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IL pensiero del Poz sulla nazionale.


bevila

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il giorno dopo è sempre il peggiore.

le nostre guardie dovevano mangiare i piccoli tedeschi invece... :cry:

ha ragione il Poz quando dice che bisognerà aspettare 2 anni per il prossimo grande evento e la nuova nazionale giocherà assieme solo i 2 all-Star Game...in previsione Londra 2012 è grave!

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Condivido il pensiero del Pozz soprattutto la parte finale spesso per problemi di budget si ricorre a italiani presunti tali, mentre i nostri giovani svernano in qualche panchina.

Dopo questa mazzata occorre fare una riflessione seria sui perchè di una sconfitta che non può essere giustificata da mancavano questo e quello, qui abbiamo giocato male.

I nostri fenomeni presunti tali non lo sono stati, abbiamo vinto solo con la Polonia che ha in un 37enne il miglior giocatore e contro una Turchia in forte calo rispetto a 3/4 anni fa abbiamo vinto ma potevamo già tranquillamente essere fuori, con Slovenia (priva dei più quotati) siamo stati livellati e contro Parker/Francia non abbiamo visto palla.

Di ieri c'è poco da dire, tanti onoesti panchinari ci hanno buttato fuori e non super Dirk, ma comunque non avrebbe giustificato nulla.

Occorre chiedersi perchè di questo schifo e cosa fare, ma velocemente se no londra2012 ma anche i prossimi mondiali ci faranno ciao ciao.

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Difficile dar torto al Poz in questo caso.

Talento o non talento il basket e' sempre uno sport di preparazione e di squadra.

Due cose che prorpio ci sono mancate in pieno

Difficile dar torto al Poz in generale....... :thumbsup:

Concordo in pieno, comunque.

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Ricordo un litigio con Recalcati prima degli Europei del 2003 in Svezia quando criticai Maifredi per l'aumento degli extracomunitari e Charly era sicuro che non avrebbero "stravolto le regole", e ora ce ne sono quattro più due comunitari! Senza contare che i sei "italiani" sono spesso: uno che ha incontrato all'Hollywood un'italiana e l'ha sposata e un altro che forse aveva un trisavolo in Friuli. Insomma, i russi capaci di giocare saranno in tutto dieci, ma lì almeno due devono giocare sempre: da noi un Datome, a Siena, non vedeva il campo.

in Spagna le squadre hanno l'obbligo di schierare almeno 4 giocatori eleggibili per la nazionale, non 6.

sarà per questo che la nazionale spagnola fa cagare come quella italiana?

ah no! sono campioni del mondo... :ph34r:

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in Spagna le squadre hanno l'obbligo di schierare almeno 4 giocatori eleggibili per la nazionale, non 6.

sarà per questo che la nazionale spagnola fa cagare come quella italiana?

ah no! sono campioni del mondo... :ph34r:

Copio&incollo i miei pensieri esposti già dall'altra parte...

Quello con la Liga ACB è un paragone soltanto parziale che prende in considerazione il vertice della piramide. In Spagna è diverso e certamente migliore il sistema delle "canteras" rispetto al settore giovanile fatto poco e male esistente in Italia (poi i nostri non sanno leggere le situazioni e non hanno abitudine a giocare partite vere da protagonisti, e ci chiediamo perchè. I mali si prendono da piccoli). Bisognerebbe chiedersi perchè in Spagna i club di vertice incentivano ed investono sull'attività giovanile NONOSTANTE le regole di cui sopra indurrebbero a fare il contrario, mentre in Italia, trannè che in pochissime e circostanziatissime realtà, il vivaio è visto come un costo inutile da abbattere il più possibile.

Inoltre in Spagna è certamente migliore il sistema promozionale del basket, ed è sicuramente migliore l'efficienza della Liga ACB rispetto alla nostra inutile Lega Basket dove le società sembrano i polli di Renzo di manzoniana memoria. Poi c'è anche il discorso della tassazione minore per i compensi sportivi, dei contributi diversi a livello regionale e dell'impiantistica sportiva all'avanguardia rispetto alla nostra realtà.

