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  1. L’amore biancorosso, quest’anno, sboccia a primavera. È stata lanciata ieri la campagna abbonamenti della Pallacanestro Varese per la stagione 2017/2018: a memoria non si ricorda una raccolta tessere con un inizio così precoce. Sulla scorta di quanto è avvenuto in altre realtà (Brescia e Milano, per esempio), invece, piazza Monte Grappa ha scelto la data del 25 maggio per cominciare a verificare la fedeltà dei propri tifosi, strutturando la campagna in tre fasi di cui una (quella al via a breve) economicamente assai premiante per tutti coloro che vorranno sposare subito la causa. La novità principale se ne porta dietro altre, su tutte questa: gli aderenti al Support Trust “Il Basket siamo Noi” godranno di una tariffa agevolata e molto vantaggiosa, a testimoniare la crescente importanza dell’associazione che oggi possiede il 5% delle quote societarie. “Trusta” che ti conviene Cominciamo proprio da qui. I soci del Trust avranno uno sconto di circa 40-45 euro (le tariffe precise verranno comunicate nei prossimi giorni) per ogni ordine di posto, ovvero per qualunque settore del PalA2A decidano di sottoscrivere il proprio abbonamento. Una decisione ponderata per premiare in assoluto tutti gli associati, con un occhio di riguardo per coloro che - dovendo fare i conti più di altri con il portafoglio- opteranno per i seggiolini più popolari. Un esempio? Un risparmio di 45 euro su un abbonamento di 180 (che è il costo di una tessera in galleria nella prima fase) risulta essere piuttosto consistente. Conditio sine qua non per usufruire dei prezzi agevolati sarà dimostrare l’appartenenza al Basket siamo Noi, o rinnovando la propria adesione annuale (e presentando la ricevuta di versamento all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento), o entrando a far parte dell’associazione come socio, nelle alternative Gold (500 euro all’anno), Silver (100 euro) o Under 18 (50 euro): il tutto, ovviamente, prima di sottoscrivere l’abbonamento con la Pallacanestro Varese. I soci fondatori del Trust saranno presenti al PalA2A (Sala Gualco) per tutta la durata della campagna, in modo da agevolare chi volesse entrare a far parte della “famiglia” del Basket siamo Noi e subito dopo prenotare il proprio posto nel Tempio. Tre fasi Come anticipato all’inizio saranno tre le fasi della “raccolta del tifo”. Nella prima, “a tariffa ridottissima” (si va dai 180 euro della galleria ai 1650 del parterre), dal 25 al 31 maggio, i vecchi abbonati avranno diritto alla prelazione sul loro posto e i nuovi abbonati potranno scegliere i seggiolini non soggetti a prelazione, usufruendo anch’essi della tariffa agevolata. Gli orari: giovedì 25 e venerdì 26 maggio (16.00–20.00), sabato 27 maggio (10.00–19.00), lunedì 29, martedì 30 e mercoledì 31 maggio (16.00–20.00). La seconda fase, “a tariffa ridotta” (si va da 190 euro della galleria ai 1650 del parterre), è in programma dal 13 al 22 luglio, con le stesse modalità sopra elencate per la prima. La terza, infine, avrà luogo dal 7 al 16 settembre e sarà a vendita libera (cioè senza diritto di prelazione per i vecchi abbonati) e a tariffa intera (si va dai 195 della galleria ai 1700 del parterre). Pallacanestro Varese, come negli anni scorsi, ha previsto agevolazioni per gli over 65, per gli under 14, per gli under 18, per i giovani dai 18 ai 24 anni e per i nuclei familiari composti da 4 o più persone. Le tessere stagionali potranno essere rinnovate anche online all’indirizzo www.pallacanestrovarese.it/rinnovo-abbonamento-online/ e ritirate nei giorni di campagna abbonamenti saltando la fila. Tutte le info in dettaglio si possono trovare su www.pallacanestrovarese.it. Riuscirà Varese a superare le 2810 tessere del 2016? La rincorsa parte giovedì prossimo. Fabio Gandini
  2. Giancarlo Ferrero ancora in biancorosso? A oggi le chance di rivedere nell’organico 2017/2018 l’ala, capitano della Openjobmetis nelle ultime due partite della stagione appena conclusa, non paiono altissime: una sua conferma è al momento tutt’altro che scontata. Il dialogo tra i rappresentanti del giocatore classe 1988, che ha il contratto in scadenza al 30 giugno 2017, e la società di piazza Monte Grappa vive un momento di assoluta stasi, ben lontano dalla concretezza di una trattativa in fase avanzata o di un’offerta di una parte nei confronti dell’altra. Cosa accadrà nelle prossime settimane è difficile da prevedere, ma chi si aspettava che il rinnovo di uno degli idoli più “lampanti” del PalA2A, simbolo - per carattere, impegno e orgoglio - della rinascita di una squadra finita in fondo alla classifica, fosse una pura formalità si dovrà ricredere. Nell’immobilismo attuale pesano questioni tecniche o economiche? Impossibile rispondere a questa domanda: l’unico dato certo è che il destino dell’uomo di Bra (4,4 punti