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Varese-Pesaro


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5 ore fa, simon89 dice:

La cura Caja e l'OJM rinata

 

 

 

Si riconosce nella definizione di "aziendalista" legata al fatto di aver utilizzato il roster già presente senza interventi sul mercato? «Ogni giocatore ha la sua chiave: sarebbe troppo facile dire "questo non va, dunque cambiamo". Allora sei uno scout e non un coach...».

 

Giuseppe Sciascia

Me la sono appena tatuata sulla chiappa sinistra....

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2 ore fa, tatanka dice:

Ma sai, il Rob poi mica ha tutti i torti.

Perchè avremo pure vinto con spettacolo domenica scorsa (ma anche con bruciore di culo per 35 minuti giocando in casa con la penultima) ma alla fine, se tutto girerà ancora per il verso giusto, questa staginoe sarà comunque da bollare come "stagione di merda".

Per cui mi godo la vittoria, spero ardentemente (ma non arditamente) di chiudere alla svelta la pratica salvezza che non è ancora assolutamente chiusa ma sto clima di gran festa non lo capisco mica troppo. 

Ma noi che eravamo ? bruciore doveva essere e bruciore è stato. Almeno con 2 punti annessi :wacko:

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48 minuti fa, Ale Div. dice:

 Poi, chiaro, noi siamo Varese e dovremmo dominare l'Europa...

Io più partite posso vedere della mia squadra più sono contento. Quindi, ben venga l'Europa. Non capisco il voler castrare sul nascere una possibile vetrina...

al netto che dopo l'esperienza positiva dell'anno scorso aver cannato questa annata europea è stato molto grave.

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5 minuti fa, Indimenticabili dice:

Perdonami, ma chi ha scritto queste parole (o roba simile)?

Chiedo eh, potrei essermelo perso

Basta un giorno così a cancellare 120 giorni stronzi...

Quattro immagini di Varese-Pesaro, quattro fotografie ricamate dal ricordo che riconciliano con questa squadra e con il basket. La prima: i 4500 di Masnago, record stagionale di presenze. Contare pochi seggiolini vuoti alla palla a due serve, sempre, ad avere speranza. Chi c’era, domenica, ha tifato come si deve e ha avuto ragione ad esserci, perché è stato ripagato dallo spettacolo: corsa, canestri esteticamente apprezzabili, emozioni di una rimonta, abnegazione simbiotica da parte dei giocatori. Ribadiamo il concetto, rammentando da dove si è partiti e dove si era arrivati: qui basta davvero poco per riaccendere l’entusiasmo. La seconda: il contropiede di Kangur a 4’ dalla fine del terzo quarto. La Openjobmetis è sotto di 9 (52-61) e ha bisogno di girare la partita dietro, dopo aver giocato a fare un punto in più di un avversario in vena di trovare miracoli con le mani. Lo squillo lo suona uno dei simboli di quest’annata storta e per mesi indigesta, l’irrecuperabile per antonomasia, il campione diventato disgrazia, l’ex atleta cui togliere l’idoneità sportiva. Lo suona Kangur: palla rubata ad Hazell, corsa legnosa ma efficace a staccare l’avversario, canestro. Bentornato, vecchio saggio. E che Dio serbi lo stesso in gloria chi ti faceva giocare trenta minuti a partita due volte alla settimana. La terza: la difesa di Johnson su Ceron. Pochi istanti dopo la sgroppata dell’estone, ecco materializzarsi il primo dei discepoli, peraltro non nuovo a certe azzannate (trattandosi di americano, preziose come diamanti). Il virgulto di Pesaro ha la sfortuna di ricevere palla contro il nostro, che si incolla a lui col Bostik, di petto, in maniera terminale, tracotante, che impedisce al “cinno” persino di passare la palla e lo fa morire con l’arancia in mano. Masnago viene giù, mentre a Dom basta una smorfia per ribadire al ragazzino «ma dove vuoi andare?». La quarta: l’uscita dal campo di coach Attilio Caja, mentre la piccola muraglia della tribuna silver è in piedi ad applaudirlo (guardatevi il video su Facebook). La comunione eucaristica tra l’Artiglio, una squadra graffiante e rapace e un popolo ferocemente assetato di riscatto si è appena consumata. Amen.

Fabio Gandini

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2 ore fa, simon89 dice:

Basta un giorno così a cancellare 120 giorni stronzi...

