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VareseFansBasketNews

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Certezze tecniche per il presente ma anche garanzie contrattuali per il futuro. In casa Cimberio, al di là del primato in classifica che fa sognare l'ambiente, c'è uno zoccolo duro di accordi in essere per il futuro che danno sicurezza al club di piazza Monte Grappa. Dei dieci giocatori della squadra, ben sette hanno legami che vanno oltre la stagione in corso: si tratta principalmente dei gioielli italiani Andrea De Nicolao e Achille Polonara, che in estate avevano sottoscritto un triennale con la prima uscita nel 2014 (l'accordo con l'ala marchigiana prevederebbe una “Nba escape” per l'estate e già 6 scout l'hanno visto all'opera ma nell'ipotesi di eventuale partenza ci sarebbe un buyout prefissato), così come Erik Rush.[/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Biennali gli accordi con Ebi Ere, Janar Talts e Dusan Sakota, con clausole d'uscita nel corso dell'estate, mentre Cerella ha un accordo di tre anni con possibile “escape” già a fine giugno. Insomma un “portafoglio contratti” - aggiungendo pure il biennale con il coach Vitucci - in grado di garantire una continuità ad alto livello del progetto tecnico a prescindere dalla permanenza del trio Green-Banks-Dunston in scadenza "secca" al 30 giugno. I tre americani stanno disputando la miglior stagione in carriera,ma è non è scontato che lasciare Varese per un contratto più lucroso possa consentire loro di mantenere lo stesso standard di rendimento attuale al di fuori del sistema Vitucci che ne esalta le caratteristiche.[/size]
    [size=3]Insomma, il futuro dei big è tutto da scrivere, legato prima di tutto alle prospettive future a livello economico della società di piazza Monte Grappa, che proverà a concretizzare sul fronte dei rinnovi di sponsor e consorziati e della ricerca di nuovi partner l'entusiasmo contagioso generato dall'esaltante stagione in corso.[/size]
    [size=3]Ma se anche la legge del mercato dovesse rendere necessario un restyling forzoso, com'era accaduto nell'anno post-scudetto dei Roosters (quando i vari Mrsic, Galanda e De Pol lasciarono Varese per monetizzare altrove l'esaltante stagione disputata a Masnago), non ci sarebbe motivo di preoccuparsi. Soprattutto perché per un club dal budget nella media per i canoni della serie A (poco più di 4,5 milioni di euro, dei quali il 30% alla voce stipendi per i giocatori), la possibilità di confermarsi al vertice è legata a filo doppio alla qualità dello scouting: andare cioè a scovare altri giocatori da lanciare o rilanciare, come accaduto con i vari Kangur, Stipcevic e Diawara, e ora con Green, Banks, Dunston ed Ere. E come lo scorso anno il d.s. Simone Giofrè è già all'opera tra i campionati europei, la Ncaa e il recente “Show-case” della D-League.[/size]
    [size=3]Il modello da imitare per Varese è quello della Cantù dello scorso decennio che conquistò regolarmente risultati eccellenti nel rapporto costo-rendimento pur vedendo partire anno dopo anno verso i top team i suoi pezzi migliori. Ma se anche i giocatori vanno, è il perfetto equilibrio tra dirigenza, area tecnica e staff il punto di forza per una società che vuole consolidarsi al vertice. E la Cimberio sembra aver trovato la formula ideale in tal senso.[/size]
    [size=3]Giuseppe Sciascia[/size][/size][/font][/color]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Sono curioso di vedere come Varese si comporterà contro Siena nella prima partita-verità della sua finora magnifica stagione[/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Sapori di Siena. Lontani nel tempo. Quasi “antichi”, se ci passate il termine. Li mette in tavola Gianfranco Lombardi, indimenticabile allenatore nonché uno dei rarissimi ex che è possibile trovare sulla rotta Varese-Siena. "Dado", che da una dozzina d'anni si è ritirato dalle scene - la sua ultima apparizione in panchina è datata 2001, proprio al timone dei Roosters Varese -, è stato tecnico del team toscano in anni decisamente altalenanti.[/size]
