ROOSTERS99 Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Io invece, in questa tragica occasione, trovo che tutte le svariate manifestazioni, striscioni , fiori, messaggi, folla, siano solo il sincero stringersi di tutta una nazione attorno ad una famigila colpita da un dolore inaudito; Tommi è stato il figlio, il fratellino, il nipotino, l' amico, il piccolo tesoro di tutti noi, me incluso certamente........Dio che orrore.........addio dolce angioletto !!
Sheep85 Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 (edited) Sono proprio l'unico a cui striscioni ed applausi sembrano manifestazioni esageratamente plateali? Appoggio; al massimo riesco a capire uno striscione con 1 minuto di silenzio "assordante", purtroppo però negli ultimi anni c'è questo vizio malefico di applaudire durante i minuti di silenzio. Edited April 10, 2006 by Sheep85
EmaZ Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Appoggio; al massimo riesco a capire uno striscione con 1 minuto di silenzio "assordante", purtroppo però negli ultimi anni c'è questo vizio malefico di applaudire durante i minuti di silenzio. sheppolo un conto è il minuto di silenzio Se è un minto di silenzio che silenzio sia....ma in questo caso lo vedo più come gesto manifestazione spontanea di amore verso un bambino barbaramente ucciso
Les Claypool Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Sono proprio l'unico a cui striscioni ed applausi sembrano manifestazioni esageratamente plateali? Incredibilmente sono d'accordo con te . E aggiungo anche un articolo di Massimo Fini come spunto di discussione. DI MASSIMO FINI No, non mi convincono affatto le commozioni collettive pubbliche, esibite in diretta Tv, come quelle che si son viste ieri nel Duomo di Parma per i funerali di Tommaso Onofri. Certamente il delitto è stato orrendo, per le modalità e perché non c'è niente di più crudele della violenza fatta su un bambino, innocente per definizione perché non ha avuto ancora il tempo di diventare un uomo. Ma la stragrande maggioranza della gente che affollava ieri il Duomo di Parma e la sua piazza, persone del luogo o venute da fuori, da altre regioni d'Italia, dalla Sicilia e persino dall'estero, non conosceva Tommaso né i suoi genitori né i suoi familiari e non aveva nessuna ragione d'esser lì, invece di raccogliersi, semmai, per un momento, in casa o in ufficio, se non quella di esibire la propria commozione. C'era qualcosa di narcisistico, di esibizionistico, di necroforo e di orribile in quella folla. Conosciamo troppo bene il gusto sottile, morboso e perverso di commuoverci per qualcosa che non ci ha colpiti direttamente per poterci autocompiacere della nostra commozione, per sentirci buoni, puliti, immacolati, diversi. Ma così non è. Come dimostra il fatto che a commuoversi di più, e in modo più plateale, per la morte di Tommaso, sono stati i detenuti di varie carceri d'Italia, cioè dei delinquenti, solo un po' meno delinquenti di Alessi. Noi siamo molto più vicini al "cuore nero" di Mario Alessi che all'innocenza di Tommaso, come ci piace invece credere esibendo il nostro dolore. Se così non fosse, la vita, soprattutto nella modernità, non sarebbe quella che è. Certo, nessuno di noi - o pochi - ha lo stomaco per uccidere un bambino, ma ha pelo a sufficienza per esercitare, ogni giorno, il proprio egoismo, le proprie piccole violenze e soperchierie quotidiane che, anche se meno efferate, non sono meno vili di quella di Mario Alessi, perché non ci implicano e non ci compromettono in modo evidente, perché sono violenze sotterranee, al dettaglio invece che all'ingrosso come quella fatta in un colpo solo da Alessi. Poi si va al Duomo di Parma per sentirsi puri, buoni, diversi, per identificarsi arbitrariamente con l'innocenza necessitata di Tommaso. Se invece volessimo che la morte di questo bambino abbia un senso è con l'Alessi che è in noi che dovremmo fare i conti, piuttosto che con un'innocenza che è fuori di noi e che è così comodo, così confortevole, così consolante e così smisuratamente ipocrita fare nostra. Mi è parso troppo dolciastro anche quel passaggio dell'omelia del vescovo di Parma, Cesare Bonicelli, quando, facendo riferimento al sepolcro vuoto di Cristo risorto, ha detto che "la vita vince la morte". Non è così. Per la semplice ragione che la morte è necessaria alla vita, ne è la precondizione. Senza la morte non ci sarebbe nemmeno la vita. Anche se, certamente, a un bambino di diciotto mesi è stato sottratto, dalla brutalità umana, quel tratto di esistenza che i suoi genitori, i soli legittimati al dolore, potevano ragionevolmente attendersi. Eppoi, quegli applausi. Ripetuti, lunghi, interminabili, autocompiaciuti. La morte si onora col silenzio. Come fece la folla che assistette ai funerali di Fausto Coppi, nel 1960. Una folla modestamente vestita, ma dignitosa, composta, silenziosa, pudica, che interiorizzava le proprie emozioni. Ma quella era un'Italia più semplice, più autentica, più vera, più umana. Quella di oggi, corrotta dalla Televisione e dalla perdita di ogni valore, della compostezza, della dignità, della capacità del silenzio, sa solo esibire ipocrite e autocompiacenti emozioni pubbliche, per poter meglio coltivare, con tranquilla coscienza, i propri vizi privati. Massimo Fini
