La Openjobmetis perde di nuovo, lo fa ancora in casa e contro una avversaria non certo stratosferica, la Treviso operaia di Menetti che però sta centrando tutti i successi che le servono per stare tranquilla. A Varese invece, di tranquillità, non ce ne può essere tanto meno dopo l’incredibile ko per 79-80 contro i veneti: la classifica è sempre più drammatica, nonostante manchi oltre mezzo campionato, perché l’elenco delle occasioni perse è sempre più lungo e quella di oggi è davvero di quelle storiche.
Nel dopo partita, comunque, il dg Andrea Conti ha escluso che coach Massimo Bulleri rischi il posto e con ancora maggiore forza ha detto che Attilio Caja non verrà richiamato sulla panchina biancorossa, non per motivi tecnici ma etici ai quali la società non intende soprassedere. Quindi nessun cambio all’orizzonte, anche se è fuor di dubbio che in queste circostanze anche l’allenatore abbia una bella fetta di responsabilità. Ma vediamo di inquadrare le due situazioni che hanno portato a questa sconfitta assurda: il crollo nel terzo periodo e il fischio “assassino” di fine partita che ha dato a Treviso i palloni del sorpasso conclusivo.
TERZO QUARTO: VARESE CROLLA
Ci eravamo indignati per il parziale di 8-24 patito contro Reggio Emilia nel terzo quarto di gara, ma non potevamo pensare (due settimane fa) di vedere qualcosa di ancor più brutto. Questa volta la Openjobmetis rientra negli spogliatoi con 15 punti di vantaggio (erano stati anche 17) ma alla ripresa del gioco subisce un parziale di 0-18 che permette a Treviso di sorpassare. La “striscia” si allunga sino all’1-24 (libero a segno di Jakovics) prima che qualcuno, Ruzzier, ci metta una specie di pezza. Al di là di quanto accaduto dopo (Varese è tornata in partita e ha sfiorato il successo) siamo di fronte all’ennesimo approccio fallimentare dopo la pausa lunga, un costante già vista in numerose occasioni. In quei minuti la squadra smette di giocare, perde palloni banali, fatica a tirare e quando arriva alla conclusione lo fa senza convinzione. Collassando anche in difesa, allo stesso tempo. Bulleri ha chiamato due timeout (questa volta non ha sbagliato i tempi) senza minimamente incidere al rientro sul parquet: non un’azione disegnata per un canestro sicuro, non una alzata di voce forte per rompere l’apatia.
IL FISCHIO DECISIVO
Prima di commentare questa parte è necessaria una avvertenza: siamo tutti, tutti, tutti d’accordo che la colpa della sconfitta va addebitata alla Openjobmetis per quello sciagurato e lungo passaggio a vuoto del terzo quarto. Detto e ribadito questo concetto, ci troviamo a descrivere un epilogo segnato in modo clamoroso da un fischio “assassino”, quello dell’arbitro Carmelo Paternicò sul fallo di Scola su Mekowulu a 18” dalla fine. Un fallo come mille altri (poco prima la stessa cosa era stata fatta da Treviso per mandare in lunetta Douglas), una scelta logica perché Varese aveva 3 punti di vantaggio e la palla era finita al pivot avversario. Certo, Scola è intervenuto in modo deciso ma comunque sugli avambracci del pivot nigeriano (insomma, non gli ha dato un pugno o una spinta a caso…) ma per l’ineffabile Paternicò – che bontà sua è andato pure all’instant replay… – quell’intervento andava sanzionato con l’antisportivo. A quel punto Mekowulu ha segnato i liberi, Treviso ha avuto un possesso in omaggio e Sokolowski con 4” da giocare ha infilato il +1. Ebbene, parliamo dello stesso arbitro che in precedenza aveva dato antisportivo a Jakovics a fine primo quarto (Varese non era in bonus, normale fallo speso su Logan in palleggio) e dello stesso arbitro che ha sanzionato nell’ultimo quarto un passi a Scola sulla ricezione in post basso e due falli in attacco a Douglas e Ruzzier che stavano proteggendo la palla. La sensazione è che certi fischi, a palazzetto pieno, non sarebbero mai arrivati. E che Varese, probabilmente, ha anche pochissimo peso politico visto che è stata trattata a pesci in faccia, in casa.
Tornando alle mancanze biancorosse, perché non sottolineare anche che l’ultimo pallone è stato gestito molto male, pur uscendo da un timeout? La palla è finita a Douglas per un tiro da 3 punti marcato quando, sotto di uno, si poteva ipotizzare una penetrazione per prendere un fallo (magari con quello Strautins rimasto in campo appena 21′ mentre gli avversari banchettavano a rimbalzo d’attacco…) o comunque provare un tiro a più alta percentuale. Mettiamo pure questo sulla pagella della squadra e dell’allenatore, allungando la lista dei rimpianti.
Ora Varese è proprio ultima, perché la Fortitudo (come Cantù sabato sera) ha vinto e si è portata a quota 8. Con 6 punti c’è solo Trieste che però ha due gare da recuperare e – udite udite – sarà la prossima avversaria della Openjobmetis domenica 3 gennaio. Si giocherà nella città giuliana con la tensione ai massimi. E sotto pressione Varese quest’anno ha sempre combinato guai. Auguri.
LA PARTITA
Primo quarto che va a strappi: Varese inizia meglio con due lampi clamorosi di Strautins (schiacciate a difesa schierata) e con Scola a colpire dall’arco contro un Mekowulu troppo pigro. Avanti 17-7 la Openjobmetis però si ferma e lascia un parziale a Logan e soci che riapre subito il discorso. Con Morse in campo la difesa di Bulleri torna a produrre e quando Douglas dà un colpo di gas è ancora parziale biancorosso, 29-16.
Nel secondo periodo le mani sono un po’ meno calde ma Varese riesce a tenere sempre a distanza gli ospiti nonostante qualche difficoltà nell’attaccare la zona proposta da Menetti. Bulleri dà tanta fiducia a Morse che non si vede in attacco ma è utile a copertura. Qualche colpo di Beane garantisce punti anche se De Vico, a fil di sirena, spreca una tripla da libero per migliorare il margine: 45-30.
Nel terzo periodo, lo abbiamo già descritto, succede l’incredibile: Varese sbaglia tutto quello che può sbagliare e Treviso ne approfitta segnando 18 punti consecutivi per il 45-48. A quel punto Jakovics infila un libero ma il parziale si allarga a 1-24 per la De’Longhi prima che Ruzzier trovi i canestri che tengono un minimo a galla i biancorossi (53-58 al 30′).
IL FINALE
L’ultimo periodo è punto a punto: Beane fa buona guardia su Logan e Ruzzier trova gloria al tiro ma non basta perché Treviso domina a rimbalzo d’attacco contro tutte le configurazioni del quintetto di Bulleri. Le giocate di Akele ridanno il vantaggio agli ospiti fino a quando Ruz pesca Scola sul perimetro per la tripla del 72-70. Il quinto fallo del play biancorosso permette a Treviso di pareggiare e sorpassare con la bomba di Logan: stessa prodezza per De Vico dalla parte opposta (dopo tanti errori al tiro dell’ala) mentre Douglas dalla lunetta fa 4-4 e riporta avanti Varese di 3. Quasi fatta ma la giocata decisiva è dell’arbitro con l’antisportivo a Scola che frutta quattro punti ai veneti: finisce 79-80.
Damiano Franzetti
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