Ponchiaz Posted August 11, 2009 Author Share Posted August 11, 2009 Sono Direttore della Produzione di ca. 24 Commesse (x chi opera nell'industria li chiami pure stabilimenti...) da Napoli a Trieste per un totale di ca. 1200 persone da gestire. E io che pensavo che tu fossi solo il pazzo che grida cose improponibili di fianco a me la Domenica. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Virgus Posted August 11, 2009 Share Posted August 11, 2009 (edited) Poi, suvvia, "compagno di merende " non ti pare un tantino eccessivo ??? anche perchè andar dall'altra parte del mondo a far merenda non è mica cosa facile... Edited August 11, 2009 by Virgus Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted August 11, 2009 Author Share Posted August 11, 2009 Ma per chi avesse la voglia, offro della eccellente Nutella. Costa come un barattolo di smeraldi, ma la soddisfazione non ha prezzo. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Long Leg Posted August 11, 2009 Share Posted August 11, 2009 Ho letto con attenzione i vostri interventi sul tema del lavoro argomento quanto mai importante e delicato nella vita di una persona, prima di esprimere il mio pensiero credo sia opportuno che mi qualifichi, ciò non vuol dire che ne capisca ma almeno fa capire che qualche esperienza ce l'ho.Sono Direttore della Produzione di ca. 24 Commesse (x chi opera nell'industria li chiami pure stabilimenti...) da Napoli a Trieste per un totale di ca. 1200 persone da gestire. oltre alle 1200 persone da gestire, devi aggiungere gli utenti del forum Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mangusta Posted August 11, 2009 Share Posted August 11, 2009 oltre alle 1200 persone da gestire, devi aggiungere gli utenti del forum Non ne sarei capace... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Leasir Posted August 20, 2009 Share Posted August 20, 2009 FOCUS OCCUPAZIONE E AZIENDEI 30 mila posti di lavoro che nessuno vuole Si cercano falegnami, meccanici, parrucchieri, elettricisti Senza risposta un terzo delle ricerche delle piccole imprese Va bene che molti giovani, dicono studi e sondaggi di ogni genere, sognano ancora il posto fisso. Meglio ancora se nella pubblica amministrazione. E va bene che quasi metà degli italiani, come afferma una recente ricerca dell’Eurobarometro, sono talmente restii all’idea del cambiamento da non riuscire nemmeno a scrollarsi di dosso l’idea che quel posto debba durare tutta la vita. Ma con la produzione industriale che arranca, la disoccupazione che galoppa, la cassa integrazione che non dà tregua, tutto ci si potrebbe aspettare tranne che le piccole imprese, proprio quelle che dovrebbero rappresentare il cuore pulsante dell’economia italiana, fossero a corto di braccia. Eppure, a giudicare almeno dai risultati di una inchiesta della Confartigianato sul fabbisogno di manodopera condotta in base ai dati dei primi sei mesi dell’anno, è proprio quello che sta accadendo. L’organizzazione presieduta da Giorgio Guerrini stima che nel 2009, nonostante la crisi, il sistema delle piccole imprese e dell’artigianato potrà creare 94.670 posti di lavoro. Quasi un terzo di questi, tuttavia, rischia di restare vacante: per quanto si cerchino persone in grado di occuparli, semplicemente non si trovano. Una emergenza al contrario, tanto più paradossale perché con l’imminenza dell’autunno si addensano nubi sempre più minacciose sul mondo del lavoro. Da Nord a Sud. In Piemonte ci sono 512 aziende in crisi, con 25 mila dipendenti in cassa integrazione. Anche in Emilia-Romagna i cassintegrati sono più di 20 mila nelle sole aziende metalmeccaniche. La Sicilia è in apprensione per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Nel Lazio i posti a rischio sarebbero 70 mila. E nelle Marche sono quasi 8 mila i lavoratori messi in mobilità nei primi sei mesi di quest’anno. Soprattutto, però, le conclusioni dell’indagine sembrano stridere apertamente con i timori di quanti sono convinti che gli immigrati tolgano il lavoro agli italiani. Un luogo comune che trova conforto