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Pensando a Parravicini e alla sua tripla fenomenale che ha portato ai 100 punti ricordate un momento della vostra carriera in cui ancora giovanissimi vi siete resi conto che quella era una piccola grande soddisfazione?

Ferrero: Per me il grande momento che posso paragonare a quello di Parra è quando ho esordito in Lega2 a Casale Monferrato. Avevo più o meno la sua stessa età quindi 17/18 anni. Ho esordito a Imola ed è stato un momento molto bello, a cui non ero preparato. Di solito l’esordio avviene quando la squadra è molto avanti, invece l’allenatore dell’epoca, Franco Gramenzi, mi ha buttato in campo alla fine del secondo quarto. Quando ho sentito il mio nome è stato un momento molto emozionante: è stata la mia prima volta in un campionato professionistico.

Natali: A me è successa una cosa molto simile. Anche io avevo 17 anni e giocavo per la squadra della mia città, Montecatini Terme, all’epoca in A2. Ero aggregato a tutte le trasferte ma non giocavo mai. Un giorno eravamo a una partita a Capo d’Orlando e come per Giancarlo non era una situazione ben definita: non stavamo vincendo o perdendo di tanto. Insomma, non si sa come mai il mio allenatore mi abbia messo dentro ;-). Quello fu il mio esordio. Feci anche un tiro e il mio primo canestro in A2. Fu un’emozione incredibile, molto simile a quella di Parra. Abbiamo perso, ma il giorno dopo a scuola tutti che ti fanno i complimenti…

Sempre riguardo al discorso studi e lauree, tu Giancarlo ti stai laureando mentre Nicola tu sei laureato ma so che studi lingue. Come pensate di usare le vostre lauree in futuro? Insomma, cosa volete fare "da grandi"?

Ferrero: Onestamente non ho ancora ben capito che cosa vorrei fare ma sto studiando Economia e Managment. Si tratta di un settore a cui sono interessato e che posso applicare al basket oppure no. La mia formazione, come per Nicola, è una formazione che aiuta a crescere, ad aprire gli orizzonti, a vedere le cose in modo diverso, ti dà gli strumenti per affrontare il post carriera. Quando finiremo di giocare avremo degli strumenti in più.

Natali: Riallacciandomi al suo discorso, neanche io so esattamente quale sarà la mia professione nel momento in cui smetterò di giocare. Ritengo comunque fondamentale, e con questo mi rivolgo soprattutto a voi giovani, il cercare di capire il prima possibile che cosa vi piace fare. Puntate tutto su quello! Leggete, informatevi, non solo in ambito scolastico, ma nel tempo libero. Oggi con internet c'è modo di approfondire e imparare moltissime cose anche da soli, a casa. Facendo questo tipo di lavoro, noi abbiamo la fortuna di non avere avuto la necessità immediata di capire che lavoro volessimo fare. Normalmente, possiamo permetterci di giocare fino ai 35 anni, così abbiamo approfittato di questi 15 anni di carriera per costruirci un futuro basato sulle nostre passioni e su quello che ci piacerebbe fare.

Io mi sono laureato in Management dello Sport e adesso sto studiando la lingua cinese. Anche se non so esattamente quello che farò mi piacerebbe stare nel mondo del business, del management e dello sport. Conto nel giro di magari cinque anni di imparare il cinese. Basta leggere i giornali per rendersi conto che la Cina sta entrando nel mondo dello sport in maniera dominante.

Sono tutti strumenti che spero mi serviranno in futuro.

Chiedendo ai giocatori che aria si respirasse in spogliatoio hanno aggiunto che vivono serenamente l'esperienza a Varese perché tra compagni si è instaurata una forte amicizia. Hanno detto di stare bene assieme, di scherzare e spesso di prendersi in giro, com'è giusto che sia. Sicuramente il compagno più irrequieto è Aleksa, definito come una "trottola" carica di energia sempre pronta a saltare e cantare incomprensibili canzoni in serbo. Stando in tema di musica anche gli americani fanno la loro parte, portandosi sempre dietro le loro casse hip-pop. I compagni allora, scherzosamente: “Tyler, metti un po’ di musica?” “In che senso, volete che alzi il volume?” “No no, metti musica vera, questa non è musica!”

Progetto VareseFansBasket con Liceo Classico Ernesto Cairoli, 

Elisa Romano e Martina Rossato


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