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Allarme clima.......


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28 gennaio 2010

Perché la comunità scientifica dovrebbe ribellarsi all’Ipcc

Così il panel dell’Onu che studia il clima ha smesso di pensare all’ambiente e ha cominciato a fare politica

I fatti di cronaca si stanno addensando e dopo le prime avvisaglie del Climategate e del conflitto di interessi (vero o presunto) del presidente dell’Ipcc, per il panel delle Nazioni Unite che si occupa di clima si sono spenti i riflettori della gloria e si sono accesi quelli della critica. Da qualche caso isolato, con cui comunque siamo giunti a conoscenza di parecchi fatti non proprio edificanti, ora siamo all’assalto alla diligenza e l’austera solidità del movimento del clima che cambia trema sin dalle fondamenta.

Tutto ciò non ha nulla a che fare col processo scientifico, ovvero con l’enorme mole di lavoro che la comunità scientifica ha svolto e svolge spesso in condizioni difficili e con scarsissime risorse a disposizione per accrescere il nostro livello di conoscenza delle dinamiche del clima passate, presenti e future; piuttosto si tratta dell’uso distorto che delle risultanze di queste indagini è stato fatto, trasformando la voglia di sapere e la necessità di informare per facilitare il processo di policy making in una fucina del pensiero unico, atto a promuovere scopi ideologici che, legittimi o no, non hanno niente in comune con l’indagine scientifica. L’Ipcc nasce in seno alle Nazioni Unite come struttura che raccolga e riassuma le conoscenze scientifiche in materia di clima, con un focus particolare sull’eventuale influenza delle attività umane sulla sua evoluzione. La regola numero uno, tra le mille e spesso incomprensibili dinamiche burocratiche che caratterizzano le attività delle organizzazioni sovranazionali è imprescindibile: tutte le ricerche di cui il panel può e deve avvalersi per comporre i suoi rapporti devono essere sottoposte al meccanismo di revisione paritaria, ovvero devono essere validate all’interno della comunità scientifica con un procedimento estremamente rigido, atto ad assicurarne la conformità al metodo scientifico stesso.

I pilastri di questa metodologia sono essenzialmente due: 1) le informazioni e i dati impiegati per le proprie indagini devono essere messi a disposizione di chi effettua la revisione o comunque li voglia esaminare e, 2) ogni procedimento d’indagine deve essere ripetibile. Di questa regola l’Ipcc ha fatto la propria bandiera, basandovi tutta l’autorevolezza delle proprie pubblicazioni. Spesso, proprio l’assenza (o presunta tale) di un adeguato processo di revisione è stata all’origine dell’esclusione dai report del panel di lavori in palese contrasto con il consenso scientifico. Un mainstream orientato nella direzione delle origini quasi esclusivamente antropiche del riscaldamento globale. Altrettanto spesso, ma soprattutto in tempi recenti e con il dilagare del Climategate, si è capito che lo stesso sistema di revisione paritaria posto in essere in occasione della pubblicazione dei suoi rapporti, poteva essere stato inquinato o addirittura piegato a interessi più di parte che sopra le parti. Ma questo non è il problema. Oggi quello che sta emergendo è che l’Ipcc ha derogato a questa regola moltissime volte, con particolare riferimento ad alcuni dei punti chiave del dibattito sulle origini del cambiamento climatico e dell’impatto di questo sulla nostra società.