in 13,7 minuti con il 57,1% da 2 e il 38% da 3 il suo “score” in campionato, ma nelle 18 partite con Caja alla guida siamo a 6 punti in 17 minuti con il 54,3% da 2 e il 40,6% da 3) è diventato un punto interrogativo che fa compagnia ai tanti altri della tarda primavera varesina. Perché la verità è solo una: al 18 maggio notizie vere non ce ne sono. L’unico rumor che assomiglia a una certezza è la volontà di uscire dall’1+1 che lega Varese a Krjstian Kangur: piazza Monte Grappa sarebbe pronta a pagare entro il 30 di giugno una penale di 10mila euro e a rinunciare ai servigi dell’ala estone. Per il resto, fatti salvi alcuni colloqui esplorativi, il bollettino piange per assenza di (vera) carne al fuoco. Con Maynor, Johnson, Anosike ed Eyenga pensare di intavolare una proficua trattativa quando maggio campeggia ancora sui calendari è fantasioso: troppe le variabili in gioco per una società che non è in grado di presentare offerte economiche "a prova di no” e per dei giocatori che si guarderanno necessariamente in giro prima di valutare la permanenza. Diverso il discorso con Pelle e Avramovic, due pedine già dotate di contratto garantito per la prossima annata: per “Avra” il sì definitivo (al momento probabile) scaturirà da un’attenta valutazione tecnica ; nel caso del caraibico, invece, sarà decisiva l’assenza di offerte, nel complesso più vantaggiose, che lo convincerebbero a esercitare la clausola rescissoria a suo favore. Fabio Gandini
  3. Varese, in cerca di una scommessa ad alto potenziale offensivo per il 2017-18, mette Adam Smith sotto la lente di ingrandimento. Il 22enne re dei bomber dell'A2 (24,7 punti di media), che ha eliminato Legnano con la sua Roseto ora impegnata nei quarti playoff, è più di una suggestione per la società di piazza Monte Grappa, attenta al mercato del primo campionato dilettanti. Al momento non c'è una trattativa aperta, ma le referenze richieste ad ampio raggio sul conto del tiratore statunitense - sfruttando anche il rapporto stretto che esiste tra Attilio Caja e Roseto, dove firmò l'ultima salvezza in A nel 2004-05 - dimostrano che il club biancorosso ha inserito Smith nell'elenco dei "papabili" tra le alternative a Dominique Johnson nel ruolo di guardia titolare. Lo stesso coach pavese e il d.g. Claudio Coldebella lo avevano visionato dal vivo nella gara-1 della serie contro la TWS: la sua prova non fu certo memorabile (14 punti con 6/20 dal campo), ma sono molti gli addetti ai lavori che considerano Smith come un potenziale giocatore di serie A anche grazie alle ottime referenze "extra-campo" e alle doti balistiche in grado di reggere il salto comunque assai elevato in termini di atletismo e fisicità dal campionato dilettantistico con 2 stranieri a quello professionistico con 5 o 7 stranieri. Il tutto a costi compatibili con la costruzione di un roster che accanto ad alcune certezze (partendo dalla volontà di confermare Anosike) dovrà fisiologicamente affiancare alcune "scommesse ragionate" per far quadrare i conti. Per trattenere Dominique Johnson servirebbe investire un quarto del "monte-stipendi" totale sul quale si sta attualmente ragionando per costruire la squadra prossima ventura: decisamente troppo, in assoluto ma anche nell'ambito degli equilibri interni, in un ruolo dove comunque le risorse già allocate per Avramovic indurrebbero a destinare in altri spot gli investimenti più cospicui. Smith viene da una stagione da rookie nella quale viaggiava ad un salario cinque volte inferiore a quello di "Dom": il suo rendimento oltre ogni aspettativa ha acceso l'interesse da Francia e Germania, ma a cifre ragionevoli può essere un affare per Varese. Inoltre le sue caratteristiche - tiratore micidiale dal palleggio e temibile anche sugli scarichi: 51% da 2 e il 42% da 3 in stagione regolare - sembrerebbero essere complementari a quelle da "scorridore" del serbo del 1994, che ha chiuso il 2016-17 col 23% dall'arco. Nelle prossime settimane si capirà se le informazioni acquisite su Smith produrranno effetti concreti; di sicuro l'esterno da Georgia Tech possiede le giuste stimmate - allenabilità, voglia di emergere ed esperienza in Europa, meglio ancora se in Italia - che Claudio Coldebella sta cercando per mettere a disposizione di Attilio Caja un gruppo adatto al suo modo di lavorare in palestra. Giuseppe Sciascia