    [size=3]«Proprio così. Si portava la squadra in serie A, come feci io nella stagione 1990/1991, e poi, con scarsi mezzi a disposizione, si retrocedeva di nuovo in serie A2 restandovi magari per un altro paio d'anni. Erano i tempi di una Mens Sana sempre innamoratissima della pallacanestro, ma più ruspante e con orizzonti tecnico-societari assai più limitati di quelli attuali».[/size]
    [size=3]Quindi, davvero niente a che fare con la MPS dominante del nuovo secolo.[/size]
    [size=3]«No, nulla a che vedere anche perchè - spiega Lombardi - la Monte Paschi, che era già partner della società, svolgeva, chiamiamola così, una funzione sociale: elargiva un piccolo contributo per la pallacanestro, ma sosteneva anche tante altre discipline sportive e club cittadini. L'impegno massiccio, in termini di sponsorizzazione, arrivò solo qualche anno più avanti e bisogna dare atto ai dirigenti senesi di aver saputo sfruttare nel miglior modo possibile l'arrivo di ingenti capitali. Altre società, a parità di mezzi, non sono state in grado di fare altrettanto. Gran parte del merito va certamente attribuito a Ferdinando Minucci che, lo ricordo bene, entrò nello staff societario occupandosi di pubblicità e cartellonistica, ma, dimostrando subito grande competenza e “fiuto”, venne rapidamente dirottato su ruoli tecnici, per lui più confacenti e adeguati».[/size]
    [size=3]Siena e Varese sono, ancor oggi, realtà diversissime.[/size]
    [size=3]«Vero e aggiungo che la Pallacanestro Varese con la sua idea del consorzio si propone come modello di riferimento per il domani perché, parliamoci chiaro, con la crisi economica che morde sempre più, ragionare in termini di sponsor unico, magari anche ricco, pare un'utopia. Ho l'impressione che fortune come quelle capitate a Milano, o alla stessa Siena, saranno sempre più rare in futuro».[/size]
    [size=3]Il suo parere sul primato della Cimberio?[/size]
    [size=3]«Meritatissimo, perché giocare bene è il primo passo per produrre stagioni vincenti e Varese, insieme con Sassari, è la squadra che gioca meglio. I risultati e, non da poco, il gradimento del pubblico parlano in favore di Vitucci e Sacchetti. Allenatori che adottano presupposti tecnici diversi, ma hanno un forte punto in comune: riescono a convincere i giocatori circa l'importanza di lavorare per la squadra, per il bene comune. In quest'ottica, parlando di Varese, credo che Mike Green svolga il compito di perfetto equilibratore e il play biancorosso è la rotellina insostituibile per l'ingranaggio varesino».[/size]
    [size=3]La grande domanda posta dal basket italiano è: reggeranno?[/size]
    [size=3]«E la risposta è una sola: sì, entrambe terranno il passo anche se la concorrenza è altissima e il ritorno in pista di Milano, che dopo tanti cambiamenti pare aver trovato il giusto assetto, è da considerare assolutamente nella logica. In ogni caso, già dalle prossime Final Eight di Coppa Italia, appuntamento che quest'anno si annuncia pesante anche per i suoi significati prospettici, usciranno verdetti importanti».[/size]
    [size=3]Prima della Coppa, ci sarà MPS-Cimberio.[/size]
    [size=3]«Altro test di grande valore, con Siena che rispetto all'andata è cresciuta tantissimo e Varese che andrà serena e caricata a molla alla sfida con i campioni d'Italia. Pronostico? Davvero impossibile azzardarne uno, ma sono davvero curioso di vedere come si comporterà Varese alle prese con la prima partita-verità della sua, finora magnifica, stagione».[/size]