L’esempio più recente è quello che riguarda lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya e la conseguente problematica dell’approvvigionamento idrico per quella vastissima zona del mondo. Una fonte “autorevole” che si è rivelata una chiacchiera da bar anche riportata male, fatta propria dal Wwf in una pubblicazione e quindi sdoganata per l’inserimento nel quarto rapporto dell’Ipcc e un uso parziale delle fonti disponibili hanno generato un messaggio incompleto e fuorviante, per non dire volutamente condizionante. A una prima veloce analisi fatta sulla Rete, si scopre che il ricorso a fonti non scientifiche è stato in molti casi una regola, non un incidente e tantomeno un’eccezione, come invece dichiarato dai vertici del panel pochi giorni fa. In particolare è stato frequente il ricorso a pubblicazioni del Wwf. Nulla contro la potente e impegnata organizzazione ambientalista, ma è un fatto che essa non produca ricerca, ma opinioni che, piacciano o no, non sono valutazioni scaturite da ricerche ove sia stato accertato il rispetto del procedimento scientifico. Ora, cos’è che muove i soldi, garantisce le risorse e orienta le decisioni politiche a procurare sempre maggiori quantità degli uni e delle altre, contribuendo ad accrescere l’influenza di organismi quali l’Ipcc o il Wwf e dei loro dirigenti? Le notizie eclatanti, i titoli sui giornali, gli annunci di disastri imminenti.

Non importa a nessuno che sia stato rispettato il metodo scientifico per misurare le dimensioni delle pecore di un’isoletta scozzese, quel che conta è che non sia stato applicato per dire che un terzo del mondo morirà di sete se non si corre ai ripari. Nell’apprendere che le cose potrebbero essere andate così, sotto quale luce dovrebbe essere visto il lavoro del panel? Questi signori, che potremmo definire troppo zelanti, ma che più probabilmente hanno agito all’umana maniera alla ricerca del potere, non si rendono conto del danno che potrebbero aver fatto? Chi dovrebbe avercela con loro non sono gli scettici, altra parte in causa che a volte non ha brillato quanto a ricerca di personale o lobbystico tornaconto, né i cittadini, perché in fondo la possibilità di essere informati in modo equilibrato c’è sempre stata. E’ la comunità scientifica che deve ribellarsi, rigettare questo metodo assurdo basato sul consenso, un vocabolo sconosciuto al processo scientifico e basato sulle scelte a maggioranza di un bureau di rappresentanti scientifici con agende colme di impegni politici. E’ questa comunità ad aver perso credibilità.

Finché a qualcuno è convenuto sostenere le traballanti posizioni della teoria del riscaldamento globale antropogenico, il movimento ne ha tratto grande giovamento; quando la convenienza è venuta meno – leggi negoziati di Copenaghen – l’acqua sporca è stata buttata via. E grazie agli eccessi di zelo di cui sopra ora rischia di essere buttato via anche il bambino, con buona pace delle reali problematiche ambientali che con il clima non hanno nulla a che vedere ma alle quali qualcuno, lasciando che fossero ad esso collegate, ha fatto più male che bene.

di Guido Guidi, Meteorologo dell’Aeronautica militare e autore del blog climatemonitor.it

© 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO

:P

_________________________________________

Per chi avese voglia, rileggetevi i primi post di questa discussione...........

Edited by ROOSTERS99
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trasmesso un audio dalla tv araba «al Jazeera»

Osama Bin Laden «verde»

Attacco agli Usa sul clima e dollaro

Il leader di Al Qaeda propone, per affrontare la crisi economica mondiale, di boicottare i prodotti americani

DUBAI - Un nuovo messaggio audio attribuito al leader di al Qaeda, Osama Bin Laden, è stato trasmesso dalla tv araba «al Jazeera». Dopo quello diffuso domenica scorsa, nel quale il terrorista saudita ha rivendicato il fallito attentato eseguito dal nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab a bordo di un volo Amsterdam-Detroit, questa volta il leader di al-Qaeda parla dei problemi legati al cambiamento climatico nel mondo.

LA CRISI - In particolare accusa i paesi industrializzati, primo fra tutti gli Stati Uniti, di essere responsabili dei cambiamenti climatici del mondo con le loro politiche. «Tutti i Paesi industrializzati, soprattutto quelli grandi, sono responsabili per la crisi dell'effetto serra», ha denunciato il numero uno di Al Qaeda. Poi propone, per affrontare la crisi economica mondiale, di boicottare i prodotti americani: «Dovremmo smettere di usare i dollari e liberarcene. So che ci sarebbero grosse ripercussioni, ma sarebbe l'unico modo per liberare l'umanità dalla schiavitù dall'America e dai suoi compari».

