La seconda in classifica del girone di ritorno contro la seconda in classifica “reale”: «Vediamo quanto siamo distanti da loro: basta questo come stimolo»
I playoff lasciamoli lì dove sono: non pensarci, in fondo, fino adesso ha portato fortuna. E poi, al “cartesiano” Attilio Caja, ciò che dipende anche da fattori esterni al “super io” biancorosso non interessa: così è stato nella rincorsa salvezza, così sarà in questo finale di campionato.
“Prima” della classe
Sulla strada di una Openjobmetis da 7 vittorie in 8 partite stavolta c’è un esame di quelli da 3 mesi di studio. Al Taliercio, contro la Venezia capace di bagnare il naso al resto della classe (fatta salva Milano), si va però con la salvezza già in tasca. Giusto allora fare un passo indietro: «Trento è valsa l’aritmetica certezza della nostra permanenza in serie A - esordisce il coach nella consueta conferenza stampa del venerdì - Io e i miei giocatori siamo molto contenti, soprattutto del fatto che la salvezza sia arrivata con tre giornate di anticipo, ma vogliamo continuare quest’onda lunga e scendere sul parquet per fare altre partite di livello». Il calendario, in tal senso, serve il piatto giusto: «La Reyer non solo occupa il secondo posto in Serie A, ma ha anche conquistato le final four di Champions League: sta dimostrando tutta la sua forza e non ha lasciato nulla d’intentato nemmeno sul mercato. E poi, tornando al campionato, avere davanti solo Milano, notoriamente fuori portata, significa essere fondamentalmente primi: merito di coach De Raffaele e della società».
Insomma: «Sarà una partita dura, che dobbiamo prendere come una verifica: quanto siamo lontani da una squadra così? Penso sia questa la motivazione migliore per i miei giocatori, che anche durante gli allenamenti di questa settimana hanno dimostrato di essere presenti di testa, dopo un primo giorno di ripresa così così. Io sono molto curioso di vedere come andrà a finire contro l’Umana, spero che lo siano anche i ragazzi.
Lo status
Dall’altra parte del campo la Openjobmetis troverà un organico profondo, che al momento attuale sconta tuttavia delle assenze importanti sotto le plance: contro Varese marcheranno visita Batista (chiamato qualche settimana fa per sostituire Hagins) e Tomas Ress. «Se uno guarda a come gioca la formazione di De Raffaele - ridimensiona Caja - capisce che il “buco” è solo uno, quello di Batista. Loro partono con Ortner in quintetto: l’unico che manca è il suo cambio designato, perché Ress, comunque grande giocatore, entra in campo pochi minuti a gara». Probabile, piuttosto, qualche istante di Melvin Ejim da “5”: «A livello di accoppiamenti questa mossa potrebbe crearci qualche problema, perché Ejim da centro, oltre a dare tanta energia e a non subire a rimbalzo, possiede un’atipicità pericolosa. Avrei preferito giocare contro Ress...».
Inevitabile, in un frangente in cui il traguardo vero è già stato conquistato e il resto sono sogni un po’ fumosi, ritornare sul discorso degli stimoli: «Lo sport è competizione sempre - sottolinea l’allenatore pavese - E già questo dovrebbe essere sufficiente: io sono 25 anni che vado in palestra ogni giorno, in primis per imparare e poi per dimostrare qualcosa. Ritengo che i miei giocatori debbano avere delle motivazioni anche individuali, forse persino superiori a quelle collettive: far bene contro la seconda in classifica può accrescere il tuo status, permettendoti magari di strappare un buon contratto per il prossimo anno».
Fabio Gandini
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