prevalentemente negli ambienti politici di fede leghista, ma che i risultati di uno studio della Banca d’Italia reso noto martedì sembrano invece smentire categoricamente. All’appello, secondo la Confartigianato, mancano 30.750 persone. Per avere un’idea della dimensione di questo fenomeno basta considerare che si tratta di un numero addirittura superiore a quello dei lavoratori (circa 30 mila) che al giugno scorso in tutta la Lombardia, prendendo per buoni i dati della Cgil, avevano avuto accesso alla cassa integrazione in deroga. I dati elaborati dall’ufficio studi dell’organizzazione degli artigiani informano che la carenza maggiore è quella dei falegnami o comunque di persone esperte nella lavorazione del legno. A fronte di un fabbisogno di 2.690 addetti, le piccole imprese ne cercano inutilmente 1.390, ovvero quasi il 52% del totale. Per non parlare poi dei parrucchieri e degli estetisti. In questo caso i posti di lavoro destinati con ogni probabilità a restare vuoti sono il 49% circa: ben 3.210. È in assoluto il buco numericamente maggiore fra tutti i comparti presi in esame dall’indagine. Ancora più grosso di quello che la Confartigianato denuncia per gli elettricisti. Rispetto alle esigenze dichiarate (9.850) ne mancherebbero infatti 2.840, pari al 28,8% del totale. Pesante risulterebbe anche la situazione delle officine per la riparazione delle auto, con un deficit di 1.640 meccanici. Problema di dimensioni più o meno simili a quello che viene accusato dalle piccole imprese informatiche (1.740) e dagli idraulici (ne mancano 1.560): mestiere, quest’ultimo, che ha fama di essere anche particolarmente redditizio una volta superata la fase dell’apprendistato. Soffre perfino l’edilizia, in assoluto il regno della flessibilità. Stando sempre ai dati della Confartigianato le piccole imprese sono riuscite a reclutare 3.160 carpentieri sui 4.500 che sarebbero necessari. Degli altri 1.340 ancora nessuna traccia. Ma anche il numero dei disegnatori industriali disponibili è inferiore al fabbisogno di ben 1.110 unità. La medaglia della crisi economica ha tuttavia una doppia faccia. Se nelle piccole imprese un posto su tre rimane vuoto perché non si trova chi lo possa (o voglia) occupare, e nonostante sopravviva ancora il mito del posto fisso, nell’ultimo anno c’è pure chi ha reagito alle difficoltà economiche con una scelta opposta: mettendosi in proprio. Sintomo del fatto che, trovandosi di fronte all’alternativa fra andare a lavorare alle dipendenze in una piccola impresa, magari con un contratto da precario, e rischiare invece in prima persona, qualcuno sceglie questa seconda strada. Non moltissimi, per la verità: nell’annus horribilis per il Prodotto interno lordo la stessa Confartigianato ne ha censiti 8.134. Ma con situazioni davvero curiose. Mentre infatti i parrucchieri cercavano inutilmente 3.210 dipendenti da avviare al lavoro, nei dodici mesi compresi fra la fine di giugno 2008 e la fine di giugno 2009 il numero dei barbieri e degli estetisti aumentava di 1.696 unità. Una crescita inferiore soltanto a quella del numero di quanti si sono buttati nella cosiddetta green economy (2.559) nonché del numero dei gelatai, dei panettieri e dei pasticcieri (2.082). Il bello è che alle gelaterie, alle pasticcerie e ai panifici artigianali mancano 1.140 dipendenti. C’è poi chi ha tentato l’avventura nell’informatica (462) o nei servizi di trasporto (800), oppure nelle piccole attività di restauro (104), o ancora nella tinteggiatura (681). I più creativi hanno scelto invece la strada della pubblicità e del design (119). E un pugno di temerari (39) ha messo la propria passione per gli animali al servizio del prossimo. Del resto, con questi chiari di luna tutto fa brodo. Sergio Rizzo 20 agosto 2009 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted August 21, 2009 Author Share Posted August 21, 2009 Si, ma magari se aggiungessi la tua elaborazione critica dell'articolo...vogliamo diventare un forum di link? Link to comment Share on other sites More sharing options...