29 gennaio 2010

:sorcerer::whistle::whistle: non saprei se è più una minchiata l' attribuire a quello schifoso terrorista morto da un pezzo il messaggio audio, o i suoi stessi contenuti !

Mabaffan..... !!

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parliamo delle targhe alterne a Varese questo e il prossimo week end.

Targhe pari domani e il sabato successivo. Targhe dispari nelle due domeniche.

Ora, sia io che mio marito abbiamo targhe dispari.

Questo significa che per 2 sabati consecutivi non possiamo andare a Varese mentre possiamo andarci x 2 domeniche quando i negozi sono chiusi....

Ma alternare le targhe nei 2 week end era troppo difficile??? Cosa me ne frega di poter andare in centro alla domenica???

Edited by Long Leg
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parliamo delle targhe alterne a Varese questo e il prossimo week end.

Targhe pari domani e il sabato successivo. Targhe dispari nelle due domeniche.

Ora, sia io che mio marito abbiamo targhe dispari.

Questo significa che per 2 sabati consecutivi non possiamo andare a Varese mentre possiamo andarci x 2 domeniche quando i negozi sono chiusi....

Ma alternare le targhe nei 2 week end era troppo difficile??? Cosa me ne frega di poter andare in centro alla domenica???

Provvedimenti inutili e fastidiosi. Soprattutto a Varese. Tra l' altro con 50mila deroghe......

:rolleyes:

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Provvedimenti inutili e fastidiosi. Soprattutto a Varese. Tra l' altro con 50mila deroghe......

:rolleyes:

Il sindaco Fontana era contrario al blocco (benchè parziale) ma sembra sia stato obbligato dalle leggi a decretarlo , non avesse fatto niente avrebbe rischiato di essere denunciato...

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Il sindaco Fontana era contrario al blocco (benchè parziale) ma sembra sia stato obbligato dalle leggi a decretarlo , non avesse fatto niente avrebbe rischiato di essere denunciato...

Se stasera arriva il vento da nord previsto, a Varese il cinema è bello che finito...

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se a varese in questo momento c'è lo stesso vento gelido che tira qui a gallarate... :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes: :lol: :lol:
Ancora un paio di ore cosi', e le polveri son spazzate. Come sempre, ci pensa madre Natura.
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Clima, i «giorni della merla» dureranno di più

30 gennaio 2010

La leggenda diventa realtà, e ne viene superata: quest'anno i «Giorni della merla», il periodo per tradizione più freddo dell'anno - quello che comincia oggi - non finirà dopodomani, ma durerà «almeno due settimane». A prevederlo è Giampiero Maracchi, direttore dell'istituto di Biometeorologia del Cnr, secondo cui per una quindicina di giorni saremo costretti a convivere «con temperature rigide, al di sotto delle medie stagionali: la prossima settimana ci saranno 4-5 giorni di bel tempo, poi dopo una nuova perturbazione nel weekend il tempo si rimetterà al bello, ma farà sempre piuttosto freddo».

Tutto sembra nascere da «una anomalia nella nuvolosità registrata tra ottobre e novembre in tutto l'emisfero nord, paradossalmente per effetto del riscaldamento globale: ne consegue un'altrettanto anomala circolazione di aria fredda che interessa tutto l'emisfero, non solo l'Europa ma anche il nord America e l'Asia. Naturalmente - spiega Maracchi - quella dei 'Giorni della merlà è una storia (raccontata in una novella del Sacchetti e ripresa anche da Dante nel Purgatorio, ndr), che non ha alcun riscontro scientifico o statistico, ma quest'anno casualità vuole che si avveri».

