L'Openjobmetis finisce la benzina sul più bello e cede il passo all'overtime contro la Germani Brescia. La compagine di Attilio Caja esce di scena in tre atti in una serie playoff che fotografa impietosamente i limiti di esperienza e profondità di Ferrero e compagni contro il cocktail di mestiere e saggezza tattica di Andrea Diana.
Varese gioca 15 minuti stellari accendendo i 4.500 spettatori di un torrido PalA2A con un mix di difesa feroce ed esecuzioni lineari sull'asse Avramovic-Cain. Ma il più 19 del 27', costruito ribaltando l'inizio in salita da 4 punti nei primi 8', non basta per allungare la serie guadagnando il quarto atto a Masnago: come già accaduto nelle sfide di Verona e Montichiari, i biancorossi pagano l'inadeguatezza a questi livelli della panchina, da cui il solo Tambone (nettamente meglio di un tremebondo Larson) trasmette impulsi positivi ad "Artiglio". Al contrario la Germani pesca nella verve di Cotton e Moore i jolly decisivi per sbloccare l'impasse: da una parte la zona 3-2 paralizza i centri nevralgici dell'attacco di Varese (20 perse di cui 15 dopo i primi 20'), dall'altra la freschezza delle guardie straniere fa saltale la catena delle rotazioni difensive con cui l'Openjobmetis aveva concesso solo 7 punti in 14 minuti agli ospiti.
Eloquenti i 14 punti segnati negli ultimi 15', e soprattutto i grandi affanni nei duelli a rimbalzo nelle fasi calde della partita (fatale il 44-51 totale con i 18 offensivi di Brescia, 9 dei quali negli ultimi 15'). Una pennellata sulla sirena di Cain, pescato sull'ultimo battito di ciglia (rimessa dal fondo con 76 centesimi sul cronometro), aveva regalato al PalA2A altri 5 minuti di speranza; ma la truppa di Caja, con 19 minuti totali dal poker Ferrero-Dimsa-Natali-Delas, era ormai sulle ginocchia con la terza partita in 6 giorni a prosciugare progressivamente dalle gambe dei titolali la freschezza necessaria per coronare gli sforzi.
Peccato perché Varese esce di scena con un totale di 14 punti di scarto in tre partite condotte per lunghissimi tratti ma poi vinte dalla squadra più solida. Esperienza e profondità sono però espressione delle maggiori risorse economiche investite da Brescia sulla squadra iniziale e sulle correzioni in corsa Ortner e Cotton; se rammarico ci può essere in casa OJM, riguarda la perdita pesante di Wells (di fatto non sostituito visto l'impatto nullo di Dimsa): contro una difesa organizzata e un sistema solido come quello di Brescia, la mancanza di alternative ad Avramovic ed Okoye (incisivo solo nel primo tempo di gara-1) ha progressivamente tolto efficacia offensiva a Ferrero e compagni.
Il popolo biancorosso ha comunque apprezzato gli sforzi encomiabili prodotti dalla squadra di Caja anche ieri sera: 5 minuti buoni di applausi all'uscita dal campo della Varese più amata dall'era degli "Indimenticabili" hanno salutato la fine di una stagione che resta memorabile per le emozioni da big respirate nel girone di ritorno. Ora tocca alla società - incontro a breve Castelli-Rasizza per il varo formale di "Orgoglio Varese" - trovare i mezzi per costruire un futuro sugli stessi livelli della seconda metà del 2017-18, partendo dalle fondamenta delle risorse da mettere a disposizione di Claudio Coldebella e Attilio Caja (con- cupito da Avellino, ma a meno di colpi di scena imponderabili non finirà come con Vitucci...) per costruire un'altra Openjob-metis in grado di divertirsi e divertire.
Giuseppe Sciascia
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