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  1. Dopo aver ingoiato tanti bocconi amari, dopo aver ricevuto qualche complimento non accompagnato da due punti in classifica, la Openjobmetis può godersi una serata con sorrisi e applausi e un abbraccio totale con il suo pubblico. Messa alle strette dalla vittoria di Pesaro all’ora del caffé (a Sassari), la squadra di Bialaszewski si scuote travolgendo 113-79 una Napoli sì in caduta libera ma ricca di talento e di qualità. Pregi, quelli della Gevi, che finiscono completamente diluiti sotto il diluvio di gioco e di canestri scatenato, una volta tanto, da Varese. McDermott e compagni tirano con il 68% da 2 punti, con il 49% da 3, mandano sei uomini in doppia cifra, dieci (su dieci) a referto e confermano che le prove con Tortona e ancor di più Brescia erano davvero sintomo di una crescita. Che, però, andrà consolidata anche nelle prossime uscite, perché la salvezza è ancora in ballo e perché la gente di Varese si merita uno sprint vincente. Tutti bravi, nel tardo pomeriggio varesino: la squadra di Bialaszewski – gestione senza incertezze, la sua – parte forte, regge i tentativi di spallata portati dai campani, torna davanti saldamente e poi dilaga, con Napoli che al contrario non è solo alterna nel gioco ma crolla dal punto di vista della disciplina con Ennis che si fa cacciare per doppio antisportivo (su Mannion) e con Owens che incredibilmente litiga con tutti i 4.171 tifosi presenti – era stato applaudito fino a lì – aizzando la gente dopo un avvio di zuffa tra i due playmaker. Problemi loro, mentre Varese si toglie per lo meno qualche etto di paura dalle spalle in vista di due trasferte che potrebbero valere tutto o far ripiombare la squadra nella palude. Decisivo, nel cambio di passo della OJM, Nico Mannion: dopo un primo tempo oggettivamente scarno, il Red Mamba torna a onorare il proprio soprannome ingaggiando e vincendo la guerra con Ennis e tornando a trascinare la squadra, come ci si aspetta. Prima di lui ci avevano pensato Moretti, McDermott e Brown, con quest’ultimo che tiene un po’ tutti con il fiato sospeso dopo uno scontro fortuito con Sokolowski. Di buono c’è che Gabe è rientrato, seppure per poco, nella ripresa con una fasciatura evidente al ginocchio: ora riposo e terapie per averlo a disposizione a Scafati. Bene anche Woldetensae che si è ripreso minuti a manciate con una prova convincente tanto quanto quella di Ulaneo, gladiatore (ed espulso alla fine, dalla panchina). “Vi vogliamo così”, canta Masnago all’unisono ed è proprio vero: la strada è tracciata. Ora però andrà percorsa fino in fondo per non fare sfumare queste emozioni. PALLA A DUE Dopo tanti match considerati “tutto esaurito”, a Masnago si va a circa quota 4.200 per il match cruciale contro la GeVi Napoli, reso ancora più pesante dalla vittoria di mezzogiorno di Pesaro a Sassari. I tre ex di turno (applausi per De Nicolao e Owens, qualche fischio per Brown alla presentazione) sono tutti nel quintetto partenopeo insieme a Sokolowski e Zubcic; soliti 5 per Bialaszewski che rispetto alla coppa reintegra Gilmore e Okeke a referto. Premiato, prima del match, Ennio Lorigiola che da 50 anni dà una mano alla società e ha composto migliaia di scritte sul vecchio segnapunti manuale. LA PARTITA Q1 – Openjobmetis ispirata in uscita dai blocchi: 3/3 dall’arco con tre giocatori differenti e 9-5 subito ricucito da Owens (2+1 con proteste per presunto sfondamento). Tra i primi ad accendersi ci sono il Brown varesino e Moretti ma non bastano per orchestrare un break perché dalla parte opposta Owens sfrutta centimetri e rapidità mentre Ennis si fa strada di forza contro i piccoli varesini. Entra anche Gilmore ma il primo assaggio è