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CINA, BIRMANIA e il blocco dell'esportazione ...


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La turbocapitalista Cina e la dittatura birmana a braccetto nella costruzione della diga che sommergerà decine di villaggi Karen e Karenni.

CINESI E BIRMANI COSTRUISCONO UNA NUOVA DIGA NELL' EST DEL MYANMAR: DECINE DI VILLAGGI KAREN E KARENNI VERRANNO SOMMERSI. SFRATTATI GLI SPIRITI GUARDIANI. 19 GIUGNO Decine di villaggi Karen e Karenni, abitati da circa 3.500 persone, verranno sommersi in seguito alla costruzione di una nuova diga sulle Pyinmana Hills, 26 miglia a est della nuova capitale birmana, Naypyidaw . La diga, costruita con capitali cinesi, verrà ultimata nel dicembre 2009, e fornirà energia elettrica per 140 megawatt. "Unione delle Donne Karenni (gruppo etnico strettamente imparentato con i Karen) ha denunciato le violenze e i soprusi compiuti dallesercito birmano dislocato nell'area della costruzione: diversi villaggi sono stati rastrellati e numerosi giovani sono stati catturati per essere sottoposti a lavoro forzato. Le popolazioni dell'area ricordano la costruzione di unaltra grande diga, risalente al 1964: in quelloccasione ben 114 villaggi vennero sommersi dalle acque, e decine di migliaia di civili furono costretti a rifugiarsi in Thailandia. In quella fuga furono coinvolti anche i Karen Padaung, le cui "donne giraffa" vivono oggi in artificiali villaggi, esposte alla curiosità dei turisti. Mu Kayan, dell'Unione delle Donne Karenni ha dichiarato: "40 anni fa il nostro popolo perse il suo territorio sacro per dare energia elettrica a Rangoon. Oggi di nuovo, le dimore dei nostri Spiriti Guardiani verranno spazzate via per illuminare Naypyidaw." Questa diga, di proprietà della Yunnan Machinery and Export Co. Ltd., è una delle 24 costruite da compagnie cinesi in Birmania. Il Turbocapitalismo di stato cinese in nulla si differenzia da quello delle grandi multinazionali occidentali, protette e incoraggiate da paesi sedicenti democratici: la Terra degli Avi, gli Spiriti Guardiani, il Signore delle Foreste, cosa sono per i sacerdoti del Monoteismo del Mercato ?

La giunta birmana rilancia la vendita dei rubini insanguinati. Del resto più “rubini” di così...

Nell'ex Birmania messa in ginocchio dalla furia del ciclone 'Nargis', la giunta militare torna per undici giorni a dedicarsi all'attività più lucrosa per le sue casse: la vendita di pietre preziose. Ad annunciare l'apertura di un'imponente asta di rubini, giade e altre gemme, da oggi fino al 4 luglio, è stato il quotidiano filo-governativo 'New Light of Myanmar. Nonostante l'embargo teoricamente in vigore, e mentre gli operatori umanitari ancora faticano a ottenere i visti per accedere alle aree più disastrate nella regione del delta dell'Irrawaddy, è tornato a vivere il cuore economico della vecchia capitale Yangon, già Rangoon: pur con edifici ridotti a macerie e decine di alberi sradicati ai lati delle strade, il centro cittadino è affollato di acquirenti, giunti numerosi dal resto del Paese asiatico, e dall'estero. I vertici del regime militare hanno stimato che ci vorranno almeno 10,7 miliardi di dollari per la ricostruzione, ma non hanno ritenuto opportuno comunicare se il ricavato dell'asta di preziosi servirà ad assistere i quasi due milioni e mezzo tra sfollati e senzatetto che, secondo l'Onu, necessitano di aiuti immediati. Da anni la comunità internazionale, con in testa Unione Europea e Stati Uniti, e le organizzazioni per i diritti umani invitano compratori ed estimatori a boicottare le aste dei 'rubini insanguinati' birmani. Dall'ottobre 2007, dopo la brutale repressione delle proteste dei monaci buddhisti, la Ue e Washington hanno inasprito le sanzioni economiche contro la giunta, e bloccato le importazioni di pietre preziose, metalli e legname pregiati dal Myanmar. L'ultima vendita di oltre 7.700 lotti di pietre preziose, risalente allo scorso marzo, ha fruttato ai generali birmani l'equivalente di oltre 100 milioni di euro.