Theus Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 Le cose di valore sono tutte difficili, non da tutti.Ma la domada è quanti sono disposi (non mancando loro le capacità, si intende...) a svolgere una mansione impegnativa, piena di responsabilità e difficoltà, dovendosi ad essa dedicare con grande abnegazione ? E quanti, oltre a ciò, ad alzare le chiappe per raggiungere il luogo dove svolgere quelle mansioni, facendo il pendolare o magari portando la famiglia lontano dalla terra natia ? E' finito il tempo di mulettisti e magazzinieri (con tutto il rispetto...) che vorrebbero andare al lavoro in bicicletta. Trovo anch'io allucinante che gente rifiuti il lavoro perchè deve abbandonare la bici a favore dell'auto. "Ma la domada è quanti sono disposi (non mancando loro le capacità, si intende...) a svolgere una mansione impegnativa, piena di responsabilità e difficoltà, dovendosi ad essa dedicare con grande abnegazione ?" Giro la domanda: quanti sono quei datori di lavoro disposti a pagare adeguatamente queste figure? Io lavoro in un settore di m... quindi forse ho una visione un po' distorta della situazione. In un contesto di piccola e media impresa forse è più facile trovare le due figure (imprenditore illuminato e lavoratore più affezionato), io devo dire che anche in questo caso sono stato abbastanza sfortunato, almeno in una occasione. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted August 21, 2009 Author Share Posted August 21, 2009 Sono sicuro che di quei datori di lavoro ce ne sono diversi. Sono meno sicuro che si trovino tutti dove vorremmo noi, ovvero a 100m da casa nostra. Come sono rari i lavoratori di serie A, lo sono anche i datori di serie A. Ergo, siccome tipicamente i lavoratori sono piu' mobili dei datori sta ai primi prendere la valigia. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mangusta Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 Trovare giovani che abbiano voglia di mettersi in mostra e fare carriera è sempre più difficile, trovare datori di lavoro che abbiano voglia di "formare" nuovi Dirigenti - Responsabili ecc. è sempre più difficile. Le situazioni credo cambino molto a seconda del contesto aziendale (piccola-media-grande impresa) certo è che per fare carriera devi sacrificarti parecchio ed oggi in pochi sono disposti a farlo...poi come sempre c'è chi fa carriera per altri motivi!!! Link to comment Share on other sites More sharing options...
Long Leg Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 ormai la crescita professionale è intimamente correlata con la flessibilità a spostarsi. I cv più ambiti sono quelli in cui ci sono esperienza diversificate all'estero. Io ai miei candidati giovani dico sempre che il cv va costruito, non ci si può aspettare di non fare un tubo e sperare che con il solo titolo di studio gli piova in testa il lavoro dei sogni. Quindi: maggiore formazione, soggiorni all'estero (per intenderci, andare a fare i camerieri a Londra), stage (anche se non retribuiti, da qualche parte bisogna iniziare! ma molti li "schifano"). E invece sapete che cv ricevo? Titolo di studio, lingua inglese a livello scolastico. Zero tirocini, zero stage, zero tutto. E si lamentano perchè continuano a non ricevere risposte dalle aziende............................. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mangusta Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 ormai la crescita professionale è intimamente correlata con la flessibilità a spostarsi. I cv più ambiti sono quelli in cui ci sono esperienza diversificate all'estero. Io ai miei candidati giovani dico sempre che il cv va costruito, non ci si può aspettare di non fare un tubo e sperare che con il solo titolo di studio gli piova in testa il lavoro dei sogni. Quindi: maggiore formazione, soggiorni all'estero (per intenderci, andare a fare i camerieri a Londra), stage (anche se non retribuiti, da qualche parte bisogna iniziare! ma molti li "schifano").E invece sapete che cv ricevo? Titolo di studio, lingua inglese a livello scolastico. Zero tirocini, zero stage, zero tutto. E si lamentano perchè continuano a non ricevere risposte dalle aziende............................. Ho voglia di cambiare azienda, quasi quasi ti mando il mio CV chissà mai... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Dragonheart Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 stage (anche se non retribuiti, da qualche parte bisogna iniziare! ma molti li "schifano"). Un avvocato che fa anche l'assistente universitario, mi ha raccontato di laureandi che si sono rifiutati di fare uno stage da lui perchè gli pesava spostarsi da Como a Varese... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Theus Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 ...E invece sapete che cv ricevo? Titolo di studio, lingua inglese a livello scolastico. Zero tirocini, zero stage, zero tutto. E si lamentano perchè continuano a non ricevere risposte dalle aziende... Purtroppo è una grande verità, il titolo di studio da solo serve sempre meno Il problema è che quando ci siamo laureati noi, la cosa non era ancora evidente !!! Link to comment Share on other sites More sharing options...