disastroso; alla prima pausa Varese comanda di un punto, 27-26. Q2 – Ennis in percussione e Pullen dall’arco danno il +3 alla Gevi che però non andrà oltre perché Mannnion trova una tripla che è un piccolo antipasto di quello che verrà. Anche Brown si conferma in palla mentre Woldetensae esplode una tripla del +8 che costringe Milicic al timeout. Sarà, questo, un distacco da cui gli ospiti non riusciranno a risalire anche perché Ulaneo dà una bella mano sotto i tabelloni. Prima della pausa, impatto tremendo e fortuito tra Sokolowski e Gabe Brown che restano a terra un momento, per poi andare a farsi medicare. Pullen, sulla sirena, sigla il 54-43 ma Varese appare in controllo. Q3 – L’avvio del terzo periodo vede una Varese affrettare qualche conclusione di troppo ma Napoli non ne approfitta del tutto, anche perché Brown – fasciato alla gamba – regge in difesa contro Zubcic prima di sedersi definitivamente. Passato un momentino difficile, riecco Mannion a dare seguito alle cose buone viste dalle parti di McDermott. Gli ospiti restano a galla soprattutto con Owens, letale in area, ma a conti fatti (ovvero sulla sirena) la OJM – con Nico ormai in gas – rosicchia ancora qualcosina, 75-63. IL FINALE La partita si chiude subito dopo l’intervallo. Mannion subisce sfondamento da Ennis che per tutta risposta prende Nico per una gamba. Accenno di rissa (antisportivo al napoletano) nel quale Owens prima fa da paciere tra i due litiganti poi, incredibilmente e in modo insensato, si mette ad aizzare il pubblico da solo in mezzo al campo, agitando le braccia e portando la mano all’orecchio, Fallo tecnico inevitabile e Varese che tra i liberi e il possesso seguente sfora il +15. Ancora: Mannion con il sangue agli occhi ruba palla a Ennis che lo ferma, fallo non cattivo ma non sulla palla, secondo antisportivo ed espulsione automatica. Si gioca in una bolgia vera e propria ma Napoli stavolta è in campo solo a farsi bersagliare dalle parole del pubblico e – soprattutto – dai canestri biancorossi. Ancora Ulaneo, ancora McDermott e, dopo tanto tempo, pure Moretti. Milicic spende tutti i timeout e poi, capita la solfa, manda in campo le terze linee. Varese di fatto non ne ha, ma c’è spazio anche per Gilmore e Okeke: tripla per il primo, canestro per il secondo. La festa è completa, 113-79, e pazienza se Ulaneo si fa cacciare per qualche parola di troppo dalla panchina. Damiano Franzetti
  2. E' una Varese obbligata a fare bottino pieno quella che si presenta sul parquet di Masnago nel primo pomeriggio di una calda domenica di aprile per la vittoria di Pesaro sul campo di Sassari. Di fronte Napoli reduce da 4 sconfitte consecutive ma capace di vincere a sorpresa la coppa Italia e con ben 3 ex biancorossi della bellissima stagione passata. Primo quarto vissuto in un sostanziale equilibrio mentre il primo strappo lo dà Varese nella seconda frazione portandosi sul più 11 all’intervallo anche se , con un metro arbitrale meno permissivo nei confronti dei viaggianti, il divario sarebbe potuto essere superiore. Clamorosa la svista dei grigi su una penetrazione di Owens dove viene fischiato fallo a Mannion e la palla scagliata dall’ex varesino viene corretta a canestro da De Nicolao. Incredibilmente viene convalidato il canestro e assegnato anche il tiro aggiuntivo. In caso di sconfitta si sarebbe potuto presentare ricorso. Anche il terzo quarto scorre senza una prevalenza evidente ma è nell’ultimo periodo che i padroni di casa realizzano un capolavoro. 