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IL LAVORO


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Ponch, allunghiamo pure il tempo di apprendimento e assembliamo qualcosa di diverso da un frigorifero ma facciamoci questa domanda, la tua ditta per la posizione x della catena di montaggio assumerebbe il cinquantenne esperto o il venticinquenne, considerando tutte le differenze, salariali in primis?

Mi pare però che il problema sia anche un tantino diverso. Il cinquantenne con esperienza in fonderia difficilmente può rivendere la sua esperienza perchè, chiusa la sua fonderia, la fonderia della concorrenza è in Vietnam e magari non sta neppure assumendo.

E se la fonderia non è un esempio buono prendetene uno qualsiasi nelle medesime condizioni.

La lotta non è mai fra un cinquantenne esperto ed un venticinquenne ignorante in un ambiente in cui la domanda è maggiore dell'offerta.

Siamo in una situazione in cui il cinquantenne con esperienza a livello operaio fatica a rivendere la sua esperienza perchè, o poco qualificante, o specifica di un settore dove non vi è domanda.

Per salire sul bungee jumping delle cazzate torniamo al frigorifero. Se la ditta xyz, con linea di montaggio a Legnate sul Membro in provincia di Salcacchio chiude i battenti per crisi e delocalizzazione, l'assemblatore esperto può rivendere la sua specializzazione a meno di 10.000 Km di distanza?

Scendiamo dal bungee jumping. Chiude la FIAT a Termini Imerese. Dici che son solo i fancazzisti a non riuscire a ricollocarsi.

E' però assolutamente vero che poco fanno le persone per essere appetibili.

A cominciare dagli studi dove fan tutti gli umanisti o voglion diventare insegnanti per figli che non vengono fatti.

Poi si entra nel mondo del lavoro e ci si fossilizza (spesso e non tutti) nella propria posizione perchè è più comodo senza l'ambizione a migliorarsi e/o cercare sistemazioni diverse/migliori.

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Soprattutto il freddo alle mani.

Il cinquantenne ha una sensibilità inferiore e la sua esperienza gli fa mettere i guanti.

Sai quante volte ventenni di primo pelo ipersensibili e a mani nude hanno rallentato la produzione e sono stati temporaneamente spostati alla linea dei forni per sistemare le cose!!!!

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La lotta non è mai fra un cinquantenne esperto ed un venticinquenne ignorante in un ambiente in cui la domanda è maggiore dell'offerta.

Questo e' ragionare.

Ragionare significa anche chiedersi perche' l'operatore di fonderia pensa di ricollocarsi solo in un'altra fonderia e perche' la cerca col binocolo sperando di trovarla a 100 metri da quella di prima. Perche' se poi non la trova allora si riduce a fare qualsiasi cosa pur di rimanere in zona invece di guardarsi un po' in giro?

Quando si pensa agli U.S.A. si deve pensare ad un popolo che sciama seguendo il lavoro, facilitato da un sistema adeguato dove le case e gli affitti sono agevoli e dove se arrivi alla mattina a Sarkaville ora di sera hai gia' casa, macchina, scuola e palestra sistemate. Non esattamente come da noi.

Edited by Ponchiaz
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Corny.......... ironia portami via ( e dire che le faccine abbondavano) ........non ti volevo attribuire un bel niente...... è un argomento sul quale siamo/eravamo perfettamente in sintonia.

Poi, suvvia, "compagno di merende " non ti pare un tantino eccessivo ???

Mi sono lasciato prendere la mano ..... ho modificato e spero ti vada bene ..... :angry:

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Questo e' ragionare.

Ragionare significa anche chiedersi perche' l'operatore di fonderia pensa di ricollocarsi solo in un'altra fonderia e perche' la cerca col binocolo sperando di trovarla a 100 metri da quella di prima. Perche' se poi non la trova allora si riduce a fare qualsiasi cosa pur di rimanere in zona invece di guardarsi un po' in giro?

Quando si pensa agli U.S.A. si deve pensare ad un popolo che sciama seguendo il lavoro, facilitato da un sistema adeguato dove le case e gli affitti sono agevoli e dove se arrivi alla mattina a Sarkaville ora di sera hai gia' casa, macchina, scuola e palestra sistemate. Non esattamente come da noi.

Concordo.

Tuttavia penso che non sia possibile continuare con la delocalizzazione a migliaia di Km di distanza.

Alcune tipologie indutriali/manifatturieri potranno anche sparire, o quasi dall ' Europa, ma non è possibile che restiamo una nazione/continente senza produzione.

Questo per dire che si continuerà necessariamente a fondere metalli o iniettare plastica, o a montare frigoriferi anche in Italia e nel resto d' Europa.

