
Attilio Caja esorta l'Openjobmetis a stare sul pezzo fino al termine della stagione e ad onorare al meglio gli ultimi quattro impegni della regular season anche se la rimonta playoff pare ormai un sogno.
Il tecnico pavese dà la carica alla squadra a prescindere da calcoli e tabelle. «Ci manca ancora la certezza arimetica della salvezza. E poi vogliamo regalare soddisfazioni alla società ed ai tifosi che non sempre hanno potuto vedere buone partite. Nel mondo dello sport si ha la memoria corta e spesso la percezione di come si finisce pesa più d'una intera stagione: proviamo a finire al meglio e divertirci tutti insieme fino al 7 maggio, poi vedremo che cosa dirà la classifica».
Il piacere di veder giocare l'OJM attuale fa sperare che si possa provare a dare continuità a questi ultimi mesi... «Il gruppo sta bene insieme, il rammarico è che manchi poco al termine della stagione, e anche per rispetto dei compagni c'è voglia di onorare al meglio le ultime 4 partite. Il futuro? Non è ancora il momento di parlarne, ma a far bene non si sbaglia mai: chi vuole rimanere ha stimoli per dare bei segnali, chi ne darà di bellissimi potrà migliorare ulteriormente le sue prospettive di carriera».
Di sicuro le vittorie della squadra hanno aiutato la società a migliorare l'immagine della stagione. «Ma è altrettanto vero che la società ha supportato la squadra tenendo duro nei momenti difficili nei quali ha sempre difeso i giocatori e ha dato loro fiducia con i fatti non andando mai sul mercato; pertanto debbono sentirsi in dovere di resti- tuire quanto ricevuto. Quel che hanno dato nelle ultime settimane è stato apprezzato: i tifosi che ci hanno aspettato al ritorno dalla trasferta di Desio dopo il derby vinto con Cantù hanno dato un segnale chiaro».
Quanto ha contato il suo feeling con società e tifosi per mantenere sereno l'ambiente? «Sin dal mio arrivo ero convinto che ci fossero le condizioni giuste per migliorare. Aver sentito attorno a me la fiducia di società e tifosi, sentendo di essere apprezzato anche quando le cose non andavano bene, mi ha aiutato a trasmettere sempre messaggi positivi. La dirigenza mi ha dato un bel supporto: la stima l'ha dimostrata con i fatti, altrimenti avrebbe chiamato un altro allenatore, mentre nei confronti del pubblico il credito acquisito due anni fa è stato importante quando tutto sembrava buio».
Le 6 vittorie consecutive prima dello stop di Reggio Emilia hanno riportato il sereno, ma non è stato un procedimento facile. «Qualcuno ci è arrivato con le buone, altri meno, ma conta il risultato e non il percorso: tutte le strade portano a Roma, ci sono quelle più comode e quelle più impervie, ma l'importante è arrivare alla meta. Sono orgoglioso di aver raggiunto il traguardo senza aggiunte di mercato e col contributo di tutti gli effettivi. Anche Avramovic, che ho impiegato meno perché ho dovuto fare delle scelte, ha mostrato belle cose in allenamento: per questo domenica, anche senza Maynor, l'ho schierato senza paura. E sono convinto che potevamo vincere anche senza Eric se solo avessimo tirato con 4/10 anziché 1/10 da 3».
Giuseppe Sciascia
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