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VareseFansBasketNews

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Varese crudele, cinica e cattiva. Varese che, come fanno le grandi squadre, prima ti regala illusioni, poi quando meno te lo aspetti (42-41 per Biella al 22’) ti spara in faccia un diretto che ti lascia a terra tramortito. Varese che dai petali di rosa e dai morbidi tappeti stesi per il cammino di Biella nel secondo quarto, passa ai carboni ardenti, ai pezzi di vetro, al filo spinato del terzo periodo. La vittoria della Cimberio sul parquet piemontese, limpidissima come l’acqua dello sponsor biellese, arriva dopo un primo tempo fatto di laboriosi alti e bassi che costringono il team biancorosso a spendere litri di sudore. Peraltro già messi in preventivo. Ma questa Cimberio, che sa cambiare pelle, mentalità e atteggiamento tattico in corso d’opera, dopo l’intervallo lungo rientra in campo con tutte le carte della scala reale già in mano e trascinata da un asso di cuori come Brian “Dunkston” - no, non è un errore di battitura e, del resto, 9/9 al campo, con 7 schiacciate spiegano tutto -, incoronano il lungo varesino come il vero “King of the rim” (Re dei tabelloni) del campionato al punto che la sua prestazione farebbe urlare un classico “He’s so sweeeeet!”. Dunque, innamorata pazza del suo centrone e con le finezze garantite dalla coppia Green-Ere, Varese incamera la settima vittoria consecutiva grazie ad un terzo quarto da cineteca col quale chiude anzitempo anche la pratica “idrica”. Dieci minuti fatti di tutto il bello ed il buono che il basket sa regalare: difesa dura individuale e di squadra, attacco corale, brillante e variegato nelle sue tante soluzioni. Cercare il pelo nell’uovo – vedi la giornata no in attacco di Polonara, vedi qualche svarione di troppo in difesa nel primo tempo -, sembra esercizio ingeneroso nei confronti di una Varese magari non perfetta, ma sempre fresca, sincera, mai cestisticamente retorica o banale. Insomma: un esercizio da lasciare ai sofisti e agli incontentabili di professione. Biella è al via con Robinson, Johnson (alla prima apparizione in maglia Angelico), Chrysikopoulos, Brackins e Mavunga mentre Varese parte con i consueti Green, Banks, Ere, Sakota, Dunston e corre subito avanti (2-7) grazie ad un Dunston assolutamente dominante fin dalle prime battute. [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Il recupero biellese (8-12 al 5’) è agevolato dagli errori di Ere e Green che sbagliano tiri aperti, ma le folate di Banks e le terrificante presenza di Dunston ristabiliscono le distanze: 11-21 al 9’. Jeremaz, che rileva Johnson, garantisce più ordine alla manovra Angelico, ma la Cimberio in difesa va ad ondate concedendo comodi viaggi fino al ferro ai piccoli rossoblu per il 21-24 al 13’. Varese allunga l’elastico con Rush (tripla del 21-30), ma Biella risponde colpo su colpo con un basket arrembante e ricco di energia sui due lati del campo con Varese che, là dietro, non si danna l’anima lasciando ben 25 punti nel periodo e spazi invitanti per i colpi di “Chrysi” e i giochi sulle tacche di Brackins che Sakota non riesce a tenere. [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]In attacco, poi, le scelte di Green, che abusa del palleggio, non sono esattamente deliziose (2/7 alla pausa lunga) anche sul piano del ritmo per una Varese che produce solo 11 tiri. CosìBiella, con un semplice palla lunga e pedalare, rientra in partita e dopo l’intervallo mette per la prima volta la testa avanti con Brackins: 40-39. Ma la Cimberio della ripresa è quella del quintetto “piccolo” e atletico - Green, Banks, Ere, Polonara e Dunston – che aggrappata al suo fantastico Dunston, un “Big Mama” che tiene incollati alla perfezione difesa e attacco, inizia a macinare gioco. Quello giusto. In difesa, dopo il 42-41 di Robinson al 22’, Dunston chiude l’area col[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]catenaccio e urla un perentorio “Di qui, non si passa!”. In attacco Brian, evidente arrabbiato con i ferri biellesi, pianta una schiacciata dietro l’altra e con le giocate, adesso sì precise e determinate di Green e di Ere, Varese vola verso un “angelico”, straripante, parziale di 16 a 0 che lascia di ghiaccio tutto il LauretanaForum per il 42-59 al 30’. Biella adesso, come già ci aveva detto in settimana coach Cancellieri è una comprensibile sequela di volti sfiduciati. Ragazzi sbatacchiati da una parte all’altra che non ci provano nemmeno più contro una Cimberio che, invece, agile e leggerissima con le triple di De Nicolao e Rush allarga lo strappo fino al ventello: 44-65 al 32’. Con le premesse mentali già descritte la gara è ampiamente finita con Varese che, dopo aver applaudito a scena aperta l’uscita di Dunston, si diverte nemmeno fosse in amichevole e chiude in totale controllo sul 60-77.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Massimo Turconi[/font][/size][/size][/font][/color]

  • Lucaweb
    Inizio partita deciso, utile a prendere le prime lunghezze di vantaggio. Divario un pò ad elastico, ma pur sempre in controllo da parte degli uomini di Vitucci. Ottimo l'impatto ad inizio partita del duo Banks-Dunston, col secondo che continuerà a martellare gli avversari per tutto il resto della partita.