Certo, saranno (presto) rimasti solo quelli "all' altezza", e avranno bisogno di lavoratori "adeguati" i quali, ovviamente, dovranno mettersi in mente che può darsi che la pagnotta la si guadagnerà a 100-200-500 Km da dove lo si faceva prima....

Edited by ROOSTERS99
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Ovviamente l'essere over 50 non è un plus da inserire nella richiesta, il punto è questo: tra un cinquantenne con esperienza specifica ed un venticinquenne, chi sceglie l'azienda e perchè?

le aziende moderne amano avere personale giovane e dentro un certo range d'età.

Non amano inserire gente di 50 anni in un team di trentenni, credo x evitare gap generazionali.

Giusto o sbagliato che sia, questa è la cruda realtà.

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le aziende moderne amano avere personale giovane e dentro un certo range d'età.

Non amano inserire gente di 50 anni in un team di trentenni, credo x evitare gap generazionali.

Giusto o sbagliato che sia, questa è la cruda realtà.

Sicuramente è un aspetto sul quale ci si dovrà interrogare a lungo, in vista dell'invecchiamento demografico così come dell'allungamento dell'età pensionsabile.

Onestamente credo che il mito della giovinezza stia scricchiolando in più punti.

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Guest Paul The Rock

Sulla storia dell'età anagrafica per trovare lavoro emblematica era stata una lettera (di cui ricercherò il link e lo posterò appena posso) apparsa su VareseNews poco tempo fa.

Un lavoratore di 50 anni che aveva perso il lavoro per chiusura della sua società (non mi ricordo il settore, sorry) e, nonostante vari curriculum inviati, non trovava lavoro. Allora tale persona ha deciso di provare a togliere la data di nascita dal curriculum, lasciando solo le informazioni degli studi e delle esperienze lavorative.

Risultato? Ha ricevuto una serie di risposte e proposte di colloquio dalle aziende. Però nella fase successiva ove le aziende richiedevano tutte le informazioni precise appena veniva evidenziata l'età queste declinavano più o meno gentilmente l'offerta.

Questo è solo un caso, però credo che sia indicativo.

Credo anch'io che pesso le aziende preferisco i giovani, ove possibile, per requisiti salariali, più flessibilità (intesa come adattabilità e/o possibilità di plasmare il dipendente ai requisiti aziendali) che una persona con 50 o più anni. Poi ci sono settori o lavori dove l'esperienza è fondamentale e quindi l'età passa totalmente in secondo piano. Però se nel tuo ramo il lavoro non c'è e vuoi cambiare allora l'età diventa veramente un vincolo pesante perché si ritorna alla pari con un diciottenne appena uscito dalla scuola.

Discorso diverso sul fatto che in Italia manchi la cultura della "mobilità" lavorativa. Esatto contrario ad esempio negli States ove per lavoro le famiglie si spostano da costa a costa senza problemi e magari ogni 3/5 anni. Da noi il tutto è legato ad una mentalità totalmente diversa che prevede di rimanere molto più radicati al territorio ove si è cresciuti. Da noi c'è molta meno disponibilità a "cambiare vita" staccandosi magari dalla famiglia e dalle amicizie/conoscenze.

Naturalmente questa mentalità incide anche su altre scelte che poi possono rendere ancora più difficile spostarsi (es acquisto della casa).

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Conosco un'azienda :rolleyes::P che nel settore quadri/impiegati non assume nessuno che abbia più di 27 anni .........................................

Fanno eccezioni solo per i dirigenti da un certo livello in su.

proprio un'azienda di mmmmerda quella lì! :P:P

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Ponchiaz sto arrivando.

Da Corriere.it

LE SCELTE DI NOKIA SIEMENS DI PUNTARE SUI MERCATI EMERGENTI, DA BANGALORE A HANGZHOU

Arriva l’era del ricercatore low cost

«In Cina e India si spende la metà»

