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MAGNANO PUNTO A PUNTO ...


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Comunque ci resta il furto e due punti pesantissimi. Speriamo che la panchina abbia capito l'ennesima beffa finale. Magnano ha detto: "Alla fine faccio sempre fallo perchè volgio l'ultima palla". Geniale, ma lo facciamo anche se gli aversari sono 1/24 da tre (Scafati alla fine dei regolamentari era solo 5/18)

Sono scelte...

Gara 3 delle "beate semifinali" del '99, palla ad Abbio che in 7 secondi corre, segna e vince e tutti a maledire Recalcati perchè non aveva chiamato fallo.

Non ricordo quale anno e quale allenatore, sopra di due, Basile lancia un missile dagli spogliatoi e la mette: tutti a maledire l'allenatore di turno perchè non aveva chiamato fallo (che ci avrebbe al massimo portato ai supplementari...) perchè Basile di tiri della disperazione ne aveva messi già una cesta e mezza....

In questi casi, hai ragione solo se vinci, altrimenti vieni considerato un povero pirla.... fatto sta che non si doveva arrivare a +3 a pochi secondi dalla fine, con Scafati. Punto. Come dice Slide, con più difesa e (aggiungo io) meno palle perse per supponenza e infine (a quanto pare) un arbitraggio degno di tal nome, l'avremmo vinta facile...

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in effetti entrambi gli esempi non c'entrano col caso specifico: nel caso di Abbio si era sopra di 1 (tre tiri liberi segnai da Mrsic su un fallo - invero un po' dubbio - fischiato sull'angolo sinistro) a circa 4 secondi e mezzo dalla fine: fare fallo era fuori discussione in quanto non avremmo avuto il tempo di fare un accidente dopo i liberi. L'errore in quel finale, oltre ad aver concesso ad Abbio di correre libero per il campo, è stato di Vescovi che rimase su Rigadeou (appostato sull'arco) anzichè riempire l'area colorata.

Nel caso di Basile un fallo avrebbe portato ai supplementari (con un 2 su 2): giusto quindi difendere, ma sbagliata l'applicazione di quel verbo... Basile tirò troppo libero dai "suoi" 8 metri, con il diretto difensore ad aspettarlo ben più vicino all'arco.

In definitiva non è semplice tirar fuori delle casistiche di squadre che, avanti di tre, vengono raggiunte da un canestro da tre punti: questo perchè un allenatore europeo con un minimo di cervello, avanti di 3 a pochi secondi dalla fine, ordina di mandare in lunetta gli avversari con due tiri liberi.

Di casi del genere invece ne è piena la storia dell'NBA, anche in partite estremamente importanti: lì per "cultura" non si usa far fallo avanti di tre con palla agli avversari.

Per fare un esempio: Gara 2 di finale tra Lakers e Pistons nel 2004, Detroit avanti di 3 raggiunti da un siluro di Bryant da 8 metri (vittoria Lakers ai supplementari)

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Non ricordo quale anno e quale allenatore, sopra di due, Basile lancia un missile dagli spogliatoi e la mette: tutti a maledire l'allenatore di turno perchè non aveva chiamato fallo (che ci avrebbe al massimo portato ai supplementari...) perchè Basile di tiri della disperazione ne aveva messi già una cesta e mezza....

Stagione 2003/2004, allenatore Dodo Rusconi.

http://195.56.77.208/game/?id=60744

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Non ricordo quale anno e quale allenatore, sopra di due, Basile lancia un missile dagli spogliatoi e la mette: tutti a maledire l'allenatore di turno perchè non aveva chiamato fallo (che ci avrebbe al massimo portato ai supplementari...) perchè Basile di tiri della disperazione ne aveva messi già una cesta e mezza....

Stagione 2003/2004, allenatore Dodo Rusconi.

http://195.56.77.208/game/?id=60744

Allenatore Cadeo.

Dopo quella partita iniziò la serie di 10 vittorie consecutive.

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...oggi certo nn cambierei, e poi con chi, però comincerei a pormi il problema.

quoto ancora una volta.

