Stagione 2017-18 all'insegna del realismo per una Pallacanestro Varese costretta a fare i conti con una spending review forzosa nell'estate in cui sono diversi i club ad alzare l'asticella del budget. Il taglio del 10% rispetto al 2016-17 porterà il totale delle spese biancorosse a 4,2 milioni di euro; il dato saliente resta però quello del monte-stipendi netti per i giocatori, che si aggirerà poco sopra gli 800mila euro, con un 20% di riduzione rispetto alla stagione passata nel totale contando l'innesto in corsa di Dominique Johnson.
Risorse sufficienti a puntare ad una salvezza tranquilla, schierandosi nella metà bassa della classifica nella griglia di partenza di inizio stagione: se 12 mesi fa Varese vantava inizialmente l'ottavo monte-stipendi della serie A, quest'anno la promozione della Virtus Bologna - subito calda su big come Alessandro Gentile o Aradori e Marco Cusin - e il passo in avanti di Brescia fanno scivolare il club biancorosso nella graduatoria delle risorse investite. Nelle ultime tre stagioni del massimo campionato sei squadre - Milano, Venezia, Reggio Emilia, Avellino, Sassari e Trento - hanno sempre disputato i playoff; ora il salto di qualità di Torino - con Luca Banchi in panchina e la wild-card per l'Eurocup - e dell'ambiziosa matricola Segafredo sembrano assegnare già in partenza gli 8 posti disponibili per la post-season.
Poi la realtà del campo dimostra che i soldi non fanno canestro e che conta sempre più come si investe di quanto si spende. I case history di successo nel rapporto qualità-prezzo sono la finale scudetto raggiunta da Trento con un budget simile a quello di Varese (4,4 milioni lordi e 850mila euro netti di monte stipendi; poi la Dolomiti Energia ha raggiunto le finali nazionali con Under 18 e Under 16 e ha foresteria per le giovanili con un allenatore professionista... ) e i playoff raggiunti da Capo d'Orlando e Pistoia, che avevano rispettivamente il penultimo e ultimo monte stipendi del 2016-17.
Ma la Varese attuale, che scommette sulla fame di Antabia Waller e Stan Okoye in quintetto e di Matteo Tambone e Nicola Natali in panchina a supporto dei confermati Aleksa Avramovic e Giancarlo Ferrero, dovrà giocoforza partire con obiettivi limitati, preoccupandosi prima di tutto di tenere a distanza chi ha monte stipendi ancora più bassi del suo per garantirsi una stagione senza i patemi costanti vissuti dal 2013 in poi. Inutile sognare playoff per i quali servirebbero investimenti attualmente fuori portata alla luce di una situazione economica non brillante. Sotto questo profilo però l'aziendalismo di Attilio Caja è una risorsa preziosa nell'attuale congiuntura: il coach pavese sta costruendo una squadra da battaglia a immagine e somiglianza del suo basket pragmatico, con l'obiettivo di capitalizzare al massimo motivazioni e tasso agonistico e creare una Varese nella quale collettivo e "chimica" facciano la differenza. Ad oggi "Artiglio" può garantire serietà e lavoro quotidiano in palestra come ricetta per una salvezza tranquilla, sperando di azzeccare il jackpot su tutte le scommesse come unica chance per centrare i playoff. Che, sempre ad oggi, pur in attesa dei tre titolari in play, ala piccola e centro che daranno il senso definitivo alla Varese 2017-18, sono però un obiettivo irrealistico alla luce degli investimenti altrui.
Giuseppe Sciascia
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