come portare a termine una missione. Una missione non imposta da alcuno, ma in cui qualcun altro ci spera. Già qualche giorno dopo l’espianto sono tornato alla normalità. E mi sento già pronto a rinnovare la mia disponibilità per un’altra donazione, se dovesse servire magari per la stessa persona. Ma quello che più spero è che si prenda coscienza di quanto sia importante la tipizzazione: oltre alle terapie, credo sia proprio questa l’altra potente arma a disposizione per debellare le malattie del sangue. E, soprattutto, vorrei che la mia personale esperienza potesse servire a quanti si avvicinano per la prima volta all’ADMO e a quanti, già potenziali donatori, attendono come ho atteso io quella telefonata che ti fa guardare il mondo in maniera un po’ diversa dal solito. Ho un solo rammarico: quello di notare nelle persone la convinzione che alcuni gesti si possano compiere soltanto se ad avere bisogno è una persona vicina, come a dire che il sacrificio vale la pena farlo solo per aiutare qualcuno che si conosce. Ma per me così non è stato. Alessandro Vangeli Lettera di un ex-malato al suo donatore Caro Fratello, non potrò mai ringraziarti abbastanza per il dono che mi hai fatto. Mi hai ridato la forza di vivere, mi hai ridato la speranza! In questi anni di malattia non mi sono mai abbattuto, ho sempre lottato continuando a confidare in un futuro migliore… Sappi, quindi, che il tuo dono d’amore non è andato sprecato. Purtroppo le ‘regole’ ci vietano la conoscenza e di questo sono terribilmente dispiaciuto: vorrei conoscerti e poterti ringraziare di persona, abbracciarti magari… per quanto ti sono gratro. Nella vita di tutti i giorni sono figlio unico, ma dal 19 marzo 2008 non più! Non più, ora! Sei nel mio cuore, nella mia anima e nel mio sangue. Grazie! Tuo Fratello Link to comment Share on other sites More sharing options...
Silver Surfer Posted December 18, 2009 Author Share Posted December 18, 2009 ... In ricordo di Paolone Barlera... ... Up Link to comment Share on other sites More sharing options...
Silver Surfer Posted March 5, 2010 Author Share Posted March 5, 2010 dalla Provincia di Varese (www.laprovinciadivarese.it) TARCI, LA TUA FINALE SCUDETTO COL POZ E IL MENEGO Soltanto lo sport, soltanto il basket sono capaci di regalare delle storie così, capaci di lasciarti un po’ stupito e un po’ ottimista a ripeterti che in fondo il mondo non è un posto poi così brutto. E come spesso accade, le storie più belle nascono dal buio di momenti terribili e difficili, raccontate dalla forza di persone speciali che nella vita non hanno mai mollato. Tarcisio Vaghi è un allenatore di basket, varesinissimo, testimone di quanto la nostra terra sia prolifica nello sfornare competenze e passioni legate alla palla a spicchi. Tutta la trafila delle serie minori, poi la panchina di Legnano prima di diventare responsabile del settore giovanile del Campus con uno scudetto nella categoria Cadetti che gli spalanca le porte della serie A. Assistente prima di Cadeo e poi di Magnano alla Pallacanestro Varese, capoallenatore a Castelletto in LegaDue, assistente di Marco Crespi a Casale e poi in A1 a Teramo: un ragazzo giovane, appassionato di basket e talmente bravo e fortunato da essere riuscito a trasformare la sua passione di sempre nel lavoro di tutti i giorni. Poi lo schiaffo, forte e improvviso, che ha rimescolato le carte. L’estate scorsa i primi malesseri, gli esami, e la diagnosi: leucemia. Da quel giorno la vita del “Tarci” è cambiata di botto: terapie da seguire, ospedali da girare, ma anche tante nuove persone da conoscere e tante storie da toccare con mano e condividere. Oggi Tarcisio è una delle tantissime persone in attesa di un trapianto di midollo osseo, e la sua esperienza lo ha portato a diventare un attivista dell’Admo (www.admolombardia.org), l’associazione che riunisce tutti i donatori. La bella storia di cui parlavamo prima, la facciamo raccontare a lui: <Ho conosciuto, mio malgrado, un mondo nuovo. Ho scoperto che per guarire da questa malattia, per guarire davvero, c’è un’unica strada: il trapianto, perché tutte le altre terapie sono solo delle pezze che si mettono e che non risolvono la situazione. E proprio qui sta il problema>. Ovvero? Per poter essere effettuato il trapianto di midollo osseo occorre trovare un donatore che sia compatibile con il ricevente: e il rapporto di compatibilità è di uno a centomila, nel senso che per un donatore che va bene per me, ce ne sono centomila che non sono compatibili. Quindi? Quindi è necessario fare informazione, trovare sempre nuovi donatori: tutti possono farlo e tutti dovrebbero farlo. E proprio in questo senso si inserisce la nostra bella storia. Ce la racconti. Io sono un uomo nato e cresciuto con la pallacanestro. E la pallacanestro ora si sta mobilitando, dopo che la mia vicenda è stata conosciuta da tutti: si è messo in moto un passaparola meraviglioso, che quasi mi spaventa. Tutto il basket varesino sta scendendo in campo, e tantissimi giocatori stanno diventando donatori Admo. Per esempio? Due nomi? Meneghin e Pozzecco: lunedì prossimo saranno al nostro centro per il primo prelievo, e diventeranno ufficialmente donatori. E con loro tantissimi rappresentanti del mondo della pallacanestro varesina: praticamente tutta la squadra del Gazzada, per esempio, con i giocatori che hanno portato anche le loro mogli. Oppure Mario Di Sabato, storico playmaker delle nostre serie minori e oggi allenatore al Daverio. Diventano donatori, perché? Perché mi conoscono, ma soprattutto perché è