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Milano fa a polpette una Openjobmetis inguardabile


simon89

Se il nuovo assetto è questo, dormiamo preoccupati. Ammesso di riuscire a chiudere occhio. La prima “recita” della Openjobmetis senza Hanlan è un disastro memorabile sul campo di Milano che fa letteralmente a polpette una Varese cadaverica, morta, inguardabile (94-63). Una squadra che dopo 5′ di partita – non è una battuta – è già abbondantemente sconfitta e che nell’arco di 40′ non è in grado nemmeno di mettere in piedi una reazione, un muso duro, un motivo per strappare un applauso.

Bialaszewski dice che «questa sera non salvo neppure una cosa» della prestazione biancorossa e, almeno su questo, ha ragione. Estendiamo il giudizio alle centinaia di persone che hanno preso la macchina e viaggiato nella pioggia con qualche speranza, visto che in questo campionato a volte capita che la favorita si faccia sorprendere. E’ avvenuto anche poche ore fa con Sassari che ha fatto lo sgambetto a Bologna, ma con Varese questa cosa pare vietata. Mai una volta, in due anni, che si sia riusciti a fare il colpaccio con le prime della classe perché la formazione biancorossa, con questo sistema, non fa altro che giocare a suo modo, con la cavalleria contro i Panzer. Al posto di provare un’imboscata, un diversivo, una mossa a sorpresa.

E così, imperterrita, la Openjobmetis accetta i cambi difensivi e viene travolta dalla maggiore fisicità di Milano che, non contenta di dominare al tiro, si porta a casa 54 rimbalzi contro 28. Un dato che a un certo punto diceva 33-7 per l’Olimpia. Numeri impietosi, partita dolorosa nella quale viene triturato pure Hugo Besson, il cui esordio lascia perplessi: male al tiro, tremante in lunetta, buono come incursore. Ora che abbiamo l’identikit, lo si usi per le sue qualità e non per fare cose per cui non è tagliato (leggi: tirare sugli scarichi piedi per terra).

Per quello ci sarebbero altri uomini che però questa sera hanno fatto pure peggio, McDermott e Moretti, mentre Brown è stato subito eliminato dai falli e Spencer non è quasi mai stato servito. A salvarsi, in qualche maniera, è stato Nico Mannion che se non altro ha trovato la via del canestro con un po’ di continuità, ma lo diciamo solo per la cronaca.

Di certo questa squadra, orfana di Hanlan, non può e non deve ripetere questa partita né mercoledì a Nymburk né – tantomeno – domenica in casa con Brindisi. Perché giocando così la coppa finisce subito e la salvezza diventa un obiettivo a rischio e, visto il calendario, perdere con i pugliesi sarebbe un disastro.

PALLA A DUE

Messina e Bialaszewski, già primo e vice a Milano qualche anno fa, hanno più di una gatta da pelare al momento di fare la squadra. L’Olimpia ha nove giocatori (fuori Mirotic, Tonut e Napier, Flaccadori a referto senza giocare), l’Openjobmetis deve inserire Besson e ha perso Librizzi pur riattivando Okeke. Moretti affianca Mannion in quintetto mentre l’EA7 mette Voigtmann sotto canestro contro Spencer. Tanti, al solito, gli affezionati da Varese nonostante tutto.

LA PARTITA

Q1 – Il primo periodo dura una manciata di minuti, con il punteggio sull’8-6 (tripla di Wolde, libero e entrata di Mannion). Poi basta, Varese è una comparsa nella nebbia e si becca un 16-0 sul groppone fatto di triple segnate da Milano e di tiri simili ma falliti a ripetizione dagli uomini di Bialaszewski. Che stavolta azzecca il tempo del timeout ma solo quello: si riparte a testa bassa sbagliando di tutto (Besson 0/3 per dire) pure senza Brown eliminato subito da due fischi molto dubbi. Se la prima sirena arriva sul 29-13 è solo perché Mannion si accende negli ultimi 90” muovendo il punteggio.

Q2 – Arriva una reazione? Nemmeno per sogno. Si prosegue con un’unica variazione: al posto di lasciare triple facili, Varese stavolta sceglie di incassare manciate di canestri comodi da sotto, frutto anche di continui cambi di marcatura che favoriscono a ripetizione anche i rimbalzisti milanesi. Il dato al 20′ è mostruoso: 33-7. Ricci fa quel che vuole, Melli pure e alla OJM non basta qualche minimo sprazzo offensivo di McDermott né i primi punti di Besson. L’Olimpia valica quota 50 in scioltezza e si ferma sul 54-30.

Q3 – L’unico, minimissimo, segnale di risveglio arriva dopo qualche minuto di traccheggio nel terzo periodo ma basta poco a Milano per respingere ogni pericolo. Per lo meno, nel quarto, Varese ritrova un minimo di confidenza con il canestro (i 20 punti segnati sono il massimo nell’arco di una frazione) ma il punteggio al posto di ridursi si amplia ancora: 81-50. Praticamente la OJM alla mezz’ora è sotto ai punti segnati dall’EA7 a metà partita, tanto per far capire l’andazzo.

IL FINALE – L’ultimo scorcio è quindi solo utile per le statistiche. L’unica cosa davvero buona è il ritorno in campo di Leonardo Okeke dopo 11 mesi, con un canestro da sotto a coronare l’esordio con la maglia di Varese. Nel finale spazio anche a Virginio che – almeno – ci mette impegno mentre dalla parte opposta pure Caruso trova qualche canestro dopo molti errori. Sipario sul 94-63, meno 31. Sembra di essere tornati alla trasferta con Bologna, nel risultato e nel (poco) animo.

Damiano Franzetti

 


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