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«Ho scelto il 15 in onore di Manuel Raga»


simon89

Matteo Tambone è uno dei volti nuovi della Openjobmetis Varese, uno dei giocatori che, in quanto italiano, desta maggior curiosità tra i tifosi biancorossi.

Ieri il giovane playmaker di origine romana, classe 1994, si è presentato all’interno dello Store Ufficiale della Pallacanestro Varese, al PalA2A. Le prime parole sono d’orgoglio per questa nuova avventura: «Sono molto contento di far parte di questa squadra e di essere qui a Varese, una società che nel corso degli anni ha vinto molto e ha avuto tra le sue fila grandissimi giocatori che hanno vestito questa maglia. Una maglia che ora sono onorato di indossare».

Dopo dieci giorni di ritiro a Chiavenna, le impressioni sono positive: «Questi giorni di ritiro a Chiavenna ci sono serviti principalmente per conoscerci, per lavorare sul sistema di squadra e sul gioco, già dall’amichevole contro la Sam Massagno si è vista una squadra molto unita, a cui piace lottare sui palloni vaganti e che cerca di trovare sempre l’uomo libero e non in azione. Penso che questi siano dei segnali positivi».

Parole al miele per coach Attilio Caja, che Matteo già conosce: «Ci siamo conosciuti in nazionale sperimentale, mi trovo molto bene con lui sia a livello di rapporto personale che in termini di sistema di gioco. So che è un coach che ti fa dare il massimo in campo ed anche in allenamento, è dura ma sa tirare fuori il meglio da tutti. Ho conosciuto anche Massimo Bulleri, che ormai mi dà ottimi consigli sul gioco, sul mio ruolo, consigli che cerco di sfruttare al meglio possibile. Ogni volta che sto vicino a lui cerco di captare ogni consiglio, c’è solo da imparare».

Un esempio da seguire è sicuramente Giancarlo Ferrero: «Ci siamo conosciuti poco prima che firmasse a Varese, si era fermato a Ravenna per qualche allenamento. Lui mi ha esortato a dare il massimo ogni giorno, a buttarmi su ogni pallone, per avere sempre più possibilità di giocare. Prendo questo spirito come punto di riferimento, tra di noi c’è davvero un bel rapporto».

Una carezza anche ai tifosi: «Li abbiamo conosciuti e mi sono sembrati molto carichi per la stagione, si è visto già durante la presentazione ed anche all’amichevole a Chiavenna: c’è grande attaccamento».

Dopo quattro anni in costante crescita, è arrivata la chiamata ed il salto in Serie A: «Una chiamata era arrivata anche l’anno scorso ma non mi sentivo pronto, volevo giocare un’altra stagione da titolare in A2. Ora penso di essere pronto al salto, so che non sarà facile il primo periodo, sarà più difficile adeguarsi sul piano tecnico che su quello fisico».

Ultima curiosità: «Ho scelto il numero 15 perché lo usava mio padre, e lo usava in onore di Manuel Raga».

Alberto Coriele

 


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