Obbligo di festeggiare le Olimpiadi per gli Uyguri, pena l'arresto e la tortura

Il governo filo-cinese dello Xinjiang, la regione autonoma occidentale abitata dalla minoranza musulmana e turcofona degli uyguri, ha ordinato la demolizione di una moschea perché i responsabili di quest'ultima si erano rifiutati di pubblicizzare gli imminenti Giochi Olimpici Estivi di Pechino 2008, mediante l'affissione di cartelli propagandistici: lo ha denunciato il portavoce del Congresso Mondiale Uyguro, Dilxat Raxit. In un messaggio spedito per posta elettronica, Raxit afferma che sono state confiscate tutte le copie del Corano custodite nella moschea, situata nei pressi della località di Aksu, nella contea di Kalpin. "Decine di persone sono state arrestate, e gli uyguri detenuti sono stati sottoposti a torture", ha accusato il portavoce. "La Cina sta costringendo le moschee del Turkestan Orientale a reclamizzare l'Olimpiade di Pechino, così da indurre gli uyguri ad appoggiare i Giochi. Loro però hanno opposto resistenza", ha aggiunto Raxit, servendosi della vecchia denominazione dell'area, oggi regione autonoma, risalente alla prima metà del '900, quando in due occasioni conobbe un'effimera indipendenza, conclusa nel 1949 con l'occupazione da parte dell'Esercito Popolare di Liberazione: una vicenda molto simile a quella del Tibet, e concomitante. Il portavoce uyguro ha spiegato che la moschea fatta demolire di recente era stata restaurata nel '98: le autorità hanno però bocciato a posteriori i lavori come illegali, e hanno inoltre imputato ai suoi titolari di immagazzinare clandestinamente volumi del Corano e di svolgere attività religiose illecite. Il regime della Repubblica Popolare, che considera lo Xinjiang-Turkestan parte integrante del proprio territorio al pari del Tibet e di Taiwan, sostiene che gli indipendentisti uyguri siano alleati di 'al-Qaeda', i cui militanti si servirebbero del terrorismo per condurre una campagna secessionistica; la comunità turcofona conta otto milioni di persone, ma risente sempre di più dello strapotere economico e del predominio culturale degli immigrati han, principale etnia cinese. La regione, oltre che di grande importanza strategica, è ricchissima di giacimenti d'idrocarburi. La torcia che simboleggia i Giochi di Pechino l'aveva attraversata la settimana scorsa, ma con un imponente dispiegamento di misure di sicurezza; agli abitanti, tranne pochi seguaci del regime accuratamente selezionati, era stato proibito assistere al passaggio della staffetta olimpica, e anche i giornalisti stranieri avevano dovuto subire pesanti restrizioni e divieti nel seguire l'evento: ancora una volta, proprio come in Tibet.

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  • 3 weeks later...

Meno smog per vendere fumo

Grazie alle Olimpiadi in Cina per qualche settimana un po' meno schiavitù al lavoro e tasso d'inquinamento truccato

Il governo cinese ha chiesto alle compagnie di Pechino di ridurre gli orari di lavoro a partire dalla prossima settimana per ridurre l'inquinamento e il traffico in vista dell'inizio dei Giochi Olimpici. Il provvedimento fa parte di una serie di misure che entreranno in vigore a partire dal 20 luglio e che includono l'inaugurazione di nuove linee della metro e il divieto di circolazione per almeno un milione dei tre milioni di autovetture che ogni giorno affollano le strade della capitale cinese. L'inquinamento dell'aria resta uno dei principali ostacoli in vista delle Olimpiadi, che si terranno dall'8 al 24 agosto, malgrado la città abbia speso circa 20 miliardi di dollari per migliorare le condizioni ambientali.

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Il paradiso dei lavoratori

Cina: scontri tra forze dell'ordine e migranti precari

Centinaia di lavoratori si sono scontrati con la polizia a Kanmen nella provincia cinese del Zhejiang la scorsa settimana. Lo ha confermato l'agenzia governativa Nuova Cina. Lo scontro, che ha provocato il ferimento di tre poliziotti, è scaturito da un conflitto tra la polizia e un lavoratore immigrato dalla provincia del Sichuan. Zhang Zhongfu, questo il nome dell'uomo, si era presentato nell'ufficio di polizia locale per chiedere la registrazione temporanea necessaria per lavorare, ma senza carta d'identità. "Ho discusso con i poliziotti, che mi hanno in seguito colpito alla testa", ha dichiarato Zhang. Diversa la versione delle forze dell'ordine, secondo le quali l'uomo si sarebbe ferito sbattendo la testa contro il muro perché ubriaco. Le proteste in difesa di Zhang da parte di centinaia di altri lavoratori, che avrebbero lanciato pietre e dato fuoco a motociclette e automobili, hanno portato all'arresto di 23 persone (30 secondo l'organizzazione Center for human rights and democracy di Hong Kong, che ieri aveva anticipato la notizia). Dopo il rilascio di 22, tra i quali Zhang, la situazione sarebbe tornata alla normalità. In Cina il problema dei lavoratori che migrano dalle aree rurali negli agglomerati urbani è al centro dell'agenda del governo. Gli "immigrati interni", decine di milioni, non godono dei servizi offerti ai residenti, non hanno status legale e sono facilmente vittime di soprusi.

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In cosa differiscono le Olimpiadi 2008 di Pechino dalle edizioni che le hanno precedute in altri Paesi? Nel fatto che nessun altro governo è stato tanto bramoso di usare i Giochi per accrescere la sua legittimazione sulla scena internazionale. Il successo delle Olimpiadi sancirà l'aumento del prestigio nazionale, ma servirà solo a rendere più forte l’autoritarismo. Questo genera una certa «ironia»: i Giochi saranno un evento che simboleggia la pace internazionale, ma che allo stesso tempo incentiva un crescente nazionalismo. Oggi il governo continua a chiedere sacrifici alla maggioranza della sua popolazione, ma non più in cambio della futura società comunista. Il nuovo obiettivo è il nazionalismo e il prestigio sullo scacchiere internazionale.

Il problema è che questo desiderio è essenzialmente un'aspirazione delle élite. Al contrario, la maggioranza della gente, specialmente nelle campagne, è ancora schiacciata da povertà, malattie e insicurezza economica. La gloria cinese trasmessa in mondovisione non rispecchia la miseria di milioni di contadini che non vedono progressi per il loro futuro.

Finora quello a cui abbiamo assistito sono gli stipendi da fame pagati ai lavoratori migranti dei cantieri olimpici e le continue requisizioni di terre per le nuove costruzioni, compiute senza versare adeguati risarcimenti agli espropriati. Questi non sono né i primi, né gli ultimi esempi di come il governo faccia pagare ai più miserabili la sua operazione di cosmesi.

Ogni fortuna generata dall'imminente galà internazionale finirà solo nelle mani delle élite urbane cinesi, le più ricche di sempre. Quando i nuovi scintillanti edifici e i cieli (temporaneamente) limpidi di Pechino verranno mostrati al mondo durante i Giochi, non dimentichiamoci che sono stati costruiti su una piramide di sacrifici, compiuti da persone che non potranno neppure assistere all'evento.

