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J.R.Capablanca

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  1. Premesso che, essendo tifoso varesino lungamente vissuto a Milano, ho gioito senza ritegno nè remora per la vittoria del Barca. Però leggo, anche su questo forum, l'idea che un'eventuale vittoria italiana in una manifestazione internazionale avrebbe potuto, o potrebbe in futuro, apportare benefici a tutto il movimento cestistico. Diciamo innanzitutto che non è affatto vero che, se anche tutto il movimento ne traesse giovamento, ciò significherebbe che ne trarrebbe vantaggio anche Varese. Ossia, in una nazione (peraltro basata non sul lavoro, ma sul gioco del calcio) in cui ci fossero il doppio dei praticanti e il quadruplo degli appassionati, a Varese ci sarebbe una squadra che ci darebbe più soddisfazioni ? Mah poi, per quale motivo le vittorie di un club, in un campionato che è sostanzialmente ad invito, dovrebbero creare un incremento negli appassionati (intesi come spettatori paganti), o addirittura nei praticanti ? Sono gli stessi che si son appassionati alla barca a vela perchè sono stati svegli a guardare "Luna Rossa" vent'anni or sono. O quelli che praticano la canoa perché hanno visto vincere gli Abbagnale. Tra l'altro, un team italiano in Eurolega è costituito quasi soltanto da stranieri, pronti a cambiare casacca se solo qualcuno gli sventola sotto al naso qualche dollaro in più. All'Olimpia, addirittura, non è italiano neanche il general manager. Direi che l'ultima parola in merito potrebbe averla detta "modestia e simpatia" Messina (in un'intervista di oggi): "...Onestamente non sono interessato a quello che si pone il movimento. Saremo sempre un Paese di Guelfi e Ghibellini. Se qualcuno vuole prendere spunto da come noi facciamo le cose mi fa piacere, ma se formalmente rappresentavamo un movimento, di fatto rappresentavamo solo noi stessi". A parte tutto ci sarebbe da chiedersi come si fa a prendere spunto da come fanno loro le cose: da osservatore esterno, io direi, banalmente, con il decuplo del budget di tutte le altre. Quindi quoto Bluto "Preferivo vederli perdere di 1 all'ultimo secondo, su tiro fatto da metà campo (e con piede fuori), ma bisogna sapersi accontentare."
  2. Leggo, più o meno da parte di tutti, critiche feroci all'allenatore e alla squadra, delusione mista a rassegnazione per l'incombente retrocessione e dilaganti auspici alle dimissioni in massa: dell'allenatore in primis e dell'area tecnica a seguire. Io non posso che concordare con quasi tutti voi. Però, vorrei comunque dire la mia su alcune questioni. Innanzitutto mi pare che si pecchi un po’ di ottimismo in occasione delle (rare) vittorie, e si ecceda nelle critiche in occasione delle (frequenti) sconfitte. Mi spiego. La nostra amata Varese gioca male sempre. In sostanza difende poco o niente, e in questo El General mi pare sia il colpevole principale, con tutte le attenuanti del caso: innanzitutto l’età e poi il fatto che in attacco è spesso costretto a fare pentole e coperchi. In attacco, invece, sembrano 5 volenterosi capitati per caso a giocare insieme. Però, ad esempio, non è che quando abbiamo battuto Brindisi si sia giocato un gran basket. Ciò detto, qualche volta mi autopunisco e vedo qualche altra partita. Beh, non è che anche le altre squadre abbiano sempre un gioco spumeggiante in attacco e difese inappuntabili. Noi, credo, possiamo vincere solo in caso di congiunzione astrale favorevole: Douglas deve segnare tanto, l’avversario deve essere nel gruppo delle squadre modeste e possibilmente devono essere un po’ acciaccati. Sono circostanze rare, ma il gruppo delle squadre scarse è abbastanza ampio, e fatica e infortuni possono capitare anche a loro. Quindi io cercherei intanto di portarne a casa ancora un po’: quante più squadre sono coinvolte nella retrocessione, più aumenta il numero di quelle favorevoli a bloccarle. Poi, non è la stessa cosa retrocedere ultimi sparati o lottare fino all’ultimo ...è anche una questione di dignità. Secondo punto: la retrocessione. E’ vero che le tre più grandi paure dell’uomo sono la morte, il tradimento e la retrocessione. Però, secondo voi, per una società come Varese, sarebbe un tragedia da cui non riuscirebbe più a riprendersi o un giusto periodo di purgatorio dal quale uscire rinforzati dopo qualche tempo ? Dopo tutto, ho assistito di persona ad una retrocessione e a una mancata promozione (dalla A2), non è che dopo non abbia più visto delle squadre almeno decenti in A1. Voi che ne dite ?
  3. Buongiorno a tutti. Sono un vecchio, sebbene piuttosto ondivago, tifoso della Pallacanestro Varese e, ultimamente, vostro appassionato e divertito lettore. Nelle ultime stagioni di partite di Varese ne ho viste parecchie, sinceramente con più dolori che gioie, e quest'ultima sembra assai peggiore delle altre. Vorrei quindi sottoporre ai vostri salaci commenti alcune mie considerazioni. Innanzitutto sembra che, secondo alcuni di voi, il cambio del coach costituirebbe il primo passo per condurci ad una sofferta salvezza. Io concordo che scegliere un allenatore esordiente per una situazione che si prospettava complicata sia stata una pessima idea. Però, realisticamente, quale pensate possa essere il contributo, positivo o negativo che sia, del coach nel rendimento di una squadra ? Cioè, immaginiamo di poter prendere domani a nostra scelta il miglior allenatore italiano (senza porre limiti alla fantasia), ammesso che sia così facile stabilire in maniera equa una classifica. Secondo voi, di quanto migliorerebbe il valore della squadra ? Sicuramente quel che basta per salvarsi, ma probabilmente non molto di più, o sbaglio ? Quindi concorderete che se prendessimo uno di quelli nelle nostre possibilità (libero, a costi contenuti, con ambizioni ragionevoli) forse non ci garantirebbe neanche la salvezza. Argomento Caja. Premetto che è un allenatore che non mi è mai piaciuto, e che quindi mai avrei desiderato vederlo a Varese. Condivido quel che ha scritto seth: "Abuso del tiro da 3, mezza ruota e qualche giocata personale di Avra o Okoye. Di buono c'era che erano squadre con chiara personalità, ruoli chiari, difesa attenta e che difficilmente sbragavano. Probabilmente il massimo per gli interpreti che avevano." Aggiungo due cose: se il sergente di ferro riesce a ottenere ciò che vuole a prescindere dai giocatori ha il mio plauso. Se però deve costruirsi una squadra perchè possa continuare a comportarsi da sergente di ferro, allora il mio apprezzamento diminuisce di molto. Di conseguenza, il meccanismo di scelta dei giocatori già visti in Italia, esperti, allenabili, totalmente disponibili fin dall'inizio della stagione, ha probabilmente garantito delle salvezze più o meno tranquille, ma ci ha anche escluso dalla possibilità di qualche estemporaneo imprevisto successo. Ciò premesso, non pensate che richiamare Caja, oltre ad essere umiliante per chi sarebbe costretto a farlo, comporterebbe una serie di conseguenze che invece di condurci alla salvezza ci avvicinerebbero alla retrocessione ? A partire dalla quasi certa partenza di Scola ? Buon fine anno a tutti.
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