Ma torniamo in tema Nazionale. Non disputare le Olimpiadi non è un dramma assoluto: in fondo l'Italia è stata a casa sua dal 1984 al 2000, e in quei sedici anni il basket italiano non era morto. Anzi. Vinceva le Coppe Campioni con Milano e poi con la Virtus, incettava altre coppe internazionali con Treviso e Roma, proponeva realtà dinamiche e vitali come Caserta, Livorno, Pesaro, Varese e nella seconda metà degli anni '90 una emergente Fortitudo. Perchè era un movimento che aveva soldi, idee e managerialità pur non essendo professionistico. E aveva anche società che sul settore giovanile investivano risorse prima di tutto sugli ALLENATORI (tanto per non fare nomi i Messina, i Pillastrini, i Crespi, gli Scariolo, i Caja. Giovani rampanti che insegnavano basket, cosa che oggi non accade quasi più: ossia non ci sono giovani allenatori rampanti e non si insegna più basket). Oggi invece? Il movimento italiano è di seconda o forse anche terza fascia nel panorama europeo, non ci sono soldi e quanto è peggio neppure idee, ci si limita tristemente a vivacchiare senza alcun tipo di progettualità. Per assurdo anzi l'argento olimpico del 2004 è stata una foglia di fico con cui coprire per qualche tempo le nostre "vergogne" ed ha contribuito a dare un'immagine del movimento pericolosamente falsa.

Il problema non è "è colpa degli stranieri se la nazionale non va bene", anche se di sicuro con 4 extra due comunitari e due passaportati beccami gallina se c'è un italianuzzo capace di giocare i palloni che contano perchè nella sua squadra ha responsabilità e ruolo da protagonista. Il problema è che quei pochi e maledetti soldi che circolano in un movimento oppresso da una classe dirigenziale impreparata e imbelle finiscono tutti nelle tasche di americanucoli da CBA e dei loro agenti, certamente non interessati al problema della salute del movimento. Dice: "eh, ma gli americani costano meno". Certo che costano meno, ma qualcuno si è mai chiesto PERCHE' costano meno, in un sistema che disincentiva la produzione di giocatori? E quanti di questi stranieri lasceranno un segno tangibile del loro passaggio venendo ricordati anche oggi a 20 anni di distanza come accade per McAdoo a Milano, Daye a Pesaro, Wright a Roma, Oscar a Caserta, Thompson a Varese, Richardson a Bologna?

Infine. L'Europeo appena chiuso è stato probabilmente l'ultimo per i giocatori della generazione Over 30, figli conclusivi (annata 1975 e attigue) di un sistema basket dove c'era reclutamento giovanile, qualità di allenatori e una serie A (fino al 2000/2001) a regime di due stranieri e con pochi comunitari davvero determinanti. Quella generazione - diciamo dal 1971 al 1975 - ci ha dato: un oro europeo a Parigi, un argento olimpico ad Atene e un argento europeo a Barcellona, un bronzo europeo a Stoccolma. Adesso tocca ai figli del sistema del terzo millennio, la generazione dal 1980 in poi (unica eccezione a breve il solo Bulleri, I suppose). Vedremo cosa riusciranno a dare. Ma sono discretamente pessimista, per tutte le ragioni "sistemiche" sovra esposte.

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Direi abbastanza condivisibile.

Soprassiede signorilmente sulle TANTE colpe del Charlie, a mio avviso.

Certo che viene addosso una tristezza....!!!!

Difficile dar torto al Poz in questo caso.

Talento o non talento il basket e' sempre uno sport di preparazione e di squadra.

Due cose che prorpio ci sono mancate in pieno

parole sante. questi sono i due fattori che ci permisero di vincere il bronzo nel 2003 e l'argento ad atene. sono anche i due fattori che hanno latitato in questi europei.

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... Anche il discorso del gruppo mi appassiona poco: si litiga con la moglie, io stesso a Varese nell'anno dello scudetto arrivai alle mani col Menego, ma poi in campo devi e puoi giocare di squadra lo stesso. Peraltro coloro che "comandano" sono bravissime persone come Basile, Soragna, Marconato: non è quello l'ago della bilancia.

...

:ph34r::ph34r: ...qs. non la sapevo...

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... Anche il discorso del gruppo mi appassiona poco: si litiga con la moglie, io stesso a Varese nell'anno dello scudetto arrivai alle mani col Menego, ma poi in campo devi e puoi giocare di squadra lo stesso. Peraltro coloro che "comandano" sono bravissime persone come Basile, Soragna, Marconato: non è quello l'ago della bilancia.

...

:ph34r::ph34r: ...qs. non la sapevo...

Io ricordo ad un allenamento al Campus prima delle finali con Treviso che si stava davvero per menare col Cecco, con mezza squadra che teneva uno e mezza l'altro (infatti il giorno dopo l'hanno fatto a porte chiuse)...

Diciamo che il Poz aveva la rissa facile... :D

Poi oh, se serve a vincere gli scudetti, ben venga! B)

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Copio&incollo i miei pensieri esposti già dall'altra parte...