    [size=3]Massimo Turconi[/size][/size][/font][/color]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]«La cessione di Markoishvili al Galatasaray? Un segnale evidente del momento di difficoltà che sta attraversando il basket italiano».[/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Risposta “in stereofonia” per Michele Lo Nero e Stefano Coppa sull'argomento più caldo del momento. [/size]
    [size=3]E se domani dovesse arrivare un'offerta di proporzioni analoghe (500mila euro di buy-out per la società e contratto biennale di oltre un milione per l'alteta) per uno tra Mike Green, Adrian Banks e Bryant Dunston, ossia i tre giocatori del roster biancorosso in scadenza di contratto al 30 giugno come nel caso della stella georgiana di Cantù?[/size]
    [size=3]«Non avrei dubbi, lo porterei a Istanbul anche a piedi», è la risposta immediata del presidente Cecco Vescovi, mentre il tesoriere Stefano Coppa articola il concetto in maniera più ampia: «Da membro del CdA di fronte a quelle cifre non avrei esitato a dire sì, pur con tutto il dispiacere sul piano umano e sportivo: in un momento economico come questo rinunciare a una cifra del genere sarebbe folle. Purtroppo la realtà è che il prodotto basket non genera reddito e a fronte di un'offerta così irreale non si poteva fare altro che accettare».[/size]
    [size=3]Ora il rischio che possa accadere un "caso Markoishvili" anche a Varese pare decisamente improbabile, ma l'occasione è ghiotta per una riflessione più ad ampio raggio sull'attuale valore del sistema basket italiano: «Tolta Milano, che fa storia a sé, il basket italiano di oggi è quello che scopre i giocatori e li lancia verso realtà di Eurolega ben più ricche dei nostri club o verso la nuova frontiera della ricchezza rappresentata da Turchia e Russia. Un contratto di un milione di euro annuo per Markoishvili supera per intero i nostri introiti tra abbonamenti e biglietteria. Noi per reggere nel contesto di questo sistema dobbiamo compiere scelte ragionate...».[/size]
    [size=3]E in particolare il sistema su cui si regge il progetto “Varese nel Cuore”, basato sul concetto di spendere esattamente ciò che si raccoglie da sponsor e consorziati (con il vincolo di non chiedere ai soci di ripianare il deficit a fine anno come accade invece laddove c'è una proprietà unica come a Cantù), richiede massima attenzione ai passi da compiere prima di sottoscrivere impegni non coperti dal budget.[/size]
    [size=3]Anche per questo motivo il club biancorosso non è oggi in condizione di muoversi sui tre americani in scadenza di contratto: «Sappiamo che esiste il rischio di perdere a fine anno Banks, Dunston e Green, i tre americani, ma al momento non siamo in condizione di trattare rinnovi di contratto per due motivi. Innanzi tutto vogliamo capire quanto raccoglierà il consorzio per la prossima stagione, verificando chi dei soci in scadenza proseguirà il rapporto con noi e quali riscontri avranno le nostre proposte di capitalizzazione effettuate nell'assemblea di dicembre. E poi perché dobbiamo fare il giro degli sponsor di maglia per capire chi ha interesse a rinnovare e con quali prospettive economiche; entro la fine di questo mese avremo un'idea del budget per il prossimo anno e potremo fare dei ragionamenti concreti. Comunque in portafoglio abbiamo già una solida base di contratti con Ere e tutti i giovani della panchina; avevamo proposto accordi “1+1” anche ai tre americani ma per ragioni differenti non l'hanno voluto».[/size]
    [size=3]La riflessione finale è comunque legata alla necessità del "sistema basket" di aumentare la sua appetibilità per nuovi investitori: «Negli anni Ottanta e Novanta il basket era uno sport d'élite e richiamava campioni come Kukoc, Bodiroga e Ginobili; oggi invece è sport di nicchia in Italia e serbatoio di sviluppo per le nazioni più ricche. Confido che la presenza in consiglio federale di Anna Cremascoli, un proprietario che conosce bene la difficile situazione attuale del nostro movimento, possa sensibilizzare il nuovo presidente della Fip, Gianni Petrucci, a compiere quei passi necessari per rilanciare il nostro movimento».[/size]