  4. Varese e Giancarlo Ferrero si studiano fino al termine della settimana prima di dirsi di sì. Il club biancorosso ha fatto la sua mossa, proponendo alla 28enne ala piemontese una estensione biennale del contratto in scadenza al 30 giugno. Trattativa dall'esito scontato rendendo tutti felici e contenti, a partire dalla tifoseria che ha eletto il mancino del 1988 come suo idolo? Visto il rapporto creatosi tra la città e il giocatore, l'happy ending auspicato da tutte le parti in causa pare la soluzione più probabile. Però sembra evidente come la società di piazza Monte Grappa voglia confermare il suo neo-capitano ed uomo-simbolo della gestione Caja sostanzialmente alle stesse cifre del biennale dell'estate 2015, quando lo aveva "ripescato" dall'A2 di Trapani. Ossia senza impegnare risorse elevatissime per un giocatore che nel 2016/'17 ha chiuso a 4.4 punti e 1.6 rimbalzi in 13.7 minuti (6.0 punti e 2.1 rimbalzi in 17.3 minuti nelle 17 gare con "Artiglio " in panchina). Questione di spending review, in attesa di capire con esattezza gli incastri del roster in embrione, e di conseguenza gli spazi per l'ala mancina: l'operazione in divenire con un'ala piccola pura come Niccolò De Vico sposterà stabilmente il giocatore di Bra nello spot di ala forte. Se Varese valuta sulla possibile aggiunta di un altro italiano nel settore lunghi, Ferrerò "rischia" di scivolare nuovamente in fondo alle rotazioni iniziali. Come d'altra parte è già accaduto nel 2015/'16 e nel 2016/'17, salvo poi guadagnarsi sul campo minuti e responsabilità nel corso della stagione grazie all'atteggiamento in allenamento e alla capacità di farsi trovare pronto alle chiamate di Moretti e Caja. Se Ferrero scioglierà le ultime riserve, sarà di fatto il secondo contratto garantito per la prossima stagione sportiva assieme a quello di Alexsa Avramovic: la corsia imboccata verso il 3+4+5 indirizza Varese verso la conferma dell'esterno serbo, che avrà un'altra chance per dimostrare il suo valore nel secondo anno di contratto garantito (con scatto salariale a salire). Visto il ruolo analogo - e il costo pressoché identico - rispetto a quello dell'ex capitano Daniele Cavaliero, Varese ha scommesso sul potenziale di crescita del 23 enne mancino nel ruolo di cambio della guardia (6,5 punti e 1,3 assist in 14.8 minuti nel 2016-17). In attesa di verificare le prospettive future del rapporto con Norvel Pelle, che nell'ambito dei nuovi regolamenti NBA con aumento dei salari minimi (da 543mila a 815mila dollari) e del numero di contratti (da 15 a 17) a disposizione delle 30 franchigie potrebbe strappare un posto garantito dopo le Summer Leagues di metà luglio ma entro il termine dell'1 agosto previsto dall'escape del suo contratto, sembra invece scontato che Varese eserciterà la clausola d'uscita dall'accordo con Kristjan Kangur. Il club biancorosso dovrà pagare 15mila euro di escape entro il 30 giugno per svincolare il 35enne atleta estone, che ha dimostrato nel 2016/'17 di non essere più sufficientemente competitivo per il ruolo - e il relativo costo - da titolare nello spot di ala forte. Giuseppe Sciascia
  5. La stagione è finita ma stare fermi è difficile, specialmente se la pallacanestro ti scorre nelle vene. Raimondo Diamante è stata una delle novità introdotte da Paolo Moretti nell’estate scorsa, in qualità di terzo assistente per l’annata appena conclusa. Il 29enne varesino, cresciuto come allenatore proprio in Pallacanestro Varese, è rimasto in sella anche dopo il cambio in panchina, guadagnandosi la fiducia di Attilio Caja. Se questa fiducia si trasformerà in una riconferma ancora non si sa (nonostante sia molto probabile), perché di futuro non parla lui e non parla nessuno, per ora. «Mi sono sentito coinvolto» Quindi lo sguardo, parlando con Raimondo, volge al passato, alla stagione appena conclusa ed al suo percorso. «Arrivare, o meglio tornare, in Pallacanestro Varese l’estate scorsa è stato il coronamento di un obiettivo, e non di un sogno. Voglio tenere ben distinti questi due concetti: un sogno è vincere l’Eurolega con Varese prima o poi, me lo tengo nel cassetto perché è difficile riuscirci ora. Mentre l’obiettivo è più concreto, da raggiungere ogni giorno. Il salto dalla Serie B in effetti per me non è stato semplice, ho avuto qualche difficoltà all’inizio però, grazie al lavoro ed al mio essere affamato di pallacanestro, penso di essere riuscito a ritagliarmi i miei spazi. La mia fortuna è stata quella di sentire fin da subito la fiducia di coach Moretti e anche di Stefano Vanoncini e Paolo Conti: a tutti e tre dico grazie perché fin dai primi giorni di lavoro a giugno con i giovani, mi hanno coinvolto e mi hanno avvantaggiato. Poter lavorare in un ambiente sereno e sentirsi coinvolto è stato positivo». La sua stagione da assistente è proseguita anche a seguito dell’avvicendamento tra Moretti e Caja, avvenuto a dicembre: «Ammetto di essere stato un po’ preoccupato all’inizio, avevo paura che con l’arrivo di un nuovo allenatore si potesse interrompere la mia esperienza, perché non sai mai cosa può capitare in questi momenti. E pensavo che Caja avesse altre questioni più impellenti che tener conto anche di Diamante Raimondo. Invece anche con lui ho avuto la possibilità di lavorare, per me è stato come rimettermi in discussione, volevo far capire al coach di essermi meritato questa opportunità. Volevo