38 punti a 16 considerando che almeno gli ultimi 4 minuti sono stati un vero e proprio garbage time. La scintilla scoppia dopo una vera e propria “feijoada” scattata dopo uno sfondamento fischiato a Ennis su Mannion. I due vengono alle mani (incredibile come non sia stato espulso il numero 2 partenopeo), dove poi sono coinvolti un po’ tutti con reazioni a dir poco incomprensibili, in particolare di Owens che provoca più volte il pubblico che fino a quel punto lo aveva solo applaudito; prende un tecnico e rischia pure il secondo. Da li in avanti non c’è più partita e Varese sale a quota 20 in classifica, un passo che la avvicina alla tanto agognata salvezza . Ma veniamo alle valutazioni: Gilmore 6,5: viene dosato con molta parsimonia dal coach, in particolare viene impiegato all’inizio della partita e nel finale a risultato abbondantemente acquisito e stavolta si fa apprezzare per le sue doti balistiche da lontano. CONTA GOCCE Mannion 7,5: insolitamente impreciso dalla lunetta aspetta pazientemente che la partita vada verso di lui. Gioca forzando meno conclusioni per cercare di far girare i suoi compagni e i 9 assist sono li a dimostrarlo. Poi quando gli avversari lo pungono fisicamente e nell’orgoglio, tira fuori gli artigli e graffia. TIGRE Ulaneo 7: inizialmente lasciato in panca per provare a giocare con Gilmore da centro. Poi quando viene chiamato in causa si fa trovare pronto e reattivo tant’è che è infallibile sia con le conclusioni in movimento che dai liberi dimostrando la voglia di migliorare sui fondamentali. LAVORATORE Spencer 6: tra tutti i convocati per la partita di oggi Skylar è quello che ha l’impatto meno positivo di tutti. Sempre tanto lavoro sporco. Per fortuna Ulaneo riesce dove Spencer lascia. UOMO OMBRA Woldetensae 7,5: i numeri di Tomas non gli rendono onore per tutto il lavoro difensivo messo sul campo quest’oggi. Ha marcato benissimo nell’ordine, Pullen, Ennis e Markel Brown, non esattamente 3 sprovveduti, mettendo la museruola ad ogn’uno di loro. 2 recuperi e 4 assist completano forse la miglior prestazione di Wolde quest’anno. Ben tornato a casa… FIGLIOL PRODIGO Moretti 7: partita in cui non è certo tutelato, anzi. Ma non si lascia trascinare nella baraonda e oltre ad essere pericoloso in attacco dimostra carattere e una buona propensione difensiva. BIVALENTE McDermott 8: non c’erano dubbi sul fatto che, una volta salutato Hanlan, l’uomo vero e giusto a cui affidare i galloni di capitano fosse Sean. Anche stasera partita brillantissima sui 2 lati del campo. Elegante ed efficace al tiro, concentrato e duro in difesa. ESEMPIO Besson 7: non sempre una certezza quando tenta la penetrazione ma il suo tabellino è riempito in tutte le voci statistiche e sono quasi tutte molto positive. Non sarà un fuoriclasse con molti punti nelle mani come poteva essere Hanlan ma si sa rendere utile in tante situazioni anche più del canadese. TUTTOFARE Okeke 6,5: entra in un finale già segnato e con un jumper dal midrange realizza anche lui 2 punti che sicuramente servono per dargli morale e fiducia per il suo recupero che sembra ancora abbastanza lontano. Brown 7: solita partenza a razzo per Gabe che però vede un brusco arresto sul finale del secondo quarto, dove su uno scontro casuale con Sokolowski si infortuna ad un ginocchio. Nel terzo quarto è subito in campo ma visibilmente zoppicante. Per evitare guai viene tolto e messo sulla ciclette per il resto della gara. MERCKX