30 gennaio 2010

© RIPRODUZIONE RISERVATA

:angry::o ...... :D:P ....certo, siccome fa un freddo boia, deve essere colpa del global warming !!! :lol::lol:

Com' è che a Ottobre -Novembre nessno ha parlato del freddo che sarebbe consguito alla "anomalia nella nuvolosità " ??

Con la scusa della "merla" spariamo qualche altra scemenza, alè..... :rolleyes:

Ma quando la finiranno con 'ste buffonate ?

Edited by ROOSTERS99
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Fatto disdicevole di cui sono stato protagonista oggi, dopo la partita: Gallarate, x cinema nel tardo pomeriggio.

Nessun cartello esposto, nessun avviso. Penso: meno male, avranno scelto di non aderire al blocco, come Busto Arsizio.

Tenete conto che nei posti assoggettati al blocco delle targhe alterne, oltre al battage pubblicitario, vi erano cartelli e blocchi.

Gallarate: zero.

Però ho trovato dei vigili molto solerti, che, incuranti del fatto che non ci fossero assolutamente nè avvisi nè cartelli, oltre al fatto che fossi residente a Luino, mi hanno appioppato 78€ di multa x targa pari. Da notare che mentre scrivevano il verbale a me e ad un gallaratese ignaro del divieto (?!!!), passavano decine di macchine targate pari...alle mie rimostranze piuttosto accese la risposta è stata: ehhhh...abbiamo solo 4 mani e siamo in 2, eh!

Mia controrisposta: ma non Vi vergognate? Siete qui a far fare soldi al comune. Marchette, altro che prevenzione. Noto che servono soldi al Vs.comune, ehh? Bravi, bravi, giusto esempio di furto legalizzato. Siete un'ottima scuola x i disonesti...

Giuro, hanno abbassato lo sguardo senza proferire parola... :o:P :P

Info legale: posso far ricorso, o non si può aver ragione? ;)

Edited by Silver Surfer
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Fatto disdicevole di cui sono stato protagonista oggi, dopo la partita: Gallarate, x cinema nel tardo pomeriggio.

Nessun cartello esposto, nessun avviso. Penso: meno male, avranno scelto di non aderire al blocco, come Busto Arsizio.

Tenete conto che nei posti assoggettati al blocco delle targhe alterne, oltre al battage pubblicitario, vi erano cartelli e blocchi.

Gallarate: zero.

Però ho trovato dei vigili molto solerti, che, incuranti del fatto che non ci fossero assolutamente nè avvisi nè cartelli, oltre al fatto che fossi residente a Luino, mi hanno appioppato 78€ di multa x targa pari. Da notare che mentre scrivevano il verbale a me e ad un gallaratese ignaro del divieto (?!!!), passavano decine di macchine targate pari...alle mie rimostranze piuttosto accese la risposta è stata: ehhhh...abbiamo solo 4 mani e siamo in 2, eh!

Mia controrisposta: ma non Vi vergognate? Siete qui a far fare soldi al comune. Marchette, altro che prevenzione. Noto che servono soldi al Vs.comune, ehh? Bravi, bravi, giusto esempio di furto legalizzato. Siete un'ottima scuola x i disonesti...

Giuro, hanno abbassato lo sguardo senza proferire parola... ;):(;)

Info legale: posso far ricorso, o non si può aver ragione? :angry:

Fallo.

A Gallarate son ancor peggio di Varese.

:o:P:P

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Fallo.

A Gallarate son ancor peggio di Varese.

:o:P:P

Sì, lo farei x principio, però...parere dei Legali qui presenti?

Sai, penso che il Foro competente della diatriba diventerebbe quello gallaratese, e quindi, tra tutto, dovrei perdere giornate di lavoro...a meno che ci sia una reale possibilità di vincere, e quindi la soddisfazione compenserebbe ampiamente il tempo ed il lavoro perso inopinatamente...

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Ti è andata bene .

Ho letto che , sempre a Gallarate , han multato uno perchè andava in bicicletta con le mani in tasca per il freddo ....

Guida pericolosa...?