Theus Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 Sono sicuro che di quei datori di lavoro ce ne sono diversi.Sono meno sicuro che si trovino tutti dove vorremmo noi, ovvero a 100m da casa nostra. Come sono rari i lavoratori di serie A, lo sono anche i datori di serie A. Ergo, siccome tipicamente i lavoratori sono piu' mobili dei datori sta ai primi prendere la valigia. Io mi sposterei anche ma non trovo chi mi vuole ;-) Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ale Div. Posted August 21, 2009 Share Posted August 21, 2009 Un avvocato che fa anche l'assistente universitario, mi ha raccontato di laureandi che si sono rifiutati di fare uno stage da lui perchè gli pesava spostarsi da Como a Varese... Beh in effetti, considerando il percorso al contrario, anch'io avei difficoltà.... già è pesante andare a m-milano, mmi consolo solo perchè ogni giorno vedo scritto MM .................. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted August 25, 2009 Author Share Posted August 25, 2009 Il precario italiano? In Svizzera è un dipendente Un lettore, imprenditore in Svizzera, "bacchetta" l'Italia che "costringe" le aziende a contratti fantasiosi. Il nodo, secondo lui, sono licenziamenti e tassazione. E voi cosa ne pensate? Zoom Testo Stampa | Invia | Scrivi Commenti Io ho società svizzera e ho i dipendenti assunti con contratto di lavoro svizzero. Cosa cambia? Prima di tutto sono tutti assunti a tempo indeterminato. Con ferie e malattia. Se fossi in italia li assumerei quanti più possibile con contratti a progetto, tramite agenzia, o con altri escamotage. Questo perchè? Perchè l'imprenditore non ha nessun interesse a mantenere il lavoratore "precario". Questa che il lavoratore precario conviene all'imprenditore è una favola. Quello che conviene all'imprenditore è: possibilità di licenziare chi non lavora bene. E un giusto differenziale tra stipendio netto e lordo. Vediamo questi due punti: in svizzera si può licenziare chiunque in qualunque momento. In base a quanto tempo lavorava da te gli dovrai riconoscere un indennizzo. In base agli anni di lavoro possono essere 1, 3 , 12 mensilità. Oltre questo nessuno ti obbliga a tenere qualcuno che secondo te non lavora bene. E questo deve essere un diritto sacrosanto. Non deve essere un giudice a valutare se chi lavora con te lavora bene. Sarebbe come se un giudice dovesse valutare se puoi smettere di andare in un negozio che secondo il tuo giudizio non ti ha trattato bene. Il rapporto di lavoro deve dare reciproca soddisfazione. Se l'imprenditore non è soddisfatto si cerca un altro dipendente (ovviamente indennizza il dipendente per il licenziamento in base a quanto ha lavorato da lui). Secondo punto. Il differenziale tra netto e lordo. Uno stipendio netto di 1000 euro costa all'impresa 1800. C'è un differenziale dell'80%. In svizzera uno stipendio netto di 1000 costa all'impresa 1200. C'è un differenziale del 20%. Queste sono le due problematiche italiane che spingono le imprese ad utilizzare contratti atipici: licenziamento e differenziale di stipendio. Il fatto è che per usare questi contratti e ottenere il risultato voluto si è costretti a mettere il dipendente in situazione di precariato. Ma è un effetto collaterale, non un obiettivo. Chi è quindi responsabile? Ovviamente la legislazione italiana che non riduce le tasse sul lavoro dipendente (perchè sono soldi che si incamera il fisco) e non crea una regolamentazione sui licenziamenti di livello europeo. Ma questo i sindacati e i politici non lo spiegano. Perchè se no la colpa diventerebbe loro. Preferiscono sostenere la favola che all'imprenditore conviene avere dipendenti con contratto di 15 giorni e che gli imprenditori amano passare il tempo a rifare i contratti ai propri dipendenti Tanto per chiarirci ripeto: Sono in svizzera e ho tutti i dipendenti assunti a tempo indeterminato. Con ferie e malattia e sono ben felice di questo. Se fossi in italia li assumerei quanti più possibile con contratti a progetto, tramite agenzia, o con altri escamotage. 24/08/2009 Mimmo Pacioredazione@varesenews.it --------------------------------------------------------------- uhhhhh bella bella bella questa per la nostra discussione. Io credo che ci sia parecchio di giusto in questa lettera anche se e' ovviamente un po' roba risaputa. Comunque, risappiamola va! Link to comment Share on other sites More sharing options...