    [size=3]Giuseppe Sciascia[/size][/size][/font][/color]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]MILANO - Si è alzato il sipario sull'edizione 2013 delle Final Eight di Coppa Italia: la presentazione dell'evento - che rivedrà Varese ai nastri di partenza cinque anni dopo l'ultima apparizione - si è svolta ieri mattina a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano che tornerà a ospitare l'evento 17 anni dopo l'ultima edizione al Forum di Assago (nel 1996 si giocava però ancora con la formula delle Final Four). A fare gli onori di casa l'assezzore alla Sicurezza, Marco Granelli che confida nell'attrazione territoriale del trittico Varese-Milano-Cantù: «La presenza di tre squadre lombarde aggiunge fascino alla manifestazione per il grande spettacolo che sapranno offrire ai tifosi».[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]E il pubblico sarà una componente importante dello spettacolo con il presidente di Lega Basket, Valentino Renzi, che ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto per evitare limitazioni per gli spettatori: «Ci attendiamo un grande spettacolo che sarà aperto a tutti. Il fatto che tutti i supporter delle 8 finaliste potranno essere presenti, com'era giusto che fosse, va ascritto al grande senso di responsabilità e alla fattiva collaborazione del presidente federale Petrucci e dei responsabili dell'Osservatorio per la Pubblica Sicurezza e della Questura di Milano».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]A rappresentare la Cimberio ieri c'era Michele Lo Nero: il presidente del consorzio ha sottolineato l'entusiasmo dell'ambiente biancorosso per il ritorno di Varese in quella che rappresenta una grande vetrina promozionale per l'eccellente lavoro svolto finora dalla squadra di Vitucci. «Dopo cinque anni di assenza, innanzitutto sarà bello esser parte di questo grande evento che convoglierà nello stesso impianto il meglio del basket italiano. Per noi del consorzio si tratta della prima esperienza in questa manifestazione: ci aspetta subito un impegno difficile contro la squadra di casa, ma cercheremo di confermare le ottime cose mostrate finora in campionato con l'auspicio di andare il più lontano possibile».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Il massimo dirigente di “Varese nel Cuore” sottolinea il valore della qualificazione alla Coppa Italia come ribalta per sponsor e consorziati, e auspica una massiccia presenza di tifosi biancorossi sulle tribune di Assago: «Le Final Eight sono un evento di assoluto richiamo per tutti gli appassionati, dunque la nostra presenza al Forum costituirà un bel richiamo promozionale per tutti coloro che hanno dato fiducia al nostro progetto: in particolare per il main sponsor Cimberio ma anche per gli altri abbinamenti di maglia. Confidiamo che ci sarà una grande presenza di pubblico per sostenere la squadra di Vitucci: abbiamo cercato anche di venir incontro ai tifosi di Varese e zone limitrofe con l'iniziativa dei pullman. A tale proposito siamo ancora in cerca di uno sponsor desideroso di mettere il suo nome sulle sopramaglie delle Final Eight e sulle t-shirt a tiratura limitata che fanno parte del pacchetto».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]G.S.[/font][/size][/size][/font][/color]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Ci voleva un'autorità per decretare una così difficile e delicata sentenza. Roba da cassazione, cestistica nel caso di Mike Green il quale, come quel signore d'un famoso spot (più forte del logorio moderno(, non ha fatto una piega nel prendersi tiro e responsabilità che valgono la continuità del potere biancorosso.