:(:o

Estiquuatsi...quando si dice Politica seria, precisa e determinata alla risoluzione dei veri problemi che ci affliggono......bravi, bravi... ;);)

A qs.punto penso che ieri avessero dato multe x comparire dal Gabibbo. Certa gente x apparire in televisione ammazzarebbe la mamma... :P:P

Comunque ripeto: zero cartelli, zero divieti, zero avvisi. Dove inizia il centro a Gallarate? Uno di Luino potrebbe non saperlo, come non sapere che Gallarate avrebbe aderito ai divieti, a differenza x esempio di Busto Arsizio?

Mi spiace, ma tutto qs.è ridicolo, x non dire peggio.

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Sì, lo farei x principio, però...parere dei Legali qui presenti?

Sai, penso che il Foro competente della diatriba diventerebbe quello gallaratese, e quindi, tra tutto, dovrei perdere giornate di lavoro...a meno che ci sia una reale possibilità di vincere, e quindi la soddisfazione compenserebbe ampiamente il tempo ed il lavoro perso inopinatamente...

Penso finiresti dal Giudice di pace. A Gallarate , oviamente.

Se ricordi, Agosto '08, mi hanno multato con l' autovelox (viale lombardia) a 57 Km/h, scrivendo che non mi hanno fermato "causa l'elevato velocità del veicolo".

Avrei voluto fare ricorso per i 6 euro circa (su 38 totali) della raccomandata a me addebitata e per vedere che cazzo dicevano al Giudice 'sti somari !!!

Comunque, finiamola con le buffonate delle targhe alterne !!

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Se stasera arriva il vento da nord previsto, a Varese il cinema è bello che finito...

Per la serie "facili profeti" .....

Aria di montagna sulla Varese delle targhe alterne

Domenica, complici i mutamenti della circolazione atmosferica, più che di quella automobilistica, il dato delle polveri sottili è crollato di colpo. In tutto 6 microgrammi a Masnago, 14 in centro, dopo settimane oltre i limiti

Aria di montagna, o giù di lì. Questo hanno respirato domenica 31 gennaio i varesini: quanto c'entrino le targhe alterne e quanto i movimenti dell'atmosfera, è materia da lasciare i meteorologi, ma a spanne giureremmo che sia la seconda la causa chiave dell'insolito fenomeno. Valori ridottissimi per le polveri sottili: 6 microgrammi per metro cubo di PM10 rilevati alla centralina Vidoletti (zona Masnago). La zona è ben aerata di suo rispetto al resto della città, ma anche la centralina di via Copelli emette "sentenze" per una volta rassicuranti: il valore rilevato di 14 microgrammi è una gradevolissima sorpresa se lo si compara con la lunga serie precedente, costantemente ben oltre oltre il limite fissato a 50 microgrammi. Questa centralina è inoltre fra le poche a misurare anche il PM2.5, le polveri ultrafini, non meno dannose a lungo termine per l'apparato respiratorio: ma anche qui la domenica parla di dati rassicuranti, a quota 12 microgrammi. Situazione identica a Gallarate, dove la centralina di piazza San Lorenzo ha fatto registrare 9 microgrammi pe rmetro cubo, e Saronno, dove i microgrammi per metro cubo sono stati solo 16.

Insomma, una situazione classica: giorni e giorni oltre i limiti prima che le autorità si decidano agli impopolari provvedimenti, poi beffa delle beffe cambia il tempo proprio mentre questi dovrebbero manifestare i loro effetti di riduzione delle emissioni inquinanti. Non aveva tutti i torti, per usare un eufemismo, il lettore che ieri ci scriveva riflettendo sugli effetti di un evento atmosferico peraltro previsto mentre persistevano provvedimenti di limitazione del traffico a questo punto non più utili. Quanto al sabato, dai dati si rileva che se i provvedimenti antismog avevano avuto un effetto, è stato molto limitato. Che dire: siamo nelle mani di Eolo.

