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visto che ormai il destino è scritto vediamo chi aveva azzeccato nei pronostici di inizio anno:

- Antonio Franzi (La Provincia)

Una Cimberio da corsa, il suo destino passerà da Hodge 17:38 - 27 Settembre 2007

VARESE Dal dogma Magnano's style, con un piano di gioco minuziosamente preciso e intangibile a ogni situazione (nemmeno se Blair ti schiaccia sempre in faccia), alla flessibilità dell'era Mrsic: il croato vuole costruire una squadra camaleontica, ricca di mille sfaccettature per adeguarsi agli avversari e - possibilmente - sorprenderli.

Non a caso la prima scelta di mercato è stata quella di un lungo Usa in grado di calarsi in diversi atteggiamenti, soprattutto in attacco. Rispetto al monodimensionale Howell, valido solo in chiave difensiva, Melvin risulta paradigmatico di un atteggiamento che vuole coinvolgere nella metà campo offensiva chi sa muoversi in più posizioni. Non si abbandonerà quel

pick and roll (il gioco verticale tra il play e il centro, ndr.) che era il "segno di fabbrica" dell'ultima Whirpool, anche perché è ormai il gioco principe del basket d'oggi. Ma proprio grazie alla duttilità del miglior uomo della scorsa Legadue si potrà far pervenire il pallone con continuità pure in post basso, ovvero sulla tacca tra la linea d'area e quella di fondo campo.

A proposito del numero dei palloni giocati in attacco: il ritmo dei tiri s'incrementerà. È così quando ci si affida a una coppia di regia Capin-Passera più fantasiosa rispetto al buon Keys e, soprattutto, a quel Collins talvolta perfino tedioso nel suo ritmo blando. Certo, giocare più velocemente vuoi dire anche esporsi a una maggiore produzione ,di tiri da parte degli avversari. E quando il talento è inferiore, questo può non essere un vantaggio...Qui, però, entra in gioco quello che ci sembra l'uomo chiave: Hodge ha movimenti felini e rapidità d'esecuzione, soprattutto nel passaggio. Riuscirà a calarsi nella parte - che gli è propria - di chi sa elevare la qualità complessiva del suo quintetto? Oppure il non avere nel tiro un'arma micidiale, almeno per quello che il precampionato - talvolta fallace - ha mostrato, finirà per condizionarne il rendimento?

Antonio Franzi

- Claudio Castiglioni

Castiglioni:"Ci siamo ancora, con quella voglia di fare pazzie" 10:39 - 29 Settembre 2007

VARESE Negli ultimi giorni se lo saranno chiesto in tanti: «Ma dov'è il presidente?». Claudio Castiglioni, che soprattutto nella scorsa stagione aveva abituato tutti alla sua costante e preziosa presenza, da un po' di tempo non si faceva vedere. Qualcuno si è preoccupato, qualche maligno disinformato ha colto l'occasione per ipotizzare un progressivo allontanamento di Castiglioni dalla società. A questi ultimi gioverà ricordare che Claudio è alla guida (con il padre e il fratello) di uno dei gruppi industriali più grandi e importanti d'Italia: imprese da mandare avanti e da gestire, e la pallacanestro deve necessariamente passare, ogni tanto, in secondo piano. Claudio Castiglioni c'è, e ogni giorno tempesta di telefonate il fido Gianni Chiapparo per farsi raccontare tutto della squadra che lui ha voluto costruire. Tornerà anche al palazzetto, al suo solito posto dietro il rotore pubblicitario che porta i segni di qualche sua pedata tirata nei momenti di nervosismo, seduto a fianco della panchina nelle trasferte più importanti. Tornerà, perché è convinto che questo gruppo lo farà divertire per davvero.

«Sono stato fagocitato da mille impegni di lavoro, riunioni su riunioni, ogni sera a casa a orari impossibili. Ma questo non significa che io mi sia allontanato dalla pallacanestro, anzi:

tutt'altro. Mi sento vicino a questa squadra più di quanto mi sia capitato con quelle che l'hanno preceduta».

E perché?

Semplicemente perché ci sono le persone che ho scelto e voluto: dalla panchina, al campo, fino alla dirigenza. E' la mia squadra.

Quali sono i sentimenti alla vigilia del debutto di Roma?