Recalcati Carlo avrebbe le stesse difficoltà di Magnano, allenatori portati ormai più a gestire che a costruire.

e due :nono[1]:

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Sarà filosofia spicciola, ma io - ripeto - non mi aspettavo niente di diverso.

Ecco, Long Leg, io mi aspettavo un pò di più.

Mi aspettavo per esempio, che una squadra non dico di fuoriclasse ma almeno "esperta" (4/5 del quintetto considerando Gabriel e 6/9 di chi gioca è attorno ai 30 anni) NON si lasciasse scappare partite come quella di Scafati, nè che soffrissimo di profonde amnesie per lunghi minuti (Avellino e Livorno docet).

Santo cielo, è vero che in campo non ci siamo solo noi, ma una difesa più attenta (falletto di Carter veramente ingenuo a quel punto) più continua ed acrigna (condizione fisica permettendo) non mi pare sia fuori dalla nostra portata.

Quanti punti avremmo in più, con qualche "pausa" in meno?

Senza polemiche, non abbiamo il badget delle prime in classifica, ma basterebbe proprio poco per stare un pò più in alto.

A questo punto della stagione, guardando il calendario non mi sento sereno, tutto qui.

non dici cose insensate, forse non riesco a spiegarmi.

E' verissimo quello che scrivi tu, è innegabile che abbiamo perso delle partite da dementi e ora ci mangiamo le mani, però io mi domando questo:

dopo aver perso all'ultimo secondo con 1, 2 , 3, "n" partite non vi viene il dubbio che forse forse se non siamo a 16 pt è perchè in effetti non ci dobbiamo stare?

Provo a spiegarmi: una partita persa all'ultimo secondo per una scelta insensata è una minchiata, ma resta una minchiata isolata. Cominciare a perdere 3 partite all'ultima azione mi fa pensare di più a un problema strutturale, ovvero mi fa pensare che abbiamo una squadra un pelo sopravvalutata.

Forse non è un caso, sfiga, destino avverso, mongolaggine se abbiamo lasciato quei punti per strada......

B)

"A 5 secondi dalla fine con rimessa da fondo campo si deve difendere!" .. mannaggia .. vedi che io sta discussione l'ho aperta così .. in preda all'ira .. però vedo che qualcuno finalmente mi capisce ..

leasir .. il vento sta cambiando .. :g[1]: .. :P scherzooooooo!!!!

contento te di sentirti dar ragione da Nicola Sveltina..... ^_^:huh::P:g[1]:

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NO!

NO!

NO!

NO!

NO!

NO!

NO!

il fallo di Carter *NON* era ingenuo ma voluto

e la decisione *NON* è stata sbagliata

e la partita *NON* l'abbiamo persa: ci è stata *SCIPPATA*

a questo proposito vi riporto un articolo del buon Franzettone:

«Ho ancora una rabbia nel petto che non riesco a farmi passare. Neppure se sono in ferie con la famiglia in un posto molto bello».

A Gianni Chiapparo viene un groppo in gola ogni volta che ripensa alla partita di Scafati, persa dalla Whirlpool sabato scorso a causa di un "capolavoro" dell'arbitro Sabetta (foto a lato). Il direttore di gara di Termoli ha fischiato un fallo di Carter su Smith a 2" dal 40' (Varese era +3); una penalità da sanzionare con due tiri liberi secondo il regolamento, che sono diventati tre per la creativa interpretazione del fischietto il quale ha ritenuto che l'americano fosse in fase di tiro. Un'invenzione bella e buona, come hanno poi confermato i replay televisivi, sfruttata dalla Legea per impattare e quindi vincere al supplementare.