tatanka Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Incredibilmente sono d'accordo con te . E aggiungo anche un articolo di Massimo Fini come spunto di discussione. DI MASSIMO FINI No, non mi convincono affatto le commozioni collettive pubbliche, esibite in diretta Tv, come quelle che si son viste ieri nel Duomo di Parma per i funerali di Tommaso Onofri. Certamente il delitto è stato orrendo, per le modalità e perché non c'è niente di più crudele della violenza fatta su un bambino, innocente per definizione perché non ha avuto ancora il tempo di diventare un uomo. Ma la stragrande maggioranza della gente che affollava ieri il Duomo di Parma e la sua piazza, persone del luogo o venute da fuori, da altre regioni d'Italia, dalla Sicilia e persino dall'estero, non conosceva Tommaso né i suoi genitori né i suoi familiari e non aveva nessuna ragione d'esser lì, invece di raccogliersi, semmai, per un momento, in casa o in ufficio, se non quella di esibire la propria commozione. C'era qualcosa di narcisistico, di esibizionistico, di necroforo e di orribile in quella folla. Conosciamo troppo bene il gusto sottile, morboso e perverso di commuoverci per qualcosa che non ci ha colpiti direttamente per poterci autocompiacere della nostra commozione, per sentirci buoni, puliti, immacolati, diversi. Ma così non è. Come dimostra il fatto che a commuoversi di più, e in modo più plateale, per la morte di Tommaso, sono stati i detenuti di varie carceri d'Italia, cioè dei delinquenti, solo un po' meno delinquenti di Alessi. Noi siamo molto più vicini al "cuore nero" di Mario Alessi che all'innocenza di Tommaso, come ci piace invece credere esibendo il nostro dolore. Se così non fosse, la vita, soprattutto nella modernità, non sarebbe quella che è. Certo, nessuno di noi - o pochi - ha lo stomaco per uccidere un bambino, ma ha pelo a sufficienza per esercitare, ogni giorno, il proprio egoismo, le proprie piccole violenze e soperchierie quotidiane che, anche se meno efferate, non sono meno vili di quella di Mario Alessi, perché non ci implicano e non ci compromettono in modo evidente, perché sono violenze sotterranee, al dettaglio invece che all'ingrosso come quella fatta in un colpo solo da Alessi. Poi si va al Duomo di Parma per sentirsi puri, buoni, diversi, per identificarsi arbitrariamente con l'innocenza necessitata di Tommaso. Se invece volessimo che la morte di questo bambino abbia un senso è con l'Alessi che è in noi che dovremmo fare i conti, piuttosto che con un'innocenza che è fuori di noi e che è così comodo, così confortevole, così consolante e così smisuratamente ipocrita fare nostra. Mi è parso troppo dolciastro anche quel passaggio dell'omelia del vescovo di Parma, Cesare Bonicelli, quando, facendo riferimento al sepolcro vuoto di Cristo risorto, ha detto che "la vita vince la morte". Non è così. Per la semplice ragione che la morte è necessaria alla vita, ne è la precondizione. Senza la morte non ci sarebbe nemmeno la vita. Anche se, certamente, a un bambino di diciotto mesi è stato sottratto, dalla brutalità umana, quel tratto di esistenza che i suoi genitori, i soli legittimati al dolore, potevano ragionevolmente attendersi. Eppoi, quegli applausi. Ripetuti, lunghi, interminabili, autocompiaciuti. La morte si onora col silenzio. Come fece la folla che assistette ai funerali di Fausto Coppi, nel 1960. Una folla modestamente vestita, ma dignitosa, composta, silenziosa, pudica, che interiorizzava le proprie emozioni. Ma quella era un'Italia più semplice, più autentica, più vera, più umana. Quella di oggi, corrotta dalla Televisione e dalla perdita di ogni valore, della compostezza, della dignità, della capacità del silenzio, sa solo esibire ipocrite e autocompiacenti emozioni pubbliche, per poter meglio coltivare, con tranquilla coscienza, i propri vizi privati. Massimo Fini Les, come detto trovo striscioni applausi e nel caso del nosytro palazzetto soprattutto il coro un po' plateali. Ma trovo anche che questo articolo sia un'accozzaglia di cazzate. Trovo infatti che striscioni applausi e coro siano plateali ma non vado certo a dire che EmaZ lo fa per autocompiacimento o che egli non abbia nessuna ragione per farlo. Lui si sente di esprimere così il sentimento, bravo a farlo. Che senso ha far le pulci all'omelia del Vescovo ( con argomenti alquanto opinabili) e dire che chi è stato 2 ore in piazza senza nessuna possibilità ne voglia di essere inquadrato lo ha fatto per apparire. Diciamo che lui doveva/voleva scrivere da bastian contrario.