Purtroppo, c’è poca speranza che i Giochi di Pechino spingano la Cina verso il modello di società aperta. La sua modernità, in mostra ad agosto, è in diretto contrasto con i metodi antiquati di governare del Partito comunista cinese. Per mantenere la sua versione di verità sempre più distorta, il governo ha dovuto utilizzare la censura e la sistematica introduzione della «perdita della memoria collettiva». L’entusiasmo di milioni di telespettatori cinesi, attratti dai Giochi, cancellerà l’oscuro ricordo della repressione di piazza Tienanmen? Nessuno ne ha certezza, ma il governo cinese pensa apparentemente di poter raggiungere questo obiettivo di «amnesia collettiva». Questo spiega perché l'esecutivo si è fissato con le Olimpiadi 2008. Utilizzare i Giochi come strumento di propaganda può servire al governo a migliorare la propria immagine solo sul breve periodo, ma aiuterà molto poco a risolvere i reali problemi sul lungo periodo.

Dopo 50 anni di una politica caratterizzata da grandi inversioni di marcia, il Partito comunista cinese non ha fornito nessun tipo di uguaglianza, né adeguati programmi sociali su educazione, sanità pubblica e stabilità economica. Infinite promesse alla popolazione rurale sono state fatte e dimenticate, e il suo duro lavoro, alla fine, è stato dirottato nella costruzione di industrie e moderne città. I fondi governativi sono serviti a edificare complessi sportivi all'avanguardia, teatri dell'Opera, firewall di Internet, ma non a costruire strade nei villaggi più poveri o ad evitare le forti disparità sociali. Soprattutto, non ci sono stati progressi nelle libertà civili, unico modo di affrontare in maniera aperta ed equilibrata la questione delle ingiustizie.

A Deng Xiaoping è stato attribuito il credito dello smantellamento delle politiche di Mao, ma è anche sua l'intrinseca e ingiusta idea di permettere alle élite di prosperare attraverso l'espansione economica. Da allora, il suo «principio di ingiustizia» è stato affermato in maniera vigilata. Il risultato è che il governo cinese fa sempre più affidamento a poteri coercitivi per tenere a bada il malcontento e allo stesso tempo aumenta la sua dipendenza a tattici rattoppi cosmetici. Come ospitare le Olimpiadi.

Tratto da "il Giornale"

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OLIMPIADI: PECHINO CITTA' QUASI 'MILITARIZZATA' TRA REGOLE E DIVIETI

(ASCA) - Roma, 15 lug - Pechino: una citta' quasi 'militarizzata' che lotta contro lo smog e contro possibili 'fuori programma' che potrebbero spingere le Olimpiadi in un vortice difficile da controllare per lo stesso governo cinese. Per evitare qualsiasi tipo di imprevisto la capitale dell'ex Impero celeste si prepara a dispiegare oltre 100 mila tra poliziotti e soldati e 600 mila volontari civili che verranno impegnati nel controllo capillare della citta'.

Il Comitato organizzatore delle Olimpiadi (Bocog), che ha dettato ieri 22 nuove regole per chi vuole assistere alle Olimpiadi, o anche soltanto vivere a Pechino nei prossimi 2 mesi, ha fatto luce sul comportamento ideale del 'buon spettatore'.

Secondo quanto riportato dall'agenzia Asia News, e' proibito durante le Olimpiadi lavorare prima delle ore 9 a ditte, negozi e altri enti di Pechino; vietato distribuire agli eventi sportivi (senza specifica autorizzazione) volantini o striscioni di carattere pubblicitario, commerciale, ambientale, animalista, politico, militare, religioso e a favore dei diritti umani.

Per quanto riguarda le bandiere e gli striscioni sportivi dovranno essere larghi non piu' di 2 metri per 1, anche se e' preferibile che non ci siano per evitare ''un ambiente'' poco sereno ''per tutti gli atleti'', ha spiegato Huang Keying, funzionario del Bocog.

Huang ha giustificato tutto questo aggiungendo che non c'e' nulla di strano visto che regole identiche sono state emesse sia ai Giochi di Sidney che a quelli di Atene. Secondo gli esperti tutte queste regole sono in realta' volute da Pechino per cercare in tutti i modi di evitare scritte o simboli di protesta, richieste di democrazia, e dichiarazioni a sostegno alla causa tibetana.

Nella lista pubblicata dagli organizzatori c'e' inoltre il divieto di correre nudi o mostrarsi ubriachi. Proibite anche le riunioni e le dimostrazioni mentre sara' permesso portare ombrelli, che spesso in simili competizioni sono vietati per paura di usi ''impropri''.

Chi, poi, trasgredendo i divieti causa ''conseguenze gravi o proteste sociali'' commette un delitto, punito fino a 5 anni di carcere.

Per quanto riguarda lo smog, per diminuire il traffico, dal 20 luglio al 20 settembre i grandi negozi del centro dovranno aprire e chiudere un'ora piu' tardi. Per pulire l'aria e diminuire gli ingorghi il governo municipale ha sospeso inoltre centinaia di migliaia di opere in corso; chiuso le industrie rumorose e inquinanti; rispedito a casa migliaia di migranti e controllato i carichi di materiali edili.

red

OLIMPIADI: PECHINO, PIANO SICUREZZA CREA ENORMI INGORGHI STRADALI

(ASCA-AFP) - Pechino, 16 lug - Enormi ingorghi stradali e lunghe attese per gli automobilisti che in questi giorni cercano di entrare nella capitale cinese. Il piano di sicurezza approntato per le Olimpiadi e' partito ieri con l'installazione di centinaia di posti di blocco gestiti da poliziotti armati sulle strade che portano a Pechino. Il governo, secondo quanto riportato dal quotidiano Pechino News, ha chiesto alla popolazione di mostrare tutta la pazienza necessaria durante i controlli che dureranno fino al periodo dei Giochi, dall'8 al 24 agosto e per le Paraolimpiadi del 6-17 settembre.