  3. Si conclude il girone di andata per una Varese che travolge Napoli reduce da una sorprendente vittoria conto Milano e con l’aggiunta del nuovo Joe Young che evidentemente non è ancora entrato a pieno nei meccanismi di coach Pancotto. Varese che come da abitudine, conduce l’incontro dall’inizio alla fine ma che nell’ultimo quarto da la spallata decisiva e raggiunge anche i 30 punti di vantaggio, regalando così per una volta un finale rilassato ai suoi supporter che si possono godere l’ingresso di tutti i componenti del roster che vanno tutti a referto completando la serata perfetta. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli: Ross 7,5 : la fisicità di Napoli rende la vita difficile a Colbey che infatti non mette a referto nemmeno una conclusione da 2 punti. In compenso viene spedito spesso in lunetta dove risponde con un ottimo 9 su 10. Anche dalla lunga riesce ad essere efficace con un 2 su 2. Il tutto contornato da 6 rimbalzi e 11 assist che fanno registrare ancora una volta una doppia doppia per un piatto decisamente ricco. MASTERCHEF Woldetensae 6,5 : la nota maggiormente positiva del numero 8 biancorosso è la capacita di accoppiarsi difensivamente con avversari notevolmente più stazzati e non andare mai particolarmente sotto con nessuno. Grinta e predisposizione al sacrificio non mancano mai, anche quando le polveri sono un po’ umide. CANNONCINO De Nicolao 7 : ronza attorno ai piccoli partenopei facendogli sentire il fiato sul collo per rompergli il ritmo. Oltre alle solite qualità difensive dimostra di avere un buon rapporto anche col canestro, fatta eccezione per il solito air ball al quale ci stiamo quasi affezionando. ABITUE’ Reyes 8,5 : secondo qualcuno era in dubbio la sua presenza. Poi entra, spacca la partita contendendo il titolo di MVP a Owens pur essendo al 50% della condizione. E’ il raccordo perfetto tra piccoli e lunghi di questa squadra ed entrando come sesto uomo può davvero fare la differenza. EQUILIBRATORE Librizzi 7 : entra a risultato acquisito ed è tutto più semplice ma prima brucia il suo avversario e arriva facile al ferro e poi regala un assist per il suo amico Virginio che realizza la tripla dall’angolo. SPIRITATO Virginio 7 : il commento si potrebbe replicare paro paro con quello di Libro solo che Nick colpisce con la sua specialità, il tiro dalla grande distanza. ISPIRATO Ferrero 6,5 : entra anche lui solo nel finale e giustamente non si tira indietro dal poter partecipare alla festa. Alza la mano e scuote solo la retina. In quel quintetto tutto italiano certo è che potrebbe essere il padre anziché un compagno di squadra di almeno 2 elementi. MATUSALEMME Brown 7 : la sicurezza con cui scende in campo ogni volta è disarmante. Anche quando è meno ispirato verso la via del canestro, trova modo di essere determinante. Una palla recuperata, un rimbalzo, un blocco sa sempre cosa fare anche senza essere particolarmente appariscente. INVISIBLE MAN Caruso 7,5 : con un Tariq in grande spolvero, il minutaggio di Willy deve scendere ma i 17 minuti in campo sono di grande qualità. Presente e reattivo sotto le plance sia con buoni taglia fuori e quindi rimbalzi (per la seconda volta Varese vince la battaglia in questo fondamentale) e la perfezione al tiro dimostrano che merita di essere nei vertici della classifica dei migliori cannonieri da 2 punti come percentuale realizzativa. RAGIONIERE Owens 8,5 : conferma, dopo la bella prestazione di Brindisi, di essere in un periodo molto positivo. La speranza è che abbia fatto il definitivo click per diventare quel fattore sia nelle situazioni offensiva ma soprattutto come intimidatore. L’atteggiamento e la concentrazione mostrati ieri per tutto l’incontro sono incoraggianti. DOMINATOR Johnson 7 : forse non sarà saltato agli occhi per i molti punti segnati ma dal punto di vista energetico sembra in ripresa (come già visto anche a Brindisi). Deve limitare alcuni momenti dove fa scelte non lucidissime, dovute soprattutto dal ritmo indiavolato che tiene per tutti i minuti in cui gioca, ma il suo apporto sui 2 lati del campo è sempre fondamentale. Bello vedere quanto tiene alle buone prestazioni dei suoi compagni, dal primo all’ultimo. COINVOLTO