Quattro immagini di Varese-Pesaro, quattro fotografie ricamate dal ricordo che riconciliano con questa squadra e con il basket. La prima: i 4500 di Masnago, record stagionale di presenze. Contare pochi seggiolini vuoti alla palla a due serve, sempre, ad avere speranza. Chi c’era, domenica, ha tifato come si deve e ha avuto ragione ad esserci, perché è stato ripagato dallo spettacolo: corsa, canestri esteticamente apprezzabili, emozioni di una rimonta, abnegazione simbiotica da parte dei giocatori. Ribadiamo il concetto, rammentando da dove si è partiti e dove si era arrivati: qui basta davvero poco per riaccendere l’entusiasmo. La seconda: il contropiede di Kangur a 4’ dalla fine del terzo quarto. La Openjobmetis è sotto di 9 (52-61) e ha bisogno di girare la partita dietro, dopo aver giocato a fare un punto in più di un avversario in vena di trovare miracoli con le mani. Lo squillo lo suona uno dei simboli di quest’annata storta e per mesi indigesta, l’irrecuperabile per antonomasia, il campione diventato disgrazia, l’ex atleta cui togliere l’idoneità sportiva. Lo suona Kangur: palla rubata ad Hazell, corsa legnosa ma efficace a staccare l’avversario, canestro. Bentornato, vecchio saggio. E che Dio serbi lo stesso in gloria chi ti faceva giocare trenta minuti a partita due volte alla settimana. La terza: la difesa di Johnson su Ceron. Pochi istanti dopo la sgroppata dell’estone, ecco materializzarsi il primo dei discepoli, peraltro non nuovo a certe azzannate (trattandosi di americano, preziose come diamanti). Il virgulto di Pesaro ha la sfortuna di ricevere palla contro il nostro, che si incolla a lui col Bostik, di petto, in maniera terminale, tracotante, che impedisce al “cinno” persino di passare la palla e lo fa morire con l’arancia in mano. Masnago viene giù, mentre a Dom basta una smorfia per ribadire al ragazzino «ma dove vuoi andare?». La quarta: l’uscita dal campo di coach Attilio Caja, mentre la piccola muraglia della tribuna silver è in piedi ad applaudirlo (guardatevi il video su Facebook). La comunione eucaristica tra l’Artiglio, una squadra graffiante e rapace e un popolo ferocemente assetato di riscatto si è appena consumata. Amen.

Fabio Gandini

? ? :clap[1]::clap[1]: Grazie Simon !

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3 hours ago, joe said:

Io più partite posso vedere della mia squadra più sono contento. Quindi, ben venga l'Europa. Non capisco il voler castrare sul nascere una possibile vetrina...

al netto che dopo l'esperienza positiva dell'anno scorso aver cannato questa annata europea è stato molto grave.

giocare una coppa tanto per giocarla mi pare peggio che non farla.

con il nostro monte stipendi e, soprattutto, con la nostra scarsa propensione ad assimilare squadre decenti a dispetto del budget, io ma ne starei buono entro i confini.

 

 

 

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34 minutes ago, joe said:

Quindi al posto di cercare di migliorare meglio rimanere nell'orticello? 

Anche il Leicester in effetti poteva ragionare così...

Leicester, per altro, finito tra le prime 8 d'Europa...

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56 minutes ago, joe said:

Quindi al posto di cercare di migliorare meglio rimanere nell'orticello? 

Anche il Leicester in effetti poteva ragionare così...

iniziamo a fare la squadra, POI pensiamo alla coppa. ma l'esperienza di quest'anno non vi é bastata?

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8 ore fa, alberto dice:

iniziamo a fare la squadra, POI pensiamo alla coppa. ma l'esperienza di quest'anno non vi é bastata?

Senza voler gettare addosso la croce sempre a Moretti, ma Caja ha sempre dichiarato che per lui le partite di coppa erano molto più utili degli allenamenti infrasettimanali. Chissà 

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24 minutes ago, Bluto said:

Senza voler gettare addosso la croce sempre a Moretti, ma Caja ha sempre dichiarato che per lui le partite di coppa erano molto più utili degli allenamenti infrasettimanali. Chissà 

Il problema non è la partita che è comunque più divertente di un allenamento, sono i trasferimenti che fregano.

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9 minutes ago, Ponchiaz said:

Parte del problema era anche che il coach faceva resistenza passiva giocando con quintetti improbabili 

piú che altro non li ha messi in forma, almeno i non infortunati, nel precampionato.

fin dalla prima parita ufficiale era evidente come tutte le altre squadre corressero piú di noi...

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1 hour ago, alberto said:

Ma non dico che è inutile e/o dannosa per forza.

Dico che abbiamo altri problemi da risolvere prima di affrontarla. 

IMHO.

