C'è anche Michael Jenkins nel lungo elenco della spesa che l'Openjobmetis sta sfogliando in attesa di trovare la giusta combinazione di prezzi e passaporti. La 30enne guardia statunitense (191 centimetri per 88 chili) è un giocatore che la società di piazza Monte Grappa segue con attenzione visto il mix di talento, solidità ed esperienza internazionale.
L'atleta del 1986 ha all'attivo due esperienze in Italia: nel 2012-13 fu grande protagonista in LegAdue a Brescia, saltando però per un infortunio ad un polso la finalissima disputata contro la Giorgio Tesi Group Pistoia di Paolo Moretti. Una stagione eccellente (17,0 punti col 41 % da 3 più 4,5 rimbalzi e 2,4 assist) che attuò le attenzioni di Cantù, dove ha disputato l'annata 2013-14 a 10,0 punti e 2.1 assist in campionato (11,4 e 3.2 col 45% da 3 in Eurocup). Lo statunitense aveva poi inseguito il sogno NBA disputando la Summer League 2014 con Oklahoma City ed accettando il "declassamento" in D-League, lasciata a gennaio per filmare in Turchia al BSB Istanbul (16.3 punti di media in 15 gare). Un rendimento eccellente che gli è valso un lucrosissimo contratto ad Ankara: biennale da un milone di dollari siglato nell'estate 2015 con il Turk Telekom nell'ottica di campionato e FIBA Europe Cup, decisamente indicativo della differenza di potenziale economico tra una squadra di terza fascia in Turchia e l'Italia (solo Milano nella nostra serie A ha contratti più onerosi).
Ma nonostante il solido fatturato di Jenkins (14.5 punti e 4,1 rimbalzi di media nella BSL turca), le cose non sono andate per il verso giusto: complice anche un'assenza per infortunio di oltre due mesi, la squadra è retrocessa nella seconda lega turca, ed ora il secondo anno di contratto è un peso che Ankara non vuole più accollarsi. Per questo Varese può avere chances di inserirsi nell'ambito di una transazione (buonuscita dai turchi e ingaggio più basso a Masnago) che potrebbe rendere Jenkins appetibile non soltanto sul piano tecnico, ma anche economico. L'atleta del 1986 ha ottime referenze umane e grande propensione alla coralità, caratteristiche che ne fanno un giocatore automaticamente gradito a coach Moretti. Certo non potrebbe essere lui la "prima punta" dell'attacco, ma vale sempre il concetto della funzionalità del giocatore all'interno di un sistema.
Al momento attuale però il mercato di Varese non ha ancora preso una direzione precisa: troppi i tasselli mancanti per eliminare almeno alcune delle sliding doors ancora possibili a seconda degli incastri sui passaporti (a Las Vegas si seguono lunghi americani ma anche Cotonou o europei, la pista Czerapowicz sembra essere un po' più fredda rispetto a qualche giorno fa). Mettere un punto fermo americano, per caratteristiche tecniche e ruolo, sarebbe il primo e fondamentale snodo per creare un successivo effetto domino negli altri 4 spot "vacanti". Però tra la necessità di lavorare di cesello per limare i costi e l'esigenza assoluta di non sbagliare le scelte estive per far fruttare al meglio le risorse messe a disposizione dell'area tecnica, siamo ancora nella fase della semina con i frutti da raccogliere nell'ultima decade di luglio.
Giuseppe Sciascia
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