  4. Termina nel modo più convincente possibile un gran bel girone di andata per la Openjobmetis Varese. La nona vittoria della gestione Brase – su 15 partite – arriva davanti a un altro pienone di pubblico a Masnago e ha dimensioni roboanti: 106-79 per i biancorossi su una malcapitata Gevi Napoli, ma il risultato è soltanto uno dei parametri con cui giudicare la – probabilmente – migliore prestazione fino a questo punto della OJM. Innanzitutto un dato: Brase ha schierato 11 uomini e in 11 hanno fatto canestro compreso il trio Librizzi-Virginio-Ferrero inserito solo nel finale e abile a bucare la retina della difesa partenopea. E poi buttiamo un occhio ai rimbalzi: Varese ne arpiona 49 (!) e per la seconda volta consecutiva domina questa statistica dopo aver pagato dazio per tanti mesi. Sarà il segno di un cambio di rotta? Presto per dirlo, però ciò fa risaltare anche la serata delle “torri” di Brase perché sia Owens sia Caruso mettono sul parquet una prova maiuscola, coinvolti e coinvolgenti come mai era accaduto – in accoppiata – fino a questo momento. La squadra ha indubbiamente beneficiato del ritorno di Justin Reyes dopo sei partite: l’ala si è rimesso i panni a lui più adatti, quelli del jolly sui due lati del campo, del guastatore in avvicinamento a canestro, dell’uomo capace di fare un po’ di tutto e per questo più difficile da individuare per i radar della difesa avversaria. Inutile, ora, rimuginare sulla sua assenza (menisco), cose che capitano: la cosa più importante è pensare che “O’ Rey” da qui in avanti ci sarà per portare la sua imprevedibilità al servizio dei biancorossi. Con queste premesse anche i “big three” – Ross, Brown, Johnson – hanno vissuto una serata normale (o quasi: Colbey comunque in doppia-doppia!) alternandosi sul palcoscenico con gli altri compagni – Denik e Wolde compresi – per una di quelle feste collettive che ogni tanto capitano nell’arena di Masnago. Dove, per la quinta volta, il cassiere ha brindato con il “tutto esaurito” a ennesima conferma di come questo progetto piaccia alla gente e raccolga risultati. «Sono qui esattamente da un anno, ma se ci penso mi sembrano almeno cinque – sorride il gm Michael Arcieri che festaggiava il primo “compleanno biancorosso – Sono cambiate tante cose da allora e sono contento di come stia andando». Mike, come vedi, non sei l’unico: e adesso c’è una Coppa Italia da disputare seduti al tavolo delle grandi, come una volta. PALLA A DUE La notizia più importante è il reintegro “totale” di Justin Reyes in maglia biancorossa. L’ala è in campo regolarmente sotto gli occhi dell’ospite più illustre della serata, Carlos Arroyo, una decina di stagioni NBA in carriera. Arroyo è il gm della nazionale di Porto Rico ed è volato a Masnago per osservare proprio Reyes e il napoletano Howard, schierato al via da guardia accanto a Michineau. Coach Pancotto fa esordire il talento Joe Young (dalla panchina) e inizia con cinque stranieri: Owens-Williams è il primo duello d’area. LA PARTITA Q1 – Varese scatta benino (subito schiacciatona di Owens) ma non riesce a scappare e si porta appresso la Gevi per un bel pezzo di primo quarto con Williams che sorpassa in area. I lunghi di Brase comunque ci sono e aiutano gli esterni a disegnare il 9-0 (triplone Denik) che dà il primo allungo alla OJM. Pancotto, volpone, richiama i suoi che escono meglio dal timeout e riducono il divario prima della sirena sul 24-20. Q2 – Il secondo periodo assomiglia a quello precedente: la OJM trova punti e si tiene in vantaggio (tripla Johnson) poi tocca a Caruso fare la voce grossa in attacco e a rimbalzo. Il margine galleggia intorno ai 10 punti per i biancorossi con Pancotto che perde Davis per falli (già 4) anche se Howard e Young mostrano segni di classe. Nel