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Castiglioni: «Cari amici, vi scrivo...»

14 Dicembre 2010

Scritto da La Prealpina

Lettera aperta dell’ex presidente che invita Varese a essere più vicina al Consorzio

di CLAUDIO MARIA CASTIGLIONI

Sento ancora gli applausi del pubblico far rimbombare i muri del palazzetto mentre la squadra esce dopo l’ultima partita di un campionato maledetto in cui siamo retrocessi. Credo che non sia mai avvenuto che un presidente di una famiglia proprietaria di una squadra sia uscito tra gli applausi in un momento così funesto.

Quegli applausi mi hanno dato una grande determinazione ed è per questo che non potevo permettermi di lasciare la Pallacanestro Varese in LegaDue. Ho lavorato duramente affinché questa macchia nera si potesse dissolvere con l’unico obiettivo possibile che era quello di dover vincere a tutti i costi.

Credetemi, non è stato né facile né così scontato. Per compiere quell’impresa è stato necessario creare un gruppo di uomini compatto capitanato dal nostro immenso Pillastrini che ha accettato l’incarico di allenatore con grande umiltà, sapendo bene a quale responsabilità andava incontro in una città esigente e cestisticamente preparata come quella di Varese. Tutto il resto lo sapete già e quello che è successo l’anno successivo è entrato nella storia, infatti mai una società retrocessa l’anno prima è riuscita a risalire in Lega A l’anno successivo, e la mia gioia più grande è stata quella di riconsegnare ai tifosi la Pallacanestro Varese nella massima serie.

In questi anni, mio padre ha sempre detto che la Pallacanestro Varese NON era della nostra famiglia, ma della Città e della Provincia. Da questa premessa nacque l’idea della “Sala Trofei” che trovò la sede in Provincia e l’impegno verso le Scuole e l’area sociale.

Nel tempo abbiamo provato a invitare importanti soggetti economici del territorio ad entrare nella Pallacanestro Varese, assicurando incarichi e occasioni di visibilità in relazioni allo loro impegno. Con la sola eccezione dello scomparso Luigi Orrigoni, e salvo pochi altri imprenditori appassionati, tutti hanno indicato di non essere interessati, facendo di fatto capire che fosse impossibile una convivenza gestionale con noi.

A febbraio dell’anno scorso sapevo che non si sarebbe più potuto disputare un altro campionato nelle stesse condizioni degli anni precedenti. Il mondo dello sport professionistico è diventato molto costoso per poter essere supportato da un solo soggetto e anche società con quattro o cinque proprietari soltanto fanno fatica ed è così che con il mio avvocato Vinicio Ferrante ho contattato persone che conoscevo, primo fra tutti Michele Lo Nero. Insieme con loro e con l’avvocato Giuseppe Battaglia abbiamo lavorato duramente dando vita qualche mese dopo allo Statuto dell’attuale Consorzio “Varese nel Cuore”. Questo progetto è piaciuto e con il grandissimo aiuto dei primi consorziati, che ne hanno sottoscritto le quote, il Consorzio è diventato realtà.

La mia famiglia ne fa parte detenendone ancora la maggioranza economica e sono orgoglioso che al nostro fianco ora ci siano molte persone che attivamente danno il loro contributo. Molte società di basket, e soprattutto di altri sport, ci hanno contattato per avere informazioni su come poter creare una struttura simile e il nostro Statuto societario è già stato visionato da parecchi presidenti che ne hanno apprezzato la sostanza. Questo mi ha fatto un enorme piacere, perché significa che la nostra idea piace ed è in linea con i cambiamenti che stanno avvenendo nello sport professionistico.

È chiaro però che il nostro Consorzio senza tanti consorziati non può sopravvivere e l’obiettivo da qui ai prossimi due anni sarà proprio quello di farlo aumentare di numero fino a renderlo una struttura autosufficiente ed è per questo che la città di Varese si deve impegnare fattivamente per alimentarlo con quanti possono concretamente dare un sostegno di idee, di passione e non ultimo di soldi.

Un ringraziamento affettuoso va a Charlie Recalcati che in questi anni è stato vicino alla mia famiglia e ha sofferto con noi dietro le quinte, tifando la nostra squadra sempre, e che poi nel momento di un cambiamento difficile nella storia della Pallacanestro Varese ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco ridiventandone l’allenatore in una fase della sua carriera in cui, dopo aver avuto i più grandi successi sportivi, poteva benissimo sentirsi appagato.

Gli uomini veri però sono fatti così e si rimettono sempre in discussione accettando le sfide, anche le più difficili. Ma il ringraziamento più sentito e sincero va a tutti i tifosi che riempiono gli spalti tutte le domeniche e che ho avuto l’onore di vedere e frequentare. È solo per questa gente che vale la pena dare l’anima ogni giorno nel tentativo di fare il meglio possibile per poter regalare loro le soddisfazioni più vere. I tifosi sono il bene più grande di questa città e li porterò nel mio cuore per tutta la vita. Molti altri li ho già dimenticati...

Non mi dilungo oltre perché so che rischierei di essere monotono e saluto lo splendido pubblico “pagante” del PalaWhirpool con tanta stima e profondo affetto. Ho versato tante lacrime sia di gioia che di dolore su parquet di Masnago ma ho la certezza che ne sia valsa la pena.

Un giorno forse ritornerò a vedere una partita di basket e sono

convinto che vi ritroverò tutti lì a tifare la nostra squadra del cuore come sempre; per motivi miei personali devo però ancora digerire alcuni atteggiamenti che mi hanno ferito ma sono convinto che il tempo come al solito sarà un buon medico.

Per il momento preferisco tifare la nostra squadra da dietro le quinte. Grazie a tutti voi. Con affetto e profonda stima

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Bah !!!! :rolleyes::D

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E' vero, con lui negli anni abbiamo avuto delle "divergenze parallele " :rolleyes: che ci hanno permesso, coltivandole, di capire che dietro la figura di un presidente si celasse anche una persona ben disposta al dialogo.

Sinceramente farebbe piacere rivederlo tifare Varese al Palaignis...

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E' vero, con lui negli anni abbiamo avuto delle "divergenze parallele " :D che ci hanno permesso, coltivandole, di capire che dietro la figura di un presidente si celasse anche una persona ben disposta al dialogo.

Sinceramente farebbe piacere rivederlo tifare Varese al Palaignis...

Non avendo ricevuto mai contestazioni pubbliche ( o non avendole viste nel caso del "Magnano Go Home" bis :rolleyes: ) fatico a capire cosa lo tenga lontano dal palazzetto.

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