«Non penso a dietrologie o a complotti, e non penso che la mia recente inibizione o la rinuncia all'All Star Game di Galanda ci abbiano messo in cattiva luce» prosegue Chiapparo. «Io credo che l'arbitro abbia preso una topica e che anche i direttori di gara alcune volte siano in giornata no, come del resto accade anche ai giocatori. Però mi infastidisce la sudditanza psicologica che spesso riscontriamo su certi campi, dove tra l'altro non si vede mai un commissario arbitrale. Strano, perché a Varese ci sono sempre». Al di là dell'episodio di Smith, il dirigente biancorosso (foto a lato) non digerisce il metro tenuto in tutta la gara: «Ci hanno fischiato 35 falli contro i 24 di Scafati. Possiamo anche pensare che le penalità contro Apodaca (11 subiti, 15 liberi tirati ndr) ci fossero, ma allora andavano sanzionati gli interventi su Holland e gli altri nostri giocatori. E poi la risposta data da un arbitro a un titolare della Whirlpool (Galanda ndr), ovvero che fischiavano di più contro Varese perché più brava in difesa, si commenta da sola». «Forse - conclude - il fatto che negli ultimi anni abbiamo perso peso nei contesti federali anche per il nostro atteggiamento non ci aiuta. Lavoreremo in questa direzione, come Claudio Castiglioni e Mario Oioli hanno già iniziato a fare».

Sulla partita, Chiapparo sottolinea: «Anche a Scafati abbiamo pagato il grande equilibrio: non siamo una "grande" e dobbiamo ricordarcelo bene. Siamo una squadra come le altre. Per crescere dobbiamo fare un passo avanti nella "testa": così potremo vincere su campi come quello della Legea. Non ci serve un giocatore nuovo, ma una mentalità più forte».

La Pallacanestro Varese comunque non inoltrerà ricorso per la direzione di Sabetta. «Le società difficilmente si muovono per vie ufficiali in casi simili» spiega uno dei due designatori di serie A, il gaviratese Felice Paronelli (foto a lato) (l'altro è Gennaro Colucci). «La partita tra Scafati e Varese sarà comunque visionata, come da prassi quando sul campo non è presente un commissario. Nel caso venissero rilevati errori o problemi, potrebbero essere presi provvedimenti interni all'organo arbitrale. Però sottolineo che questa è la prassi consueta, al di là di proteste e polemiche».

Paronelli, che in carriera ha diretto centinaia di incontri italiani e internazionali, giudica comunque positivo l'operato delle "giacchette grigie" in questa prima parte di campionato. «Il momento più difficile arriva ora: statisticamente i mesi di gennaio e febbraio sono i più caldi. Però mi sembra che, al di là di qualche episodio, i nostri uomini si stiano ben comportando».

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il fallo di Carter *NON* era ingenuo ma voluto

Vero.

e la decisione *NON* è stata sbagliata

Questo invece è opinabile. Come ben sai esistono due scuole di pensiero in merito.

e la partita *NON* l'abbiamo persa: ci è stata *SCIPPATA*

Questo è assolutamente VERO!!

Solo un babbeo poteva abboccare e fischiare i tre tiri.

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a questo proposito vi riporto un articolo del buon Franzettone:

Sulla partita, Chiapparo sottolinea: «Anche a Scafati abbiamo pagato il grande equilibrio: non siamo una "grande" e dobbiamo ricordarcelo bene. Siamo una squadra come le altre. Per crescere dobbiamo fare un passo avanti nella "testa": così potremo vincere su campi come quello della Legea. Non ci serve un giocatore nuovo, ma una mentalità più forte».

quindi: problema non tecnico ma di mentalità... ma questa benedetta mentalità vincente chi la deve infondere visto che non la si compra al mercato??

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NO!

NO!

NO!

NO!

NO!

NO!

NO!

il fallo di Carter *NON* era ingenuo ma voluto

e la decisione *NON* è stata sbagliata

e la partita *NON* l'abbiamo persa: ci è stata *SCIPPATA*

se l'allenatore della squadra avversaria è da due azioni che si sbraccia per dire ai propri giocatori di far fallo tu cosa fai a 5 sec dalla fine??

io prendo palla anche dagli spogliatoi e appena si avvicina il difensore provo a tirare per far abboccare l'arbitro (un coglione sabetta ndr)...

sul fatto che magnano voglia finere sempre palla in mano poi... solo collins l'anno scorso gli ha tolto le castagne dal fuoco (e forse salvato la panchina) con capo d'orlando...

ormai comunque sta diventando un discorso vecchio, pensiamo alle prossime 4 partite, ci vogliono almeno 6 punti.

guardando il calendario in prospettiva girone di ritorno poi ho visto che in casa non abbiamo grandi scogli (lorbek permettendo..) e in trasferta a parte siena, milano e roma, tutte squadre "fattibili".

siamo ad un bivio.