meme82 Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Ma trovo anche che questo articolo sia un'accozzaglia di cazzate. mamma mia.... peggio che cazzate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! molto molto peggio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Les Claypool Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Les, come detto trovo striscioni applausi e nel caso del nosytro palazzetto soprattutto il coro un po' plateali. Ma trovo anche che questo articolo sia un'accozzaglia di cazzate. Trovo infatti che striscioni applausi e coro siano plateali ma non vado certo a dire che EmaZ lo fa per autocompiacimento o che egli non abbia nessuna ragione per farlo. Lui si sente di esprimere così il sentimento, bravo a farlo. Che senso ha far le pulci all'omelia del Vescovo ( con argomenti alquanto opinabili) e dire che chi è stato 2 ore in piazza senza nessuna possibilità ne voglia di essere inquadrato lo ha fatto per apparire. Diciamo che lui doveva/voleva scrivere da bastian contrario. Guarda che ho postato l'articolo come spunto di riflessione ma anche io non sono del tutto d'accordo con quanto c'è scritto.
EmaZ Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Les, come detto trovo striscioni applausi e nel caso del nosytro palazzetto soprattutto il coro un po' plateali. Ma trovo anche che questo articolo sia un'accozzaglia di cazzate. Trovo infatti che striscioni applausi e coro siano plateali ma non vado certo a dire che EmaZ lo fa per autocompiacimento o che egli non abbia nessuna ragione per farlo. Lui si sente di esprimere così il sentimento, bravo a farlo. Che senso ha far le pulci all'omelia del Vescovo ( con argomenti alquanto opinabili) e dire che chi è stato 2 ore in piazza senza nessuna possibilità ne voglia di essere inquadrato lo ha fatto per apparire. Diciamo che lui doveva/voleva scrivere da bastian contrario. Esatto Penso che in questo caso il sig. massimo fini abbia scritto questo articolo più per andar contro e farsi vedere che per altro. Secondo me in certi momenti dare un segno Tangibile della vicinanza è giusto.....e questo è uno di quei momenti.........sia ben chiaro che questo nn lo faccio per autocompiacimento...anche perchè nn so quanto uno si possa compiacere per il fatto di presenziare al funerale di un bimbo di 17 mesi....se uno lo fa è perchè dentro di sè gli è scattato qualche cosa..qualche cosa che gli fa dire..se era mio figlio? .....nn vediamo sempre il marcio dentro tutto Riguardo i Carcerati..si sta trascendendo..tra di loro v'è un codice d'onore e i pedofili e gli assassini di bambini son visti mooooolto male in carcere! ecco il perchè dei fiori...per dire anche se noi siam qua dentro , nn vuol dire che siam come lui!
tatanka Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Guarda che ho postato l'articolo come spunto di riflessione ma anche io non sono del tutto d'accordo con quanto c'è scritto. Diciamo che come spunto di riflessione è un po' troppo.
ROOSTERS99 Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Diciamo che come spunto di riflessione è un po' troppo. ......da vomito !!! Una delle corbellerie più grosse mai lette............
Louis Ferdinand Destouches Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 sheppolo un conto è il minuto di silenzio Se è un minto di silenzio che silenzio sia....ma in questo caso lo vedo più come gesto manifestazione spontanea di amore verso un bambino barbaramente ucciso brau EmaZ! ... e ciò basti!