Ieri, secondo quanto riferisce il giornale, almeno sei delle principali arterie della citta' erano intasate dal traffico con code che arrivavano fino a due chilometri.

red/uda

Olimpiadi: smantellati 12 gruppi terroristici

Ogni auto che entra a Pechino sarà controllata

PECHINO (16 luglio) - Nei primi sei mesi dell'anno la polizia cinese ha smantellato 12 gruppi di terroristi islamici e 41 campi di addestramento alla guerriglia nella regione autonoma del Xinjiang. L'ha affermato in una conferenza stampa Huang Sanping, vicecapo del partito della città di Kashgar. Il dirigente comunista ha spiegato che si trattava di gruppi affiliati al Movimento Islamico del Turkestan Orientale e a un altro gruppo estremista chiamato Hizb-e Tahir. Le autorità cinesi hanno più volte affermato negli ultimi mesi che gli estremisti della minoranza etnica degli uighuri, di religione islamica, stanno preparando attentati per «sabotare» le Olimpiadi. Esuli uighuri rispondono che si tratta di invenzioni volte a giustificare un inasprimento della repressione contro gli uighuri, che sono circa il 45 per cento dei venti milioni di abitani della regione.

Controlli serrati su ogni veicolo. Ogni veicolo che entra a Pechino, secondo quanto scrive il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, da oggi deve passare attraverso i centinaia di checkpoint che la capitale cinese ha disposto per tutto il perimetro dei tre anelli interni (Pechino si estende su sei anelli concentrici da piazza Tiananmen). Le speciali misure di sicurezza fanno parte del piano messo a punto dal governo per prevenire attacchi terroristici e interferenze di ogni genere che possano disturbare lo svolgimento delle Olimpiadi. Ogni veicolo è accuratamente ispezionato con dispositivi elettronici e cani poliziotto; i pullman devono fare marcia indietro qualora un solo passeggero sia sprovvisto di documento d'identità. «I controlli sono severi, ma è garantita la massima gentilezza», hanno dichiarato le autorità locali. Nuove forze dell'ordine sono state inviate a vigilare su 110 hotel, oltre 2mila siti sportivi e in tutto il villaggio olimpico.

Pechino 2008, bandiere vietate

"No anche a striscioni e opuscoli"

Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Pechino ha diffuso le regole di ingresso alle strutture che ospiteranno le gare dei Giochi: severamente vietati striscioni e bandiere. "Neanche uno striscione con scritto 'Go China' sarà accettato", specifica l'agenzia di stampa Nuova Cina. Vietati anche libri e opuscoli di contenuto "commerciale, religioso, politico, militare, relativo ai diritti umani, all'ambiente o alla difesa degli animali".

Le regole, che gli organizzatori di Pechino hanno detto essere "quasi uguali a quelle per le Olimpiadi di Atene e Sidney", vietano striscioni e bandiere più grandi di due metri per uno, anche se le autorità cinesi hanno detto che preferirebbero non venissero esposti del tutto, anche i più piccoli.

"Vi suggeriamo di non portare striscioni di alcun tipo ai Giochi perché dobbiamo creare un ambiente di fair play per gli atleti provenienti dagli altri Paesi", ha detto la vicedirettrice della divisione per i servizi agli spettatori del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Pechino. "Il tipo di striscioni con la scritta 'Forza Cina' sarebbe scorretto nei confronti degli atleti stranieri".

Le regole vietano soprattutto le bandiere di paesi che non partecipano alle Olimpiadi o alle Paraolimpiadi, tra cui la bandiera di Taiwan e del Tibet. Inoltre sarà bandita in Cina ogni tipo di manifestazione politica, religiosa e di propaganda razziale in qualsiasi luogo di gara e nelle altre aree".

Sarà vietato, inoltre, scattare foto utilizzando il flash, mentre telecamere e registratori saranno completamente banditi dai siti di gara ad esclusione delle sole tv accreditate. Fuori dagli stadi dovranno restare anche bottigliette e lattine, strumenti musicali e accendini. Via libera agli ombrelli per ripararsi dal sole.

Gli organizzatori hanno stilato in tutto 26 tra norme e divieti riassunti nello slogan "Buoni costumi per Giochi di successo" e pubblicati su un relativo manuale già rinominato "libretto rosso".

Sarà ovviamente proibito inveire contro gli arbitri, gli atleti e altro personale, non sarà tollerato nessun tipo di scommessa, sit-in o dimostrazione. Vietato anche ubriacarsi, denudarsi o svolgere qualunque attività che ostacoli i Giochi o sia considerato illegale dalla legge cinese.

Un dirigente del Bocog, il comitato organizzatore, ha dichiarato che le regole "sono completamente in linea con la carta olimpica e che sono state pensate per garantire l'ordine e la sicurezza dentro gli stadi".

Barzellettieri olimpici...

Hybris...CHE LA VENDETTA DEGLI DEI SIA TREMENDA!!!!

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Quindi Ale?

Vuoi più cooerenza, tra cio che diciamo e quello che facciamo?

Vuoi boicottare la Cina?

Da che mondo è mondo è il Dio denaro il reale potere che governa la terra ...... purtroppo :sick::angry::lol:

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Vuoi più cooerenza, tra cio che diciamo e quello che facciamo?

Non sarebbe affatto male.

Vuoi boicottare la Cina?

Sarebbe sufficiente costringere la Cina ad adeguarsi al resto del mondo e non il contrario.

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Sarebbe sufficiente costringere la Cina ad adeguarsi al resto del mondo e non il contrario.