Curiosità: ci sono tanti elementi nuovi che non vedo l'ora di ammirare all'opera. Preoccupazione: ci mancano tre elementi del quintetto base, e non sarà facile andare a vincere senza tanti giocatori importanti. Certezza: anche se non ho visto tutti gli allenamenti so che lo spirito con cui si affronta questo campionato è quello giusto.

Si può già dare qualche giudizio?

No, è presto. Però posso già dire che questa squadra non è affatto più debole rispetto a quella dell'anno scorso: magari siamo più

forti, e questo lo vedremo a partire da domani.

Quindi l'obiettivo è quello di migliorare il risultato dell'ultima stagione?

No, freniamo gli entusiasmi: ho detto che noi non siamo più deboli, ma non ho idea di come siano le altre squadre. Probabilmente si sono rinforzate anche loro, staremo a vedere.

Allora con che obiettivi si parte?

Nessun obiettivo in particolare, ma due certezze: non retrocederemo, e non vinceremo lo scudetto. Eliminati i due estremi, restano un sacco di ipotesi e possibilità che sarà bello costruire e scoprire giorno dopo giorno. Intanto ci siamo ancora, con una struttura societaria sempre più solida e tanti nuovi amici che ci danno una grossa mano.

Riparte la sfida ai colossi del basket italiano, quelli che possono investire miliardi su miliardi?

Riparte, con l'entusiasmo di sempre e con la stessa pazzia. Il nostro è un budget importante, ma non è paragonabile a quello delle tre o quattro società che partono per vincere lo scudetto e ben figurare in Eurolega.

E allora come dar fiato ai

sogni di una città intera?

Loro mettono i soldoni. Noi rispondiamo con la fantasia. Fantasia che non arriverà solo dai nostri giocatori, ma soprattutto da chi li gestirà e li metterà in campo.

Dalla panchina?

Esattamente: negli ultimi anni questa cosa ci è proprio mancata. Noi avevamo un gioco molto schematico, organizzatissimo in ogni dettaglio, minuzioso: probabilmente buono per gli squadroni, ma non adatto a una squadra come la nostra, fatta di giocatori che avevano solo bisogno di essere lasciati liberi.

È quello che si aspetta da Mrsic?

Da lui mi aspetto tanta elasticità mentale e una grande capacità di adattarsi alle situazioni: voglio un allenatore in grado di intervenire durante la partita e capace di inventare qualche soluzione vincente.

Verrà domani a Roma?

Non farò in tempo: ho una gara importante a Monza e non riuscirò ad arrivare per la partita. Ci sarò sabato prossimo contro Udine come a tutte le partite in casa, e farò tutte le trasferte possibili.

Automobilismo e motori occupano sempre i suoi pensieri?

Volete scherzare? A fine novembre sono atteso dai campionati mondiali di kart a Dubai: andrò là per vincere, e mi devo preparare.

Francesco Caielli

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VARESE Dal dogma Magnano's style, con un piano di gioco minuziosamente preciso e intangibile a ogni situazione (nemmeno se Blair ti schiaccia sempre in faccia), alla flessibilità dell'era Mrsic: il croato vuole costruire una squadra camaleontica, ricca di mille sfaccettature per adeguarsi agli avversari e - possibilmente - sorprenderli.

In effetti credo che il coach di Teramo sia rimasto sorpreso da come sia stato facile vincere anche senza Tucker...

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In effetti credo che il coach di Teramo sia rimasto sorpreso da come sia stato facile vincere anche senza Tucker...

Infatti hanno impiegato 15min per riprensersi dal nostro "sorprendente" approccio alla partita. Dopodichè ci hanno asfaltato

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Tra enigmi e scommesse

alla scoperta di Varese

di GIANCARLO PIGIONATTI (30/09/2007)