dimostrare di valere, spero di esserci riuscito». «Annata travagliata» In qualità di terzo assistente, i suoi compiti erano diversi: «Per le questioni di campo sono sempre stato a disposizione di Stefano e Paolo, ho avuto modo di lavorare con Anosike sul fondamentale dei tiri liberi e mi ha inorgoglito l’essere coinvolto in questo lavoro, per dare una mano al giocatore e aiutarlo a migliorare. Stessa cosa al fianco di Paolo Conti nel lavoro con Norvel Pelle, oppure con Cavaliero, Kangur, Maynor ed altri giocatori con cui spesso mi fermavo dopo l’allenamento, o prima, per alcune sedute di tiro». La sua prima stagione, a livello di campo e risultati, non è stata semplice: «È stata molto travagliata, segnata dalle difficoltà dovute alla doppia competizione che fisicamente non siamo riusciti ad affrontare. Finita la coppa è nata una nuova stagione e tutti noi sapevamo che, una volta trovato il ritmo di una partita a settimana, le cose sarebbero cambiate. Il gruppo c’era, era presente e si è compattato ancora di più». Per lui, come dicevamo all’inizio, è stato un ritorno in Pallacanestro Varese dopo un lungo percorso: «Ho fatto tanto settore giovanile, iniziando proprio in Pallacanestro Varese, prima di andare due anni a Sumirago, tornare poi come assistente di Garbosi in Under 19, poi di Andrea Sterzi in Under 14. Sono passato in Robur, diventando assistente di Giovanni Todisco ma iniziando allo stesso tempo l’esperienza di capo allenatore con l’Under 14. La stagione scorsa mi sono avvicinato al mondo dei senior facendo il vice di Franco Passera in Serie B, prima del ritorno in Pallacanestro Varese». Dove sarà anche in futuro, giusto? «Bocche cucite…». Alberto Coriele
  6. È il rebus nel settore lunghi il primo nodo da sciogliere nelle strategie di composizione del roster 2017-18 della Pallacanestro Varese. Il club di piazza Monte Grappa sembra indirizzato verso una scelta obbligata tra O.D. Anosike e Norvel Pelle, non essendo nelle condizioni di trattenere entrambi i centri che nel 2016-17 hanno rispettivamente conquistato il titolo di miglior rimbalzista e miglior stoppatore della serie A. Non è tanto un problema economico, quanto di prospettive di impiego senza più la valvola di sfogo del doppio impegno tra campionato e coppa: un prospetto come Pelle ha mostrato un potenziale intrigante al suo esordio in un torneo competitivo come quello italiano (7,2 punti, 5,9 rimbalzi e 2,1 stoppate in 15,7 minuti), ma difficilmente accetterà di partire nuovamente da cambio. E se si puntasse sul caraibico da titolare, tutelandosi con un "alter ego" di esperienza? Dipende tutto dalle scelte del giocatore del 1993, il cui talento atletico ha comunque attratto l'attenzione di alcune big (Venezia e Sassari su tutte), e che con ogni probabilità si giocherà la carta NBA attraverso il circuito delle Summer Leagues estive dove Varese lo ha scovato nel 2016. In realtà Pelle è una risorsa che il club biancorosso può sfruttare in due modi: tecnica se decidesse di onorare il secondo anno di contratto e completare il suo apprendistato tecnico per poi spiccare il volo verso i vertici d'Europa; economica se l'atleta caraibico prenderà altre strade - dal sogno NBA alle coppe europee - portando nelle casse biancorosse un buyout prefissato da 75mila dollari per chi vorrà esercitare la clausola rescissoria (ma c'è anche la terza via della trattativa privata). A oggi la sensazione è che Anosike - in scadenza al 30 giugno, ma con in mano una proposta di rinnovo - abbia più chances di restare in biancorosso rispetto a Pelle, vincolato ma con escape solo a suo favore. Il fatto che Varese ragioni nell'ottica di ripartire soltanto da uno dei due trova comunque riscontri nelle riflessioni sulle disponibilità sul mercato dei lunghi italiani. Attilio Caja non aveva fatto mistero due mesi fa del suo gradimento nei confronti di Antonio Iannuzzi, il 26enne centrone che al debutto in serie A a Capo d'Orlando ha prodotto 8,5 punti e 4 rimbalzi di media: per il momento non si registrano sondaggi concreti, però il lungo del 1991, in scadenza di contratto in Sicilia, potrebbe rappresentare per stazza, caratteristiche tecniche e prospettive future un perfetto complemento di un "verticale" come Pelle. Anche se sul giocatore cresciuto a Siena potrebbe muoversi Avellino, la squadra della sua città natale in grado di mettere sul piatto risorse e vetrina europea. Qualche informazione invece è stata presa sul conto di Raphael Gaspardo, 24enne ala forte fresco di retrocessione con Cremona (5,7 punti e 2,6 rimbalzi di media). Il lungo di scuola Benetton Treviso, una sorta di moderno Tomas Ress che Caja aveva avuto nel gruppo della Nazionale Sperimentale con Iannuzzi, piace a molti club di medio livello, e potrebbe essere il complemento ideale dietro un uomo d'area come Anosike e un'ala forte capace di giocare anche minuti da pivot, ruolo sul quale Varese vuole puntare forte sul mercato estivo. Tutte ipotesi embrionali da verificare al cambio delle volontà dei "confermandi" per iniziare a mettere a fuoco gli incastri; ma gli italiani sono merce preziosa in ogni contesto; dovesse arrivarne un altro oltre a De Vico nel 3+4+5 che Caja, Coldebella e Bulgheroni considerano con maggior favore rispetto all'alternativa 5+5, spazio e risorse per Ferrero sarebbero fisiologicamente ridotti... Giuseppe Sciascia
