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Il primo derby non si scorda mai...


simon89

La ricerca della felicità spesso e volentieri implica l’esercizio della memoria. E non è tanto una questione di confronti con il presente (anche perché la Varese di quest’anno non ha ancora un vero presente da mettere sulla bilancia): è che pescare nei ricordi positivi aiuta a sperare, è una guida calorosa verso l’ignoto, rasserena l’orizzonte almeno nei nostri sogni.

Attilio Caja, uomo attento al magistero del vissuto, lo sa. E nel presentare il 140° derby della storia tra Varese e Cantù (i prealpini comandano 84 a 55) l’Artiglio pesca a piene mani dalle emozioni del 2 aprile 2017: il suo primo derby, la prima vittoria dopo 10 anni lontano dal Sacro Monte contro i brianzoli, uno dei momenti più alti della storia minima della scorsa stagione. Felicità, appunto: «Quelle emozioni sono la prima cosa che mi viene in mente: la partenza da Masnago, con i tifosi numerosissimi e capaci di darci una carica incredibile. e poi il ritorno, sempre con i supporter festanti ad aspettarci. Sono le mie due fotografie di Varese-Cantù. Emotivamente quello è stato il punto più alto della scorsa stagione Ho parlato con i giocatori che sono rimasti e spero possano trasmettere a chi è arrivato questo ricordo: certe cose sono capaci di dare una marcia in più».

La sua Openjobmetis ne avrà bisogno e l’allenatore pavese non si nasconde: «Dovremo fare risultato, ad ogni costo. Dovremo giocare con ferocia, decisione, determinazione, sia in attacco che in difesa. Perché l’essere “duri” non riguarda solo la difesa: è qualcosa che concerne anche l’attacco, i rimbalzi, la corsa. Dopo le due gare contro Venezia e Milano dobbiamo trovare la prima vittoria e giocare davanti al nostro pubblico è un motivo in più per lottare».

Davanti ci sarà una Red October che a dispetto di un’estate da rotocalco del basket (e sempre per “disgrazie”…) ha dimostrato di sapere il fatto suo una volta scesa sul parquet. Questione di talento: «Cantù ne ha tanto a livello individuale - continua il coach - e ha pertanto legittime aspirazioni di arrivare ai playoff. Noi quindi non potremo prescindere dal controllare le loro bocche da fuoco e i loro rimbalzasti: i nostri avversari non sono infatti solo perimetro e i vari Smith, Culpepper e Chappel, ma anche forza sotto canestro. Cito in tal senso Burns, è cresciuto molto, e poi Crosariol, autore di un ottimo campionato lo scorso anno».

Si riparte da un altro derby, quello sfuggito per un soffio al Forum di Assago: zero punti in classifica, ma anche tante sensazioni positive: «A quel match ruberei l’atteggiamento, la faccia tosta che abbiamo avuto, l’aggressività profusa in casa della squadra più titolata del nostro campionato. Al Forum abbiamo giocato senza fare passi indietro, mettendoci gambe e braccia e non facendoci intimorire dal loro atletismo».

Servirà ripetersi, stavolta contro un contendente più “normale”. Pressione? «Non ho la presunzione di conoscere ancora così bene i miei giocatori per sapere se sentiranno la pressione. In realtà penso che la pressione ci sia da quando abbiamo iniziato la stagione, anzi dal primo giorno di mercato: se devi salvarti è così. Questa partita in più ha solo una rivalità storica. Io garantisco solo le cose che posso controllare, come l’impegno fisico e mentale di chi va in campo: sotto questo aspetto i miei ragazzi sono stati, anche questa settimana, ancora una volta encomiabili».

Fabio Gandini


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