momento migliore Varese tocca il +12, poi però ha un po’ di rammarico per qualche forzatura che dà a Napoli i punti per rientrare sino al 46-40 di metà partita. Poco, per quanto visto. Q3 – Il rientro sul parquet è un antipasto del gran finale varesino: 7-0 di parziale in 75” concluso da una tripla di Brown e nuovo +13 sul tabellone. Film già visto, timeout Pancotto e motori riaccesi per la Gevi che tuttavia mostra un poco la corda in questo continuo inseguire. Ross al solito migliora dopo l’intervallo e infila due triple consecutive rispondendo alle scorribande di Howard, ottimo in avvicinamento a canestro. Le speranze di Napoli di chiudere il quarto sotto i 10 di scarto vengono vanificate da due azioni notevoli: prima Johnson fa saltare il difensore e inchioda la schiacciata, poi Woldetensae centra una tripla non facile dall’angolo per il 73-60. IL FINALE Stavolta Napoli si arrende davvero con l’onda biancorossa che rompe ogni argine (33 punti nell’ultimo periodo) ed esalta il “Lino Oldrini”. Giusto per la cronaca, è Reyes a brillare, prima facendosi affiancare da Brown e poi da un Owens carico al punto giusto in attacco oltre che a difesa del ferro. Quando il divario indica quota 20 Varese può respirare, certa che stavolta non ci saranno brutte sorprese. E allora Brase inizia a concedere ovazioni ai suoi titolari dando infine spazio a un quintetto tutto italiano: Librizzi, De Nicolao, Ferrero, Virginio, Caruso. Quintetto che per inciso “vince” di 4 punti gli ultimi scampoli di partita con canestri da parte di tutti, vera ciliegina su una torta (106-79) davvero gustosa. Damiano Franzetti
  5. Altra partita dal valore altissimo e altra prestazione sconcertante di Varese che concede (in maniera ormai abituale) tantissimi punti nel primo tempo ad una Napoli in palla e con un Jason Rich che, pur non avendo mai disputato una partita ufficiale in maglia biancorossa, fa valere la legge dell’ex e castiga con una partita sontuosa i padroni di casa. Per assurdo la reazione di Varese che porta ai supplementari, arriva dopo il doppio tecnico e conseguente espulsione di Gentile, ma evidentemente lo sforzo profuso per rientrare non ha lasciato sufficiente lucidità ed energia per finire avanti all’overtime. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli: Kell 6,5 : il più continuo e il più solido della squadra. I suoi compagni lo cercano nei momenti di difficoltà ed è l’unico che ha percentuali accettabili dalla lunetta nonostante uno dei suoi 2 errori sul finale dei tempi regolamentari ha un peso specifico clamoroso. ASSICURAZIONE Gentile 4 : non è decisamente la sua giornata. A suo favore praticamente nessun fischio, a suo sfavore 2 falli in attacco con il secondo che lo fa infuriare e di conseguenza prende 2 tecnici e relativa espulsione. Vero è che dalla sua cacciata Varese comincia finalmente a giocare in modo più lineare ma lui non può permettersi di perdere la testa in quel modo. DECAPITATO Beane 6,5 : sembra sempre più chiaro che le fortune (o sfortune) passano dalle mani di Tony. E’ uno dei pochi che riesce a mettere vera pressione sui piccoli avversari e che sa accendersi in attacco, con alti e bassi è vero, ma quando i picchi verso il basso vengono limitati, la possibilità di portare a casa i 2 punti crescono esponenzialmente. POTENZA Sorokas 5 : come il suo minutaggio anche la sua resa è in calo rispetto alle ultime uscite. Raccoglie un buon numero di rimbalzi ma la sua relativa esplosività lo limitano nel momento di sferrare la zampata e non riesce mai a graffiare. GATTINO De Nicolao 7 : nella ripresa è fondamentale per creare problemi alla costruzione del gioco dei partenopei. Aggressivo e reattivo realizza anche una bomba pesantissima e la seconda