[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]S'era detto alla vigilia di un match molto arduo, se non di un vero enigma, vista la nuova faccia di Avellino, malandata in classifica ma pregevolmente rinnovata nei ranghi, nell'occasione pure vicina al successo, tanto da scottarsi. Partisse oggi il campionato, la Sidigas non sarebbe un'accozzaglia di elementi messi insieme tanto per partecipare ma un manipolo abbastanza insidioso come ha dimostrato alla distanza, grazie alla regia di Lakovic (come un cerchio che tiene insieme la botte), contro una Cimberio “grandi rischi”. La quale, però, giusto in tempo, ha trovato il suo risolutore in Green che sta sul parquet più di tutti, forte di una leadership tagliata su misura d'una bella squadra.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Sono proprio queste le vittorie che scacciano preoccupazioni in agguato e fortificano ogni convinzione, soprattutto dopo sofferenze al limite di una momentanea e pericolosa involuzione rispetto all'abituale e fluida manovra, pur contro - è giusto ricordarlo - libellule nere e querce d'uomini, tant'è che Dunston, per la prima volta, s'è sporcato i fianchi per svettare tra Johnson e Ivanov.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Una volta, in una gara del genere, Varese sarebbe sprofondata in un malinconico abisso, come spesso o quasi le accadeva ad Avellino, al di là di un indimenticabile ma rocambolesco successo allo scadere grazie a un canestro di Gorenc da oltre metà campo. Quelle erano altre storie, da non confondere con questa, nuova e fantastica di una Cimberio che nel suo percorso fa venire in mente la prima vittoriosa DiVarese in regular season, capace di tradurre una sorprendente favola iniziale in una storia vera di uomini e fatti resistenti a ogni pressione.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Siamo solo poco al di là del giro di boa, quindi ben dentro l'attesa di nuove verifiche, non senza quell'aspirazione che - non proferibile - resta nel profondo dei cuori dell'entusiastica platea biancorossa a differenza di quella sarda che ha già intonato il fatidico inno del tricolor.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ci sembra questa la strada giusta per i tifosi e, soprattutto, per Vitucci e i suoi uomini che, a luci spente, vedono benissimo davanti e intorno a loro.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Si diceva di Green, sempre leader, anche all'eccesso, come un testardo “tronista” a dispetto dei cinguettii (che non sono proprio consensi) che talvolta s'odono sugli spalti di Masnago, sicuro com'è della sua forza in rapporto alla propria condizione nonché alla competitività degli antagonisti, quindi provocante e sfacciato in un'insistita sfida sotto casa dell'avversario.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Quanti registi del suo spessore troviamo in campionato? È un interrogativo retorico che, a onor del vero, trova immediatamente d'accordo chi mormora. Semmai dovrebbero fischiare le orecchie ai dirigenti di Cantù e, stavolta come non mai, all'illuminato Arrigoni per averlo liquidato due stagioni fa e ritrovarsi (Tabu a parte, partito come cambio) con Smith prima e Anderson poi, i quali in due non fanno Mike. La cui realtà, come altre qui, simboleggia una più grande e unica, d'una squadra ben scelta e valorizzata sul campo, da vivere con passione sino alla fine.[/font][/size][/size][/font][/color]

  • Lucaweb
    Varese vince, ma non convince come in altre occasioni e tuttavia porta a casa due sudatissimi punti grazie ad un tiro da 3 punti di Green a 10 secondi dal termine.
    E' stato un incontro difficile, nel quale in alcuni frangenti i ragazzi di Vitucci hanno dato l'impressione di poter scavare il break importante, tuttavia sempre annullato dai padroni di casa. Di fatto è stata una partita per larghi tratti punto a punto nella quale Varese ha sofferto notevolmente il nuovo arrivato Lakovic,mentre è apparso sotto tono Dunston.