ROOSTERS99 Posted August 25, 2009 Share Posted August 25, 2009 Mi chiedo se Epifani ( e prima di lui Cofferati), la abbiano mai sapute queste cose....... Link to comment Share on other sites More sharing options...
corny Posted August 25, 2009 Share Posted August 25, 2009 Il tanto vituperato governo Prodi aveva iniziato con la diminuzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro.... Comunque diminuire il differenziale tra netto e lordo sugli stipendi è abbastanza improbabile, a meno di riforme importanti sulla previdenza o su un deciso aumento della tassazione dei redditi finanziari, o qualsiasi altra tassazione necessaria per liberare le risorse necessarie, sono troppo importanti queste entrate per il fisco italiano. La libertà di licenziare da parte delle imprese, mi trova concorde però con i dovuti correttivi, qualche datore di lavoro potrebbe usare l'arma del licenziamento per meglio manipolare i suoi dipendenti, per licenziare chi si ammala, donne che vogliono avere figli .... un limite alla possibilità di licenziare deve comunque essere messo. Link to comment Share on other sites More sharing options...
ROOSTERS99 Posted August 25, 2009 Share Posted August 25, 2009 Il tanto vituperato governo Prodi aveva iniziato con la diminuzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro...................... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted August 25, 2009 Author Share Posted August 25, 2009 Comunque diminuire il differenziale tra netto e lordo sugli stipendi è abbastanza improbabile, a meno di riforme importanti sulla previdenza o su un deciso aumento della tassazione dei redditi finanziari, o qualsiasi altra tassazione necessaria per liberare le risorse necessarie, sono troppo importanti queste entrate per il fisco italiano.La libertà di licenziare da parte delle imprese, mi trova concorde però con i dovuti correttivi, qualche datore di lavoro potrebbe usare l'arma del licenziamento per meglio manipolare i suoi dipendenti, per licenziare chi si ammala, donne che vogliono avere figli .... un limite alla possibilità di licenziare deve comunque essere messo. Immagino che l'aumento delle tasse sia del tutto connaturato all'essenza stessa del popolo di sinistra. Se leggi quello che hai scritto parli di "liberare" risorse. Ecco liberare risorse non vuol dire succhiarne di piu' ma toglierle dal cesso dove spesso le si getta (vedi pubblica amministrazione) per metterle dove serve di piu'. Poi io sono come noto favorevole alla tassazione delle rendite finanziarie ma in termini di numeri e' necessario capire quanto si pensa di tirar su in quel modo, mentre abbiamo mezza nazione che non paga le tasse piu' basilari ed un mostro mangiasoldi come la P.A. da mandare avanti (in questo anche la Lega ha le sue colpe col suo cadgreghismo locale). Un altro luogo comune e' quello che il datore di lavoro italiano sia sempre un bastardo che userebbe ogni possibilita' di licenziare a fini di minaccia. Allora dico due ovvieta' a. Non credo che ai datori di lavoro (a cui chiedo conferma) minacciare i lavoratori in gamba dia un brivido particolare o tantomento convenga nel lungo periodo per aumentare i fatturati. b. Non serve poter licenziare qualcuno per poterlo minacciare e violentare moralmente fino a farlo dimettere. E questo a prescindere dalle dimensioni della azienda. Ci sono e ci saranno sempre i tribunali per discutere i casi di mobbing o di licenziamento per (in)giusta causa, pero' dobbiamo convenire su una cosa: il fancazzismo deve far parte delle giuste cause altrimenti come paese di strada ne faremo poca. Link to comment Share on other sites More sharing options...
