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Terroni!!


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"Ognuno ha il suo Sud. Da quando nel 2003 si sono aperte le frontiere, noi del Canton Ticino siamo stati sommersi dai frontalieri. Il problema sono i romeni, ma pure i comaschi che vengono qui a lavorare, non li controlla nessuno, si fanno pagare meno del dovuto, portano via lavoro ai ticinesi e riportano in Italia valuta".

Giuliano Bignasca, Leader della lega dei ticinesi

Long Leg terrona comasca !!! :rolleyes::sweat::lol: :lol:

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DAL NOSTRO INVIATO LOCARNO - Roberto Calderoli la definisce «una stramberia»: «Per noi la questione si è aperta e si è già chiusa». Roberto Maroni è netto: «Il voto agli immigrati non è nel programma e non è previsto dalla Costituzione. Restiamo fermamente contrari». La sortita di Berlusconi, per quanto cauta, non poteva trovare terreno fertile nella Lega, che sul puntello immigrazione affonda con vigore la sua leva elettorale. Poi, certo, il tema è scivoloso e basta un niente per trovarsi avvolti nella bandiera sbagliata. Prendi la Svizzera, dove ieri è approdato Umberto Bossi, che macina comizi con disinvoltura e che ha annunciato che andrà presto a «Porta a Porta». Ad accoglierlo a Locarno, oltre a un gruppuscolo di contestatori dei centri sociali muniti di uova e alla musica ticinese della Bandella betonica, c' era l' ormai celebre manifesto Sioux: «Loro hanno subito l' immigrazione. Ora vivono nelle riserve!». Il gran capo della Lega ticinese Giuliano «Nano» Bignasca - ex scalpellino, ex calciatore - è fierissimo: «L' ho fatto fare io quel manifesto. A uno di Salerno». Un meridionale, anzi un comunitario. Lo slogan più noto qui è: «Fuori i comunitari dalla Svizzera». Spiccano, tra i comunitari, gli italiani. Bignasca riflette: «Guardi, la Svizzera regala passaporti a raffica, anche agli italiani. Ma non ce l' abbiamo con voi». Intesi come bergamaschi e comaschi: «I romani non li sopporto proprio». E sotto la Capitale? «Bisogna mandarci l' esercito». Bignasca invita i «fratelli italiani» a fare in fretta: «L' ho detto anche all' Umberto: o Berlusconi ti dà il federalismo entro tre mesi, oppure fai un altro bel ribaltone»

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