  7. Christian Eyenga spazia tra la stagione appena conclusa e un futuro che spera possa essere ancora biancorosso. L'ala congolese ripercorre le tappe dell' annata dai due volti fresca di "archiviazione", e si aggiunge ad O.D. Anosike e Giancarlo Ferrerò nell'elenco dei giocatori desiderosi di restare a Varese nel 2017-18: «Penso di aver imparato molto da questa stagione così ricca di emozioni, prima negative e poi positive con risultati totalmente diversi tra i primi due terzi e le otto vittorie successive alla pausa per la Coppa Italia. Ci sono stati momenti difficili, però abbiamo sempre continuato a lavorale duro in palestra e i risultati alla lunga si sono visti. Quello che abbiamo espresso negh ultimi due mesi è stato comunque frutto dell' impegno quotidiano nel mettere in pratica le indicazioni del coach». Le aspettative dell'estate 2016 parlavano di playoff e dunque il bilancio non è positivo, ma a un certo punto le cose potevano andare molto peggio. Condivide? «Sicuramente le cose avrebbero potuto andare molto peggio, ma anche nelle situazioni peggiori abbiamo fatto va- lere la compattezza di un gruppo che è sempre rimasto unito. Ci siamo messi di impegno per fare quelle piccole cose necessarie per migliorare il nostro rendimento comune, e in questo modo abbiamo iniziato a vincere: il finale di stagione ci ha permesso di evitare rischi in classifica». Negli ultimi due mesi e mezzo Varese si è espressa a livelli da playoff dopo cinque mesi di risultati negativi: come spiega questo cambio di ritmo? «Ci è voluto molto tempo per completare il processo di amalgama: il gruppo è sempre stato unito, in campo abbiamo imparato un po' troppo tardi a integrare le qualità di ciascuno di noi all'intemo del collettivo. I risultati delle ultime 11 gare indicano chiaramente il valore della squadra quando ognuno di noi ha trovato la sua dimensione, purtroppo sono serviti mesi per arrivare a quella chimica così efficace». Lei è partito da prima punta nella gestione Moretti ed ha chiuso la stagione da stopper difensivo, in quale dei due compiti si sente più a suo agio? «Ritengo di poterli ricoprire entrambi: all'inizio della stagione avevo più responsabilità offensive, poi però coach Caja mi ha parlato chiedendomi specificamente di sacrificarmi di più in difesa per aiutare la squadra. Credo di poter marcare praticamente tutti i ruoli sul campo, ho cercato di seguire le indicazioni dell' allenatore e ho ritrovato una dimensione da stopper che avevo già avuto due anni fa». La rivedremo il prossimo anno a Varese contando sul suo feeling con l'allenatore (che lo rivorrebbe per il 2017-18, ndr)? «Coach Caja è uno dei migliori d'Italia: ogni giorno dà indicazioni meticolose su cosa fare in attacco e in difesa, è stato colui che mi ha permesso di esprimermi al meglio nel vostro campionato. Abbiamo un rapporto come quello tra padre e figlio, parliamo di tutto e non solo di pallacanestro. Del futuro parleremo nelle prossime settimane, però spero tanto di farne parte: a Varese sono stato benissimo, considererei volentieri la possibilità di restare». Giuseppe Sciascia
  8. Siamo solo all’inizio e, si sa, le certezze di maggio possono essere i dubbi di luglio e viceversa. Con un budget in formazione (da risolvere le incognite legate a sponsor e “socio forte”) e senza aver ancora sciolto la prognosi sulla strada regolamentare da seguire (5+5 o 3+4+5), il borsino delle conferme è al momento poco più di un gioco, basato su voci e intenzioni ancora lontane dal divenire fatti. Tali doverose premesse, tuttavia, non ostano al tentativo di provare a descrivere lo stato dell’arte all’11 di maggio 2017. Johnson A dicembre 2016 ha firmato con la Openjobemtis un contratto a sei cifre per sei mesi di lavoro: è il “x2” che riduce al lumicino le speranze di trovare un nuovo accordo con lui… La guardia di Detroit pare oggettivamente fuori budget per le tasche biancorosse e verosimilmente non incontrerà problemi a ricevere offerte europee corrispondenti al suo status. Non ci si dimentichi, infatti, che solo un anno fa approdava all’Alba Berlino, club di Eurocup: l’habitat naturale per l’ambizioso Dominique rimane quello della seconda competizione continentale o similari (vedi Champions). Percentuali: 3% resta, 97% va. Anosike Dominique Johnson, del resto, non ha nemmeno mai nemmeno ipotizzato in