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Hollis è un patrimonio e Varese non lo molla


simon89

Damian Hollis resta un capitale della Pallacanestro Varese e non è minimamente in discussione nonostante i 37 minuti filati di panchina sabato a Reggio Emilia. Società e staff tecnico non hanno dubbi: l'ala di passaporto ungherese resta perché Attilio Caja - a dispetto delle apparenze - non ha smesso di crederci, e non perché mancano le risorse per trovare alternative sul mercato. Insomma il problema è squisitamente tecnico, e non riguarda presunte incompatibilità caratteriali tra l'atleta di origine giamaicana ed "Artiglio". Il primo fra tutti ad essere attratto, tra le limitatissime disponibilità di ali europee a fine luglio dopo il no del mai abbastanza rimpianto Chris Eyenga, dal mix di atletismo e talento garantito dall'ex Brescia. Un fiorettista con poca propensione difensiva con caratteristiche agonistiche antitetiche al resto del gruppo? Tutte etichette note e soppesate prima del suo ingaggio, puntando proprio sul "quid" supplementare di talento in controtendenza con i compagni che doveva essere un valore aggiunto.

L'idea di base del coach era quella di usare l'ala del 1988 come iniezione di qualità dalla panchina per equilibrare l'impatto offensivo tra primo e secondo quintetto. Ma la mossa aveva funzionato solo in trasferta perché in casa lo stile di gioco arrembante con cui Varese nasconde i suoi limiti offensivi non può prescindere dall'aggressività di capitan Ferrero. Nelle ultime due partite il tecnico pavese ha provato ad invertire i fattori schierando Hollis nei primi cinque; ma sia contro Capo d'Orlando che in particolare a Reggio Emilia, il suo avvio poco convincente lo ha indotto a ridurne drasticamente il minutaggio. Solo che la Varese formato PalA2A aggredisce gli avversari per alzare il ritmo e dunque c'è bisogno della scimitarra di Ferrero anziché del fioretto di Hollis; la Varese versione del PalaBigi ha difeso con encomiabile impegno, ma dal sistema ha spremuto soli 66 punti con 2/15 da 3. Non è detto che riproponendo Hollis nel secondo tempo di sabato il risultato sarebbe stato diverso; però se l'ala ex Cantù è una risorsa, va sfruttata per le sue qualità come accaduto ad esempio a Milano o Avellino.

Ad Aleksa Avramovic, il predecessore di Hollis come "target" degli shampoo di Caja, le dosi omeopatiche di panchina sono servite per crescere: il serbo ha guardato i compagni per quasi tutta la seconda parte del 2016-17, ma ha messo a frutto le lezioni per guadagnarsi ultimamente sempre più fiducia dal coach pavese. Resta da capire se l'approccio didattico funzionerà anche con un 29enne, che però è pienamente coinvolto nel gruppo e mostra sempre disponibilità nel cercale di seguire le richieste del coach (con risultati quantomeno alterni, ma la volontà non è in discussione). Si ricorre al mercato quando c'è una necessità indotta dalla classifica o una situazione tecnicamente o caratterialmente insanabile, oltre ad una alternativa valida e compatibile con le possibilità economiche del club Iil rendimento attuale di Hollis (7,4 punti in 16,3 minuti) è chiaramente sotto le aspettative di entrambi; ma a a oggi non sussiste nessuna delle tre condizioni che potrebbero portare ad un divorzio che al momento nessuno desidera.

Giuseppe Sciascia


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