Robetta da niente .....

Sia ben chiaro che la penso come te, ma trovo questo concetto alquanto utopistico.

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La peculiarità della Cina è insita nell sua crescita anabolizzata.

E' stata completamente saltata infatti la fase "buona" del capitalismo come strumento di crescita per tutti, anche per le masse e le campagne, per arrivare direttamente a quella delle grandi disparità che è la medesima in cui ci troviamo noi.

Cosa dire: mi auguro che piova a dirotto per tutta la durata dei giochi.

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La peculiarità della Cina è insita nell sua crescita anabolizzata.

E' stata completamente saltata infatti la fase "buona" del capitalismo come strumento di crescita per tutti, anche per le masse e le campagne, per arrivare direttamente a quella delle grandi disparità che è la medesima in cui ci troviamo noi.

Cosa dire: mi auguro che piova a dirotto per tutta la durata dei giochi.

scommetterei sul sole che spacca, e non per fare il bastian contrario...

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La peculiarità della Cina è insita nell sua crescita anabolizzata.

E' stata completamente saltata infatti la fase "buona" del capitalismo come strumento di crescita per tutti, anche per le masse e le campagne, per arrivare direttamente a quella delle grandi disparità che è la medesima in cui ci troviamo noi.

Cosa dire: mi auguro che piova a dirotto per tutta la durata dei giochi.

Quali giochi ???

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  • 2 weeks later...

Cina, denunciò "scuole di cartapesta": docente condannato ai lavori forzati.

di Orlando Sacchelli

Pechino - In Cina non è ammessa critica nei confronti di chi detiene il potere. Niente di nuovo, tutto arcinoto. Per questo non stupisce più di tanto che un insegnante per alcune proteste sia stato condannato a un anno di lavori forzati. La sua colpa? Ha osato denunciare le carenze strutturali delle scuole che erano crollate nel terremoto del 12 maggio. A renderlo noto è l’organizzazione per i diritti umani "Human Rights in China". Il nome dello sfortunato professore è Liu Shaokun. Subito dopo il sisma fotografò e pubblicò su internet (colpa imperdonabile per il regime di Pechino) le immagini di alcune scuole distrutte dal sisma che aveva colpito il Sichuan. Per questo è stato ritenuto colpevole di aver "diffuso insinuazioni e distrutto l’ordine sociale".

Ricorso impossibile. La condanna alla rieducazione è arrivata immediata senza neanche dare la possibilità al professore di potersi difendere e fare ricorso. Liu è stato imprigionato il 25 giugno scorso. Nel terremoto del 12 maggio sono morte più di 87mila persone. Moltissime vittime erano bambini rimasti intrappolati nelle scuole. Almeno 6.900 edifici scolastici crollati.

Verità troppo scomode. L’alta percentuale di scuole distrutte rispetto agli altri edifici ha scatenato la rabbia dei genitori delle vittime, che accusano le autorità di corruzione e di aver usato materiali scadenti. La prova al 100% non c'è. Ma quando i media locali hanno iniziato ad occuparsi dello scandalo subito dopo, stranamente, è calato il silenzio. Con le Olimpiadi alle porte non si poteva di certo disturbare il manovratore. Molto più semplice risolvere tutto tappando la bocca al professor Liu.

E in Cina si vende la copia della «Cera» invisibile ai test

di Redazione

Più che «Cera» ce n’è. Ce ne sono almeno due: una prodotta ufficialmente dalla Roche, la casa farmaceutica svizzera che produce l’epo di terza generazione, la Cera appunto, acronimo di «Continuous erythropoyetin receptor activator», attivatore continuo dei recettori dell’eritropoietina. Questo prodotto ha messo in pratica spalle al muro Riccardo Riccò, grazie ad una molecola «spia», un tracciate, che la Roche ha messo nel farmaco in collaborazione con la Wada, l’agenzia mondiale dell’antidoping.

Però ce ne sarebbe un’altra. Uguale, una copia esatta di quella prodotta diciamo ufficialmente e che avrebbe però la «non-tracciabilità». Da dove arriva? Guarda caso dove si svolgeranno i prossimo Giochi olimpici: in Cina :P . (ma dai.....................?)

Nel più perfetto stile orientale, hanno copiato anche questo ultimo ritrovato della farmacologia dopante. È la copia esatta della Cera, e si acquisterebbe al mercato nero, con la garanzia di non correre nessun rischio, visto e considerato che in questa copia non esisterebbe nessuna molecola «spia».

«Al Tour ho fatto un sacco di controlli: due sono risultati positivi, ma tutti avrebbero dovuto esserlo. Evidentemente il metodo non è buono al 100 per cento perché il prodotto dura un mese», ha dichiarato ieri il corridore modenese.

La spiegazione potrebbe essere proprio questa. C’è «Cera» e cera. Una con la molecola «spia», l’altra per così dire sicura. Che il modenese abbia fatto ricorso ad entrambe?

Scommetto che gli atleti cinesi sono tutti purissimi, scommetto che non ne verrà beccato uno che si a uno all'antidoping... d'altronde è noto che la Cina rispetti doviziosamente le regole, in qualsiasi campo.................

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E in Cina si vende la copia della «Cera» invisibile ai test

di Redazione

Più che «Cera» ce n’è. Ce ne sono almeno due: una prodotta ufficialmente dalla Roche, la casa farmaceutica svizzera che produce l’epo di terza generazione, la Cera appunto, acronimo di «Continuous erythropoyetin receptor activator», attivatore continuo dei recettori dell’eritropoietina. Questo prodotto ha messo in pratica spalle al muro Riccardo Riccò, grazie ad una molecola «spia», un tracciate, che la Roche ha messo nel farmaco in collaborazione con la Wada, l’agenzia mondiale dell’antidoping.