sertar Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 Incredibilmente sono d'accordo con te . E aggiungo anche un articolo di Massimo Fini come spunto di discussione. DI MASSIMO FINI No, non mi convincono affatto le commozioni collettive pubbliche, esibite in diretta Tv, come quelle che si son viste ieri nel Duomo di Parma per i funerali di Tommaso Onofri. Certamente il delitto è stato orrendo, per le modalità e perché non c'è niente di più crudele della violenza fatta su un bambino, innocente per definizione perché non ha avuto ancora il tempo di diventare un uomo. Ma la stragrande maggioranza della gente che affollava ieri il Duomo di Parma e la sua piazza, persone del luogo o venute da fuori, da altre regioni d'Italia, dalla Sicilia e persino dall'estero, non conosceva Tommaso né i suoi genitori né i suoi familiari e non aveva nessuna ragione d'esser lì, invece di raccogliersi, semmai, per un momento, in casa o in ufficio, se non quella di esibire la propria commozione. C'era qualcosa di narcisistico, di esibizionistico, di necroforo e di orribile in quella folla. Conosciamo troppo bene il gusto sottile, morboso e perverso di commuoverci per qualcosa che non ci ha colpiti direttamente per poterci autocompiacere della nostra commozione, per sentirci buoni, puliti, immacolati, diversi. Ma così non è. Come dimostra il fatto che a commuoversi di più, e in modo più plateale, per la morte di Tommaso, sono stati i detenuti di varie carceri d'Italia, cioè dei delinquenti, solo un po' meno delinquenti di Alessi. Noi siamo molto più vicini al "cuore nero" di Mario Alessi che all'innocenza di Tommaso, come ci piace invece credere esibendo il nostro dolore. Se così non fosse, la vita, soprattutto nella modernità, non sarebbe quella che è. Certo, nessuno di noi - o pochi - ha lo stomaco per uccidere un bambino, ma ha pelo a sufficienza per esercitare, ogni giorno, il proprio egoismo, le proprie piccole violenze e soperchierie quotidiane che, anche se meno efferate, non sono meno vili di quella di Mario Alessi, perché non ci implicano e non ci compromettono in modo evidente, perché sono violenze sotterranee, al dettaglio invece che all'ingrosso come quella fatta in un colpo solo da Alessi. Poi si va al Duomo di Parma per sentirsi puri, buoni, diversi, per identificarsi arbitrariamente con l'innocenza necessitata di Tommaso. Se invece volessimo che la morte di questo bambino abbia un senso è con l'Alessi che è in noi che dovremmo fare i conti, piuttosto che con un'innocenza che è fuori di noi e che è così comodo, così confortevole, così consolante e così smisuratamente ipocrita fare nostra. Mi è parso troppo dolciastro anche quel passaggio dell'omelia del vescovo di Parma, Cesare Bonicelli, quando, facendo riferimento al sepolcro vuoto di Cristo risorto, ha detto che "la vita vince la morte". Non è così. Per la semplice ragione che la morte è necessaria alla vita, ne è la precondizione. Senza la morte non ci sarebbe nemmeno la vita. Anche se, certamente, a un bambino di diciotto mesi è stato sottratto, dalla brutalità umana, quel tratto di esistenza che i suoi genitori, i soli legittimati al dolore, potevano ragionevolmente attendersi. Eppoi, quegli applausi. Ripetuti, lunghi, interminabili, autocompiaciuti. La morte si onora col silenzio. Come fece la folla che assistette ai funerali di Fausto Coppi, nel 1960. Una folla modestamente vestita, ma dignitosa, composta, silenziosa, pudica, che interiorizzava le proprie emozioni. Ma quella era un'Italia più semplice, più autentica, più vera, più umana. Quella di oggi, corrotta dalla Televisione e dalla perdita di ogni valore, della compostezza, della dignità, della capacità del silenzio, sa solo esibire ipocrite e autocompiacenti emozioni pubbliche, per poter meglio coltivare, con tranquilla coscienza, i propri vizi privati. Massimo Fini Nn ho molto tempo per spiegare perchè, mi riprometto di farlo nei prossimi giorni, ma in parte sono d'accordo con Massimo Fini....
