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Proiettato direttamente nei '70.

Grande Maestro del R&B, Isaac Heyes...

Shaft

Who's the black private dick

that's a sex machine to all the chicks?

(Shaft!)

You're damn right

Who is the man

that would risk his neck for his brother man?

(Shaft!)

Can ya dig it?

Who's the cat that won't cop out

when there's danger all about

(Shaft!)

Right on

You see this cat Shaft is a bad mother--

(Shut your mouth)

But I'm talkin' about Shaft

(Then we can dig it)

He's a complicated man

but no one understands him but his woman

(John Shaft)

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  • 5 months later...
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  • 1 month later...

Addio a Clarence Clemons

Mitico sax di Springsteen

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Per quaranta anni è stato la spalla insostituibile del Boss, vera e propria icona della E Street Band. Le lacrime di Bruce: "Era il mio grande amico, il suo ricordo vivrà sempre con noi"

dal nostro inviato

ANGELO AQUARO

Addio a Clarence Clemons Mitico sax di Springsteen Clarence Clemons (a sinistra) con Bruce Springsteen

NEW YORK - Adesso che il futuro del rock è irrimediabilmente sprofondato nel trapassato, Bruce Springsteen piange come un vitello quel "Big Man" che da più di quarant'anni lo seguiva come un'ombra e mai invadente. Clarence Clemons è uscito dal gruppo e questa volta per sempre. Il sax del Boss se n'è andato. Ucciso da un ictus che l'ha colpito sabato scorso in Florida e con cui ha lottato per giorni: come faceva con le "note blue" che lui nero della Virginia - e quindi geneticamente jazz - aveva domato nel gergo del rock che parlava il suo capo.

Clemons era molto di più che il sassofonista della E Street Band: era il più riconoscibile e il più distante degli uomini alla corte di Bruce. Mai opposti furono l'uno più attratto dall'altro. Il Capo bianco e piccolino svernato in quel Jersey Shore in cui - prima ancora che arrivassero le caricature dei reality - sangue irlandese e italiano si miscelavano per produrre la meglio gioventù: dagli Springsteen di Bruce ai Bongiovanni di Bon Jovi. Il Sax grande e grosso sbarcato invece dalla Virginia in quell'East Cost che negli anni Sessanta e Settanta stava raccogliendo dall'East di Beach Boys & Co la fiaccola del rock'n'roll.

"Ho visto il futuro del rock e il suo nome è Bruce Springsteen" scrisse il critico Jon Landau che in quel 1971 pensò bene di buttare alle ortiche il suo mestiere da pennivendolo per trasformarsi in manager di quello che sarebbe appunto diventato l'ultimo grande divo

rock. "Ho visto il futuro della mia band e il suo nome è Clarence Clemons" deve avere pensato invece Bruce la sera di quello stesso 1971 in cui un uomo grande e nero salì a sorpresa sul palco dove lui - un cantarock felice e sconosciuto - si stava esibendo.

Era una notte buia e tempestosa: dicono proprio così le agiografie per raccontare quel fortunato e storico incontro in un locale di Asbury Park, la cittadina natale da cui di lì a poco il futuro Boss avrebbe spedito quelle cartoline ("Greetings from Asbury Park", 1973) che avrebbero cambiato la storia della musica americana. Così diversi e così complementari. Bruce country e rocker con la venerazione del vecchio "King" Elvis. Clarence blues e rock con la venerazione però di un altro king, King Curtis, il virtuoso del sax che convertì a quella musica da ballo il sassofono tenore che fino allora significava il jazz di John Coltrane.

Dice adesso Bruce che Clemons era più di un compagno di squadra: "Era il mio grande amico, il mio partner. Con Clarence al mio fianco, la mia band e io siamo stati capaci di raccontare una storia più profonda di quella contenuta nella nostra musica. La sua vita, la sua memoria e il suo amore vivranno per sempre in quella storia e nella nostra band". Gli amici che l'hanno avvicinato raccontano di un Boss devastato. E come potrebbe essere altrimenti? Adesso sì che è tutta un'altra musica: l'unico nero in quella band di bianchi era una torre per tutti e non c'era concerto che non si concludesse con l'abbraccione tra l'Uomo Bianco e l'Uomo Nero, la storia del rock che così platealmente abbracciava quella del soul e del jazz, l'espressione più viva di quello che insegnano le enciclopedie della musica.