dichiarazioni pubbliche la propria permanenza sotto al Sacro Monte, cosa che lo differenzia dall’Oderah Anosike degli ultimi tempi. Anche a margine dell’aperitivo di saluto al Twiggy, OD si è sbilanciato con un «Mi piacerebbe molto…», che lascia il tempo che trova nel mondo degli affari coniugati allo sport ma che può essere una buona base di partenza per sedersi intorno a un tavolo. Il feeling con coach Caja, che ha fatto di lui il primo della lista dei Resuscitati, la stima (ricambiata) con società e ambiente e qualche buona ragione (di cuore) extra campo sono motivazioni di rilievo, da verificare tuttavia alla prova di altre chance che contemplino la possibilità di giocare le coppe o di guadagnare più soldi (e la sua nuova agenzia pare proprio intenzionata a vagliare il mercato dell’est Europa). Un centro da doppia-doppia di media (quest’anno 9.8 punti e 11,2 rimbalzi) non si trova sotto una zucca e Anosike ha dimostrato di poter reggere la scena, a prezzo di qualche sacrificio, anche assortito a un play non proprio lui congeniale (Maynor, per il quale vale lo stesso discorso…). Piazza Monte Grappa lo sa bene e ci ragionerà: se trattativa dovesse essere, tuttavia, non sarà certo a maggio… Percentuali: 25% resta, 75% va. Maynor La storia sembra sul punto di ripetersi. Nel 2015 i 13,5 punti e i 7 assist di media gli permisero di spiccare il volo verso i dollari del Nižnij Novgorod, nel tentativo di riprendere il filo – anche economico – di un discorso interrotto dall’infortunio al legamento crociato anteriore destro. Due anni più tardi, un altro infortunio alle ginocchia più tardi, un nuovo “come back” biancorosso più tardi, chi si aspetta riconoscenza incondizionata dall’asso di Raeford sbaglia sentiero fin da principio: a 30 anni Maynor proverà di nuovo la scalata. Qui quasi tutti lo terrebbero, ma allo stesso tempo – vista la teorica ampia possibilità di scelta nel suo ruolo – nessuno si fascerebbe troppo la testa fosse costretto a rinunciarvi. Per ora è un no, poi magari ad agosto il buon Eric è ancora a spasso. E allora… Percentuali: 10% resta, 90% va. Avramovic Il giovane serbo ha un altro anno di contratto con Varese più l’opzione per un ulteriore prolungamento annuale. E si tratta di un contratto che non prevede uscite di alcun tipo nel corso dell’estate 2017. Premesso ciò, gli A4 con clausole e cifre sanno diventare carta straccia a stretto giro di posta se le intenzioni non collimano: vedi Cavaliero, appena partito per Trieste, pur con un biennale in saccoccia. Solo un anno fa Coldebella soffiò Avra a una nutrita concorrenza e a prezzo concorrenziale: quid oggi, dopo una stagione in cui il classe 1994 ha dimostrato di essere un talento anarchico bisognoso di lavorare (e tanto) per essere utile a qualsivoglia collettivo? In soldoni: con il 3+4+5 spazio per lui ci sarà, nell’ipotesi di un “5+5”, invece, giocarsi uno “straniero” con l’imberbe Avra sembra un azzardo. Davanti a offerte terze ci si ragionerà: l’ultima parola spetta a coach Caja. Percentuali: 65% resta, 35% va (fosse “5+5” cambia tutto: 10% resta, 90% va). Pelle Nel caso del caraibico, il legame con Varese è normato da contratto fino all’estate 2018 con diverse clausole d’uscita – esercitabili nei prossimi mesi - a beneficio del giocatore. E a pagamento: lasciasse le Prealpi per un club di Eurolega pagherebbe “x”, fosse richiesto dalla Nba pagherebbe “y” e così via. Da parte datoriale la volontà di trattenerlo c’è eccome, anche nell’ipotesi di un “5+5”: in Norvel si intuiscono margini di miglioramento ancora cospicui. Da parte sua… beh, lo si capirà a breve. Percentuali: 80% resta, 20% va. Campani Le parti saranno libere da vincoli reciproci il prossimo 30 giugno: il contratto di Luca è in scadenza e nel corso della stagione appena andata in archivio di rinnovo non si è mai parlato. Come starà il ragazzo finita la rieducazione che segue l’ennesimo intervento chirurgico? Quale potrà essere il livello di competizione che Campani sarà in grado di assecondare dopo anni di convivenza con ginocchia martoriate? Domande scomode, ma decisive nel valutare un’eventuale conferma. Un rinnovo, in ogni caso, poggerebbe su sostanze economiche ben diverse da quelle del 2015…. A oggi, anche per ragioni di gradimento tecnico dell’allenatore, scommetteremmo su un addio. Percentuali: 15% resta, 85% va. Kangur A luglio 2016 l’ala estone firmò con la società un 1+1, dotato di uscita a favore di entrambe le parti entro il 30 giungo 2017. Il 5+5 lo esclude di certo, per le stesse ragioni di Avramovic (e Kangur, a differenza del serbo, non si può certo definire un prospetto da crescere…). La strada opposta, invece, qualche margine di trattativa lo lascia aperto. Viene da una stagione faticosa in cui ha esplicitato tutti i limiti dovuti a età e fisico, nonostante la buona parentesi finale grazie a un minutaggio