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quindi: problema non tecnico ma di mentalità... ma questa benedetta mentalità vincente chi la deve infondere visto che non la si compra al mercato??

Infatti discorso vecchio, certo che le dichiarazioni di Chiapparo sono una bella scrollata alla costruzione di una mentalità vincente: nello sport bisogna sempre ragionare da grande se vuoi ottenere il raggiungimento del tuo obiettivo.

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Infatti discorso vecchio, certo che le dichiarazioni di Chiapparo sono una bella scrollata alla costruzione di una mentalità vincente: nello sport bisogna sempre ragionare da grande se vuoi ottenere il raggiungimento del tuo obiettivo.

infatti quelle parole di chiapparo proprio fatico a digerirle... questo low profile non fa che minare le poche certezze si qui costruite

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Infatti discorso vecchio, certo che le dichiarazioni di Chiapparo sono una bella scrollata alla costruzione di una mentalità vincente: nello sport bisogna sempre ragionare da grande se vuoi ottenere il raggiungimento del tuo obiettivo.

Forse ho capito male io cosa intendevi... nel senso di ridimensionamento?

A parte DePol, Galanda e Fernandez, nella nostra squadra non abbiamo nessun altro che possa vantare titoli vinti o carriere ad alto livello. Io leggo questa frase come a un invito all'umiltà (e forse anche tu...).

Non siamo una squadra da smoking, siamo ancora una squadra da tuta blu e mani sporche.

Forse qualcuno, anche tra noi forummisti, non se n'è reso conto...

Per diventare grandi, non basta che le cosiddette favorite giochino stagioni sotto il par, ma serve necesseriamente che si cresca mentalmente.

E' questo che manca alla nostra squadra, oggi.

Lo dimostra la difesa ballerina che schieriamo contro le "piccole" sui loro campi.

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No ritengo solo che ai giocatori, bruttissima razza, nn vadano forniti alibi nè fissati traguardi di minima perchè poi succede come lo scorso anno quando il raggiungimento delle final eight aveva appagato tutti.

C'era un vecchio allenatore di calcio, il mago Herrera, che distingueva tra dichiarazioni para amigos e official...tra noi "para amigos" possiamo tranquillamente dire che sabato un idiota c'ha fatto perdere la partita e che questa squadra più dell'8 posto nn potrà arrivare; "official" dovremmo invece richiamare i giocatori ad una maggiore attenzione e ricordar loro sempre che giocano per una società gloriosa che nn si accontenta di far da comparsa.

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Per fare una grande Varese serve un grande allenatore 12:26 - 4 Gennaio 2007

Scritto da La Provincia

Questo Magnano lo è?

di Andrea Confalonieri

Ma siete pazzi a Varese? Mai visti arrivare tifosi dal Nord in questo posto»: un fotografo di Scafati strabuzzava gli occhi davanti a quell'onda biancorossa che si agitava sugli spalti in mezzo alla campagna napoletana la sera prima di Capodanno. Sono pazzi, eppure esistono. Ed esiste ancora qualcuno che riesce a ferirli. Ma esiste anche chi arma la penna del loro stesso cuore e, per loro, scrive. Per quei trenta cuori matti che si sono sentiti morire dentro dopo due giorni di viaggio per andare e tornare dall'inferno. Per Gianni Chiapparo che il primo gennaio ha caricato la famiglia in macchina ed è andato a rinascere sul cocuzzolo di un castello umbro, lontano dal dolore di una sconfitta sciagurata. Per Claudio Castiglioni che, al di là dell'Oceano, avrà rischiato di spaccare la testa contro un muro, dopo avere avere vissuto in diretta tanta sofferenza per nulla, tanta sofferenza per ritrovarsi tra le mani una sconfitta da piccoli uomini.