Il critico del New York Times Ben Sisario racconta di quell'intervista in cui per spiegare "chi" e non "che cosa" Clarence rappresentava nella band Springsteen rispolverava la storia della foto di copertina di "Born to Run", l'abum della svolta e di quella canzone icona, 1975: dove c'era lui, il Boss, che si appoggiava alla spalla di Clemons. Adesso che il suo sax se n'è andato per sempre rimangono naturalmente i suoi dischi: quelli con la band e i pochi ma fortunati da solista. Fino all'ultima ospitata di Lady Gaga che - piccola fan - l'ha voluta nel suo ultimo "Born This Way". Senza parlare dei duetti con Jackson Brown e dell'adorazione di Martin Scorsese che chiamò l'icona Clarence a esibirsi nel suo "New York New York" già più di trent'anni fa.

E sì: più di trent'anni. Adesso che anche questo pezzettino di futuro del rock è trapassato quasi non credi ai tuoi occhi sbirciando sull'anno di nascita: 1944. Sembra incredibile ma il braccio destro del Boss è morto a 69 anni. Regalandoci la sua ultima lezione: perché mai come oggi la musica dei giovani s'è scoperta così vecchia.

(19 giugno 2011)

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:angry:

Era il 1985, avevo 11 anni, born in the usa cambió la mia vita totalmente.

Da allora il boss e la Band hanno accompagnato un milione di momento nella mia vita.

Thunder Road l'avró ascoltata centinaia di volta e ancora oggi, più che mai, mi emoziona..

Ho il magone, addio Big Man!!

E come se fosse mancato uno di famiglia..

Dopo tutti questi anni, in effetti, è un po' così ...

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Curioso come alcune coincidenze ti facciano rivivere e ripercorrere situazioni che sembravano dimenticate:

ero ancora uno studente del conservatorio quando, un paio di mesi prima di un saggio di fine anno, mi ruppi la mano destra e quindi mi misi a studiare il pezzo che Silver ha postato a cui poi sono rimasto sempre molto affezionato......

L'aver visto soltanto il titolo di questo brano mi ha fatto rivivere un mare di emozioni ed in particolare la speranza e la forza che solo la gioventù sà dare. Poi la vita, si sa, fa come vuole (citazione).

Vorrei postare due brani:

questo è il pezzo che dovevo suonare in quel famoso saggio e che poi è diventato un mio appuntamento fisso come bis di qualsiasi concerto......

questo qui di seguito è invece il pezzo, di un altro grande artista, che piu di altri sa spiegare cosa ho provato leggendo il post di silver:

scusate per la smielata melanconia di questo post .....

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:angry:

Era il 1985, avevo 11 anni, born in the usa cambió la mia vita totalmente.

Da allora il boss e la Band hanno accompagnato un milione di momento nella mia vita.

Thunder Road l'avró ascoltata centinaia di volta e ancora oggi, più che mai, mi emoziona..

Ho il magone, addio Big Man!!

E come se fosse mancato uno di famiglia..

Dopo tutti questi anni, in effetti, è un po' così ...

Ho ancora l'LP originale, essendo mio fratello maggiore un seguace del Boss dalla prima ora.

Born to Run: adrenalina pura, carica straordinaria.

Ecco la foto "incriminata"... :(

http://www.youtube.com/watch?v=RMB3M43AEpc

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Curioso come alcune coincidenze ti facciano rivivere e ripercorrere situazioni che sembravano dimenticate:

ero ancora uno studente del conservatorio quando, un paio di mesi prima di un saggio di fine anno, mi ruppi la mano destra e quindi mi misi a studiare il pezzo che Silver ha postato a cui poi sono rimasto sempre molto affezionato......

L'aver visto soltanto il titolo di questo brano mi ha fatto rivivere un mare di emozioni ed in particolare la speranza e la forza che solo la gioventù sà dare. Poi la vita, si sa, fa come vuole (citazione).

Vorrei postare due brani:

questo è il pezzo che dovevo suonare in quel famoso saggio e che poi è diventato un mio appuntamento fisso come bis di qualsiasi concerto......

questo qui di seguito è invece il pezzo, di un altro grande artista, che piu di altri sa spiegare cosa ho provato leggendo il post di silver:

scusate per la smielata melanconia di questo post .....

Nostalgia e melanconia.

Dai su, sei un giovanotto, Homer.

Se ben ricordo poco oltre i 30...giusto?

