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Avete presente quei “rimbalzi” che avvengono in borsa quando un titolo prima crolla e poi, il giorno dopo, schizza alle stelle? Ecco, a Masnago è avvenuta la stessa cosa: al termine di una settimana di passione, difficoltà, polemiche e paure la Openjobmetis cancella il disastro di Cremona e si regala un’incredibile vittoria nel derby con Milano, 94-92.

Una cosa impensabile, un “miracolo di Natale” ancor più grande di quello compiuto contro la Virtus: dopo anni di sconfitte contro avversarie d’Eurolega questa Varese piazza un 2 su 2 che è oro colato in una classifica per il resto paurosa ma che questa sera è un pochino meno brutta. E non c’è solo il risultato da sottolineare: c’è il merito per come è arrivato visto che la squadra di Mandole ha comandato da primo all’ultimo minuto (salvo che sul 9-10), c’è l’apporto di tutti i giocatori alla causa, c’è la risposta di un pubblico che – come speravamo – ha lasciato fuori le critiche e si è messo al servizio della squadra. Perché battere l’Olimpia è una possibilità troppo bella per essere sprecata, sciolta nelle polemiche e nelle ripicche.

A voler cercare il pelo nell’uovo, ci sarebbe quel problemuccio cardiaco per i 4.700 tifosi che a 14” dalla fine si sono visti rimettere in discussione un successo già in tasca a causa di un paio di dabbenaggini di Librizzi e Gray (entrambi ottimi nel corso della gara): una tripla senza senso del play e un blocco irregolare dell’ala hanno dato a Milano i possessi del sorpasso-beffa ma questa volta Nico Mannion è riuscito laddove aveva fallito nelle prime giornate, far vincere la Openjobmetis. L’ex ha sbagliato un’entrata e forzato la tripla del possibile +2 a 4” dalla fine nel tentativo di scacco matto, e così dopo l’1/2 di Hands in lunetta all’Armani rimasto solo il tiro della disperazione di Bolmaro, ampiamente fuori bersaglio.

Ma come ha fatto Varese a vincere il derby? Tornando su quei ritmi alti che erano mancati nelle ultime partite, e non è un caso se la OJM abbia imbucato 94 punti a una difesa temuta come quella di Messina (fischiato, ma generoso nei complimenti a fine gara). I tre esterni (Sykes, Hands, Librizzi) hanno garantito maggiore corsa pur tra limiti ed errori, Gray e l’MVP Johnson hanno colpito, difeso, retto gli urti mentre l’esperienza di Tyus stavolta si è fatta sentire. E allungare con Assui le rotazioni è stata un’altra scelta intelligente specie per puntellare la difesa che ha fatto il suo dovere, anche nella lotta a rimbalzo.

Questa reattività e attenzione generale hanno costretto l’Olimpia a spremere i suoi VIP (LeDay, Brooks, Shields su tutti) a meno di 48 ore dal match di Barcellona perché il secondo quintetto di Messina ha mostrato passaggi a vuoto preoccupanti. E alla lunga anche una corazzata come Milano ha accusato il colpo, la fatica di continuare a galoppare, arrivando meno lucida nel finale quando alcuni errori hanno garantito a Varese il minimissimo vantaggio, sufficiente per far festa.

PALLA A DUE

Clima teso ma tutto sommato vivibile prima della palla a due a Masnago dove la Openjobmetis è comunque sostenuta dai suoi tifosi. Alla presentazioni arrivano applausi per un ex, Caruso, e un misto di applausi e fischi per Mannion. Piuttosto è al nome di Mandole che il pubblico si accende e “regala” la prima contestazione al tecnico argentino. Il quale rimette Kao in quintetto con Tyus dalla panchina. Messina fa riposare due grandi protagonisti del momento, Causeur e Mirotic, affiancando Gillespie a LeDay.

LA PARTITA

Q1 – Due lampi di Hands e una schiacciata di Johnson aprono l’incontro con un 7-0 varesino cui Messina reagisce chiamando timeout e strigliando i suoi. Milano inizia allora a camminare e si riporta subito in scia (unico sorpasso con Mannion: 9-10) anche se l’ingresso di Alviti e Tyus è determinante per lo scatto che dà all’OJM il 21-15 del 10′.

Q2 – Varese valica il +10 di vantaggio, trova Gray reattivo con 6 punti in un amen ma allo stesso tempo rischia di sprecare lo scatto facendosi infilzare due volte da Flaccadori. Non è però tempo di cedere: Messina chiama la zona per infastidire l’attacco biancorosso che però replica con le triple di Gray e Librizzi. E Sykes, cresciuto pian piano nel corso del quarto, inventa la magia del 54-43 sulla sirena.

Q3 – L’Olimpia rosicchia qualcosa in apertura di ripresa ma Sykes interrompe il miniparziale ospite, aiutato dai compagni che lavorano bene a rimbalzo. Strappo tutto made in USA con i canestri del play, di Gray e di Hands che dilatano la fuga (+14) ma il timeout di Messina risveglia i suoi: 0-9 di parziale e vantaggio che si assottiglia a fisarmonica con gli ospiti (Shields, LeDay, sprazzi dei piccoli) capaci di tornare a -5. Ancora Sykes comanda le operazioni sulla sirena: assist a Tyus, canestro dalla media e 72-65.

IL FINALE

Un paio di canestri di Hands, ondivago in attacco, tengono avanti la OJM in avvio di ultimo quarto quando Milano prova a forzare il rientro. Tyus risponde presente ma poi finisce la benzina: due errori “di fatica” e Kao costretto a tornare. Proprio lui avrà un guizzo determinante quando il cronometro corre verso lo zero: rimbalzo, schiacciata e libero aggiuntivo a segno. Nino Johnson c’è sempre ma ci sono anche LeDay e Brooks per Milano che continua a rosicchiare punti; si entra nell’uiltimo minuto con Varese a +5 e con Brooks che poco dopo non sbaglia da 3. Masnago si infuria quando Johnson viene abbattuto mentre vola a canestro: fallo normale e non antisportivo (ma ci poteva stare) con Nino che mette i liberi del +4. Poi un errore di Mannion mette nelle mani di Varese la palla della sicurezza ma Librizzi, incredibilmente, forza un tiro inutile al posto di tenere palla e Brooks centra la tripla del -1. C’è di peggio: timeout e al rientro fallo in attacco di Gray sulla rimessa. Mannion ha la palla del cappotto ma tira forzato con 4” da giocare e sbaglia. Fallo su Hands, un solo libero a segno ma è abbastanza, 94-92.

Damiano Franzetti


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