Gianfranco Ponti racconta le ragioni delle sue dimissioni dal consiglio di amministrazione della Pallacanestro Varese, confermando però la disponibilità a rientrare nei ranghi alle sue condizioni. L'imprenditore di Angera, uscito da metà marzo dalla stanza dei bottoni, club di piazza Monte Grappa, motiva così la sua scelta: «Mi sono dimesso perché non ho condiviso alcune scelte legate a questioni di gestione societaria, compresa la mancata attuazione immediata di un piano di riorganizzazione realizzato da Andrea Conti e Giorgio Pellegatta dei quali ho massima stima e che avevo appoggiato attivamente: razionalizzando alcuni costi avrebbe portato risparmi per circa 150mila euro. Ma a me la Pallacanestro Varese sta sempre a cuore: il mio passo indietro non è irreversibile, domenica sarò all'Enerxenia Arena a sostenere la formazione di Caja, e a certe condizioni sono disposto a tornare nei ranghi per costruire una squadra e una società più forti».
Quali sono le condizioni per far rientrare le dimissioni? «La porta non è assolutamente chiusa: attendo che a giugno si formi il nuovo CdA per valutare se ci saranno le condizioni per farne parte ed eventualmente esercitare la mia opzione di acquisto fino al 20 per cento delle quote. Quel che chiedo è che il futuro CdA, poco importa se uguale a quello attuale o con figure differenti, dovrà avere pieni poteri per i prossimi tre anni. La prima condizione, non negoziabile, è che del consiglio di amministrazione faccia ancora parte Toto Bulgheroni, unica figura per me imprescindibile per le sue competenze e la sua capacità di essere punto di riferimento per tutta la città».
Il suo passo indietro è legato anche alle tempistiche della nomina del nuovo nuovo CdA? «L'attuale governance in scadenza al 30 giugno avrebbe dovuto rimanere in carica fino all'approvazione del bilancio 2018/19, cosa che avverrà nei primi mesi del 2020. Si è convenuto di farla decadere a giugno per programmare il futuro in funzione delle possibili novità nel capitale azionario. Lo scorso febbraio avevo proposto di dimetterci tutti per anticipare i tempi della costituzione del nuovo CdA. Dunque, nel desiderio di stimolare positivamente la situazione e non certo per un capriccio, ho anticipato il passo indietro».
Quale sarebbe il modo per effettuare un vero salto di qualità in termini di budget e relative ambizioni? «Al di là del piano di riorganizzazione non si può soltanto operare sulla riduzione dei costi. Per crescere davvero serve aumentare i ricavi, soprattutto quelli da sponsorizzazione: il vero salto di qualità arriverebbe attraverso un abbinamento di alto livello, diciamo da un milione di euro, a supporto dei partner attuali partendo da Openjobmetis (qualora dovesse acquistare quote del club nell'operazione Orgoglio Varese, l'azienda di Gallarate potrebbe lasciare ad altri il ruolo di main sponsor se giungessero offerte più vantaggiose, ndr). Sono pronto a rientrare nell'ambito di un azionariato che condivida un progetto ambizioso, non in una società che si avvìi verso una politica di piccolo cabotaggio»
Cosa accadrà qualora non si avverassero le condizioni richieste? «Mi occuperò sempre del settore giovanile, per il quale il mio impegno proseguirà a prescindere dagli sviluppi al vertice del club. Anche in questo ambito siamo in cerca di risorse da sponsorizzazione; la volontà è comunque quella di potenziare l'Academy investendo sul parco allenatori in cerca di professionisti a tempo pieno, e sul reclutamento italiano e straniero per migliorare ulteriormente i nostri gruppi. Che già quest'anno, con l'Interzona raggiunto da Under 18, 16 e 15 e il titolo regionale dell'Under 14, hanno dato risultati lusinghieri».
Giuseppe Sciascia
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