Fiducia nel lavoro in palestra e vigilanza costante per cogliere al volo qualsiasi occasione di effettuare un correttivo di impatto. Dopo lo stop casalingo contro il Rosa Radom che ha ridotto al lumicino le speranze di accesso ai play off di Champions League, la parola d'ordine in casa Openjobmetis è pazienza. La società è attenta sulle evoluzioni del mercato, ma qualsiasi operazione in entrata - e di conseguenza in uscita - prenderà corpo soltanto quando si troverà un elemento in grado di dare la svolta, compatibilmente alle risorse disponibili. In pratica Varese mette tutti in discussione - fatti salvi gli incastri relativi ai passaporti -in cerca del miglior giocatore disponibile tra play, guardia e lungo. E a dare la direzione del correttivo non sarà il ruolo ma la qualità del rinforzo in fase di individuazione, che dovrà garantire un upgrade in termini di produzione offensiva e personalità, ulteriore problema di un gruppo dagli ottimi valori umani, ma privo di un elemento trainante non solo sul piano tecnico ma anche caratteriale.
Il match contro il Rosa Radom ha nuovamente messo in luce i problemi di una squadra che - a fronte di una delle migliori prestazioni difensive stagionali - non ha saputo nascondere i suoi palesi limiti di coesistenza offensiva. È un problema Maynor, il cui fatturato in attacco passa per un abuso di possesso di palla che toglie ritmo ai compagni, e i cui limiti difensivi debbono essere nascosti attraverso cambi sistematici sui blocchi che scoprono il perimetro e i tabelloni sui secondi tiri. È un problema l'assoluta improduttività dei lunghi in post basso e nel tiro frontale, se si eccettua Campani - che ora è a scartamento ridotto - i quali non solo non aprono spazi in attacco ma a volte li ingombrano. È un problema la monodimensionalità di Johnson in un attacco che, visti i cattivi incastri tra play e centri, avrebbe bisogno di un giocatore creativo dal palleggio. È un problema la non affidabilità balistica di Eyenga che lo rende incompatibile con lo status di prima punta a difesa schierata. E, in definitiva, è un problema il fatto che le premesse estive sulle quali era stato costruito il roster (Maynor in piena forma a creare gioco per tutti ed a tenere il pedale dell'acceleratore pigiato stabilmente a fondo) non abbiano praticamente mai trovato riscontri dal verdetto del campo.
Mercato sbagliato come nell'estate del 2015? A differenza della scorsa annata non è un problema di qualità modesta di alcuni singoli, ma di incastri che non funzionano. Il motore dell'attacco è grippato a causa di troppi ingranaggi non funzionali l'uno con l'altro. Per questo la società si muove con cautela per trovare il pezzo più adatto a eliminare gli attriti più evidenti. Però pazienza e fiducia sono una ricetta che funziona solamente se i risultati la supportano: il passo indietro di mercoledì in Europa ha smorzato l'effetto positivo del raid di Pesaro in campionato, suscitando i primi mugugni da parte dei tifosi del PalA2A. Domani contro Brescia occorre invertire la rotta: in attesa del correttivo di mercato serve tener botta in chiave play off almeno in Italia. Altrimenti, se per il quarto anno consecutivo si dovrà navigare guardandosi dietro anziché davanti, rischia di svanire il capitale di credibilità portato in dote in estate dal nuovo corso societario.
Giuseppe Sciascia
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