gli esce girando beffardamente sul ferro ma è l’uomo che accende il tentativo di rimonta dei padroni di casa. INNESCO Egbunu 6,5 : un primo tempo in cui più che in Eurolega sembra buono per andare all’Eurospin; si perché giusto al discount potresti trovare un giocatore così maldestro e svogliato. Poi dopo l’intervallo evidentemente suona la sveglia e ha tutt’altro piglio anche perché il modo dinamico in cui viene servito è quello a lui più congeniale. Peccato per le tante conclusioni dalla linea della carità che non vanno a segno. YIN E YANG Ferrero 5 : 10 minuti per il capitano dove non riesce ad incidere sui 2 lati del campo e la sua presenza scivola via quasi inosservata. EVANESCENTE Jones 4,5 : riempie il tabellino di punti e rimbalzi e il suo voto potrebbe sembrare non adeguato. Ma se si vanno a rivedere le scelte e le conclusioni prese nelle vicinanze del ferro ne esce un quadro molto negativo. Spesso si schianta sul muro predisposto da Sacripanti e sempre nello stesso modo. Dovrebbe far prevalere il buon senso rispetto all’istinto… SUICIDA Caruso N.E. Keene 4,5 : parte in quintetto e segnando la prima conclusione dall’arco. Poi progressivamente perde in efficacia in attacco e in difesa è una tassa che la sua squadra paga costantemente. Dalle prime 2 apparizioni non sembra essere quel tipo di giocatore che possa dare una svolta al campionato dei prealpini. IMU Bongiovanni N.E. Cane N.E.
  6. La partita dai mille volti esprime lo stesso verdetto di quella – pessima ma monocorde – di Pesaro: Varese, infatti perde di nuovo e a caldo non sappiamo se annoverare l’ennesimo KO stagionale tra le “belle sconfitte” (tipo Milano) o tra le disfatte (vedi Virtus o Reggio). Si può considerare buona una partita che nella prima metà ha visto la Openjobmetis subire 56 punti in casa concedendo il 62% al tiro agli avversari? Si può guardare con fiducia in avanti dopo una rimonta a tratti furiosa ed esaltante ma nata più dalla reazione di rabbia e orgoglio che da un sistema di gioco efficace? A costo di passare per pessimisti, al termine della partita che Varese perde 89-98 con Napoli dopo un tempo supplementare, propendiamo più per mettere anche questo KO nell’elenco delle partite da dimenticare. Non è possibile, dopo Pesaro, avere quello stesso approccio visto in riva all’Adriatico, fatto di difesa inesistente, di tiri concessi alla Gevi dando ai giocatori ospiti la tranquillità che, comunque, le loro conclusioni sarebbero state semplici. Mai un raddoppio su chi stava facendo male (Rich), mai la zona che invece ha avuto risultati nella ripresa (e Vertemati si è affrettato a dire che la chiave della rimonta è stata un’altra, la pressione sulla palla di De Nicolao e degli altri esterni). Mai neppure quel fallo o quella “sbroccata” che può accendere la miccia dell’orgoglio: sarà un caso ma è stata l’espulsione al 23′ di Gentile a dare finalmente fuoco alle polveri. Perché mentre l’attacco di Napoli demoliva le barricate di cartone biancorosse, Ferrero e soci neppure agitavano gomiti, ginocchia, mani aperte sulle schiene altrui. Con un attacco che dopo essere partito bene, si è impantanato al primo giro di fischi avversi degli arbitri – non apriamo il capitolo – e ha iniziato a infittirsi di forzature (ancora Vertemati è contento dei 41 punti, arrivati però con il 38% al tiro e pochissime costruzioni collettive) e di stoppate subite, ben 6 in 20′. In questo elenco di storture non abbiamo neppure citato quella massima: Varese è andata al supplementare dopo avere sprecato ben 12 tiri liberi (16 su 28 il dato al 40′) compresi quelli che avrebbero potuto dare il colpo di grazia a una Gevi sorpresa dalla veemente rimonta biancorossa. E invece la linea della carità si è