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Cartolina dalla Romagna. Ma di quelle di una volta. Quelle che chiamavamo cartoline postali sulle quali, pagando qualche lira in più sul francobollo, potevi scrivere fitto fitto. La manda Massimo Galli, indimenticato protagonista, non esattamente fortunato (ricordate, stagione '99-2000, l'esiziale infortunio capitato a Daniel Santiago?) del basket varesino. Oggi "Cedro" esporta il suo sapere cestistico a Forlì, fa da assistente a Sandro Dell'Agnello in LegAdue e allena la formazione Under 19 del team forlivese. Ma appena gli è possibile fa una capatina al PalaWhirpool per ammirare da vicino una Cimberio.[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Entusiasmante! Non mi vengono in mente altri termini per definire il gruppo allenato da Frank Vitucci che mi è sembrato unito e compatto nello sviluppare una pallacanestro che ha obiettivi tecnici molto chiari: andare sempre a grande velocità e produrre punti in contropiede e transizione. Uno stile che piace ai giocatori, attira e diverte il pubblico e sta generando eccellenti risultati. Non a caso anche l'altra squadra che ha sposato questa filosofia, Sassari, è ai vertici della classifica. Detto ciò, mi fa grande piacere vedere tra i protagonisti De Nicolao e Polonara, che ho avuto il piacere di conoscere e allenare nella Nazionale Under 18 agli Europei di Metz. Due giocatori sulla rampa di lancio, ma anche ragazzi molto seri per cui nutro sincera amicizia».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]In tanti si affannano nella ricerca di analogie tra la Cimberio 2013 e i Roosters '99: esercizio possibile, secondo lei?[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Sotto il profilo tecnico credo che il trait d'union più evidente tra le due squadre sia proprio nella velocità d'esecuzione. La Varese che conquistò la Stella (Dodo Colombo e Cedro erano i due assistenti di coach Recalcati - ndr) amava andare ad alti ritmi, muovere rapidamente la palla e creare continue situazioni in campo aperto. Mi piace però sottolineare anche un altro punto in comune: il rapporto di grande partecipazione emotiva che questa Cimberio, come del resto i Roosters, ha saputo creare col pubblico. A Masnago si respira una bellissima atmosfera ed il coinvolgimento tra tifosi e squadra è totale, assoluto. Oggi come allora l'entusiasmo è trascinante e, a mia memoria, quando a Varese scatta questa magia, succedono sempre grandi cose».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ipercritici, pessimisti e soprattutto avversari giurano che non durerà...[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Mah, fossi in loro non ne sarei così sicuro perché Varese, oltre a giocare molto bene, esprime sicurezza e grande solidità mentale: qualità che, di solito, appartengono agli squadroni. Quindi, non è utopia pensare che Ere e compagni possano continuare a lungo. Certo, sulla carta Siena, Cantù e Milano sembrano più forti e attrezzate, ma la “carta” per fortuna non va in campo. Sul parquet ci vanno uomini, cuori e idee forti. Varese ha tutte queste cose».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Da allenatore, trovi a tutti i costi il pelo nell'uovo.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«In passato mi è capitato di pensare che Dunston fosse troppo solo, ma la crescita costante di Talts ha colmato anche questo potenziale gap. Il motto ideale potrebbe essere: nessun eroe, tutti eroi. Perché i veri punti di forza di Varese sono il collettivo e la capacità di trovare nell'arco della stessa gara più elementi in grado di decidere. Quel che è successo in questo periodo punteggiato da assenze e acciacchi credo che rappresenti un esempio significativo».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Da qui ai playoff: come la vede?[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Può succedere di tutto, ma ho fiducia in un buon percorso, soprattutto se squadra e pubblico sapranno mantenere intatta la gioia di questi mesi. Vivere tutto con il sorriso ha aiutato la Cimberio: basta continuare così».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giochino finale: potendolo, chi di quei Roosters “presterebbe” a questa Cimberio?[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Beh - conclude Cedro - penso che il Gek Galanda edizione '99 potrebbe essere il completamento ideale della squadra di Vitucci».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Massimo Turconi[/font][/size][/size][/font][/color]