Suvvia! :angry:

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RIP Clarence .... :spiteful[1]::rolleyes:

The River, forse il miglior album della storia del rock, Drive all night una perla irragiungibile .....

Grazie Clarence per tutte le emozioni provate e per i migliori ricordi della mia gioventù ...

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  • 1 month later...

Sapete che non mi convince pero voglio sostenere a modo mio il buon e giovane Justin Hurtt con questo ragtime scritto da un compositore che è cresciuto musicalmente a pochi km da dove è nato giustino.

Nella speranza che anche il nostro americano ci possa far "danzare" di gioia:

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  • 4 weeks later...
  • 1 month later...

Come promesso a Roo, nella speranza che la cosa possa essere utile e di interesse a qualcuno, vi segnalo un paio di appuntamenti musicali:

Stasera, 5 novembre a cassano magnagno:

http://www.cassano-magnago.it/Home/tabid/3...date=05/11/2011

il 12 novembre a Milano, circolo Volta, in via Giusti, 16 (so che non è proprio vicino, ma vi assicuro che ne vale la pena!)

http://www.chicagostompers.it/index.php

Io li ho sentiti piu di una volta e, se vi piace il genere, li consiglio caldamente.

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Come promesso a Roo, nella speranza che la cosa possa essere utile e di interesse a qualcuno, vi segnalo un paio di appuntamenti musicali:

Stasera, 5 novembre a cassano magnagno:

http://www.cassano-magnago.it/Home/tabid/3...date=05/11/2011

il 12 novembre a Milano, circolo Volta, in via Giusti, 16 (so che non è proprio vicino, ma vi assicuro che ne vale la pena!)

http://www.chicagostompers.it/index.php

Io li ho sentiti piu di una volta e, se vi piace il genere, li consiglio caldamente.

^_^:thumbsup:

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  • 2 months later...

Spettacoli

X Factor, sorpasso compiuto Meglio anche di Sanremo

La finale del talent show di Sky fa il pieno: un milione al televoto, più del festival. Ascolti e canzoni già in vetta alle classifiche

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Un milione. E non è quello archeologico (in lire) del signor Bonaventura ma l'audience raggiunta da Sky Uno che giovedì sera ha toccato questa quota storica. «Ho un sogno, che la finale venga vista da un milione di persone!», aveva auspicato Simona Ventura, alla vigilia. E il milione e 50mila di telespettatori che hanno visto la finalissima e assistito al trionfo di Francesca Michielin - pare un refuso di una marca di pneumatici ma è, invero, il cognome di uno scricciolo timido con una voce notevole - rappresenta il premio che promuove a pieni voti l'edizione numero 5 del talent show più bello in tv.

Lo share medio, nelle tre ore di diretta che hanno visto trionfare la 16enne di Bassano del Grappa davanti ai Moderni e ad Antonella Lo Coco, è stato del 3,95% con picchi clamorosi, per il canale generalista di Sky, addirittura dell'8%. «Siamo strafelici per questi dati, sicuramente insperati», ha raccontato Andrea Scrosati, vice-presidente Programmi Sky. «Ma non dimentichiamo la straordinaria partecipazione attiva dei telespettatori, anch'essi grandi protagonisti della finale nella guerra all'ultimo televoto». I voti arrivati per la sola finale sono stati 772 mila, un numero enorme, pari a quello che fa il Festival di Sanremo in cinque serate. «Il pubblico soprattutto giovane, ci ha seguito con tutti i mezzi. I voti sono arrivati, oltre che via sms, sul nostro sito, sui tablet, sui telefonini e nei social network. Un asso nella manica è stato, poi, Alessandro Cattelan, il presentatore: bravissimo a gestire le situazioni più critiche». Il segreto? «La miglior giuria e i migliori concorrenti». Cinquantamila persone aspiravano a partecipare. Ne sono state selezionate diecimila, 200 dal vivo, per arrivare ai 24 concorrenti.

La guida incalzante del 31enne Cattelan ha fatto dimenticare anche quella di Francesco Facchinetti, padrone di casa nelle precedenti edizioni di X Factor made in Rai. Così come l'allestimento tecnologico dello studio e delle scenografie hanno ricordato l'eccellenza dell'X Factor della britannica BBC rispetto alla logistica paesana della Rai.