Però ce ne sarebbe un’altra. Uguale, una copia esatta di quella prodotta diciamo ufficialmente e che avrebbe però la «non-tracciabilità». Da dove arriva? Guarda caso dove si svolgeranno i prossimo Giochi olimpici: in Cina :P . (ma dai.....................?)

Nel più perfetto stile orientale, hanno copiato anche questo ultimo ritrovato della farmacologia dopante. È la copia esatta della Cera, e si acquisterebbe al mercato nero, con la garanzia di non correre nessun rischio, visto e considerato che in questa copia non esisterebbe nessuna molecola «spia».

«Al Tour ho fatto un sacco di controlli: due sono risultati positivi, ma tutti avrebbero dovuto esserlo. Evidentemente il metodo non è buono al 100 per cento perché il prodotto dura un mese», ha dichiarato ieri il corridore modenese.

La spiegazione potrebbe essere proprio questa. C’è «Cera» e cera. Una con la molecola «spia», l’altra per così dire sicura. Che il modenese abbia fatto ricorso ad entrambe?

Scommetto che gli atleti cinesi sono tutti purissimi, scommetto che non ne verrà beccato uno che si a uno all'antidoping... d'altronde è noto che la Cina rispetti doviziosamente le regole, in qualsiasi campo.................

In fatto di doping chi è senza peccato scagli la prima pietra ......

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www.ilgiornale.it

Noi, spettatori pavidi da Berlino 1936 a Pechino 2008

giovedì 31 luglio 2008

> Davvero: bello schifo di Olimpiadi che ci aspetta. Internet, in Cina,

> rimane censurata anche per i giornalisti occidentali: non puoi neppure

> accedere al sito di Amnesty international, per dire, o fare una chiave

> di ricerca digitando «Tienanmen» senza che arrivi la Netpolice a

> chiederti spiegazioni. I cronisti sono precettati. Il Tibet rimane

> blindato. Il Dalai Lama pure. C´è uno smog tipo Londra di fine ´800

> (anche se lunedì le autorità hanno comicamente annunciato che era

> andato tutto a posto, le polveri erano scese di sette volte in una

> notte: avranno arrestato anche quelle) e per gli atleti si prepara il

> contrappasso delle Olimpiadi di Messico ´68, quando sugli altopiani l´

> aria rarefatta favorì record su record: a Pechino c´è chi ha proposto

> di gareggiare con le bombole, o col berretto dei minatori per vedere

> almeno il traguardo. Gli unici che si battono il petto sono coloro che

> per risolvere un problema semplicemente lo negano: i cinesi, pronti a

> fare incetta di medaglie o perlomeno, gli andasse male, a copiarle.

> Morale: abbiamo i danni sportivi e le beffe umanitarie, ed è un´

> occasione persa per tutti. Spiace dirlo: è persa anche per un governo,

> il nostro, che sulla questione tibetana e sui diritti civili ha

> mostrato un profilo neppure pilatesco, neppure ascrivibile alla nenia

> della santissima realpolitik: siamo tornati una repubblica marinara di

> modesto cabotaggio mercantile, come se ministero degli Esteri e

> ministero del Commercio estero fossero la stessa cosa, come se in epoca

> di celeberrima globalizzazione (anche della politica estera, anche

> della realpolitik) tutto non dipendesse da tutto, e di diritti umani,

> di sanzioni, di boicottaggi, si potesse ufficialmente parlare solo in

> certe zone del mondo. Esportare la democrazia? In Cina, per intanto,

> hanno importato noi: ma hanno lasciato fuori dalla porta i nostri

> stupidi bagagli occidentali, ciarpame rimediato dopo un paio di

> rivoluzioni in Francia e in America.

> L´avevamo previsto, e non è che ci volesse una palla di vetro: per il

> Tibet, in concreto, non si è fatto nulla o ci si è limitati a spiegare

> ciò che non andava fatto: boicottare le Olimpiadi, per esempio. Il

> sommovimento pro-Tibet per una volta era mondiale, e certo, c´era la

> stridente pretesa che maratoneti e nuotatori affrontassero moralmente

> ciò che un organismo come l´Onu ha sempre disertato politicamente: ma

> era qualcosa, anzi era molto. Per la prima volta nella Storia, forse, l´

> idea di boicottare una manifestazione sportiva sarebbe apparsa

> ecumenica, normale, per niente estremista, uno strumento formidabile

> per propagandare la democrazia e i diritti umani (non vendibili

> separatamente) come forche caudine non solo di un presunto progresso

> umano, ma anche di ogni futuribile import-export. Non era e non sarebbe

> stata una campagna mirante in particolare a dividere, come piace dalle

> nostre parti: solo a ridurre il danno, unendo laici e cattolici, destra

> e sinistra, idealisti e importatori tessili.

> Invece? Invece lo schifo che ci aspetta. Hanno vinto i cinesi e

> probabilmente non hanno mai avuto dubbi su questo: la Cina del resto se

> ne fotte. Sempre. Ha firmato la dichiarazione universale dei diritti

> umani, il Patto per i diritti civili e politici, la Convenzione contro

> la tortura del 1988, la Convenzione sui diritti dell´infanzia del 1992,

> e se ne fotte della proprietà industriale, dell´inquinamento, dei

> diritti sindacali, dei diritti umani anche basici, della libertà

> religiosa, della democrazia, del Parlamento Europeo, di tutto. I cinesi

> sanno che gli Usa non possono rinunciare ai prodotti cinesi a basso

> costo e sanno che gli investitori cinesi se sparissero farebbero

> tracollare il Paese; mentre l´Europa, manco a dirlo, ha nella Cina il

> principale partner commerciale. È proprio per questo che il

> boicottaggio delle Olimpiadi era perfetto con tutti i suoi limiti: era

> un fronte simbolico, apolitico, l´ultima illusione che la politica

> potesse primeggiare su quello che Giulio Tremonti chiamerebbe

> mercatismo, e noi pure. Boicottare le Olimpiadi non era il minimo che

> si potesse fare: era il massimo.