più consono: riprovarci (anche se scriviamo di una sorta di bandiera di questa città cestistica e di un uomo che ha sposato Varese anche fuori dal campo), parrebbe assecondare un’agonia… Le strade (del 3+4+5), tuttavia, sono infinite… Percentuali: 10% resta, 90% va. Canavesi In scadenza. Se l’allenatore che lo ha voluto (Moretti) non l’ha fatto giocare nemmeno una volta, cosa farà l’allenatore che se lo è trovato tra capo e collo (e non l’ho fatto giocare nemmeno una volta)? Grazie e arrivederci (a meno che non serva per completare il 5+5, sebbene non sicuramente alle cifre di quest’anno…). Percentuali: 5% resta, 95% va. Ferrero Anch’egli in scadenza, ma diverso da tutti gli altri. Perché viene da due campionati di crescita, perché può ricoprire entrambi gli spot di ala, perché gode della considerazione di Caja, perché è appena diventato capitano, perché cinque italiani li devi comunque prendere e uno lo hai già praticamente in casa. Lui e la società hanno iniziato a parlare, finalmente: il lieto fine è atteso. Percentuali: 90% resta, 10% va. Eyenga Un altro che a Varese ha trovato l’America e che – l’ha detto – rimarrebbe volentieri. L’Artiglio non solo sa come farlo giocare in attacco: sa convincerlo ad essere un fattore difensivo decisivo. Il però è legato al regista da mettergli vicino: con Maynor andrebbe a nozze, con altri chi lo sa. Ripartire da almeno un extracomunitario del roster 2016/2017 è una chance che l’asse tecnica biancorossa tenterà di cogliere: se non è Anosike, è lui… Percentuali: 50% resta, 50% va. Lo staff tecnico Caja uber alles, non così i suoi assistenti. Solo uno tra Stefano Vanoncini e Paolo Conti verrà confermato: di più se ne saprà nei prossimi giorni. La formula La verità è che una scelta non è ancora stata fatta: sarà l’evolversi del mercato a risolvere l’ambivalenza fra 5 e 7 stranieri. Il risparmio del 5+5 (due contratti in meno) fa gola, è indubbio, ma è impossibile non tenere almeno per un attimo conto che, al momento attuale, Varese ha sotto contratto solo 3 giocatori: tutti comunitari. I nuovi Il primo colpo potrebbe davvero essere Niccolò De Vico, ala di 2 metri esatti, classe 1994, passato e presente all’Angelico Biella da capitano. L’ambasciata biancorossa (Bulgheroni, Coldebella e Caja hanno assistito all’inizio dei playoff tra i piemontesi e Verona) non solo ha ricavato ottime impressioni dal giocatore (11,9 punti in 28,3 minuti di media a partita quest’anno), ma ha lasciato anche una buona dose di ottimismo sulla fattibilità della trattativa. Trattativa che potrebbe iniziare immediatamente: ieri Biella ha perso gara 5 ed è stata eliminata. Ma non è tutto. La linea della società, sposato Caja per un altro anno, è una, a maggior ragione se davvero si vorrà tentare il 5+5: mirare agli italiani con un range di età tra i 23 e i 25 anni, fornendo all’allenatore pavese elementi non tanto da svezzare, quanto pedine con cui provare il salto di qualità tramite il lavoro in palestra. Fabio Gandini
  9. Toto Bulgheroni è già al lavoro per costruire la Varese che verrà in attesa di confrontarsi - insieme al d.g. Claudio Coldebella - con Attilio Caja per discutere le strategie di un mercato che il consigliere del club biancorosso vorrebbe il più possibile all'insegna della continuità con l'ultima parte della stagione appena conclusa. «Il rinnovo di Attilio Caja è stata la prima importante mossa per il futuro - spiega - lo incontreremo presto per conoscere i suoi desiderata per la stagione 2017-18 ma l'idea è quella di ritoccare, e se possibile migliorare, l'ossatura che ha finito il campionato domenica. Logico che il coach voglia ripartire con qualche giocatore che ha conosciuto e apprezzato garantendo una base solida sulla quale costruire il roster del futuro: sarebbe un grosso van- taggio riuscire a conservare l'ossatura della squadra con lo stesso allenatore, che oltre ad essere un lavoratore indefesso in palestra possiede qualità eccezionali nella preparazione tattica delle partite». Quali sono le priorità relativamente alle conferme? «L'asse portante sarebbe quello del playmaker e dei lunghi, ma non sarà facile tenere Maynor che cercherebbe una ribalta più importante di Varese sia sul piano economico che su quello della visibilità nelle coppe. Si tratta di un giocatore di qualità che ha pro e contro: garantisce assist e leadership, dall'altra parte però ci sono anche le palle perse e la necessità di proteggerlo in difesa. La classe non si compra al mercato, però in quel ruolo si possono trovare alternative in grado di dare garanzie di maggior solidità». E le altre situazioni dei giocatori del quintetto base? «Mi auguro che gli agenti di Anosike assecondino la volontà del giocatore che ha espresso su La Prealpina la volontà di restare, così come mi auguro che Pelle capisca l'importanza di proseguire il percorso di crescita