Non è così che si vincono le partite. Certo, qualche volta può succedere che una rimonta a fari spenti vada a buon fine, ma in genere è complicato rimontare 15 punti fuori casa e imporsi. Se n’è accorta la Openjobmetis, bravissima sì a dare vita a una rincorsa notevole ma incapace di dare l’ultima spallata a una Pesaro che, alla fine, trova il canestro decisivo con Cheatam, vince 101-93 e aggancia la squadra di Brase in classifica.
Quel canestro Varese l’ha mancato tre volte: una tripla lunga di De Nicolao, una infrazione di passi e un errore da sotto di Caruso quando i biancorossi erano a tre soli punti dai padroni di casa sono state le azioni che hanno vanificato la trasferta in riva all’Adriatico. Un peccato perché – guardiamo la metà piena del bicchiere – la OJM ha dimostrato una volta di più di non essere disposta ad arrendersi neppure quando tutto lascerebbe pensare il contrario. Però alla Vitrifrigo Arena alcune situazioni si sono rivelate troppo pesanti: il parziale del secondo quarto, la magra in lunetta, la difesa davvero troppo generosa (quante triple non contestate!), la leggerezza a rimbalzo, l’assenza di Reyes che avrebbe dato una bella mano in un match del genere. E una direzione arbitrale tutt’altro che convincente, pure nelle azioni chiave di Caruso.
Elencati i problemi, ci hanno provato in due a risolverli: Markel Brown e Jaron Johnson sono stati strepitosi nel crivellare di colpi il canestro pesarese e nell’imbastire una rimonta alla quale però stavolta non hanno partecipato gli italiani. Troppo poco l’apporto dei vari De Nicolao (forse il più deludente), Woldetensae, Ferrero e Caruso, ai quali si aggiunge Owens in versione cartavelina nonostante i 9 rimbalzi. E così i due pretoriani di Brase, 58 punti in coppia, non sono bastati per abbattere una Carpegna al completo e ricca di individualità buone e talvolta ottime.
Perdere su questo campo non è un peccato mortale, ci mancherebbe, perché la squadra di Repesa è indubbiamente una delle migliori sorprese della Serie A, però è chiaro che uno scontro diretto del genere sulla strada delle Final Eight faceva gola anche a Varese che invece ha commesso troppe imprecisioni. Reyes, lo abbiamo già citato, non c’era ed è naturale pensare che cercare un sostituto potrebbe essere una cosa utile. La società però ha deciso diversamente (al di là del mercato bloccato, che si risolverebbe con un bonifico) e quindi toccherà a Brase ai suoi uomini trovare le risorse per andare avanti. All’orizzonte c’è la sfida prenatalizia con Trieste a Masnago, una di quelle poche partite considerate “da vincere” per inseguire gli obiettivi stagionali. Se a Pesaro si poteva sbagliare, tra sette giorni non si potrà fallire.
PALLA A DUE
Varese si trova di fronte una Carpegna Prosciutto al completo per questo confronto che profuma di storia ma che ha anche tanta validità nel presente visto che le due squadre rincorrono la Final Eight di Coppa Italia. Repesa recupera sia Kravic (in quintetto) sia Toté oltre che Delfino tornato ormai pienamente a disposizione. Confermata la trazione posteriore Moretti-Abdur Rahkman come confermato è il quintetto di Brase, e del resto senza Reyes anche le poche possibilità di variazione si riducono. Tanta gente alla Vitrifrigo Arena dove non mancano i supporters varesini, sia tra gli ultras sia in tribuna.
LA PARTITA
Q1 – Avvio segnato dai tanti falli della Openjobmetis che manda a ripetizione Pesaro in lunetta. La Vuelle però ne approfitta poco e quando Varese apre il fuoco dall’arco passa a condurre: Johnson, in particolare, è notevole e segna 13 punti nel periodo. Nel finale di quarto però la OJM sbaglia qualcosa e Mazzola ne approfitta per pareggiare sul 27-27
Q2 – Si riparte con un Markel Brown di lusso, tripla e canestro con fallo (ma libero fallito), però con il passare dei minuti Pesaro appare più convinta anche perché le sue guardie titolari Moretti e Abdur-Rahkman iniziano a colpire. Dopo la metà del quarto la difesa biancorossa diventa un colabrodo: 20 punti subiti in 5′ e quando ai piccoli di Repesa si uniscono anche Cheatam e Mazzola su Varese scende la notte. Johnson si innervosisce, solo Brown trova qualche spunto e così alla pausa lunga il tabellone recita 59-44.
Q3 – La Openjobmetis riaccende i motori in attacco dopo l’intervallo ma il problema è che in difesa restano troppo ampie le praterie concesse a Moretti e soci. A spingere Varese ci pensa ancora Brown che se non colpisce dall’arco aggiunge punti in lunetta e rimette i suoi a -10. Il play di Pesaro però è implacabile dall’arco e quando Johnson commette terzo e quarto fallo in contemporanea (il quarto è un tecnico) su Varese sembra calare in sipario. Non è così: anche Delfino si fa beccare dagli arbitri mentre Ross torna in produzione dopo un quarto d’ora d’assenza. Alla mezz’ora è 82-74.
IL FINALE
Per diversi minuti il divario rimane all’incirca quello e Pesaro si convince di poter apparecchiare un finale fatto di gestione e di relativa tranquillità. Una sensazione che hanno un po’ tutti quando Mazzola, praticamente infallibile al tiro, infila pure una tripla del +13 con 5′ da giocare. A quel punto però la Carpegna inizia a soffrire di “braccino”, Varese ha nulla da perdere e si getta a capofitto nella rincorsa: Johnson si scatena, Ross gli dà una mano e i biancorossi dimezzano il punteggio mentre gli avversari non ne azzeccano più mezza. Anche Librizzi piazza una bomba in mezzo a due errori e quando Jaron ne mette un’altra dall’arco il punteggio dice 96-93. Chi invece ha la mira sballata è De Nicolao che fallisce il tiro del pareggio: Pesaro ridà altre due occasioni a Varese ma Caruso prime commette un passi dubbio, poi sbaglia da sotto (forse con fallo, ma l’appoggio è apparso troppo morbido). E Cheatam, all’ennesima azione imballata della Vuelle, imbrocca la tripla al 22° secondo che chiude la gara perché da lì alla fine Varese non segna più (101-93).
Damiano Franzetti
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