Altro giro, altra delusione. Si potrebbe studiare la costanza nei risultati pessimi della Pallacanestro Varese che anche in versione europea riesce a farsi mangiare in casa dallo ZZ Leiden, squadra corta con qualche buona individualità che era considerata l’ultimo carro del girone N. E alla Itelyum, davanti ai propri tifosi (1.850, non pochi) non è servito neppure avere un vantaggio arrivato a +12: quando c’è stato da segnare i canestri pesanti, i biancorossi sono spariti mentre i tulipani hanno riacceso i motori. In modalità “panico” la squadra di Bialaszewski (sostanzialmente confermato da Scola prima del match) ha sbagliato quasi tutto, convogliando l’attacco sulle spalle del solo Hanlan che però a un certo punto ha finito benzina ed idee, costretto a far il boia e l’impiccato.
Poi anche il diavolo ci ha messo lo zampino con la tripla infilata da Van Bree al 24° secondo con 57” sul cronometro. Un tiro difficilissimo che però ha deciso l’incontro anche se poi Young allo scadere ha avuto il tiro da 3 del pareggio per il rotto della cuffia. Ma gli eroismi non abitano certo qui: palla che gira sul ferro ed esce a sancire il KO.
Che dire. La prima cosa è che se Varese perde in casa anche con Leiden, è difficile pensare che Luis Scola abbia ragione quando dice di non essere preoccupato. Anche stavolta non si è visto quasi nulla del basket predicato dalla dirigenza, salvo forse qualche folata di Brown, per lunghi tratti il migliore in campo. Quando poi i meccanismi hanno girato – qualche minuto qui, qualche minuto là – la Itelyum ha anche concesso qualche strappo discreto al punteggio, però non è mai stata in grado di piazzare quel canestro in più “della sicurezza”, tenendosi sempre il Leiden alle spalle pronto a colpire. Fino a che ha colpito per davvero.
Nella prima partita senza Moretti, Bialaszewski ha impiegato Shahid e Librizzi in regia ma i risultati non sono stati esaltanti: il piccolo USA ha sì centrato qualche iniziativa personale ma ha anche compiuto una serie di palle perse imbarazzanti, il giovane varesino ha fatto il possibile prima di finire nel mirino arbitrale. C’era inoltre attesa per la prova di Cauley-Stein, con il suo sostituto Spencer seduto dietro la panchina e ancora una volta l’ex NBA è stato illeggibile nelle sue cose. Un discreto primo tempo, qualche lampo come la tripla nell’ultimo periodo e una stoppata importante sulla penultima azione, il tutto però corredato da difese molli, rimbalzi scivolati dalle mani, pericolosità bassissima in attacco.
Ora all’orizzonte c’è la partita con Milano, e speriamo davvero non sia solo un allenamento per un’Olimpia che al netto dei propri problemi e del viaggio a Barcellona in Eurolega ha tutto per triturare una Varese vuota, moscia, senza capo né coda. E da questa sera, sull’orlo dell’addio anche in Europa.
PALLA A DUE
James Young sorpassa Tomas Woldetensae nelle gerarchie ed entra in quintetto base insieme a Shahid, scelto giocoforza per sostituire l’infortunato Moretti. Squadre corte con Leiden che ruoterà appena sette effettivi. Dietro alla panchina il nuovo arrivato Spencer che rileverà Cauley-Stein.
LA PARTITA
L’approccio di Varese è buono soprattutto dalle parti di Brown, tornato preciso al tiro pesante. Il primo break è suo ma quando Bialaszewski opta per un profondo giro di cambi, il Leiden torna subito a contatto e addirittura sorpassa con Jones prima della sirena (18-19).
Le seconde linee biancorosse continuano a essere un buco nero e così Biala deve fare rientrare Hanlan e WCS: la squadra si scuote e piazza un 20-7 di parziale tra il 15′ e il 20′ con cui si prende un vantaggio finalmente solido (45-39).
Nel terzo periodo torna protagonista Hanlan: triple, penetrazioni, uno contro uno ed è lui a dare a Varese il massimo vantaggio, 60-48. Poi però nel tira e molla gli ospiti rosicchiano qualcosa sino al 66-58 della terza sirena.
IL FINALE
Varese sale a quota 69 ma resterà inchiodata lì per lunghissimi minuti: il tempo per lo ZZ di costruire un parziale di 11-0 con Jones protagonista anche grazie a compagni che si buttano senza paura a rimbalzo sotto il canestro della Itelyum. A Masnago iniziano a materializzarsi i fantasmi perché anche Van Bree e Gross colpiscono mentre Varese avanza con grande fatica. Una tripla fuori dagli schemi di Cauley-Stein sembra un segnale positivo e invece è uno degli ultimi squilli: Leiden fa le cose facili, mangia tutto il margine e infine imbuca con Van Bree dall’angolo la più pazzesca delle triple (+5). Hanlan guadagna e segna due liberi, poi Cauley-Stein stoppa Van Bree a 14” dal termine. L’ultimo pallone va a Young, libero davanti alla panchina ospite: tripla ben presa ma giro beffardo sul cerchio e palla fuori. Festeggiano i dieci olandesi, tutti gli altri hanno le mani nei capelli.
Damiano Franzetti
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