Quello con la Liga ACB è un paragone soltanto parziale che prende in considerazione il vertice della piramide. In Spagna è diverso e certamente migliore il sistema delle "canteras" rispetto al settore giovanile fatto poco e male esistente in Italia (poi i nostri non sanno leggere le situazioni e non hanno abitudine a giocare partite vere da protagonisti, e ci chiediamo perchè. I mali si prendono da piccoli). Bisognerebbe chiedersi perchè in Spagna i club di vertice incentivano ed investono sull'attività giovanile NONOSTANTE le regole di cui sopra indurrebbero a fare il contrario, mentre in Italia, trannè che in pochissime e circostanziatissime realtà, il vivaio è visto come un costo inutile da abbattere il più possibile.

Inoltre in Spagna è certamente migliore il sistema promozionale del basket, ed è sicuramente migliore l'efficienza della Liga ACB rispetto alla nostra inutile Lega Basket dove le società sembrano i polli di Renzo di manzoniana memoria. Poi c'è anche il discorso della tassazione minore per i compensi sportivi, dei contributi diversi a livello regionale e dell'impiantistica sportiva all'avanguardia rispetto alla nostra realtà.

Ma torniamo in tema Nazionale. Non disputare le Olimpiadi non è un dramma assoluto: in fondo l'Italia è stata a casa sua dal 1984 al 2000, e in quei sedici anni il basket italiano non era morto. Anzi. Vinceva le Coppe Campioni con Milano e poi con la Virtus, incettava altre coppe internazionali con Treviso e Roma, proponeva realtà dinamiche e vitali come Caserta, Livorno, Pesaro, Varese e nella seconda metà degli anni '90 una emergente Fortitudo. Perchè era un movimento che aveva soldi, idee e managerialità pur non essendo professionistico. E aveva anche società che sul settore giovanile investivano risorse prima di tutto sugli ALLENATORI (tanto per non fare nomi i Messina, i Pillastrini, i Crespi, gli Scariolo, i Caja. Giovani rampanti che insegnavano basket, cosa che oggi non accade quasi più: ossia non ci sono giovani allenatori rampanti e non si insegna più basket). Oggi invece? Il movimento italiano è di seconda o forse anche terza fascia nel panorama europeo, non ci sono soldi e quanto è peggio neppure idee, ci si limita tristemente a vivacchiare senza alcun tipo di progettualità. Per assurdo anzi l'argento olimpico del 2004 è stata una foglia di fico con cui coprire per qualche tempo le nostre "vergogne" ed ha contribuito a dare un'immagine del movimento pericolosamente falsa.

Il problema non è "è colpa degli stranieri se la nazionale non va bene", anche se di sicuro con 4 extra due comunitari e due passaportati beccami gallina se c'è un italianuzzo capace di giocare i palloni che contano perchè nella sua squadra ha responsabilità e ruolo da protagonista. Il problema è che quei pochi e maledetti soldi che circolano in un movimento oppresso da una classe dirigenziale impreparata e imbelle finiscono tutti nelle tasche di americanucoli da CBA e dei loro agenti, certamente non interessati al problema della salute del movimento. Dice: "eh, ma gli americani costano meno". Certo che costano meno, ma qualcuno si è mai chiesto PERCHE' costano meno, in un sistema che disincentiva la produzione di giocatori? E quanti di questi stranieri lasceranno un segno tangibile del loro passaggio venendo ricordati anche oggi a 20 anni di distanza come accade per McAdoo a Milano, Daye a Pesaro, Wright a Roma, Oscar a Caserta, Thompson a Varese, Richardson a Bologna?

Infine. L'Europeo appena chiuso è stato probabilmente l'ultimo per i giocatori della generazione Over 30, figli conclusivi (annata 1975 e attigue) di un sistema basket dove c'era reclutamento giovanile, qualità di allenatori e una serie A (fino al 2000/2001) a regime di due stranieri e con pochi comunitari davvero determinanti. Quella generazione - diciamo dal 1971 al 1975 - ci ha dato: un oro europeo a Parigi, un argento olimpico ad Atene e un argento europeo a Barcellona, un bronzo europeo a Stoccolma. Adesso tocca ai figli del sistema del terzo millennio, la generazione dal 1980 in poi (unica eccezione a breve il solo Bulleri, I suppose). Vedremo cosa riusciranno a dare. Ma sono discretamente pessimista, per tutte le ragioni "sistemiche" sovra esposte.

Completamente d'accordo con te soprattutto sulla parte settori giovanili, ancora più aggravata a livello locale dove spesso e volentieri si vedono ragazzi che giocano solo con schemi e basta, ragazzi che forse dovrebbero prima di tutto imparare i fondamentali e poi gli schemi, ma così non avviene, infondo è più semplice insegnare a fare un blocco che mettere palla a terra provare a battare il difensore e nel caso scaricare al compagno libero o fare un bel gioco a due, e poi tanta zona spesso senza sapere cosa sia veramente.