Una conferma dell'alto livello toccato la si ha sfogliando la classifica degli EP digitali in vendita su iTunes. Fa notare Scrosati: «I ragazzi stanno andando subito fortissimo: la vincitrice Francesca è già prima con il bellissimo inedito Distratto, scritta da Elisa. I Moderni secondi, Antonella terza, Nicole quarta, e Jessica sesta…».

Anche in questa classifica, quindi, Francesca rivive la vittoria di giovedì sera. La baby-star veneta, la cui madrina è stata la Ventura, si è liberata nel barrage a tre di Antonella, la pizzaiola che taluni davano per favorita ma che si è dovuta arrendere al televoto dopo la scadente esibizione in duetto con Fiorella Mannoia. Nel testa a testa finale la Franceschina si è poi imposta nettamente sui Moderni, inedito a parte, grazie alle cover: eccelsa quella di House of the rising sun cantata sdraiata sul palco come fanno le vere star.

Dopo la lunga notte del trionfo Francesca pareva, ieri, una barchetta in preda a una felice tormenta di complimenti: in tre mesi la studentessa di liceo è diventata una piccola star aggiudicandosi anche un contratto discografico di 300.000 euro con la Sony: «Vero, ma la vittoria a X Factor e quello che mi è accaduto in queste ore è soltanto una meravigliosa parentesi. Simona Ventura? All'inizio il nostro rapporto è stato burrascoso, conoscendola meglio ho però imparato a volerle un sacco di bene. I miei artisti preferiti? Jovanotti, Led Zeppelin, Tracy Chapman. La musica è la mia passione ma ora torno a studiare latino! Poi l'università, lettere oppure storia dell'arte».

Anche lei, come Sky, guarda al futuro.

di Leonardo Iannacci

07/01/2012

Spettacolare edizione di X-factor della quale ho apprezzato moltissimo il presentatore, i talenti (tutti ottimi), regia, scenografie e qualità generale dello show.

In tanta novità e rinnovamento stonava solo la insopportabile lavandaia della Ventura....IMHO.

Edited by ROOSTERS99
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E tutto questo per dire che....

...che non si riesce proprio a levarsi dai cojones fino in fondo le vecchie camole, in questo paese !!

E che i Moderni e Antonella mi son parsi davvero ottimi !!! :lol:

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Sempre su X factor, interessante analisi di Aldo Grasso :

A fil di rete

I nuovi parametri di un successo tv

L'anno 2011 sarà probabilmente ricordato come un momento di passaggio

Come si misura un successo in tv? L'anno 2011 sarà probabilmente ricordato come un momento di passaggio, un crinale oltre il quale le «metriche » del consumo andranno ripensate. Se nell'età del monopolio pubblico contava il «gradimento » (più degli stessi dirigenti Rai che degli spettatori), e nell'epoca della neotelevisione commerciale si erigeva il totem dell'Auditel come arbitro unico, oggi le cose sono un po' più complesse. Ogni giovedì l'evento multipiattaforma di Michele Santoro sembra mettere in difficoltà le rilevazioni.

Ma la conclusione del fenomeno «X Factor 5» ha mostrato ulteriormente quanto i fattori da tenere in considerazione stiano mutando. Su Twitter qualche ingenuo notava: com'è che si fa tanto rumore, oggi, per un talent show che su Rai2 raccoglieva più del doppio degli ascolti (2.604.000 spettatori nelle prime 4 edizioni)? La risposta più ovvia è che raccogliere 1.050.000 spettatori «live» per la finale in un bacino d'utenza che è il «giardino protetto» degli abbonati Sky costituisce un'altra partita, appunto, un'altra «metrica» (una pay vive di sottoscrizioni prima che di pubblicità!).

Al dato vanno sommati gli ascolti «differiti», il «catch- up» su Cielo, i tablet. Non quisquilie: per le 11 puntate, il dato raddoppiava (615.000 spettatori su SkyUno live, ma 1.350.000 complessivi, fra +1, «differito», Cielo…). La domanda dell'ingenuo, però, non è del tutto peregrina. Perché è vero che l'Auditel, da sola, non basta più. Coinvolgere un pubblico «partecipante» (che esprime oltre 500.000 televoti), «acquirente » (gli inediti in vetta alla classifica iTunes), coinvolgere gli «opinion makers» (frotte di giornalisti esaltati più dal commento su Twitter che dallo scrivere pezzi): ecco come si valuta, oggi, un successo in tv.

Aldo Grasso

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.

9 gennaio 2012

Edited by ROOSTERS99
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