> Grandi personalità politiche mondiali perlomeno si sono espresse,

> qualcuna ha disertato o ha mandato un messaggio forte. Noi? Franco

> Frattini prima ha detto che non avrebbe incontrato il Dalai Lama per

> non provocare «gli amici cinesi»: questo nonostante gli Usa avessero

> decorato il Dalai Lama con la medaglia d´oro del Congresso, già imitati

> da Canada, Austria e persino da quella Germania che è il primo Paese

> europeo per interscambio con la Cina. Frattini, poi, resistendo a

> qualche pressione interna (in An e nei Riformatori liberali) ha detto

> che «boicottare le Olimpiadi è inaccettabile», sicché ha spedito in

> Cina un sottosegretario salvo apprendere che alle Olimpiadi,

> controvoglia, forse dovrà andarci lui. Controvoglia: anzitutto perché

> aveva in programma le ferie, in secondo luogo perché le sue attenzioni

> sono proiettate sul rinsaldare l´asse dell´Atlantismo: anche se intanto

> eravamo membri non permanenti del Consiglio di sicurezza dell´Onu, di

> fatto, e non permanenti restiamo; anche se intanto l´impegno di

> aumentare il nostro impegno militare in Afghanistan è davvero tutto da

> verificare; anche se Barack Obama, di passaggio in Europa, è andato in

> Francia e Germania e Inghilterra ma non da noi. Ora: dire che gli Usa

> ci trattino con sufficienza forse è troppo, ma che i cinesi cerchino

> regolarmente di dettarci l´agenda diplomatica e che minaccino

> regolarmente ritorsioni commerciali (vedi Dalai Lama) è semplicemente

> la verità. Noi abbassiamo la testa e accettiamo. Per consolarci, nei

> convegni, ci raccontiamo la balla (balla storica e politica) che l´

> evoluzione del mercato cinese possa portare alla democrazia, ossia che

> alle libertà economiche possano equivalere quelle politiche. A Pechino,

> viceversa, vedono la democrazia giusto come un rischio per la crescita

> economica. Hanno bisogno di altro. Di noi, per esempio: spettatori

> pavidi, dopo Berlino 1936, di Pechino 2008.

Filippo Facci

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La Cina a Bush: "Non si occupi dei nostri affari"

di Redazione

Pechino - Puntuale come un orologio svizzero è arrivata la risposta di Pechino alle dichiarazioni di Bush, che ieri aveva espresso "profonda preoccupazione" per la situazione dei diritti in Cina. Le autorità locali hanno ribadito con forza che nessuno dovrebbe interferire in affari interni di paesi terzi. Il portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang ha sottolineato che la Cina e gli Stati Uniti hanno punti di vista divergenti sui diritti umani e le questioni religiose, ma ha aggiunto che Pechino si oppone fermamente "ad ogni parola o atto" utilizzato per interferire negli affari interni di altri paesi.

La linea di Washington Dopo le tappe in Corea del Sud e Thailandia, dove ha pronunciato un nuovo discorso contro la situazione dei diritti umani e delle libertà religiose nella Repubblica Popolare, George W. Bush è partito alla volta di Pechino: domani vi assisterà come previsto alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici 2008. Prima di lasciare la capitale thailandese, il presidente americano ha tenuto inoltre a ricordare come gli Stati Uniti esigano dalle autorità cinesi un maggiore impegno sullo scenario politico internazionale. "Alla Cina stiamo facendo presente che essere una potenza economica globale comporta anche il dovere di agire responsabilmente su questioni che vanno dall’energia all’ambiente, fino allo sviluppo in aree come l’Africa. Alla fine dei conti", ha osservato ancora Bush, "solo la Cina può decidere quale percorso seguire. Noi, l’America, e i nostri partner siamo realisti, preparati a qualsiasi possibilità": un inciso venato di polemica, corretto però da una puntualizzazione.

Bush ottimista sul futuro "Io sono ottimista sul futuro cinese", ha infatti proseguito il capo della Casa Bianca. In precedenza Bush aveva osservato che "i giovani cresciuti con la libertà di scambiare beni alla fine chiederanno anche la libertà di scambiare idee, specialmente attraverso un Internet senza restrizioni": altra allusione critica, dopo la censura sui siti on-line sensibili varata dal regime malgrado gli impegni presi a suo tempo a tutela del lavoro dei giornalisti stranieri, e soltanto in parte poi revocata.

"Il cambiamento in Cina arriverà" Il presidente degli Stati Uniti ha detto che alla fine "il cambiamento arriverà anche in Cina, con i suoi tempi e nel rispetto della sua storia e delle sue tradizioni. Comunque". E allora sarà chiaro a tutti il constatare che chi aspira a manifestare la propria coscienza, e la fede nel proprio, Dio non è una minaccia per l’avvenire della Cina. Sono loro che nel XXI secolo ne faranno una grande Nazione", aveva puntualizzato.

Signorsìssssignore!!!!

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Tecnologia - I giochi di Pechino saranno il banco di prova per decine di brevetti e nuove tecnologie. Tra le eccellenze, anche delle aziende italiane leader dell'HD e delle piste d'atletica

Nuvole bombardate e Grande Fratello: arrivano le Olimpiadi tecnologiche

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Le Olimpiadi di Pechino saranno sicuramente un'occasione d'oro per il governo cinese, desideroso di offrire al mondo una immagine moderna e accattivante del paese. Se la sicurezza e l'apertura all'informazione libera saranno certamente i banchi di prova più importanti, è anche vero che l'investimento maggiore è quello in ricerca e tecnologia. Non c'è dubbio ormai: la Cina vuole che i suoi giochi olimpici siano ricordati anche come i giochi tecnologici, non a caso saranno decine le tecnologie che debutteranno proprio in occasione delle olimpiadi.

