La Pallacanestro Varese cerca nuovamente risorse fresche per chiudere il bilancio della stragione 2016-17. Il CdA bianco-rosso, i proprietari e il Trust "Il Basket Siamo Noi" stanno lavorando per trovare la liquidità necessaria alla copertura di un deficit stimabile attorno ai 250mila euro in vista dell'approvazione definitiva del documento contabile atteso entro fine anno solare. Per trovare la quadra definitiva dei conti dell'annata scorsa, non è dunque bastato il maxi-ripianamento da oltre 500mila euro effettuato ai primi di luglio per rientrare nei parametri economici richiesti dalla Com.Te.C. per l'ammissione al campionato.
La situazione non desta preoccupazione immediata, se come già accaduto in passato ogni componente della famiglia allargata che regge le sorti del club di piazza Monte Grappa contribuirà - chi più e chi meno - a riportare in equilibrio i conti. Ma il problema si ripete ormai da troppi anni (il bilancio è in rosso dall'esercizio 2013-14) perché si debba sempre contare sulla passione dei soliti noti chiamati a mettere mano al portafogli. E diventa anche difficile attribuire le colpe: siano di chi è preposto a far di conto, ossia Stefano Coppa fino al maggio 2016 o Fabrizio Fiorini nella stagione passata. Infatti, i ricavi - stimabili nell'esercizio in chiusura tra i 3,7 e i 3,8 milioni di euro - non sono sufficienti a coprire i costi (conto finale superiore a 4,6 milioni partendo dalla previsione di 4,3 ampliata dalle aggiunte di Dominique Johnson e Attilio Caja). Solo che i costi sono già sostanzialmente certi negli importi e nelle scadenze quando si lavora sul budget previsionale ad inizio stagione, mentre i ricavi (quanto amplificati dalle fatturazioni dei cosiddetti cambio merce che però non portano liquidità?) sono soggetti a mille scartamenti in corso d'opera: dai risultati che si riflettono sulla biglietteria a ritardi vari nei pagamenti di contratti o fatture. Così, puntualmente, si rivelano insufficienti per coprire le spese.
La soluzione adottata per il 2017-18 è stata di tagliare il budget (circa il 15 per cento portandolo a 4 milioni) per rendere più sostenibile l'attività del club. Ma anche la spending review potrebbe non bastare alla luce della contrazione dei ricavi dagli sponsor, di maglia e non. L'unica via d'uscita dall'attuale spirale negativa - l'austerity rischia di ingenerare un effetto depressivo anche sulle entrate - è quella indicata qualche giorno fa su queste colonne da Alberto Castelli: cercare nuovi soci forti che affianchino Gianfranco Ponti e rafforzino l'attuale compagine societaria di "Varese nel Cuore", sempre più appesantita dai ripetuti extrabudget. L'obiettivo strategico è trovare altri due o tre azionisti che affianchino consorzio e Trust in modalità "50 e 50", eliminando gli attuali squilibri finanziari nei flussi di cassa e garantendo alla società risorse certe per stabilizzarsi lontano dalla zona salvezza. Una necessità inderogabile per evitare una navigazione a vista ancor più affannosa rispetto a quella del 2017-18 che preoccupa il club ben più dell' affaire Moretti: la società nutre fiducia nella correttezza del proprio operato e in virtù della forza delle sue ragioni confida di uscire vittoriosa dal lodo arbitrale depositato dal coach aretino che ha chiesto il riconoscimento dei 100mila euro netti più contributi previdenziali previsti dal terzo anno del suo contratto.
Giuseppe Sciascia
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