
Le triple di Sassari sgonfiano i sogni di gloria di una Varese piccola piccola. Il Banco Sardegna allunga a quota 5 la serie positiva al PalA2A, infliggendo una punizione pesante alla peggior versione stagionale della squadra di Attilio Caja. Biancorossi spenti e senza mordente in una serata povera di lucidità, ma anche di energie: e in un match giocato su cadenze sincopate, la maggior qualità della Dinamo è il fattore chiave di una serata dove la solare differenza nelle percentuali da 3 (2/18 contro 12/28) è la prima ma non l'unica causa di una sconfitta nettissima.
Di certo Varese ha scelto la peggior serata possibile per giocare una partita così vuota di contenuti tecnici ed agonistici: il primo colpo d'occhio abbondantemente oltre quota 4mila paganti convinti dalle ultime prestazioni brillanti (quasi 600 presenze in più rispetto all'esordio con Venezia) coincide con una sorta di "ripartenza dal via" modello gioco dell'oca con una prestazione quasi in fotocopia rispetto a quella contro l'Umana (61 punti con 2/18 da 3 contro i 62 e 2/21 della prima di campionato). E i tre ex Chris Eyenga, O.D. Anosike e Dominique Johnson tornati per una rimpatriata tra Varese e Milano dopo aver giocato sabato in Spagna e a Venezia si sono goduti applausi e saluti ma non la prestazione dei loro ex compagni.
Di mezzo c'è la qualità espressa da un solidissimo Banco Sardegna, i cui giocatori dimostrano sul campo che la fiducia accordata domenica scorsa a coach Pasquini è ben riposta. Nella sfida tra la terza miglior difesa e il secondo miglior attacco ad uscire nettamente vincitore è la squadra ospite, che punisce con precisione scientifica ogni tentativo di Varese di aggredire uomini e spazi; prima con le soluzioni interne (74% da 2 al 30', alla fine 67% da sotto) e poi con le triple a raffica (43% da 3) che vanificano l'energia profusa dal quintetto delle seconde linee nel quarto periodo. Insomma le geometrie prodotte dalle lucide esecuzioni della Dinamo hanno facilmente ragione di una Varese in modalità "sacco vuoto": e senza giocare al 101 per cento dell'intensità, la squadra di Attilio Caja mostra rutti i suoi limiti in termini di qualità, specie se in mancanza di scintille non riesce mai a spremere punti facili in campo aperto e deve sbattere più e più volte la testa contro i rompicapi a difesa schierata.
Chiaro che il problema diventa irresolubile nella serata in cui la coppia Wells-Waller ripete il "ciapanò" balistico di Avellino (4/19 in due dopo il 4/21 del PalaDel-Mauro); difficile però stilare gerarchie negative in una prestazione negativa sul piano della coralità. Perchè se è vero che Varese è squadra di sistema, quando non funziona l'impianto di gioco - ed è la prima volta in assoluto che capita per mancanza di energia - allora vengono meno tutti i presupporti che avevano portato i biancorossi a "macinare" Cantù e Trento e a sfiorare l'impresa al PalaDelMauro. Stanchezza fisica o mentale dopo 3 mesi vissuti stabilmente "sul pezzo"? Di sicuro Varese non può prescindere dalla freschezza atletica e dall'energia da riversare in ogni aspetto del gioco, specie poi contro un'avversaria che ha disputato una partita di impressionante linearità come Sassari. Ben venga la sosta per la Nazionale con due settimane per fare il tagliando e preparare al meglio gli scontri verità con Pesaro e Capo d'Orlando.
Giuseppe Sciascia
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