Il caso del polo delle telecomunicazioni di Cinisello e Cassina de’ Pecchi

La protesta dei lavoratori (Youreporter.it)MILANO - Nella Milano che orgogliosamen te prepara la sua Expo 2015 seicen to ricercatori della Nokia Siemens Networks di Cinisello Balsamo e Cassina de' Pecchi rischiano di do ver lasciare il posto di lavoro. Uffi cialmente l'azienda, metà finlande se metà tedesca, non parla di chiu sure o licenziamenti ma le mail spedite dal quartier generale ai di pendenti dell'area milanese non la sciano spazio alle illusioni e sono più chiare di un manifesto. L'ulti ma è di pochi giorni fa: il mittente è uno dei top manager del colosso finlandese della telefonia mobile, Torbjorn Kvist, e il messaggio suo na come una condanna a morte per le sedi milanesi che subiranno una drastica riduzione dei carichi di lavoro e una «discontinuità» nei compiti loro assegnati. La disconti nuità di cui parla Kvist nella sua raggelante mail vuol dire che la ri cerca Nokia sulle tecnologie di nuo va (terza e quarta) generazione la scia il Nord Italia e si installa in Asia, a Hangzhou e a Bangalore. Le motivazioni dell'azienda possono essere così freddamente sintetizza te: a) la ricerca nel terzo millennio se vuol essere efficace e redditizia deve essere vicina ai mercati di svi luppo per poterne assecondare ri chieste e mutamenti; :doh[1]: le aree in cui i venditori di telefonia pensano di poter fare affari nell'immediato futuro sono Cina e India; c) non re sta che abbandonare gradualmen te i mercati giudicati maturi (Ita lia) e prendere la strada di Pechi no.

La novità, tragica per noi italia ni, è che finora discorsi come que sti riguardavano il settore manifat turiero, le fabbriche tessili o chimi che. Ad emigrare verso Est erano posti di lavoro «poveri» e prodotti largamente copiabili, oggi la Cina invece comincia ad attrarre la ricer ca e se ne vanno posti di lavoro pre giati che non torneranno più a di sposizione dei laureati dei nostri Politecnici. «Anche in questo cam po — dicono i ricercatori di Cinisel lo — la qualità si è standardizzata. Le università cinesi sono buone quanto le nostre e a questo punto la competizione si gioca solo sui costi. Uno di noi a Milano costa all' azienda all'incirca 45 euro l'ora, in Cina la metà». Siamo dunque en trati ufficialmente nell'era del ricer catore low cost. «E se Nokia e Sie mens tutelano i loro siti di ricerca in Finlandia e in Germania — ag giunge Roberto Zanotto della Fiom-Cgil — nessuno fa niente per l'Italia. Da noi le telecomunica zioni languono e Nokia ci conside ra un Paese senza prospettive».

La joint venture tra finlandesi e tedeschi risale al 2007, già in par tenza nasce sotto l'egemonia di Helsinki e il distacco progressivo della multinazionale bavarese dal le telecomunicazioni. Il nucleo por tante della ricerca di Cinisello e Cassina de' Pecchi è una diretta ere­dità del vecchio insediamento Ital tel di Castelletto di Settimo, ai tem pi di Marisa Bellisario uno dei tem pli della ricerca made in Italy (un altro era il centro Honeywell di Pre gnana Milanese e un altro ancora quello Telettra di Vimercate). Se ora i due siti dovessero chiudere o comunque spegnersi si chiudereb be la lunga stagione del polo mila nese delle telecomunicazioni d'avanguardia. E' evidente che in questo business i cinesi sono all'at tacco, colossi come la Huawei e la Zte sono i nuovi padroni del cam po e si vocifera anche di un interes samento di quest'ultima per ciò che resta dell'Italtel.

In questi anni Cinisello e Cassi na hanno subito un lento dimagri mento ma adesso siamo alla frutta. «La Nokia smantella in maniera fa risaica. Dice di non licenziare ma esercita il massimo della pressione perché la gente si licenzi. Non cre do proprio che sia un modo corret to di comportarsi in un Paese stra niero » denuncia Zanotto. Ufficial mente a Milano resterebbe la ricer ca sul Gsm-Edge, ma è risaputo che per questa tecnologia il merca to è declinante e quindi non ci si può far affidamento. La cosa scon certante, a detta dei sindacati, è che mentre il governo italiano si lancia nei progetti di finanziamen to della banda larga la Nokia ci cre da poco o niente. Il segnale che ar riva da Roma è giudicato vago, la dotazione di risorse (800 milioni) diluita in cinque anni non pare par­ticolarmente attraente e comun que di fronte al miraggio di raffor zarsi in Cina quei soldi sono peanu­ts, noccioline.

Per i 600 ricercatori milanesi è iniziata una lunga Via Crucis. Han no un'età media attor­no ai quaranta e quin di per loro non ci so no prepensionamenti possibili. Guadagna no circa 2 mila euro al mese ma chi si è messo in caccia di un nuovo posto di lavo ro ha trovato (rare) of ferte a 1.000-1.200 eu ro al mese e per di più con un contratto a progetto. La prote sta dei ricercatori ancora non è esplosa. Non sono tipi da picchetti duri e da manifestazioni clamoro se, solo pochi sono iscritti al sinda cato e come forma di lotta preferi scono lo sciopero bianco e l'azione dimostrativa a mo' di rappresenta zione teatrale. Qualche settimana fa, ai primi segnali di sganciamen to della Nokia, hanno organizzato «il funerale della ricerca» con tan to di bara e di preghiera per il caro estinto. E' difficile che vadano a bloccare la tangenziale, è più facile è che inizi per loro una lenta dia spora. Qualcuno ha intenzione di prendere i soldi dalla Nokia per di mettersi e aprire un'edicola, qual cun altro riparerà in Svizzera. Così aspettando l'Expo la ricerca a Mila no potrà morire in silenzio.