Se le prime impressioni sono quelle che contano, bisogna allora azionare la sirena, d’allarme. Fortunatamente esse sono molto parziali, dovendo rimandare ogni valutazione di Varese quando essa avrà tappato i suoi "buchi", grandi come voragini, per il potenziale degli assenti. Galanda e Capin sono leader certi, alla scoperta di Beck che gli addetti ai lavori biancorossi hanno messo sotto chiave dopo un’occhiata. Ci sembra una Cimberio, un po’ azzardata, molto ardita, sicuramente da scommessa. Basterebbe raffrontarla con la squadra dell’anno scorso per un paragone, seppur all’ingrosso, tra gli ex Holland, Carter, Keys e Howell con Passera, Boscagin, Hodge, Melvin, Pietras, Beck e Mladjan in un immaginario balletto di segni algebrici, in positivo o in negativo, per come si voglia valutare gli uni e gli altri. Teoria, si dirà, ma da un punto di vista bisogna ben partire per tentare un preventivo, almeno sommario. Non vuol essere un gioco al massacro per individualità, né un odioso riferimento, soprattutto per filosofie dissimili di allenatori così diversi, valendo, sul campo, una serie di componenti e identità (tecniche e caratteriali) che fanno squadra. Non solo ma il club biancorosso ha voltato pagina tagliando il suo budget di ingaggi con l’obiettivo di acciuffare un posto dei play off senza doversi svenare. E, con l’addio al pretenzioso Magnano e il benvenuto a Mrsic, un tecnico giovane, familiare e coraggioso, ha modellato il suo futuro legando a sé nel tempo i giovani Passera e Pietras (per dire di Melvin con un biennale), l’italiano Boscagin (viste le regole di tesseramento della prossima stagione) proprio per darsi un respiro lungo pur nell’economia delle proprie risorse. Scommesse interessanti, qualcuna anche di riscossione immediata, tutte anche pertinenti con la competitività stringente della squadra se, soltanto, le sostenessero spalle coperte, di uomini (quelli maturi) cui non bisogna chiedere.

A parte Galanda e la vecchia guardia di cui conosciamo pregi e difetti, ponendosi la società, come principio, l’esplosione di Capin titolare in regia, ci dobbiamo invece interrogare sul conto dell’enigmatico Hodge e di Beck la cui faccia vera (che non sia quella di una foto tessera), resta sconosciuta a bocce già in movimento. E restano vecchi tarli nell’aerodinamica biancorossa sotto i tabelloni, sicuramente senza una robustezza di marca, mancando un centrone esperto, da punti e rimbalzi sicuri. Si può puntare su Pietras a occhi chiusi ma dopo quanto tempo riuscirà il giovane polacco a fare a sportellate con Watson e simili? Mrsic assicura presto ma ogni promettente ragazzo, se i risultati e l’ambiente non l’aiutano, rischia di bruciarsi le ali. E, per ora, manca alla Cimberio il tiro, visto che lo stesso Hodge ha ammesso che esso non è la specialità della sua casa, quindi non resta che vedere Beck dal vero per credere a chi lo ha già eletto a bomber. Probabilmente lo sarà ma bisognerà capire il suo spessore nella squadra.

Oggi come oggi le valutazioni di Varese sono rarefatte dall’aleatorietà di alcuni rendimenti, rimasti sin qui come vascelli in bottiglia, anche per maledette assenze, le quali hanno condizionato la convivenza tecnica di Hodge e del già apprezzato Melvin (ancorché all’esordio nel massimo campionato) con la vecchia guardia di Varese per dire di un’espressione tecnica di squadra strozzata, quindi non sincera, nei suoi potenziali sviluppi. Siamo di fronte a una serie di rischi legati a un’indefinibilità tecnica proprio nell’imminenza di un campionato che tutti i tecnici italiani definiscono di difficoltà spaziale, almeno per un nutrito drappello di squadre tra cui figura Varese, in lotta dura per i play off. Gli stessi biancorossi, nella tradizionale passerella dei pronostici, non hanno fatto proclami, restando abbastanza "schisci" in tema di play off, al di là dell’augurio di centrarli. Il che la dice lunga sullo stato d’animo degli uomini di Mrsic, ancora ignari del proprio valore di squadra, al di là dei loro buoni propositi, decisi a onorare il credo di un allenatore che già apprezzano per i suoi messaggi sul collettivo, quale unico valore assoluto in cui tutti si devono specchiare. Il discorso di Mrsic sul 100% dell’impegno affinché la Cimberio, senza fughe in avanti di alcuno, ma unita e serrata, rovesci in virtù i suoi limiti apparenti, fa capire che l’unica via dell’eccellenza per Varese non prevede bivi né svolte pericolose. Anch’egli aspetta di conoscere di più Hodge il cui modo d’essere in campo sarà cruciale per spostare quei segni algebrici cui si accennava, anche perché uno come Holland, che qualcuno tra i biancorossi, probabilmente, mal soffriva per il suo individualismo, invece luminoso per la squadra, non c’è più. Ci auguriamo di non aver capito un’acca... di Hodge, atteso a una rivelazione convincente.