Simbolo di questo sforzo è il Beijing University Technology Gymnasium, una struttura che ospiterà le gare di badminton e ginnastica ritmica realizzata proprio dall'Università di Tecnologia. L'edificio, che è costituito dalla volta autoportante più ampia al mondo (93 metri di diametro), riesce a mantenere una temperatura costante di 26°C, ed è stato interamente progettata per ridurre i consumi energetici. Per farlo utilizzerà l'energia fornita dal sole e dall'acqua piovana.

Anche i giochi di luce intorno a tutti gli altri edifici saranno realizzati con dei nuovi particolari LED, forniti dalla società americana CREE. I LED consumano molto meno rispetto alle lampadine ad incandescenza. Uno degli edifici più rappresentativi dei giochi, il Water Cube, userà da solo 440.000 LED per l'illuminazione esterna. Le fonti luminose sono raggruppate in blocchi da 8, ai quali vengono sovrapposti dei filtri per muovere i fasci di luce, creando sorpresa e spettacolo. In totale sono stati richiesti 754.000 LED.

L'investimento più considerevole è stato però quello in sicurezza, che ha visto il coinvolgimento di Honeywell, General Electric, United Technologies e IBM. In tutta la città è stata installata una fitta rete di telecamere, collegate ad un software di riconoscimento facciale realizzato dal ricercatore Stan Z. Li. Attraverso la localizzazione di alcuni punti chiave del volto umano, infatti, è possibile ottenere una forma di riconoscimento efficace quanto un'impronta digitale. Il software, quindi, è in grado di riconoscere la presenza di un volto, e di schedarlo con un codice unico. Ciò che più sorprende, nella precisione del sistema, è che funziona anche con travestimenti semplici, come una barba finta o una parrucca. Le autorità cinesi hanno già acquisito le impronte facciali di alcuni hooligan che potrebbero creare problemi di violenza durante i giochi. :sick:

Un altro grave problema riguardante Pechino è quello metereologico: gli altissimi livelli di smog, l'effetto diretto sui venti da parte dei grattacieli e la stessa struttura geografica, infatti, fanno sì che le condizioni meteorologiche possano variare a pochi km di distanza. Per rendere ancora più precise le previsioni, il governo cinese ha lanciato nello spazio un nuovo satellite, il Fengyun-3. La promessa è quella di fornire previsioni precise per ogni singola location dei giochi. Non finisce qui però: gli organizzatori non solo sperano di prevedere il tempo, ma anche di controllarlo. La China Metereological Administration, infatti, ha preparato dei razzi creati appositamente per disperdere le nuvole cariche di pioggia. In buona sostanza questi razzi, diretti verso le nuvole, emettono ioduri di argento, cioè delle particelle in grado di facilitare e velocizzare le gocce di pioggia latenti. Non si fa piovere o smettere di piovere, quindi, ma si velocizza un processo, per assicurare l'arrivo del bel tempo in anticipo. Provocare delle piogge serve anche a diminuire i livelli di smog nell'aria, facendo scendere a terra le micropolveri. :sick:

La maggior parte degli spettatori dei giochi, però, non sarà a Pechino ma sui divani di casa. Per questo anche i sistemi di ripresa hanno voluto essere un esempio di modernità. Le immagini, ovviamente, saranno tutte acquisite in HD (alta definizione), 16:9, 1920x1080. Tra le aziende di tutto il mondo, assoldate per realizzare le immagini, ce ne sono anche due italiane. La SBP di Roma, che si occuperà di pallamano e pallanuoto e la Global Production di Torino per il sollevamento pesi, che porterà microcamere in grado di riprendere particolari dell'atleta da sotto la pedana, grazie ad un sistema di specchi. Tutti i segnali registrati saranno inviati con collegamenti in fibra ottica dalle sedi dei giochi a quelli del responsabile riprese, per poi essere ridistribuiti alle emittenti mondiali che hanno acquistato i diritti, sia in alta definizione sia in qualità compressa.

In questo elenco di innovazioni, quelle direttamente toccate dallo sport possono essere citate solo con qualche esempio, perché sono davvero innumerevoli. La prima, per orgoglio nazionale, riguarda i campi da atletica, basket e pallamano: ad occuparsene sarà la multinazionale con sede in Italia "Mondo". L'azienda, in realtà, ha fornito materiali sintetici alle olimpiadi fin dal 1976, ottenendo le preferenze di Montreal. La pista da corsa è costata circa un milione di dollari: è realizzata totalmente in gomma naturale. Il materiale deve raggiungere un compromesso tra la durezza (amata dai velocisti) e la morbidezza (peferita dai mezzofondisti). La Mondo ha analizzato per anni il movimento dei corridori, per studiare un materiale che aderisca alla perfezione e favorisca la velocità.

Per quanto riguarda la misurazione dei tempi, invece, c'è stato un cambio solo apparente. Se fino al 2004 se ne occupava la Swatch, a Pechino sarà compito di Omega. In realtà anche Omega è un marchio dello Swatch Group, si tratta principalmente di una scelta di comunicazione. Il marchio Omega era già stato responsabile della misurazione nel 1932 a Losa Angeles, il primo produttore di orologi ad acquisire questo status. All'epoca si usavano 30 cronografi manuali, oggi si utilizzano telecamere ad alta velocità in grado di registrare 2.000 immagini al secondo.

Giovedi 7 Agosto 2008

Simone Gambirasio

simone.gambirasio@varesenews.it

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