corny Posted August 25, 2009 Share Posted August 25, 2009 (edited) Immagino che l'aumento delle tasse sia del tutto connaturato all'essenza stessa del popolo di sinistra.Se leggi quello che hai scritto parli di "liberare" risorse. Ecco liberare risorse non vuol dire succhiarne di piu' ma toglierle dal cesso dove spesso le si getta (vedi pubblica amministrazione) per metterle dove serve di piu'. Poi io sono come noto favorevole alla tassazione delle rendite finanziarie ma in termini di numeri e' necessario capire quanto si pensa di tirar su in quel modo, mentre abbiamo mezza nazione che non paga le tasse piu' basilari ed un mostro mangiasoldi come la P.A. da mandare avanti (in questo anche la Lega ha le sue colpe col suo cadgreghismo locale). Un altro luogo comune e' quello che il datore di lavoro italiano sia sempre un bastardo che userebbe ogni possibilita' di licenziare a fini di minaccia. Allora dico due ovvieta' a. Non credo che ai datori di lavoro (a cui chiedo conferma) minacciare i lavoratori in gamba dia un brivido particolare o tantomento convenga nel lungo periodo per aumentare i fatturati. b. Non serve poter licenziare qualcuno per poterlo minacciare e violentare moralmente fino a farlo dimettere. E questo a prescindere dalle dimensioni della azienda. Ci sono e ci saranno sempre i tribunali per discutere i casi di mobbing o di licenziamento per (in)giusta causa, pero' dobbiamo convenire su una cosa: il fancazzismo deve far parte delle giuste cause altrimenti come paese di strada ne faremo poca. Convengo in toto sul fancazzismo. Sul fatto di liberare risorse non ho ancora visto un governo di destra e di sinistra che abbia avuto il coraggio di intervenire pesantemente sul costo della politica, ops, pubblica amministrazione . Visto qualcuno diminuire le comunità montane in posti che di montano non hanno proprio nulla?, e la tanto declamata abolizione-riduzione delle provincie ne ha solo partorito delle nuove. Fino a quando si sperperano i soldi pubblici per i più svariati motivi il baraccone Italia ha bisogno di sempre più risorse per andare avanti, ho parlato di tasse perchè finora è sempre stato così, ma forse sarebbe meglio cominciare a far pagare le tasse a chi non le ha mai pagate, oltre a razionalizzare le uscite come già detto. Sel fatto che tutti gli imprenditori non siano dei "bastardi" convengo, ma, e dico anch'io un ovvietà, in giro ce ne sono un discreto numero ..... Edited August 25, 2009 by corny Link to comment Share on other sites More sharing options...