Varese aggressiva e veloce, godibile e divertente in casa, soprattutto, inconfondibile nel suo inno all’aggressività, come marchio di fabbrica della sua difesa: tutte belle immagini ma la squadra ha bisogno di palloni da giocare, innanzitutto da catturare sotto i tabelloni e di mani che facciano canestro. Gianni Chiapparo ha puntato su questo profilo sbarazzino e intrigante ma nel suo proclama della vigilia ci ha colpito l’augurio che si faceva per non dover ricostruire la squadra nella prossima stagione dalle macerie di questa. Progettare una Mille Miglia futura e, nel frattempo, restare a secco di benzina sulla salitina di Bobbiate, potrebbe rendere l’idea di un rischio che preoccupa. La serie di incognite e di assenze, da fiato corto, accompagna Varese verso una stagione da scoprire con la lente della curiosità non senza la certezza di un allenatore di razza il quale dipende anche dalle risorse che si ritrova per precise scelte societarie che vanno oltre i confini dell’attualità. A Varese, azzardabile, secondo noi, in quinta fila di partenza, basta vincere un paio delle sue scommesse più forti, per acciuffare i play off ed entusiasmare le famiglie Castiglioni e Cimberio nonché il grande popolo dei tifosi le cui passioni meritano un grande riconoscimento sul campo.

Edited by pxg14
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Chiapparo su La Prealpina del 26/09/2007

Dodici domande nella stanza dei bottoni

1) - Che cosa s’aspetta dalla sua filosofia di "combattenti e reduci", visti i tecnici e altri personaggi che ha voluto in società e nella squadra?

2) - Come giudica il mercato, quale voto dà?

3) - Ha rimpianti e recriminazioni?

4) - La società sta progettando un futuro i cui risultati, un giorno, diranno se con successo o meno mentre il presente non è rose fiori: non si rischia un lungo respiro dal fiato corto?

5) - Se avesse allestito una squadra senza vincoli di budget, chi avrebbe ingaggiato?

6) - Che cosa pretende dalla Cimberio?

7) - E cosa si aspetta da Mrsic che è un amico, in un ruolo delicato, visto che l'allenatore in caso di risultati negativi di solito è il più bersagliato?

8) - Di chi sono le responsabilità più grandi relative a questa squadra?

9) - Che cosa si sente di promettere alla piazza?

10) - Quali sono le sue certezze e quali i dubbi oggi?

11) - Si sente di giurare sui playoff di Varese?

12) - Ha un suo sogno nel cassetto?

«Questa Varese dà certezze»

BASKET L’a.d. Gianni Chiapparo prefigura una stagione di soddisfazioni

Gianni Chiapparo è stato determinante in tutte le scelte "politiche" della Pall. Varese nel corso di quest’estate. Ecco le sue valutazioni alla vigilia del campionato, rispondendo alle domande della nostra redazione.

1) - Credo fermamente nelle qualità tecniche e morali di Mrsic e Vescovi come allenatori, non li considero vecchie bandiere. Il loro impatto con la gente fa ricordare i bei momenti cestistici ma oggi li giudicheremo per quello che sapranno fare in panchina. Nell'ottica del ricambio generazionale, avviato sul mercato, abbiamo cercato allenatori che sappiano lavorare bene con i giovani: uno non è potuto arrivare, allora abbiamo puntato su due ex giocatori che avremmo ingaggiato egualmente con mansioni da vice qualora fosse arrivato Pillastrini. Di fatto abbiamo anticipato i tempi. Credo fermamente in Mrsic e penso che si possa rapportare bene con i giocatori.

2) - Il lavoro di Mario Oioli è stato ottimo, credo che un giudizio di mercato debba essere positivo, le caratteristiche dei giocatori non si sommano ma si completano: siamo riusciti a costruire una squadra duttile con atleti capaci di ricoprire due o tre ruoli. Dal punto di vista caratteriale i ragazzi si sono trovati da subito: bisognerà aspettare il prodotto finito ma sono fiducioso nelle qualità dell'organico che abbiamo allestito.

3) - Il rimpianto per Holland è legato al fatto che era un nostro obiettivo prioritario, si trattava di un finalizzatore da una ventina di punti a partita che si sarebbe trovato assai bene nel tipo di gioco praticato da Mrsic. Altre recriminazioni sono legate ad alcuni comunitari, Milic e Cukinas su tutti, che costavano troppo per le nostre casse.