A livello giovanile più ad alto livello invece si assistono a partite con ragazzi che corrono saltano, tirano (da 3 soprattutto) alti o piccoli non fa differenza, tutti frenetici, tanto attletismo, ma poca capacità di lettura delle varie fasi del gioco.

Prima di tutto dobbiamo tornare ad imparere come si insegna a giocare a pallacanetro.

ciao

alegg

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"News:

Pierrel 105

Ankara 101

Upea Pierrel: Pozzecco 32 (5/10, 5/9 ) Bruttini 13 (4/8,1/2 ), Howell 16 (6/7 ), Ndoja 3 (0/2, 1/1), Slay 10 (5/8 0/1), Diener 22 ( 5/8, 4/6 ), Wallace 9 (3/3, 0/2 ) Fabi ( 0/3 ) n.e.: DeRogatis, Triscari, Fazio, Pomenti,. All. Sacchetti. Turk Telecom Ankara: El Amin 24 (5/6, 3/9 ), Guler 7 (2/3, 1/4 ), Akpinar 4 (2/2 ), Wright 24 (9/13), Williams 14 (5/9 ), Yarangume 3 ( 0/1, 1/1), Oren, Acik 3 (0/1, 1/5 ) Ozcan 8 ( 2/4 da 3 ), Goktas, Yildrim, Dudley 14 (5/8). All Sunter. Arbitri: Capurro, Giovanrosa, Cappello. Parziali: 20-29; 49-54; 83-80.

Impresa estiva della Pierrel di Pozzecco che nella prima semifinale della 38. Coppa "Cesare Lo Forte" si permette il lusso di rimontare anche dodici punti agli ambiziosi turchi dell'Ankara e di guadagnare il pass per la finale di stasera (ore 21) contro il Partizan.

Le assenze paladine non hanno condizionato l'efficacia in attacco con soluzioni soprattutto dal perimetro. A spadroneggiare la "mosca atomica" al suo high score estivo a quota 32 e Drake Diener capace di chiudere con 22 punti ed il 64% da tre. Il valore del successo di una gara giocata, specie dopo il riposo, con grande intensità sta tutto nella forza degli avversari battuti da Capo d'Orlando.

Ankara ha tre americani di prima fascia europea e guarda all'Uleb ed al campionato turco con la voglia matta di stupire.

La Pierrel per la prima giornata della "Lo Forte" (un migliaio i presenti con tanti giovani delle scuole basket cittadine) recupera in extremis Wallace, ma deve far a meno di Wojcik e Falls (che dovrebbe essere sostituito nei prossimi giorni, con un ritorno del club sul mercato).

Sacchetti lancia nello starting five Bruttini nel ruolo di ala piccola, ma le sue rotazioni sono limitate. Il primo parziale è turco con un 8-0 che poi diventa 13-2. Capo d'Orlando concede la corsa e gli avversari scappano proprio sfruttando il contropiede.

Khalid El Amin sembra in condizioni atletiche in linea con il suo potenziale assoluto. Sono sette i punti e due gli assist in 10'. Capo d'Orlando però, nonostante le assenze, non ci sta a farsi schiacciare e si affida al 10-0 firmato da Diener, con lo scossone di due triple, per lasciare vivo il match sul 20-25.

Ankara centellina il proprio talento schierando i quattro americani a rotazione . Dudley lavora a fari spenti, segnando, ma lasciando segnare Howell. Poi tocca al Poz entrare nella partita. Con 8 punti in 100'' porta i suoi al minimo della prima metà, 44-45. In difesa, però, c'è qualcosa ancora da affinare per i paladini e i turchi sono troppo esperti per non approfittarne specie sotto canestro con Wright e Williams.

La prima metà si chiude con la tripla da otto metri di Diener. Il terzo quarto si apre, invece, col sorpasso orlandino: 61-59. Fa tutto la coppia Pozzecco-Diener con 9 punti nei primi 2'. Al parziale di 11-3 partecipano anche Slay e Howell innescati dall'ex azzurro sempre più padrone del campo (anche 11 assist e 38 di valutazione). Il suo ventello arriva insieme a quello della guardia americana già nel cuore del terzo quarto, ma Pozzecco non si fermerà qui. La partita stenta a trovare un padrone. Sunter capisce che i messinesi fanno sul serio e rimanda il riposo dei suoi americani. Wright, Williams ed il "folletto da un quintale" El Amin cominciano a sudare e questo carica di responsabilità anche difensive i biancazzurri.

Pozz scrive 15 punti e 4 assist nel solo terzo quarto che si chiude col +3 orlandino. Alla serata di grazia degli esterni si unisce anche un Bruttini decisivo nell'ultimo parziale. I suoi otto punti in fila arrivano con Sacchetti che prova i due play più Diener contemporaneamente in campo.

Il quintetto tascabile scava il break decisivo. "

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