dimostrata una pessima alleata e questo continuo balbettare ha dato ai partenopei un po’ di fiducia e un po’ di margine. E così, pur avendo fallito il tiro della vittoria, Napoli ha preso di petto l’overtime – bravi nel frangente gli ospiti, con diversi canestri difficili – mentre Varese è rimasta per lunghissimo tempo su quella quota 83 raggiunta con fatica al 40′ e poi diventata una condanna nel prolungamento. Fa, infine, malissimo leggere che a decidere la partita sia stato Jason Rich (31 punti), traditore di Varese prima ancora di diventarne giocatore sul campo e, oggi, pure giustiziere. La degna conclusione di un’altra serata amarissima da queste parti, dove forse sarebbe necessario – da parte della società – mettere un po’ di pressione su squadra e allenatore. Perché se si deve camminare sul baratro, tutti devono avvertirne il timore, non solo chi sta in tribuna, paga il biglietto e perde la voce nel tentativo di aiutare quelli in canottiera. PALLA A DUE Nei quintetti di Vertemati e Sacripanti ci sono i rispettivi nuovi innesti: Keene da un lato in regia, Lynch dall’altro sotto canestro a fare a sportellate con Egbunu, tornato tra i “primi cinque” dopo la lunga parentesi di Sorokas. Nulla di particolare da segnalare né a livello di disponibilità (Caruso c’è ma non può ancora giocare) né al palazzetto dove comunque si respira un’atmosfera più calda rispetto ad altre partite. LA PARTITA Q1 – Pronti-via e 0-5 Napoli di aperitivo, poi però Varese nella fase centrale del quarto produce qualche minuto di qualità offensiva che regala l’effimero 17-11. Il timeout di Sacripanti rimette in pista gli ospiti che piazzano subito un parziale firmato Rich-Lynch e mettono il turbo. Giusto negli ultimi possessi Beane dà un piccolo strattone biancorosso ma è 23-28. Q2 – I secondi 20′ sarebbero da KO tecnico perché Varese non azzecca una mossa e si prende una scarica di cazzotti sottoforma di canestri da ogni posizione. Perché la difesa di Vertemati lascia sempre gli spazi buoni ai napoletani per armare il braccio: a metà gara la OJM ha 56 punti in saccoccia dopo essere stata anche a -19. Q3 – Dopo una buona difesa su Rich, Alessandro Gentile perde la trebisonda dopo un paio di fischi arbitrali poco potabili. E Varese perde Gentile perché i grigi sventolano falli tecnici e lo espellono. Sembra l’ennesimo problema e invece i biancorossi ritrovano l’orgoglio, magari non subito perché di cose da sistemare se ne vedono ancora. Intanto però Egbunu sale nettamente di tono e De Nicolao (tripla) sigla il -10 con la Gevi che però riallunga. I biancorossi però paiono almeno in partita e alla mezz’ora sono sotto 62-76. Q4 – A poco a poco, l’impensabile prende forma: se Zerini trova ancora gloria da fuori, i suoi compagni stavolta non lo seguono. Denik, Kell e Beane mordono in difesa, Jones si sbuccia le ginocchia ed Egbunu appare quasi feroce. Pian piano Napoli perde il vantaggio e forza anche i tiri, quindi Jones (tripla), Kell (3-3 ai liberi) danno un’ulteriore accorciata che diventa -1 grazie a Egbunu. La Gevi sembra alle strette ma non sbaglia le cose semplici, Varese al contrario getta i tiri liberi e – dopo un sorpasso effimero – è costretta a difendere sull’83 pari. Napoli sbaglia e il tap in di McDuffie è fuori tempo: supplementare. SUPPLEMENTARE Un paio di tiri sfortunati di Varese sono il presagio giusto: Napoli non ingrana subito ma poi il solito Rich trova punti pesanti mentre i biancorossi restano al palo. Quando Egbunu (solito ½ dalla lunetta) sblocca il punteggio la Gevi è già avanti e di fatto l’equilibrio non torna più: Napoli segna pure da nove metri sulla sirena per l’amaro 89-98 finale. Damiano Franzetti
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