4) - Spero di no. Confidiamo nella solidità del nucleo base dei cinque confermati dell'anno scorso che ci danno sicurezza. I nuovi americani possono garantire un rendimento almeno analogo a quello dei loro connazionali nell'anno passato; Pietras è un'addizione: è il quinto lungo e abbiamo "di scorta" una carta da giocare per il quarto extracomunitario. Il fiato corto lo abbiamo adesso per l’emergenza ma non voglio costruire il futuro sulle macerie di quest'anno.

5) - Kaukenas è un mio pallino da sempre, mi sarebbe piaciuto portare a Varese il giovane Barac, comprandolo dal Siroki e non in prestito: è un giocatore di sostanza come Kakiouzis.

6) - Pretendo che rispetti il pubblico che ci segue e che ci sostiene sempre, anche quando ci capitò quella contestazione casalinga contro Scafati. I ragazzi devono dare il 110 per cento. Chi non lo farà, andrà via: la rosa è lunga, possiamo ancora intervenire sul mercato. Siamo professionisti ma dobbiamo anche essere professionali.

7) - Assistendo agli allenamenti di Mrsic, ho rivisto la vecchia scuola varesina partita da Nikolic e Gamba e portata avanti dai vari Rusconi, Colombo e Passera: l'impostazione del lavoro duro e del sacrificio è in sintonia con quello che a noi piace della pallacanestro. Credo che il tecnico possa già dare un’impronta forte alla squadra, ancor più di quel che m’aspettavo. Di sicuro, da parte nostra, non sarà mai messo in discussione.

8) - La costruzione della squadra è stato un lavoro d'èquipe tra società e staff tecnico.

9) - L'impegno sempre massimo e l'amore per questa maglia e per la città: gli sforzi sono stati concentrati per far entrare nuove forze in società, abbiamo ottenuto grandi risultati con Cimberio, Whirlpool, Far e Divetture ma continuiamo su questa strada.

10 - Le certezze sono legate all'entusiasmo, allo spirito e al lavoro duro in palestra. Ho visto crescere Passera e Boscagin, molto bene Melvin che ha una mentalità "slava" alla De Pol e Pietras che si è rivelato più brillante del previsto. I dubbi sono relativi al valore assoluto della squadra legato al precampionato ricco di problemi di organico.

11) - Non conosco benissimo gli organici delle avversarie ma nella mia testa ci sono tre gradini da salire: prima di tutto dobbiamo salvarci, in secondo luogo puntare ai playoff, infine vincere il più possibile, quando ci saremo arrivati. Aspettiamo che la squadra torni al completo ma quando sarà a posto io ci credo. Mi sembra un gruppo aggressivo e in grado di ottenere qualcosa di concreto.

12) - Il sogno sarebbe poterci abbracciare a giugno per festeggiare una vittoria. Un sogno difficile da realizzare ma non dimentichiamo che s’avvicina il decennale della Stella. A me piacerebbe assaporare ancora una vittoria: quella del 1999 fu guastata dalla partenza di molti protagonisti di quel trionfo.

Giuseppe Sciascia

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12) - Il sogno sarebbe poterci abbracciare a giugno per festeggiare una vittoria. Un sogno difficile da realizzare ma non dimentichiamo che s’avvicina il decennale della Stella. A me piacerebbe assaporare ancora una vittoria: quella del 1999 fu guastata dalla partenza di molti protagonisti di quel trionfo.

l'A2 si vince? :blink:

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ma a maggio 2009 con la ricorrenza della stella dove la festeggieremo?

1) Lega A

2) Lega A2

2) Lega B1

ciao

alegg

Sondaggio:

1) Festeggeremo contemporaneamente ritorno il Serie A e 10mo anniversario scudetto della stella

2) Ricorderemo il 10mo anniversario della stella durante una inutile partita di fine stagione in Lega2

3) Infangheremo il 10mo anniversario della stella con un'umiliante retrocessione in B1

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1) Festeggeremo contemporaneamente ritorno il Serie A e 10mo anniversario scudetto della stella

2) Ricorderemo il 10mo anniversario della stella durante una inutile partita di fine stagione in Lega2

3) Infangheremo il 10mo anniversario della stella con un'umiliante retrocessione in B1

Buona la seconda... nella migliore delle ipotesi

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