  • pxg14
    [size=3][color=#000000][font=Verdana]C'è anche la forza emergente della panchina a spingere la capolista Cimberio nella sua corsa solitaria al vertice che dura ormai da 11 partite consecutive e quasi 3 mesi. E l'emergenza infortuni delle ultime settimane superata grazie al rendimento da protagonisti di coloro che abitualmente entrano in campo a partita iniziata è un messaggio confortante anche in ottica futura per Frank Vitucci, visto il credito e la fiducia guadagnata sul campo dagli uomini del secondo quintetto. Ovvio che l'architrave della squadra resti poggiata sul poker di scuola americana Green-Banks-Ere-Dunston; ma anche grazie alle ultime due prove di spessore di De Nicolao e Rush, il rendimento della panchina di Varese è salito su livelli non troppo dissimili da quelli delle “big” di Eurolega che possono contare su rotazioni sulla carta qualitative.[/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana]A oggi il quartetto composto da De Nicolao, Polonara (foto Blitz in alto), Rush e Talts - ossia quelli che abitualmente escono dalla panchina - produce il 27,4% dei punti e si ritaglia oltre il 33 per cento dei minuti; dati comunque di alto livello per quanto riguarda le squadre dell'area-playoff, inferiori ma non di tanto da chi come Siena, Venezia, Cantù e Milano ha roster più profondi rispetto a quelli della Cimberio.[/font][/color][/size]

    [size=3][color=#000000][font=Verdana]D'altra parte il team biancorosso può contare su una sorta di “titolare mascherato” come Achille Polonara: se si eccettuano le ultime due gare in emergenza, coach Vitucci ha sempre utilizzato l'ala di Ancona come cambio, facendo partire in quintetto Dusan Sakota che però viaggia a 17,7 minuti di impiego rispetto agli oltre 24 di quello che ad ora si profila come il miglior sesto uomo del campionato (10,6 punti e 5,7 rimbalzi). Ma le risposte più positive nelle sfide contro Pesaro, Venezia e Brindisi sono arrivate da De Nicolao e Rush: in quella che comunque sta risultando la sua miglior stagione in serie A (5,7 punti e 1,7 assist col 45% da 3 in 18 minuti di media), il play padovano ha totalizzato 14,5 punti di media nelle due gare giocate in quintetto in assenza di Adrian Banks. In assenza di capitan Ere invece l'esterno svedese ha potuto aumentare significativamente il bagaglio di esperienza di un giocatore ancora bisognoso di “farsi le ossa” in Italia (attualmente 4,5 punti col 42% da 3 in 14 minuti ma 28 di media nelle tre partite in cui la Cimberio ha dovuto fare a meno dell'ala nigeriana).[/font][/color][/size]

    [size=3][color=#000000][font=Verdana]E poi c'è sempre Janar Talts, che dopo un avvio incerto legato alle fatiche delle qualificazioni europee con l'Estonia ha ritrovato una buona condizione fisica ma soprattutto ha raggiunto la sua dimensione nell'economia della squadra con compiti differenti e più sacrificati dietro a un titolare fisso come Dunston rispetto a quelli nella rotazione del “pivot a tre teste” dello scorso anno (ora 3,1 punti e 2,9 rimbalzi in 11 minuti).
    Elementi affidabili e dal rendimento sicuro che hanno un compito importante nell'economia del collettivo biancorosso, non dimenticando che nel giro delle prossime settimane Varese aggiungerà alle rotazioni anche Bruno Cerella il cui calvario sembra finalmente vicino alla conclusione. E dunque le risposte positive della panchina rendono meno temibile lo spauracchio dei ritmi massacranti dei prossimi playoff, uno dei possibili rischi per la Cimberio nel contesto della fase decisiva per l'assegnazione dello scudetto.
