
Melvin Johnson è già innamorato dell'Italia e di Varese. La guardia rookie da Virginia Commonwealth University, laureato in criminologia con voti altissimi, esprime tutto il suo entusiasmo per l'avventura nel nostro paese che aveva già "assaggiato" 4 anni fa in una tournée con il suo college: «Sono contentissimo di avere scelto Varese: la città è molto accogliente, la società è ben organizzata con persone molto professionali che ti mettono a tuo agio e il cibo è ottimo. Qui mi trovo molto bene, credo di aver scelto il posto ideale perché un rookie come me possa sentirsi a suo agio e crescere in condizioni ottimali per rendere al meglio».
Il giocatore statunitense ha già dimostrato qualità offensive interessanti in un precampionato comunque condizionato da qualche problema fisico, ma l'aspetto più convincente di Johnson è la sua apertura mentale relativa alla disponibilità a imparare per prepararsi al meglio alla primaespe-rienza da professionista: «La cosa più importante per un esordiente come me è ascoltare per imparare. Prima di decidere di venire in Italia mi sono informato con chi aveva già giocato in questo campionato, sia sulle squadre più competitive che sull'atteggiamento da tenere con il pubblico in casa e fuori: so che il livello è molto elevato, mi hanno parlato bene di Milano e Sassari, dovrò sempre dare il massimo per essere all'altezza delle aspettative».
E Johnson, chiamato a sfatare un tabù legato ai rookie in maglia biancorossa (l'ultimo ad aver finito la stagione fu tale Daniel Santiago nei Roosters della Stella 1998-99...), ha fatto vedere di non essere soltanto un tiratore al di là del record di triple segnate con la maglia di VCU: «Mi definisco un tiratore, amo il tiro da fuori ma non guardo soltanto ai punti segnati: se posso cerco di colpire dall'arco, ma sono in grado di rendermi pericoloso in altri modi. Se posso attaccare il ferro non mi tiro indietro, e credo di saperlo fare bene».
Appena sbarcato a Varese Johnson è stato preso sotto l'ala protettrice di Eric Maynor: «Avevo deciso di firmare per Varese prima che Eric accettasse la proposta della società, dunque è stata una decisione mia. Però appena ho chiuso l'accordo ho iniziato a sentirlo tutti i giorni per essere sicuro di trovarlo con me».
A differenza di tanti stranieri tutti casa e fast food, Johnson sta apprezzando la cucina italiana: «L'avevo già apprezzata 4 anni fa, ora ho più tempo per sperimentare: quando tornerò negli Stati Uniti cercherò di fare scorte perché amo tanto il cibo italiano, in particolare i pizzoccheri che ho scoperto in ritiro a Chiavenna. Cosa faccio nel tempo libero? Amo nuotare e andare in bicicletta, qui guardo tante serie TV su Netflix e sono in contatto quotidiano con mamma e sorella con le quali parlo e messaggio molto».
Giuseppe Sciascia
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