giusto. Ed è necessario fare una corretta informazione per sfatare delle convinzioni sbagliate: la donazione non è qualcosa di doloroso o di rischioso, anzi. Per diventare donatori è sufficiente un semplice prelievo, e si viene inseriti nella banca dati dell’Admo: quando si trova qualcuno compatibile con noi, si viene chiamati per la donazione che è un processo semplice e assolutamente sicuro. Francesco Caielli I TESTIMONIAL: ANDREA MENEGHIN E GIANMARCO POZZECCO <Purtroppo – racconta Andrea Meneghin – ci si decide a fare cose come questa solo quando veniamo toccati da vicino, quando un nostro caro o un nostro amico si trova in una situazione di bisogno. E’ successo anche a me così: la vicenda del Tarci mi ha avvicinato a questo mondo, e soprattutto mi ha fatto scoprire cose che ignoravo>. Tipo? <Credevo che la donazione fosse qualcosa di doloroso, di rischioso: mi avevano proposto di farlo anche qualche anno fa quando giocavo, ma non mi vergogno di dire che la cosa mi spaventava e infatti allora mi tirai indietro. Invece mi è stato spiegato che il procedimento è estremamente sicuro, praticamente indolore: questa cosa andrebbe detta a tutti, perché la gente deve sapere che diventare donatori è semplicissimo, e che è una cosa davvero utile>. <Non vorrei essere nei panni di chi ci farà il prelievo – attacca Gianmarco Pozzecco – che dovrà riuscire ad analizzare il nostro sangue e capire se è utilizzabile o meno. Ma state tranquilli, garantisco sia per me che per il Menego: al di là di qualche birretta e di un po’ di vino, non ci siamo mai spinti. Non saremo sani di mente, ma siamo sani di sangue: quindi non dovremmo avere particolari problemi a diventare donatori Admo>. Perché la decisione di diventare donatore? <Ma perché no? Io credo che la cosa più importante in questa situazione, oltre ovviamente alla possibilità di aiutare gente che ha bisogno, sia il fare informazione: la gente non sa e dovrebbe essere informata. Quindi, da questo punto di vista, noi sportivi abbiamo il dovere di metterci a disposizione per sensibilizzare il maggior numero di persone. Il messaggio è chiaro: lo facciamo noi, quindi dovreste farlo tutti quanti. Se con il nostro gesto di lunedì prossimo dovessimo convincere cinquanta persone a diventare donatori, avremmo raggiunto il nostro obiettivo>. Fra. Ca. Link to comment Share on other sites More sharing options...
morse Posted March 9, 2010 Share Posted March 9, 2010 Forza Tarci !!!!!!!!!!!!!! Link to comment Share on other sites More sharing options...
joe Posted March 9, 2010 Share Posted March 9, 2010 purtroppo impegni di lavoro mi terranno lontano da Varese venerdì...UFFA!!!! Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted March 11, 2010 Share Posted March 11, 2010 Volevo cercare di capire qualcosa di piu' sulla donazione del midollo osseo, cosi' ho chiesto a leasir che mi ha spiegato quanto segue. Donazione e trapianto del midollo osseo Articolo principale: Hematopoietic stem cell transplantation (trapianto di cellule staminali ematopioetiche) È possibile prelevare cellule staminali ematopoietiche da una persona e poi infonderle in un’altra persona (cellule allogeniche) o nella stessa persona in un tempo successivo (autologhe). Se donatore e ricevente sono compatibili, queste cellule infuse viaggiano poi fino al midollo osseo e iniziano la produzione di cellule ematiche. In casi di grave malattia del midollo osseo, viene fatto il trapianto da una persona all’altra (trapianto allogenico), ovviamente dopo averne accertato la compatibilità. Infatti, quando necessario, il midollo malato deve essere distrutto e sostituito mediante il cosiddetto "trapianto" con il midollo di un donatore sano compatibile. Saranno adeguate analisi effettuate dai Registri appartenenti alla rete del BMDW (Bone Marrow Donors Wordwide), collegati a Centri di Trapianto di Midollo Osseo, a provvedere alla ricerca di possibili donatori. In Italia il Registro Nazionale dei donatori volontari di midollo osseo si chiama IBMDR [1], riconosciuto con Legge dello Stato. Prima il midollo del paziente viene distrutto con farmaci e/o con radiazioni, poi vengono introdotte le nuove cellule staminali o il nuovo midollo prelevato al donatore. Talvolta, in casi di cancro, prima della radioterapia o della chemioterapia vengono prelevate dal paziente cellule staminali che poi, una volta terminata la terapia che uccide anche le cellule staminali, verranno reintrodotte per ripristinare il sistema immunitario. In questo caso si parla di autotrapianto. Prelievo [modifica] Prelievo del midollo osseoLe cellule staminali sono prelevate direttamente dal midollo rosso nella cresta dell’ileo,sotto anestesia locale o totale. Contrariamente a quanto comunemente si crede, è una procedura minimamente invasiva che si fa ambulatoriamente e che crea solo un disagio di scarsa entità. Un’altra opzione è quella di somministrare dei farmaci (fattori di crescita) che stimolano la produzione di cellule staminali nel midollo osseo e la loro immissione nel sangue circolante. Si inserisce poi un ago endovena nel braccio del donatore, e le cellule staminali vengono prelevate dal sangue mediante filtrazione. La procedura è simile alla donazione di sangue o piastrine. È pure possibile effettuare un prelievo dallo sterno, e anche la tibia sembre essere una buona fonte di midollo ma solo nei bambini perché negli adulti c’è solo midollo giallo inutile per le trasfusioni. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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