Virgus Posted April 10, 2006 Posted April 10, 2006 DI MASSIMO FINI No, non mi convincono affatto le commozioni collettive pubbliche, esibite in diretta Tv, come quelle che si son viste ieri nel Duomo di Parma per i funerali di Tommaso Onofri. Certamente il delitto è stato orrendo, per le modalità e perché non c'è niente di più crudele della violenza fatta su un bambino, innocente per definizione perché non ha avuto ancora il tempo di diventare un uomo. Ma la stragrande maggioranza della gente che affollava ieri il Duomo di Parma e la sua piazza, persone del luogo o venute da fuori, da altre regioni d'Italia, dalla Sicilia e persino dall'estero, non conosceva Tommaso né i suoi genitori né i suoi familiari e non aveva nessuna ragione d'esser lì, invece di raccogliersi, semmai, per un momento, in casa o in ufficio, se non quella di esibire la propria commozione. C'era qualcosa di narcisistico, di esibizionistico, di necroforo e di orribile in quella folla. Conosciamo troppo bene il gusto sottile, morboso e perverso di commuoverci per qualcosa che non ci ha colpiti direttamente per poterci autocompiacere della nostra commozione, per sentirci buoni, puliti, immacolati, diversi. Ma così non è. Come dimostra il fatto che a commuoversi di più, e in modo più plateale, per la morte di Tommaso, sono stati i detenuti di varie carceri d'Italia, cioè dei delinquenti, solo un po' meno delinquenti di Alessi. Noi siamo molto più vicini al "cuore nero" di Mario Alessi che all'innocenza di Tommaso, come ci piace invece credere esibendo il nostro dolore. Se così non fosse, la vita, soprattutto nella modernità, non sarebbe quella che è. Certo, nessuno di noi - o pochi - ha lo stomaco per uccidere un bambino, ma ha pelo a sufficienza per esercitare, ogni giorno, il proprio egoismo, le proprie piccole violenze e soperchierie quotidiane che, anche se meno efferate, non sono meno vili di quella di Mario Alessi, perché non ci implicano e non ci compromettono in modo evidente, perché sono violenze sotterranee, al dettaglio invece che all'ingrosso come quella fatta in un colpo solo da Alessi. Poi si va al Duomo di Parma per sentirsi puri, buoni, diversi, per identificarsi arbitrariamente con l'innocenza necessitata di Tommaso. Se invece volessimo che la morte di questo bambino abbia un senso è con l'Alessi che è in noi che dovremmo fare i conti, piuttosto che con un'innocenza che è fuori di noi e che è così comodo, così confortevole, così consolante e così smisuratamente ipocrita fare nostra. Mi è parso troppo dolciastro anche quel passaggio dell'omelia del vescovo di Parma, Cesare Bonicelli, quando, facendo riferimento al sepolcro vuoto di Cristo risorto, ha detto che "la vita vince la morte". Non è così. Per la semplice ragione che la morte è necessaria alla vita, ne è la precondizione. Senza la morte non ci sarebbe nemmeno la vita. Anche se, certamente, a un bambino di diciotto mesi è stato sottratto, dalla brutalità umana, quel tratto di esistenza che i suoi genitori, i soli legittimati al dolore, potevano ragionevolmente attendersi. Eppoi, quegli applausi. Ripetuti, lunghi, interminabili, autocompiaciuti. La morte si onora col silenzio. Come fece la folla che assistette ai funerali di Fausto Coppi, nel 1960. Una folla modestamente vestita, ma dignitosa, composta, silenziosa, pudica, che interiorizzava le proprie emozioni. Ma quella era un'Italia più semplice, più autentica, più vera, più umana. Quella di oggi, corrotta dalla Televisione e dalla perdita di ogni valore, della compostezza, della dignità, della capacità del silenzio, sa solo esibire ipocrite e autocompiacenti emozioni pubbliche, per poter meglio coltivare, con tranquilla coscienza, i propri vizi privati. Massimo Fini Les, come detto trovo striscioni applausi e nel caso del nosytro palazzetto soprattutto il coro un po' plateali. Ma trovo anche che questo articolo sia un'accozzaglia di cazzate. Trovo infatti che striscioni applausi e coro siano plateali ma non vado certo a dire che EmaZ lo fa per autocompiacimento o che egli non abbia nessuna ragione per farlo. Lui si sente di esprimere così il sentimento, bravo a farlo. Che senso ha far le pulci all'omelia del Vescovo ( con argomenti alquanto opinabili) e dire che chi è stato 2 ore in piazza senza nessuna possibilità ne voglia di essere inquadrato lo ha fatto per apparire. Diciamo che lui doveva/voleva scrivere da bastian contrario. Io invece penso che troppe delle cose scritte da Massimo Fini siano terribilmente vere .
GMP Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Incredibilmente sono d'accordo con te . E aggiungo anche un articolo di Massimo Fini come spunto di discussione. DI MASSIMO FINI No, non mi convincono affatto le commozioni collettive pubbliche, esibite in diretta Tv, come quelle che si son viste ieri nel Duomo di Parma per i funerali di Tommaso Onofri. Certamente il delitto è stato orrendo, per le modalità e perché non c'è niente di più crudele della violenza fatta su un bambino, innocente per definizione perché non ha avuto ancora il tempo di diventare un uomo. Ma la stragrande maggioranza della gente che affollava ieri il Duomo di Parma e la sua piazza, persone del luogo o venute da fuori, da altre regioni d'Italia, dalla Sicilia e persino dall'estero, non conosceva Tommaso né i suoi