1/02/2010

Varesenews

Silver... ti segnalo i valori di Gallarate........... :yahoo[1]::yahoo[1]:

Edited by ROOSTERS99
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..e sempre in tema :

lunedì 01 febbraio 2010,

La vera catastrofe sono i catastrofisti

di Giancarlo Perna

Il blocco antismog del traffico domenicale è diventato per i milanesi un'abitudine come il dolce alle meringhe di zia Antonia. La Stampa ha voluto però ricamarci sopra e ha chiesto allo scrittore Antonio Scurati un articolo sullo stop meneghino. Il premio Bancarella si è subito posto il quesito: «Come posso reinventare una simile banalità dandole contorni memorabili?». Così ha caricato le tinte e col sobrio titolo, L'apocalisse di Milano, ha evocato l'inizio della fine dell'umanità.

Chi ha letto ieri Scurati avrà cominciato a toccare legno dalle prime righe: «Vivo a Milano, come tutti - esordisce già eccedendo perché io, per dire, vivo altrove -. Appartengo all'umanità, una specie destinata all'estinzione, come tutte. Parrà che si esageri - aggiunge, azzeccandoci - ma la correlazione tra queste due circostanze si è resa particolarmente stringente in questa città... Mentre scrivo, infatti, siamo giunti al diciottesimo giorno consecutivo di violento sfondamento delle soglie d'allarme per l'inquinamento... In altri termini: respiriamo veleno». Gesùmmaria che paroloni: «Violento sfondamento», «allarme», «veleno».

Scurati, che doveva trovarsi in uno stato d'animo particolarmente tetro, descrive la Milano di queste ore simile a un lazzaretto: «Forte aumento dei ricoveri ospedalieri per bronchiti e polmoniti... picco di ictus, infarti, crisi respiratorie gravi». Poi, con crescendo rossiniano, osserva che la città reagisce con fiacchezza alla «catastrofe» e filosofeggia: «Del resto, da sempre l'umanità ha preso atto delle catastrofi soltanto quando erano già accadute». Osservazione metastorica gli dà il destro di evocare - sempre con riferimento alla domenica a piedi di Milano - «l'11 settembre», «lo scioglimento dei ghiacci ai Poli», «le foreste amazzoniche disboscate», «la terra avvelenata», «la fine dei tempi che si è già realizzata molte volte e ci parla attraverso i fossili... i molari di giganteschi crani primitivi». Verso l'epilogo della balsamica riflessione, Scurati assicura che «la storia della vita è storia di estinzioni e che sono bastati pochi secoli di caccia a mettere fine a milioni di anni di storia biologica». Quindi - dopo uno sguardo dalla finestra sul via vai di biciclette e di genitori con le carrozzine - conclude ottimista: «La fine è arrivata. Milano, per esempio, ha già finito di essere una città vivibile. Non aspettiamoci l'apocalisse dell'avvenire. L'apocalisse è un fatto quotidiano».

Quanto sopra è un bell'esempio di dove porti l'ecologismo sfrenato, il quieto benessere insofferente di qualsiasi scomodità, la confusione tra qualche punta di polveri sottili e cataclismi come quello, per esempio, che avrebbe estinto i dinosauri. Un eccidio, da quel che se ne sa, causato da un meteorite. Per appagare il cupio dissolvi di Scurati ho il piacere di dirgli che secondo l'astronoma Margherita Hack nel 2036 l'asteroide Apohis impatterà con la Terra. La palla celeste, 400 metri di diametro, causerà danni molto più devastanti di una bomba nucleare. Mi chiedo, dopo avere sparato tutte le sue cartucce catastrofiste per lo smog di Milano, quali ulteriori parole troverà il nostro Bancarella per commentare il prossimo evento.