    Da quest'anno si giocherà sin dai quarti di finale con la formula al meglio delle sette partite, scendendo in campo ogni 48 ore: poter contare su una panchina lunga diventa dunque fondamentale per distribuire sforzi e responsabilità senza “cuocere a fuoco lento” i titolari nella corsa verso la fase decisiva della stagione. Senza dimenticare che i contratti pluriennali di Polonara, De Nicolao, Rush, Talts e Cerella - insieme a quello di Ere - costituiscono lo “zoccolo duro”della possibile Cimberio che verrà.
    E non c'è dubbio che tra chi oggi esce dalla panchina ci possa essere qualcuno che può e vuole ambire in futuro ad un posto da titolare…
    Giuseppe Sciascia[/font][/color][/size]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Uno scivolone ci sta, due sono troppi e irreali. Eppure qualcuno, fuori del circondario che racchiude gli amori biancorossi, ci aveva fatto un pensierino per interessi propri, accarezzabili attraverso note e pesanti assenze. Se non che Vitucci, buggerando tutti, ha sguinzagliato sul parquet Banks almeno quanto basta per impressionare Brindisi e farlo respirare all'aria di una gara vera. La presenza del "bomber" americano in campo per qualche minuto, con Ere a referto, è parsa come un messaggio ai naviganti sull'avviato recupero del "cacciatorpediniere" biancorosso che ad Avellino potrà disporre dell'uno (ora, a suo dire, all'ottanta per cento di condizione) e dell'altro formidabile puntatore.[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Già, i tempi bui sembrano alle spalle, senza altri danni, a parte Venezia, non riuscendo la simpatica e spumeggiante Brindisi a prendere le misure a una Cimberio che, qualora ve ne fosse stato bisogno, ha mostrato tutte le sue risorse, d'un sottosuolo ricco di "materie prime" di buon costrutto. Come dire di una panchina che ha risposto bene e puntualmente con Rush, Talts e Sakota (finito fuori dal quintetto base) a dimostrazione di un valore collaudato in difesa come in attacco, almeno stando alla sensazione che danno gli avversari impediti da veri divieti di transito mentre Green e soci s'involano a canestro per strade scorrevoli. Non mancano errori né svolazzi, ovviamente, ma conta la disinvoltura di manovra che distingue questa Cimberio dalle sue avversarie (anche le più quotate) le quali sembrano soffrire sotto il peso di macigni nel guadagnarsi la giornata. E manca ancora all'appello il valente Cerella. [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Certo è che se, a inizio di stagione, s'era anche ipotizzata una sorprendente scorribanda di Varese nelle alte gerarchie, oggi - a metà campionato - la sua leadership non solo ha trovato conferme ma si è arricchita di nuovi e sicuri "pezzi" di bravura. Uno su tutti è garantito da De Nicolao (foto Blitz) che, da giovane con bella stoffa, quindi subito interessante nonché ogni volta puntuale nella sua valorosa presenza, è diventato nell'emergenza - per la serie "non tutti i mali vengono per nuocere" - una colonna della squadra. Il play biancorosso, sin dal debutto a Brindisi (determinante per un supplementare acciuffato a partita... persa), ha sempre messo la propria impronta d'occorrenza, capace così di alleggerire in momenti difficili la responsabilità dei "leaders" attraverso un ideale servizio al collettivo. [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Basterebbe ricordare l'espulsione di Spinelli, irretito dalla sua aggressività a tre minuti dalla fine con Avellino insidiosamente a ruota, e un suo canestro pesante contro Siena in rimonta, come tante altre piccole grandi perle sino ai giorni nostri, allorquando, trovatosi con maggior titolarità addosso, ha intimorito Venezia e tramortito Brindisi come saprebbe fare un atletico cestista Usa in attimi che tolgono il respiro. Vuoi mettere, per rendimento costante, altri play italiani con un De Nicolao così "meravigliaio"? Sarebbe come paragonare un pilota con un autista della domenica.[/font][/size][/size][/font][/color]

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