genitori né i suoi familiari e non aveva nessuna ragione d'esser lì, invece di raccogliersi, semmai, per un momento, in casa o in ufficio, se non quella di esibire la propria commozione. C'era qualcosa di narcisistico, di esibizionistico, di necroforo e di orribile in quella folla. Conosciamo troppo bene il gusto sottile, morboso e perverso di commuoverci per qualcosa che non ci ha colpiti direttamente per poterci autocompiacere della nostra commozione, per sentirci buoni, puliti, immacolati, diversi. Ma così non è. Come dimostra il fatto che a commuoversi di più, e in modo più plateale, per la morte di Tommaso, sono stati i detenuti di varie carceri d'Italia, cioè dei delinquenti, solo un po' meno delinquenti di Alessi. Noi siamo molto più vicini al "cuore nero" di Mario Alessi che all'innocenza di Tommaso, come ci piace invece credere esibendo il nostro dolore. Se così non fosse, la vita, soprattutto nella modernità, non sarebbe quella che è. Certo, nessuno di noi - o pochi - ha lo stomaco per uccidere un bambino, ma ha pelo a sufficienza per esercitare, ogni giorno, il proprio egoismo, le proprie piccole violenze e soperchierie quotidiane che, anche se meno efferate, non sono meno vili di quella di Mario Alessi, perché non ci implicano e non ci compromettono in modo evidente, perché sono violenze sotterranee, al dettaglio invece che all'ingrosso come quella fatta in un colpo solo da Alessi. Poi si va al Duomo di Parma per sentirsi puri, buoni, diversi, per identificarsi arbitrariamente con l'innocenza necessitata di Tommaso. Se invece volessimo che la morte di questo bambino abbia un senso è con l'Alessi che è in noi che dovremmo fare i conti, piuttosto che con un'innocenza che è fuori di noi e che è così comodo, così confortevole, così consolante e così smisuratamente ipocrita fare nostra. Mi è parso troppo dolciastro anche quel passaggio dell'omelia del vescovo di Parma, Cesare Bonicelli, quando, facendo riferimento al sepolcro vuoto di Cristo risorto, ha detto che "la vita vince la morte". Non è così. Per la semplice ragione che la morte è necessaria alla vita, ne è la precondizione. Senza la morte non ci sarebbe nemmeno la vita. Anche se, certamente, a un bambino di diciotto mesi è stato sottratto, dalla brutalità umana, quel tratto di esistenza che i suoi genitori, i soli legittimati al dolore, potevano ragionevolmente attendersi. Eppoi, quegli applausi. Ripetuti, lunghi, interminabili, autocompiaciuti. La morte si onora col silenzio. Come fece la folla che assistette ai funerali di Fausto Coppi, nel 1960. Una folla modestamente vestita, ma dignitosa, composta, silenziosa, pudica, che interiorizzava le proprie emozioni. Ma quella era un'Italia più semplice, più autentica, più vera, più umana. Quella di oggi, corrotta dalla Televisione e dalla perdita di ogni valore, della compostezza, della dignità, della capacità del silenzio, sa solo esibire ipocrite e autocompiacenti emozioni pubbliche, per poter meglio coltivare, con tranquilla coscienza, i propri vizi privati. Massimo Fini Ma come si fà a scrivere spazzatura del genere!!!! Personalmente mi sento offesa da queste parole! Non mi sento affatto vicina al "cuore nero" di Alessi e mi viene il vomito al solo pensiero!
sertar Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Eccomi qua, completo il mio scritto....condivido tutto quanto detto da Massimo Fini, perchè noi siamo esattamente così: siamo quelli che hanno fotografato con il telefonino una povera ragazza morta caduta dal balcone, siamo quelli partiti da tutta Italia per assistere ai funerali di Tommy per poi lamentarci di essere troppo lontani dalla prima fila troppo lontani ed impossibilitati pertanto ad esercitare la nostra curiosità, siamo quelli che nn si indignano per quel tipo di giornalismo che va dal genitore che ha appena perso un figlio per chiedergli cosa si prova in questo momento; siamo quelli dei reality, delle separazioni in diretta televisiva, siamo quelli che nn intervengono mai dinnanzi ad un tentativo di violenza subita dalle donne e la cronaca sempre più spesso ci parla di questo....salvo poi apparire sempre quando appare una telecamera per poter dire “io c’ero” “io partecipo al dolore”. Ma de che? Intorno a noi si consumano, tra l’indifferenza di tutti, tante miserie umane e chi fa il mio lavora sa benissimo di cosa parlo....e la nostra indifferenza nn ci rende moralmente migliori di chi ha commesso il fatto. Purtroppo noi nn potremmo restituire il sorriso a Tommaso; ma in questa settimana di festa ed in memoria di Tommy potremmo ricordarci che sono ancora tanti -troppi- i bimbi che nn sanno quanto sia bello vivere.