Piccoli come l'arbitro Sabetta, che evidentemente non ha grande stima di se stesso per arrivare a usare il fischietto come una forca, come un cannone armato dalla ferocia degli spalti e puntato sulla Whirlpool. Ma il tempo, ne siamo certi, anche con lui sarà galantuomo. Piccoli come i biancorossi nei dieci minuti peggiori dell'anno, con quei tre canestri su azione nel secondo quarto firmati da un manipolo di facce da funerale. Piccoli come il volto peggiore di Ruben Magnano che - scamiciato - cammina avanti e indietro davanti alla panchina fino a scavare i solchi sul parquet, sempre in ritardo su ogni decisione, o troppo convinto delle decisioni che prende per scegliere la strada giusta.

Un allenatore olimpico, con uno stipendio olimpico, non può dimenticarsi in panchina Holland - che poi ti fa vincere la partita, prima che Sabetta te la faccia riperdere -, come aveva fatto con lo stesso Holland e Galanda il 17 dicembre a Masnago con Livorno, o con De Pol - autore della rimonta impossibile - in settembre a Treviso. Non può dimostrare confusione e intransigenza nei momenti cruciali in cui un allenatore ti fa vincere o perdere una partita (vogliamo parlare del derby con Milano, quando per suo preciso ordine Blair venne lasciato Ubero di colpire - e affondare - Varese?). Non può tirare dritto per la sua strada, non può trattare i giocatori da semplici dipendenti comunali, non può dettare legge con le sue convinzioni assolute senza rischiare di isolarsi in una torre d'avorio fatta di schemini sulla lavagna o di sbiaditi trionfi e, da lassù, perdere contatto con la realtà. Che si chiama Varese ed esige di essere ascoltata, accarezzata, stimolata e non dimenticata o, peggio, tollerata.

Ma se ne è accorto, dall'alto della sua dimora olimpica, senor Magnano, che si ritrova tra le mani un patrimonio finora svalutato in una classifica innocua, quando avrebbe già potuto e dovuto essere semplicemente superba? E il patrimonio che ha tra la mani è fatto dal pubblico, dalla società e dalla squadra più forti - nel campionato più debole - dall'anno dello scudetto, piene di uomini vincenti, da Holland e Calanda a Chiapparo e Claudio Castiglioni. Lei, senor Magnano, deve sapere che c'è molta gente che non dorme dalla notte di Scafati, come non aveva dormito dopo Treviso e dopo il derby con Milano, e lo sa perché? Perché questa Varese è forte, molto forte. E questo campionato è un'occasione che passa una volta su un milione nella vita per lasciarsela scappare. Ma forse, per chi ha vinto un'Olimpiade, anche un'occasione così grande può apparire piccolina.

non conosco Andrea Confalonieri, ma sono completamente in sintonia con il suo pensiero... fino a prova contraria (che tarda da anni ormai..)

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in effetti entrambi gli esempi non c'entrano col caso specifico: nel caso di Abbio si era sopra di 1 (tre tiri liberi segnai da Mrsic su un fallo - invero un po' dubbio - fischiato sull'angolo sinistro) a circa 4 secondi e mezzo dalla fine: fare fallo era fuori discussione in quanto non avremmo avuto il tempo di fare un accidente dopo i liberi. L'errore in quel finale, oltre ad aver concesso ad Abbio di correre libero per il campo, è stato di Vescovi che rimase su Rigadeou (appostato sull'arco) anzichè riempire l'area colorata.

Nel caso di Basile un fallo avrebbe portato ai supplementari (con un 2 su 2): giusto quindi difendere, ma sbagliata l'applicazione di quel verbo... Basile tirò troppo libero dai "suoi" 8 metri, con il diretto difensore ad aspettarlo ben più vicino all'arco.