Long Leg Posted August 25, 2009 Share Posted August 25, 2009 Il precario italiano? In Svizzera è un dipendenteUn lettore, imprenditore in Svizzera, "bacchetta" l'Italia che "costringe" le aziende a contratti fantasiosi. Il nodo, secondo lui, sono licenziamenti e tassazione. E voi cosa ne pensate? Zoom Testo Stampa | Invia | Scrivi Commenti Io ho società svizzera e ho i dipendenti assunti con contratto di lavoro svizzero. Cosa cambia? Prima di tutto sono tutti assunti a tempo indeterminato. Con ferie e malattia. Se fossi in italia li assumerei quanti più possibile con contratti a progetto, tramite agenzia, o con altri escamotage. Questo perchè? Perchè l'imprenditore non ha nessun interesse a mantenere il lavoratore "precario". Questa che il lavoratore precario conviene all'imprenditore è una favola. Quello che conviene all'imprenditore è: possibilità di licenziare chi non lavora bene. E un giusto differenziale tra stipendio netto e lordo. Vediamo questi due punti: in svizzera si può licenziare chiunque in qualunque momento. In base a quanto tempo lavorava da te gli dovrai riconoscere un indennizzo. In base agli anni di lavoro possono essere 1, 3 , 12 mensilità. Oltre questo nessuno ti obbliga a tenere qualcuno che secondo te non lavora bene. E questo deve essere un diritto sacrosanto. Non deve essere un giudice a valutare se chi lavora con te lavora bene. Sarebbe come se un giudice dovesse valutare se puoi smettere di andare in un negozio che secondo il tuo giudizio non ti ha trattato bene. Il rapporto di lavoro deve dare reciproca soddisfazione. Se l'imprenditore non è soddisfatto si cerca un altro dipendente (ovviamente indennizza il dipendente per il licenziamento in base a quanto ha lavorato da lui). Secondo punto. Il differenziale tra netto e lordo. Uno stipendio netto di 1000 euro costa all'impresa 1800. C'è un differenziale dell'80%. In svizzera uno stipendio netto di 1000 costa all'impresa 1200. C'è un differenziale del 20%. Queste sono le due problematiche italiane che spingono le imprese ad utilizzare contratti atipici: licenziamento e differenziale di stipendio. Il fatto è che per usare questi contratti e ottenere il risultato voluto si è costretti a mettere il dipendente in situazione di precariato. Ma è un effetto collaterale, non un obiettivo. Chi è quindi responsabile? Ovviamente la legislazione italiana che non riduce le tasse sul lavoro dipendente (perchè sono soldi che si incamera il fisco) e non crea una regolamentazione sui licenziamenti di livello europeo. Ma questo i sindacati e i politici non lo spiegano. Perchè se no la colpa diventerebbe loro. Preferiscono sostenere la favola che all'imprenditore conviene avere dipendenti con contratto di 15 giorni e che gli imprenditori amano passare il tempo a rifare i contratti ai propri dipendenti Tanto per chiarirci ripeto: Sono in svizzera e ho tutti i dipendenti assunti a tempo indeterminato. Con ferie e malattia e sono ben felice di questo. Se fossi in italia li assumerei quanti più possibile con contratti a progetto, tramite agenzia, o con altri escamotage. 24/08/2009 Mimmo Pacioredazione@varesenews.it --------------------------------------------------------------- uhhhhh bella bella bella questa per la nostra discussione. Io credo che ci sia parecchio di giusto in questa lettera anche se e' ovviamente un po' roba risaputa. Comunque, risappiamola va! quoto parola x parola, pur essendo io "precaria" a tempo indeterminato in Cioccolatolandia! Link to comment Share on other sites More sharing options...
Miki24 Posted August 25, 2009 Share Posted August 25, 2009 Se qualcuno è così gentile da spiegarmi il percorso di studi per aspirare al giornalismo gli sarei grato...durante il mio soggiorno estivo ho trovato discreti appoggi Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ponchiaz Posted August 26, 2009 Author Share Posted August 26, 2009 Fraaaaaaaaanzzzz, Giessseeeeeeeee, Massuuuuuuuuuuuuud..... Io se vuoi ti posso aiutare per il percorso di studi che ti porti ad una brillante carriera nell'ingegneria, cosi' veloce che ad un certo punto ti capitera' di mancare uno svincolo e ritrovarti dall'altro capo del mondo. ARGH. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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