ROOSTERS99 Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 (edited) Eccomi qua, completo il mio scritto....condivido tutto quanto detto da Massimo Fini, perchè noi siamo esattamente così: siamo quelli che hanno fotografato con il telefonino una povera ragazza morta caduta dal balcone, siamo quelli partiti da tutta Italia per assistere ai funerali di Tommy per poi lamentarci di essere troppo lontani dalla prima fila troppo lontani ed impossibilitati pertanto ad esercitare la nostra curiosità, siamo quelli che nn si indignano per quel tipo di giornalismo che va dal genitore che ha appena perso un figlio per chiedergli cosa si prova in questo momento; siamo quelli dei reality, delle separazioni in diretta televisiva, siamo quelli che nn intervengono mai dinnanzi ad un tentativo di violenza subita dalle donne e la cronaca sempre più spesso ci parla di questo....salvo poi apparire sempre quando appare una telecamera per poter dire “io c’ero” “io partecipo al dolore”. Ma de che? Intorno a noi si consumano, tra l’indifferenza di tutti, tante miserie umane e chi fa il mio lavora sa benissimo di cosa parlo....e la nostra indifferenza nn ci rende moralmente migliori di chi ha commesso il fatto. Purtroppo noi nn potremmo restituire il sorriso a Tommaso; ma in questa settimana di festa ed in memoria di Tommy potremmo ricordarci che sono ancora tanti -troppi- i bimbi che nn sanno quanto sia bello vivere. IO NO !! Sertar...... da te non mi attendevo proprio un commento così infarcito di luoghi comuni........... Edited April 11, 2006 by ROOSTERS99
sertar Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 (edited) IO NO !! Cosa c'entra anch'io nn sono così, però nn possiamo sottrarci perchè viviamo in questa società....si parlava di quanti hanno fatto migliaia e migliaia di chilometri per assistere ad un funerale. L'articolo di Fini parlava di questo... Edited April 11, 2006 by sertar
spiff Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 A me spaventa sempre ragionare per gruppi, per contrapposizioni (es "i musulmani sono...", "noi siamo..."). Trovo sia importante sforzarsi di distinguere caso per caso, sempre. Plasmon, eh.
ROOSTERS99 Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 (edited) Cosa c'entra anch'io nn sono così, però nn possiamo sottrarci perchè viviamo in questa società....si parlava di quanti hanno fatto migliaia e migliaia di chilometri per assistere ad un funerale. L'articolo di Fini parlava di questo... Ma chi è costui ( e tu con lui) per cononscere e giudicare le motivazioni profonde che hanno spinto molta gente a fare dei chilometri (migliaia e migliaia mi pare esagerato, manco venissero dal nord Europa !!) per partecipare all' estremo saluto a quell' innocente !! A me piace pensare che esistono ancora buoni sentimenti che muovono il mondo !! Edited April 11, 2006 by ROOSTERS99
sertar Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Sertar...... da te non mi attendevo proprio un commento così infarcito di luoghi comuni........... Scusami io a Skytg24 e in tarda serata ho visto le lamentele di quanti, ed erano tanti, nn sono potuti entrare in Chiesa dopo aver fatto migliaia e migliaia di chilometri, questo mi ha indignato e mi sono permesso di dirlo! La sett. scorsa una ragazza mentre stendeva i panni è caduta da un balcone rimanendo infilzata da un cancello...i ragazzi di una scuola di fronte hanno fotografato la scena ed è intervenuta la polizia per sequestrare i cellulari, anche questo mi ha indignato. Ma oltre l'indignazione bisognerebbe, credo io, riflettere su questo...
ROOSTERS99 Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Scusami io a Skytg24 e in tarda serata ho visto le lamentele di quanti, ed erano tanti, nn sono potuti entrare in Chiesa dopo aver fatto migliaia e migliaia di chilometri, questo mi ha indignato e mi sono permesso di dirlo! La sett. scorsa una ragazza mentre stendeva i panni è caduta da un balcone rimanendo infilzata da un cancello...i ragazzi di una scuola di fronte hanno fotografato la scena ed è intervenuta la polizia per sequestrare i cellulari, anche questo mi ha indignato. Ma oltre l'indignazione bisognerebbe, credo io, riflettere su questo... Tra la tua indignazione per quanto sentito in tv e l' articolo di Fini c'è una bella differenza; ma anche col tuo post.......
tatanka Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Eccomi qua, completo il mio scritto....condivido tutto quanto detto da Massimo Fini, perchè noi siamo esattamente così: siamo quelli che hanno fotografato con il telefonino una povera ragazza morta caduta dal balcone, siamo quelli partiti da tutta Italia per assistere ai funerali di Tommy per poi lamentarci di essere troppo lontani dalla prima fila troppo lontani ed impossibilitati pertanto ad esercitare la nostra curiosità, siamo quelli che nn si indignano per quel tipo di giornalismo che va dal genitore che ha appena perso un figlio per chiedergli cosa si prova in questo momento; siamo quelli dei reality, delle separazioni in diretta televisiva, siamo quelli che nn intervengono mai dinnanzi ad un tentativo di violenza subita dalle donne e la cronaca sempre più spesso ci parla di questo....salvo poi apparire sempre quando appare una telecamera per poter dire “io c’ero” “io partecipo al dolore”. Ma de che? Intorno a noi si consumano, tra l’indifferenza di tutti, tante miserie umane e chi fa il mio lavora sa benissimo di cosa parlo....e la nostra indifferenza nn ci rende moralmente migliori di chi ha commesso il fatto. Purtroppo noi nn potremmo restituire il sorriso a Tommaso; ma in questa settimana di festa ed in memoria di Tommy potremmo ricordarci che sono ancora tanti -troppi- i bimbi che nn sanno quanto sia bello vivere. Interrompo momentaneamente la produzione di PIL. Quello che dici è vero. Ma il buon Massimo Fini no ha scritto questo. Non ha scritto che il giornalismo fa sensazionalismo, che Cucuzza è un avvoltoio che i reality ci fan vedere quanto si è guardoni e ficcanaso. Ha criticato l'omelia del Vescovo, ha scritto che i presenti erano lì per farsi vedere e che tutti siamo dei piccoli Alessi. E' stato esagerato e ha allungato ancora lo show mediatico cui io non voglio partecipare al punto che anche lo striscione del palazzetto non mi apparteneva come modo di esprimere il mio sentimento.