In definitiva non è semplice tirar fuori delle casistiche di squadre che, avanti di tre, vengono raggiunte da un canestro da tre punti: questo perchè un allenatore europeo con un minimo di cervello, avanti di 3 a pochi secondi dalla fine, ordina di mandare in lunetta gli avversari con due tiri liberi.

Di casi del genere invece ne è piena la storia dell'NBA, anche in partite estremamente importanti: lì per "cultura" non si usa far fallo avanti di tre con palla agli avversari.

Per fare un esempio: Gara 2 di finale tra Lakers e Pistons nel 2004, Detroit avanti di 3 raggiunti da un siluro di Bryant da 8 metri (vittoria Lakers ai supplementari)

Posso capire fare fallo su Kobe Bryant che qualche canestro importante l'ha messo, ma su STEVIN SMITH??????

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Per fare una grande Varese serve un grande allenatore 12:26 - 4 Gennaio 2007

Scritto da La Provincia

Questo Magnano lo è?

di Andrea Confalonieri

Ma siete pazzi a Varese? Mai visti arrivare tifosi dal Nord in questo posto»: un fotografo di Scafati strabuzzava gli occhi davanti a quell'onda biancorossa che si agitava sugli spalti in mezzo alla campagna napoletana la sera prima di Capodanno. Sono pazzi, eppure esistono. Ed esiste ancora qualcuno che riesce a ferirli. Ma esiste anche chi arma la penna del loro stesso cuore e, per loro, scrive. Per quei trenta cuori matti che si sono sentiti morire dentro dopo due giorni di viaggio per andare e tornare dall'inferno. Per Gianni Chiapparo che il primo gennaio ha caricato la famiglia in macchina ed è andato a rinascere sul cocuzzolo di un castello umbro, lontano dal dolore di una sconfitta sciagurata. Per Claudio Castiglioni che, al di là dell'Oceano, avrà rischiato di spaccare la testa contro un muro, dopo avere avere vissuto in diretta tanta sofferenza per nulla, tanta sofferenza per ritrovarsi tra le mani una sconfitta da piccoli uomini.

Piccoli come l'arbitro Sabetta, che evidentemente non ha grande stima di se stesso per arrivare a usare il fischietto come una forca, come un cannone armato dalla ferocia degli spalti e puntato sulla Whirlpool. Ma il tempo, ne siamo certi, anche con lui sarà galantuomo. Piccoli come i biancorossi nei dieci minuti peggiori dell'anno, con quei tre canestri su azione nel secondo quarto firmati da un manipolo di facce da funerale. Piccoli come il volto peggiore di Ruben Magnano che - scamiciato - cammina avanti e indietro davanti alla panchina fino a scavare i solchi sul parquet, sempre in ritardo su ogni decisione, o troppo convinto delle decisioni che prende per scegliere la strada giusta.

Un allenatore olimpico, con uno stipendio olimpico, non può dimenticarsi in panchina Holland - che poi ti fa vincere la partita, prima che Sabetta te la faccia riperdere -, come aveva fatto con lo stesso Holland e Galanda il 17 dicembre a Masnago con Livorno, o con De Pol - autore della rimonta impossibile - in settembre a Treviso. Non può dimostrare confusione e intransigenza nei momenti cruciali in cui un allenatore ti fa vincere o perdere una partita (vogliamo parlare del derby con Milano, quando per suo preciso ordine Blair venne lasciato Ubero di colpire - e affondare - Varese?). Non può tirare dritto per la sua strada, non può trattare i giocatori da semplici dipendenti comunali, non può dettare legge con le sue convinzioni assolute senza rischiare di isolarsi in una torre d'avorio fatta di schemini sulla lavagna o di sbiaditi trionfi e, da lassù, perdere contatto con la realtà. Che si chiama Varese ed esige di essere ascoltata, accarezzata, stimolata e non dimenticata o, peggio, tollerata.