Il primo problema è che non sappiamo far fruttare il budget a disposizione, ci sono squadre che costano meno della nostra che ogni anno finiscono ampiamente davanti a noi o vivono una stagione meno travagliata ( e questo vale sia in coppa che in campionato ..)

E se risolvi questo problema fai figure migliori anche in una qualsiasi coppa europea.

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2 minutes ago, fillmore said:

Il primo problema è che non sappiamo far fruttare il budget a disposizione, ci sono squadre che costano meno della nostra che ogni anno finiscono ampiamente davanti a noi o vivono una stagione meno travagliata ( e questo vale sia in coppa che in campionato ..)

E se risolvi questo problema fai figure migliori anche in una qualsiasi coppa europea.

appunto.

consolidiamo prima la capacitá di assemblare la squadra, poi pensiamo ad altro.

qui la sensazione é che facciamo la spesa nei negozi sbagliati. sempre.

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Intanto oggi..

Il consorzio apre a un socio? Oggi gli "stati generali" della multiproprietà

"Varese nel Cuore" si raduna al PalA2A per decidere la direzione futura del club di piazza Monte Grappa. Anticipati di 24 ore gli "Stati Generali" del consorzio indetti su iniziativa dell'attuale CdA - e in particolare del presidente Alberto Castelli - per fare il punto della situazione dopo 7 anni di multiproprietà, e capire quali sono le strade praticabili per allargare la partecipazione - e di conseguenza le risorse disponibili - ai vertici della società. Il tema centrale sarà l'ipotesi dell'apertura al "socio forte" valutata in modo autonomo già da qualche mese da tanti esponenti della proprietà.

L'assemblea informale di oggi sarà l'occasione per confrontare pareri e idee di tutti i proprietari e di mettere a punto una linea definitiva da portare avanti per costruire una Pallacanestro Varese più forte. «Dopo 7 anni abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di fare una sorta di "check-up" del consorzio - così Castelli spiega le ragioni dell'appuntamento di stasera -L'idea iniziale è stata fortemente innovativa, ma ora vogliamo confrontarci e scambiarci opinioni per valutare se esistono possibilità di modificare il format della proprietà, senza buttare via tutto quello che è stato fatto dal 2010 a oggi. Dall'appuntamento di stasera usciremo con una linea condivisa che metteremo in atto con le modalità e le tempistiche adeguate ad agire per il bene della Pallacanestro Varese».

Atteso dunque un confronto costruttivo ad ampio raggio che non dovrà arrivare ad una sorta di referendum su chi è favorevole o contrario a riallacciare i rapporti con Gianfranco Ponti, in 7 anni di proprietà consortile l'unico a essersi fatto avanti con una proposta di affrancamento a "Varese nel Cuore". La novità del trust "Il Basket Siamo Noi" - entrato nell'asse societario prima con l'1 e poi con il 5 per cento delle quote - è stato un primo segnale di apertura; ora il consorzio dovrà decidere se proseguire sulla strada attuale della ricerca costante di nuovi soci per aumentare il peso all'interno del budget complessivo della Pall.Varese (nel 2015-16 circa 680mila euro dalla proprietà rispetto ai 2 milioni e 230 mila di sponsorizzazioni e circa 700mila di ricavi dal botteghino). Ma il problema principale è scaturito dalla necessità dei proprietari di farsi carico delle passività del bilancio di Pallacanestro Varese delle ultime due stagioni. Dopo l'esborso di 400mila euro nel 2014-15. lo scorso gennaio è stato chiesto ai soci uno sforzo da 150mila per coprire parte del deficit del bilancio 2015-16, nel quale sono emersi tutti i debiti del post-Indimenticabili - tra crediti inesigibili ed extrabudget per i correttivi di mercato - sin dalla stagione 2013-14. In soldoni: nelle ultime 4 stagioni la Pallacanestro Varese - per necessità contingenti legate alla classifica -ha speso più e incassato meno del previsto, e l'assemblea di stasera dovrà indicare la soluzione più efficace per disegnare un futuro sostenibile e invertire il trend dei bilanci in rosso. Di certo la serenità garantita dal filotto di vittorie consecutive conquistate dalla tmppa di Attilio Caja sarà la base per impostare qualsiasi ragionamelo senza la spada di Damocle della retrocessione in A2 a condizionare gli umori dei proprietari.

Giuseppe Sciascia

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10 minutes ago, alberto said:

appunto.

consolidiamo prima la capacitá di assemblare la squadra, poi pensiamo ad altro.

qui la sensazione é che facciamo la spesa nei negozi sbagliati. sempre.