sertar Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Ma chi è costui ( e tu con lui) per cononscere e giudicare le motivazioni profonde che hanno spinto molta gente a fare dei chilometri (migliaia e migliaia mi pare esagerato, manco venissero dal nord Europa !!) per partecipare all' estremo saluto a quell' innocente !! A me piace pensare che esistono ancora buoni sentimenti che muovono il mondo !! Confermo il migliaia e migliaia di chilometri, perchè con tanto di camper sono arrivati anche dalla Germania... Nn personalizzare su di te tutto; dalla tua reazione capisco benissimo che tu, anche Spiff, siete assolutamente sinceri...io ho utilizzato il plurali maiestatis perchè mi pareva più corretto fare così. E ritengo che i buoni sentimenti per muovere il mondo vadano utilizzati....la sett. scorsa una ragazzina di 16 anni in provincia di Lt è stata molestata e aggredita in un parco pubblico in pieno giorno tra l'indifferenza di tutti....e queste cose mi fanno incazzare, perchè poi saremmo stati pronti eventualmente a piangerla dopo. Insomma io vorrei che fossimo tutti più attenti ai bisogni dell'altro, e se sono stato banale chiedo scusa....
sertar Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 (edited) Interrompo momentaneamente la produzione di PIL. Quello che dici è vero. Ma il buon Massimo Fini no ha scritto questo. Non ha scritto che il giornalismo fa sensazionalismo, che Cucuzza è un avvoltoio che i reality ci fan vedere quanto si è guardoni e ficcanaso. Ha criticato l'omelia del Vescovo, ha scritto che i presenti erano lì per farsi vedere e che tutti siamo dei piccoli Alessi. E' stato esagerato e ha allungato ancora lo show mediatico cui io non voglio partecipare al punto che anche lo striscione del palazzetto non mi apparteneva come modo di esprimere il mio sentimento. Io su vescovi e preti ho un pregiudizio di fondo che nn mi permetterebbe di essere sereno..e ho preferito lasciar perdere. Fini ha parlato di società corrotta dalla televisione ed io sono assolutamente d'accordo con lui; Alessi è un signore che ha usato la televisione per esprimere il proprio disgusto (ha usato proprio questo sostantivo) e se nn fosse stato trovato il cadavere del bimbo la televisione avrebbe trattato il caso di Parma come quello di Cogne, ed il padre di Tommy come la Franzoni, e Alessi sarebbe stato ospite a pagamento di varie trasmissioni televisive. Alessi per una comparsata a "la vita in diretta" ha preteso ed avuto un compenso di 1000euro. Che vi devo dì, tutto questo mi fa incazzare...e la gente contribuisce con la propria morbosa curiosità a tutto questo. Edited April 11, 2006 by sertar
Massud Posted April 11, 2006 Posted April 11, 2006 Eccomi qua, completo il mio scritto....condivido tutto quanto detto da Massimo Fini, perchè noi siamo esattamente così: siamo quelli che hanno fotografato con il telefonino una povera ragazza morta caduta dal balcone, siamo quelli partiti da tutta Italia per assistere ai funerali di Tommy per poi lamentarci di essere troppo lontani dalla prima fila troppo lontani ed impossibilitati pertanto ad esercitare la nostra curiosità, siamo quelli che nn si indignano per quel tipo di giornalismo che va dal genitore che ha appena perso un figlio per chiedergli cosa si prova in questo momento; siamo quelli dei reality, delle separazioni in diretta televisiva, siamo quelli che nn intervengono mai dinnanzi ad un tentativo di violenza subita dalle donne e la cronaca sempre più spesso ci parla di questo....salvo poi apparire sempre quando appare una telecamera per poter dire “io c’ero” “io partecipo al dolore”. Ma de che? Intorno a noi si consumano, tra l’indifferenza di tutti, tante miserie umane e chi fa il mio lavora sa benissimo di cosa parlo....e la nostra indifferenza nn ci rende moralmente migliori di chi ha commesso il fatto. Purtroppo noi nn potremmo restituire il sorriso a Tommaso; ma in questa settimana di festa ed in memoria di Tommy potremmo ricordarci che sono ancora tanti -troppi- i bimbi che nn sanno quanto sia bello vivere. quoto
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