Ma se ne è accorto, dall'alto della sua dimora olimpica, senor Magnano, che si ritrova tra le mani un patrimonio finora svalutato in una classifica innocua, quando avrebbe già potuto e dovuto essere semplicemente superba? E il patrimonio che ha tra la mani è fatto dal pubblico, dalla società e dalla squadra più forti - nel campionato più debole - dall'anno dello scudetto, piene di uomini vincenti, da Holland e Calanda a Chiapparo e Claudio Castiglioni. Lei, senor Magnano, deve sapere che c'è molta gente che non dorme dalla notte di Scafati, come non aveva dormito dopo Treviso e dopo il derby con Milano, e lo sa perché? Perché questa Varese è forte, molto forte. E questo campionato è un'occasione che passa una volta su un milione nella vita per lasciarsela scappare. Ma forse, per chi ha vinto un'Olimpiade, anche un'occasione così grande può apparire piccolina.

ma questo chi pensa di essere dicendo queste cose a Magnano? ma cosa pensa? che Magnano non se ne renda conto davvero?

ma x favore, dai............

articolo populista, della serie: spariamo sulla croce rossa :g[1]::huh::P

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non conosco Andrea Confalonieri, ma sono completamente in sintonia con il suo pensiero... fino a prova contraria (che tarda da anni ormai..)

Le opinioni di Andrea Confalonieri sono stabili come le bandierine in cima a una montagna sferzata dal vento.

Oltre al fatto che è un grandissimo paraculo (vedi l'incipit dell'articolo...).

Mi deve inolte spiegare che cosa hanno vinto in carriera Holland e gli altri, eccezion fatta per Galanda, De Pol e Fernandez, per definire questa squadra "piena di uomini vincenti"!

Deve spiegarmi perchè lui e noi altri non dormiamo dalla notte del 30/12, mentre el senor entrenador probabilmente, seguendo il filo logico dell'argomentazione, se la sta godendo...

Sbaglio o è stato lui, il giornalista Confalonieri, all'incirca un anno fa, a lanciare un sondaggio pro o contro Magnano, parteggiando per il campione olimpico contro Pigionatti?? Magari ricordo male, correggetemi se sbaglio...

"Perché questa Varese è forte, molto forte. E questo campionato è un'occasione che passa una volta su un milione nella vita per lasciarsela scappare. Ma forse, per chi ha vinto un'Olimpiade, anche un'occasione così grande può apparire piccolina."

Caro signor Confalonieri, lo dico apertamente dopo essermi nascosto dietro la prudenza scaramantica del tifoso: io sogno e spero una semifinale scudetto. Mi bacerei i gomiti, se la raggiungessimo... ma di più, mi pare fantascienza!! E credo che Magnano, di notte, non dorma sognando di portare Varese allo scudetto, alla luce di quante disse in passato sull'orgoglio di essere l'allenatore di questa squadra....

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Per fare una grande Varese serve un grande allenatore 12:26 - 4 Gennaio 2007

Scritto da La Provincia

Questo Magnano lo è?

di Andrea Confalonieri

Ma siete pazzi a Varese? Mai visti arrivare tifosi dal Nord in questo posto»: un fotografo di Scafati strabuzzava gli occhi davanti a quell'onda biancorossa che si agitava sugli spalti in mezzo alla campagna napoletana la sera prima di Capodanno. Sono pazzi, eppure esistono. Ed esiste ancora qualcuno che riesce a ferirli. Ma esiste anche chi arma la penna del loro stesso cuore e, per loro, scrive. Per quei trenta cuori matti che si sono sentiti morire dentro dopo due giorni di viaggio per andare e tornare dall'inferno. Per Gianni Chiapparo che il primo gennaio ha caricato la famiglia in macchina ed è andato a rinascere sul cocuzzolo di un castello umbro, lontano dal dolore di una sconfitta sciagurata. Per Claudio Castiglioni che, al di là dell'Oceano, avrà rischiato di spaccare la testa contro un muro, dopo avere avere vissuto in diretta tanta sofferenza per nulla, tanta sofferenza per ritrovarsi tra le mani una sconfitta da piccoli uomini.

