
Varese prova a sorprendere la superfavorita Milano nel primo dei tre derby lombardi del mese di ottobre. Stasera ad Assago (palla a due alle ore 20.45 ; diretta Tv su RaiSportl ) la compagine di Attilio Caja - con il lutto sulle maglie in memoria di Augusto Ossola - proverà a misurarsi contro l'EA7, regina incontrastata del movimento tricolore che punta a presentarsi in maniera convincente davanti al proprio pubblico.
L'edizione numero 175 della classicissima del basket italiano sembra offrire ben poche chances agli ospiti, chiamati comunque a mostrare maggior personalità rispetto all'esordio casalingo contro un'altra avversaria nettamente superiore come Venezia. Ossia la squadra che l'Olimpia ha battuto due settimane fa nella finale della Supercoppa, messa in bacheca per inaugurare al meglio l'era di Simone Pianigiani, tornato su una panchina italiana 5 anni dopo aver chiuso l'epopea dei trionfi a Siena per costruire un progetto vincente a lungo termine in un club che - a dispetto del suo strapotere economico - ha vinto solamente 2 degli ultimi 4 scudetti.
Sulla carta il pronostico è totalmente chiuso, alla luce della schiacciante differenza di valori tra l'unica rappresentante italiana di Eurolega e una Varese il cui taglio estivo del budget l'ha portata nell'ultimo quarto della graduatoria del monte stipendi netti. Milano può permettersi di lasciare in tribuna 4 stranieri - Dragic, Tarczewski, Kalnietis e il convalescente Young - che costano quasi quattro volte il totale dei salari della truppa di Caja; l'organico da 16 giocatori con la versione campionato con 5 italiani di area azzurra (stasera ancora out Pascolo, alle prese con i postumi dell'infortunio che lo ha escluso da Eurobasket 2017) e quella Eurolega con 11 stranieri dovrà consentire all'EA7 di tornare a vincere in serie A dopo il clamoroso flop del 2016/'17, e competere in Europa dove negli ultimi due anni ha fatto peggio di avversarie meno ricche.
Il talento della trazione posteriore formata da Theodore e Goudelock, la profondità di una panchina da 12 giocatori 12 e la fisicità del reparto lunghi, in cui svetta l'ultimo arrivato Gudaitis (prelevato dal Lietuvos Rytas nel mese di settembre versando un buyout da 350mila euro), sembrano bastare per mettere al riparo Milano da qualsiasi sorpresa possa creargli la "sporca dozzina" di Attilio Caja. Che, comunque, potrà affrontare a mente sgombra un impegno da onorare con il massimo dell'intensità: lo impone la storia di un derby che non è più quello dell'era di Bob Morse (onorato in settimana dai tifosi e presente in tribuna stasera), ma ha ancora il fascino della classicissima. E lo impone la necessità di continuare a crescere per farsi trovare pronti a test più realistici e meno impegnativi come quelli dei prossimi due derby contro Cantù ed a Brescia, dopo i quali si potrà effettivamente valutare lo spessore della Varese operaia costruita in estate.
In casa biancorossa occhi puntati soprattutto sull'asse Wells-Cain, con "Artiglio" che ha ribadito la sua fiducia - ma anche le sue aspettative superiori all'esordio - nei confronti del play titolare. Se 0 risultato può sembrare già scritto, l'esame per Ferrero e compagni riguarda la capacità di andare in campo con l'atteggiamento giusto: accettare inconsciamente il verdetto e partire battuti in partenza rischia di creare i presupposti per una brutta figura. Al contrario Milano andrà affrontata a viso aperto, contando su aggressività e senso della sfida per togliere alla squadra di Pianigiani le sue certezze.
Giuseppe Sciascia
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