Io invece ritengo che le due cose siano indipendenti. Certo, nel perdurare delle squadre fatte a casaccio meglio concentrarsi sugli obiettivi minimi ma non è certo la partecipazione alla coppa che influisce sulla capacità di costruire la squadra in estate e gestirla nel corso dell'anno.

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 Due rotte diverse un indirizzo comune di GIUSEPPE SCIASCIA

Due rotte diverse ma con un indirizzo comune: attraverso la ricerca di un socio forte o la continuità con il format attuale, "Varese nel Cuore " disegnerà un futuro all'insegna dell'equilibrio dei conti dopo troppe stagioni in cui gli errori dell'area tecnica sono costati cari a livello finanziario. Fisiologico che agli Stati Generali di stasera Gianfranco Ponti assumerà il ruolo del convitato di pietra: i reciproci segnali distensivi lanciati dai vertici del consorzio e dall'imprenditore varesino fanno pensare che ci sia la possibilità di riaprire un dialogo dopo la fumata nera di due anni fa.

Il vantaggio dell'ingresso di un socio forte sarebbe quello di garantire alla società di piazza Monte Grappa la copertura di tutti quegli investimenti extra prima squadra che sono strategici per aumentare i ricavi del club e l'appeal nei confronti degli sponsor: dalle migliorie al PalA2A - tabellone a cubo, ristorante e museo - al potenziamento del settore giovanile con tanto di foresteria e ulteriori investimenti nel merchandising. Le risorse extra di Ponti (500mila euro per almeno due stagioni nel piano dell'aprile 2015) non sarebbero in grado di per sé di portare Varese ai livelli delle varie Sassari, Venezia, Avellino e Reggio Emilia, club con budget superiori ai 5 milioni di euro che competono per il vertice in Italia ed a buoni livelli in Europa. Ma sarebbero un'eccellente base di partenza per costruire un circolo virtuoso non basato soltanto sui risultati della serie A, permettendo di aumentare quegli investimenti che possano fare la differenza nel tempo al di là delle fortune o sfortune dell'area tecnica.

L'alternativa è lo status quo, con la necessità di adeguare rigidamente i programmi alle risorse disponibili per evitare di sforare nuovamente il bilancio. "Varese nel Cuore " ha vissuto una fase di forte espansione dai 18 soci fondatori del luglio 2010 agli oltre 80 trainati dal fattore Indimenticabili nel 2013; la progressiva riduzione delle adesioni in cambio-merce ha portato i proprietari a oscillare tra i 44 dell'estate 2014 alla cinquantina attuale. Provare a spendere meno ma spendere meglio, evitando di inseguire chimere populistiche ma costruendo un programma che abbini sostenibilità e futuribilità, è una scelta che non necessariamente porterebbe risultati del campo peggiori di quelli dell'ultimo quadriennio. Ma col raddoppio delle retrocessioni in vista nel giro delle prossime tre stagioni, adeguare il format societario alle nuove esigenze emerse dopo il triennio 2010/2013 - quando i contratti di sponsorizzazione pluriennali avevano ben altro importo rispetto a quelli attuali e la quota della famiglia Castiglioni era un ombrello importante per l'equilibrio dei conti - potrebbe davvero essere la chiave per riportare Varese nei piani alti del basket italiano.

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15 ore fa, joe dice:

Io più partite posso vedere della mia squadra più sono contento. Quindi, ben venga l'Europa. Non capisco il voler castrare sul nascere una possibile vetrina...

al netto che dopo l'esperienza positiva dell'anno scorso aver cannato questa annata europea è stato molto grave.

Joe, intendevo dire che spesso si ironizza sul fatto che qualcuno sia rimasto ai tempi della grande Ignis per poi storcere il naso se Anosike tira di merda o Maynor non difende... questo ci possiamo permettere e rimango dell'idea che avevo in estate: non sono gli Indimenticabili, non sono i Roosters, non sono la Banda Rusconi, ma questi giocatori adeguatamente allenati, avrebbero ottenuto risultati migliori, come dimostrano le ultime partite. Il record (?) di Moretti era del 27% w/l, quello di Caja è al 50, le palle perse sono notevolmente diminuite (e questo dà l'idea di come sia migliorata la qualità del gioco) e non arriviamo più al secondo tempo con la lingua fuori ma, anzi, nelle ultime tre abbiamo vinto con la difesa proprio nel secondo tempo. Per quel che mi riguarda, la stagione di merda ha un nome e cognome preciso, nonché the greatest basketball swindle, ora cerco di godermi qualche piccola ed inutile soddisfazione dal campo...

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