Piccoli come l'arbitro Sabetta, che evidentemente non ha grande stima di se stesso per arrivare a usare il fischietto come una forca, come un cannone armato dalla ferocia degli spalti e puntato sulla Whirlpool. Ma il tempo, ne siamo certi, anche con lui sarà galantuomo. Piccoli come i biancorossi nei dieci minuti peggiori dell'anno, con quei tre canestri su azione nel secondo quarto firmati da un manipolo di facce da funerale. Piccoli come il volto peggiore di Ruben Magnano che - scamiciato - cammina avanti e indietro davanti alla panchina fino a scavare i solchi sul parquet, sempre in ritardo su ogni decisione, o troppo convinto delle decisioni che prende per scegliere la strada giusta.

Un allenatore olimpico, con uno stipendio olimpico, non può dimenticarsi in panchina Holland - che poi ti fa vincere la partita, prima che Sabetta te la faccia riperdere -, come aveva fatto con lo stesso Holland e Galanda il 17 dicembre a Masnago con Livorno, o con De Pol - autore della rimonta impossibile - in settembre a Treviso. Non può dimostrare confusione e intransigenza nei momenti cruciali in cui un allenatore ti fa vincere o perdere una partita (vogliamo parlare del derby con Milano, quando per suo preciso ordine Blair venne lasciato Ubero di colpire - e affondare - Varese?). Non può tirare dritto per la sua strada, non può trattare i giocatori da semplici dipendenti comunali, non può dettare legge con le sue convinzioni assolute senza rischiare di isolarsi in una torre d'avorio fatta di schemini sulla lavagna o di sbiaditi trionfi e, da lassù, perdere contatto con la realtà. Che si chiama Varese ed esige di essere ascoltata, accarezzata, stimolata e non dimenticata o, peggio, tollerata.

Ma se ne è accorto, dall'alto della sua dimora olimpica, senor Magnano, che si ritrova tra le mani un patrimonio finora svalutato in una classifica innocua, quando avrebbe già potuto e dovuto essere semplicemente superba? E il patrimonio che ha tra la mani è fatto dal pubblico, dalla società e dalla squadra più forti - nel campionato più debole - dall'anno dello scudetto, piene di uomini vincenti, da Holland e Calanda a Chiapparo e Claudio Castiglioni. Lei, senor Magnano, deve sapere che c'è molta gente che non dorme dalla notte di Scafati, come non aveva dormito dopo Treviso e dopo il derby con Milano, e lo sa perché? Perché questa Varese è forte, molto forte. E questo campionato è un'occasione che passa una volta su un milione nella vita per lasciarsela scappare. Ma forse, per chi ha vinto un'Olimpiade, anche un'occasione così grande può apparire piccolina.

Una squadra piena di uomini vincenti??!!!!! :geek::o

Passi per Galanda e De Pol (ma ormai è solo un lontano ricordo del grande giocatore di un tempo) e magari Fernandez (gregarione dell'argentina olimpica), ma tutti gli altri che cavolo hanno vinto!!!

Caro signor Andrea Confalonieri, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i, della Varese di quest'anno l'unico che ha un palmares di vincente è proprio il nostro tanto criticato allenatore......

Che desolazione... Sono tutti diventati dei fenomeni, Galanda dato da tutto il mondo baskettaro italiano per bollito, il grande Holland che guarda caso nessun club importante ha voluto, Keys che viene dalla legaB spagnola, Capin reduce dalla retrocessione con Reggio Calabria, Carter che è stato grande solo a sprazzi e non in tutti i club in cui ha militato, Howell giovane pivot dal sicuro avvenire ma dal presente ancora acerbo...

Facciamoci del male, continuiamo a pensare che la nostra squadra è la più forte del mondo e che se non vince la colpa è tutta dell'oro olimpico, del vice campione del mondo e del plurititolato argentino Ruben Magnano.

Cambiamo per l'ennesima volta allenatore, magari facciamo ponti d'oro per Messina e con tutti i campioni della rosa Varesina vinciamo a mani basse Coppa Italia e Tricolore :boxing[1]::boxing[1]:

Ma è proprio così difficile essere obbiettivi.

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