in una società come la nostra che con uno o due anni di lavoro potrà lanciarlo ad altissimo livello. Eyenga è ormai un veterano dell'Italia, qui si trova bene e soprattutto ha trovato un allenatore che sa esaltarne le doti di difensore e rimbalzista; Johnson infine è un attaccante di prim'ordine, ci piacerebbe tenerlo ma non sarà facile vista la sua caratura internazionale». Per la composizione del roster si punterà ancora sulla formula con 3 stranieri, 4 comunitari e 5 italiani? «E un nodo ancora da sciogliere, però i costi degli italiani sono elevati, e in caso di infortunio non c'è modo di rimediare; nel caso punteremmo su un sesto e un settimo straniero a costi inferiori sperando di pescare altri prospetti da far crescere come Pelle. Cercheremo qualche italiano giovane sul quale investire, siamo andati a vedere De Vico che è un ottimo prospetto con grande fisico e buon tiro, e mi auguro che un ragazzo di grande dedizione come Ferrero voglia rimanere. Partecipare alle coppe? E un argomento che non abbiamo affrontato, eventualmente ci sarebbe spazio solo in FIBA Cup, ma personalmente riterrei opportuno concentrarci solo sul campionato». Giuseppe Sciascia
  10. Sponsor e socio forte: lavori in corso. Con la stagione sportiva vicino alla sua chiusura, a tenere banco in piazza Monte Grappa e dintorni è un domani già da tempo diventato urgenza, almeno per quel che concerne il reperimento delle risorse economiche. Come facilmente comprensibile, sono quelli sopracitati i nodi principali che la Pallacanestro Varese dovrà sciogliere prima di poter programmare davvero l’annata agonistica che verrà. Con un vantaggio da non sottovalutare rispetto al passato: gli sforzi (quasi ultimati) compiuti nei mesi scorsi dal nuovo cda per risanare i conti dagli errori delle precedenti gestioni, oltre a salvare concretamente la società hanno lasciato in eredità la piena e dettagliata consapevolezza dei costi da sopportare per mandare avanti la “baracca”. Basta salti nel buio: con il budget x si spenderà x, con il budget y il passo non andrà oltre y. Condizioni migliori Per risolvere le incognite sarà in primis fondamentale sapere se Openjobmetis vorrà continuare il suo cammino di sponsorizzazione e a che condizioni lo farà. Gli ultimi, brillanti tre mesi di Maynor e compagni sembrano aver piacevolmente colpito l’ad dell’azienda di Gallarate, Rosario Rasizza, spingendolo a vagliare una prosecuzione del rapporto in luogo di un’interruzione “vociferata” quasi per certa durante i momenti più duri dell’anno. Le parti si siederanno allo stesso tavolo solo dopo il 20 maggio: piazza Monte Grappa sarebbe orientata a chiedere una fiducia più a lungo termine rispetto al passato (leggi un rinnovo biennale invece che annuale) e un impegno economico tutto sommato equivalente rispetto a quello delle ultime stagioni, da onorare - però - in un’unica tranche iniziale invece che “a tappe” (il contributo erogato nel 2016/2017 dallo sponsor si è aggirato sui 400 mila euro, cui vanno però aggiunti almeno altri 100 mila chiesti e concessi strada facendo). Quale sarà la risposta dell’interlocutore, con la premessa d’obbligo che Openjobmetis rimane una società quotata in borsa e quindi chiamata a valutare con attenzione e con alcuni vincoli le sue sponsorizzazioni? La presenza nel consiglio d’amministrazione biancorosso del presidente Marco Vittorelli (presidente anche della stessa azienda) induce tuttavia ottimismo verso una trattativa che, andasse in porto nei termini sopra descritti, consentirebbe ai dirigenti di guardare con più serenità al prossimo futuro e alla gestione dello stesso. Clima diverso Il secondo fronte è quello del cosiddetto “socio forte”, ovvero la figura che l’assemblea di Varese nel Cuore tenutasi il mese scorso ha ipotizzato di cercare dopo anni di conduzione “solitaria” da parte della proprietà diffusa. La notizia sull’argomento è che, dopo i primi abboccamenti di febbraio-marzo, stanno proseguendo i contatti tra il presidente del Consorzio Alberto Castelli e Gianfranco Ponti, l’imprenditore di Angera che due anni fa fece un’offerta per rilevare il 50% delle quote societarie (offerta poi non considerata accettabile). Il clima sembra decisamente diverso rispetto alla primavera 2015, quando le due parti dimostrarono fin da subito di essere distanti e poco disposte a trovare un compromesso tra le rispettive esigenze: oggi il dialogo sta continuando sotto traccia (bene che sia così...) e pare aver già ipotizzato dei termini concreti di subentro nelle quote. Di più se ne saprà nelle prossime settimane, compreso se, come e quanto nella trattativa possa rientrare la gestione del settore giovanile della Pallacanestro Varese, “pallino” di Ponti e possibile chiave per un’entrata dell’imprenditore nei ranghi societari. Fabio Gandini
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