Lo scrittore, che già come tale è un ipersensibile, va capito. È napoletano e lo smog di Milano gli guasta l'umore. Nella sua veste di docente, si cimenta in studi sul «linguaggio della guerra e della violenza». Il protagonista di un suo romanzo è uno studente che fa una carneficina a scuola. Un altro suo libro tratta di pedofilia. Scurati ha, dunque, una caratteriale visione infernale dell'esistenza. Per di più, come apprendiamo dall'articolo di ieri, è papà di un bimbo in tenera età che - causa il deturpato clima padano - «ha la tosse e il catarro per l'intera durata dell'inverno e il raffreddore da fieno per l'intera durata di quella che un tempo si definiva la bella stagione». Anch'essa sparita, sottintende, per mancanza di coscienza ecologista dell'uomo contemporaneo. Ma dove sono più, ahimè, le stagioni di una volta, signora mia?

Numeri alla mano, Milano è una normalissima metropoli del Duemila. Per lo smog, è a metà classifica tra le città italiane. Una cittadina rivierasca come Ancona - sono dati di questi giorni - sta peggio di lei. L'aria meneghina è più pulita di quanto fosse 30 anni fa: le auto e il riscaldamento sono raddoppiati ma inquinano meno. Tutte le città dell'Occidente, nonostante il forsennato urbanesimo degli ultimi secoli, sono più accoglienti di cinquecento anni fa. Gli italiani, che ancora nel primo dopoguerra vivevano mediamente 60-65 anni, hanno oggi una speranza di vita che supera gli ottanta e sono tra i più longevi del mondo. L'altezza media degli uomini che era di 1,65 negli anni '40, sfiora oggi 1,80. Per le donne, idem. Alla Loren che all'epoca sembrava un granatiere, la Carlucci oggi le mangia in testa.

L'aspirazione di Enrico IV, re di Francia, era di consentire a ciascuna famiglia di mangiare un pollo la domenica. Adesso, l'aspirazione è di scansare le calorie e mettersi a dieta. La popolazione mondiale, che negli anni Cinquanta non superava i due miliardi di persone, ora è tre volte tanto. Segno, che alla faccia di Malthus, la Terra ci sostenta tutti. E dove va male è colpa della politica - Sahel, Africa nera, ecc. - non della tecnica, dell'inquinamento, dello smog o delle «attività antropiche» di cui blaterano verdi ed ecologisti per accaparrarsi voti e prebende.

Nel 1870, o giù di lì, l'abate Stoppani, il geografo itinerante autore del Bel paese, giunto sul ghiacciaio dello Stelvio osservò: «Sta regredendo» e aggiunse: «Il fenomeno, come si sa, è in corso da decenni». Prendeva saggiamente atto che la Terra aveva iniziato l'attuale, naturalissima fase di riscaldamento. Non ha pensato un istante di stracciarsi le vesti o lanciarsi nelle apocalittiche intemerate scuratiane. Tornato a Milano, mentre gli omnibus trainati dai cavalli lo inzaccheravano di neve fuligginosa, l'abate ringraziò il Signore di essere nato nel suo secolo e godere gli effetti del progresso umano.

_________________________

:yahoo[1]:

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Sì, lo farei x principio, però...parere dei Legali qui presenti?

Sai, penso che il Foro competente della diatriba diventerebbe quello gallaratese, e quindi, tra tutto, dovrei perdere giornate di lavoro...a meno che ci sia una reale possibilità di vincere, e quindi la soddisfazione compenserebbe ampiamente il tempo ed il lavoro perso inopinatamente...

Un po' che, francamente, non vedo motivazioni per fare ricorso...

Dal 1 gennaio, tra l'altro, l'opposizione costa 30 euro di contributo unificato più 8 di marca da bollo.

Confermo che è su Gallarate (però il ricorso lo puoi spedire, quindi potresti cavartela con 1-2 trasferte).

IMHO, paga e ringrazia il Signore che, se davvero gli hai detto quello che hai scritto, adesso tu non abbia anche una denuncia per ingiurie, minacce e tutto quello che poteva venire in mente a gente la cui parola fa prova "fino a querela di falso".

Edited by Dragonheart
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