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E come?

Non sono ne saldatore ne tornitore ed ho più di 27 anni.

PS: Non lavoro in R&D. Non sono quindi fra i 600. Mi becco però un trasferimento da Cinisello a Cassina de Pecchi. :doh[1]:

E dov' è ??

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Quali sono secondo voi i motivi per cui tutti noi, mi ci metto anch'io, in fondo temiamo che perso il lavoro si rischi di non trovarne un altro sebbene in realta' questo non sia sostanzialmente vero, con le dovute eccezioni?

Cosa blocca secondo voi la circolazione del lavoro e dei lavoratori nel nostro paesone?

Che misure dovremmo adottare perche' il sistema fosse piu' fluido?

Ho letto con attenzione i vostri interventi sul tema del lavoro argomento quanto mai importante e delicato nella vita di una persona, prima di esprimere il mio pensiero credo sia opportuno che mi qualifichi, ciò non vuol dire che ne capisca :rolleyes: ma almeno fa capire che qualche esperienza ce l'ho.

Sono Direttore della Produzione di ca. 24 Commesse (x chi opera nell'industria li chiami pure stabilimenti...) da Napoli a Trieste per un totale di ca. 1200 persone da gestire.

Vedo che il discorso è scivolato inesorabilmente sull'età anagrafica delle persone alla ricerca di lavoro, prima di arrivarci anch'io però ripartirei dalle domande di Paolo, comincerei dal dire che 20 anni fa un giovine entrava nel mondo del lavoro con la prospettiva di trovare un azienda che a fronte delle sue capacità dapprima gli offrisse un posto a TEMPO INDETERMINATO e successivamente porvvedesse a formarlo e farlo crescere.

Oggi un giovine trova lavoro tramite le agenzie interinali senza nessuna speranza di continuità, le aziende lo tengono il tempo necessario per coprire il buco lasciato da qualcuno e poi se ne liberano per non avere vincoli di assunzione. Nessuna voglia di investire sulla persona, minimi salariali, lavoro a tempo determinato per anni e anni e anni.

I nostri governi negli anni hanno parlato di mobilità e flessibilità nel mondo del lavoro portando sempre ad esempio altre nazioni senza aver mai creato realmente questa possibilità ai lavoratori italiani.

Perchè abbiamo paura di perdere il lavoro ? Perchè a seconda dei casi probabilmente devi ricominciare da capo se hai fatto un briciolo di carriera in azienda, perchè magari un buon tecnico (fresatore ecc.) o un buon impiegato con esperienza o un buon Responsabile gestore di risorse umane lo paghi un 35 % in più (sulla paga base a seguito di quanto sopra o dei diritti acquisiti negli anni) di una persona presa da un agenzia interinale alla quale applichi l'ultimo CCNL da fame.

Per ritornare a bomba sul discorso dell'età debbo dire che perdere il lavoro a 50 anni è un problema soprattutto per chi ha ruoli di responsabilità perchè deve accettare vari ridimensionamenti, dal ruolo che potrebbe non più trovare ad una consistente riduzione dei compensi ad una maggiore difficoltà a cambiare settore di lavoro ( dalla metalmeccanica ai servizi, dal tessile ai trasporti ecc.).

Un operaio invece, se ha voglia, cambia più facilmente perchè può trovare lavoro nel mondo che conosce (a scapito della busta paga) al mondo delle pulizie, al mondo dell'industria magari nei mesi in cui questi hanno bisogno o per maggiore produzione o per sostituire il proprio personale in ferie, resta intesa la precarietà del lavoro.

Cosa fare per renderlo più fluido? siamo lontano anni luce e forse mai ci arriveremo perchè per avere mobilità dovremmo avere più facilità nell'acquisire appartamenti (una volta le grandi fabbriche costruivano gli alloggi ai dipendenti ricordate?), nel dare sussidi alla famiglia che si sposta, nel dare assegni famigliari VERI (come in Francia ad esempio) a chi ha figli per far si che la mamma possa stare a casa ( se vuole...), nell' abbassare il cuneo fiscale che le aziende devono versare allo stato epr ogni dipendente (ormai se un operaio prende 1000,00 € netti/mese all'azienda ne costa quasi il doppio, nel dare sgravi fiscali a chi assume ed investe nella FORMAZIONE...potremmo andare avanti ancora.

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