    Difficoltà nel secondo quarto con una Varese pasticciona che favorisce il rientro dei padroni di casa. In questo frangente la partita viaggia a contatto ravvicinato, con Biella che appare più convinta di poter dire qualcosa in questa partita. Palle perse e distrazioni difensive continueranno anche per una buona metà di terzo periodo, con Biella che nei primissimi minuti di avvio ripresa mette anche la testa avanti in un paio di occasioni. Saranno questi gli unici vantaggi dei padroni di casa in questo incontro.

    L'accelerazione nel corso del terzo periodo produce il vero break della partita, con Varese che spinge sul pedale del gas tra palle recuperate e conseguente gioco in velocità che facilita l'immediato vantaggio in doppia cifra. Varese chiude il periodo col devastante parziale di 20 a 4.
    Il resto è già una partita col finale scontato. Varese arriva anche oltre i 20 punti di vantaggio per chiudere davvero il scioltezza una partita giocata con grande autorità ed il piglio della grande squadra.

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    [font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Adesso in città un po' tutti masticano pallacanestro, pure con quell'incanto che vale una meravigliosa riscoperta.[/size][/font]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Tifosi a parte, sempre vicini alla squadra, anche nelle delusioni, questa Cimberio è riuscita a far scendere in campo la storia, quella d'una società che ha fatto cultura per molte generazioni: una cultura che, dal secolo scorso, sembrava avvizzita.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Sarà anche un momento magico, seppur di là dallo svanire in fretta come dal sognare un'Impresa, certo è che Dunston (foto Blitz) e compagnia hanno saputo intrecciare le proprie prodezze sul campo con racconti da favola fuori, nella vita di tutti i giorni d'una città che ha ritrovato il suo antico verbo. Come aver scoperto il buon vino dopo anni di spuma.[/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]A colpire l'immaginario popolare è la disinvolta attitudine nel far canestro insita nei biancorossi di maggior talento i quali, nell'esercitare le proprie offensive, in un'armonia di gruppo, danno l'impressione di riuscirvi attraverso assalti leggeri e vincenti. Ovviamente non sempre segnano, anzi e talvolta talune conclusioni sembrano scarabocchi ma, rispetto agli avversari sin qui affrontati, tranne che una grande squadra, in tutti i sensi, come Cantù (ugualmente messa sotto), sembrano possedere un maggior feeling con il canestro al di là di schemi e strategie che la gente normale, gratificata da risultati che fanno notizia, lascia volentieri ai tecnici o quei a tifosi che, come accade nel calcio, affogano nelle formule pur di apparire grandi intenditori. Si può anche intimidire in difesa ma se non si segna fioccano le incompiute, dunque c'è una sola regola aurea: fare canestro.[/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ebbene Varese, giudicandola sin qui, sembra rispettare questo essenziale comandamento proprio grazie ai punti nelle mani che avevano potenzialmente i suoi uomini seppur non senza legittimi interrogativi al cambio italiano che poi, in realtà, in particolare per Dunston e Banks e in fondo anche per Ere, scomparso dalla scena del nostro campionato, ha più o meno confermato rilanciando peraltro il potenziale del giovane Polonara. I punti nelle mani saranno pure una nostra fissazione e fors'anche una baggianata per molti ma se, ad esempio, i dirigenti di Siena ne fossero stati tarlati, non avrebbero messo insieme una squadra da scudetto e da qualificazione in Eurolega con protagonisti Moss, Kangur, Sanikidze, Carraretto, Razic e Ress i quali, tutti insieme, si ritrovano con medie punti suppergiù uguali a quelle dei soli Dunston e Banks. Nessuno allora si meravigli se i campioni di molti anni, persino totalitari nel loro potere, stanno adesso intruppati in classifica.[/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Detto questo, non si può giurare di conseguenza su fiumane di punti e di successi per la Cimberio che oggi a Biella, pur contro una squadra battuta quest'estate come un materasso nonché malconcia in classifica, dovrà difendere la sua immacolata condizione di capolista da una possibile reazione locale, del tipo "ultima spiaggia". Già, un onere della prova in più per questa Cimberio che vuol costruirsi un futuro da grande.[/font][/size]

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    [font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]La Cimberio fa rotta verso Biella andando in cerca del “settebello”: stasera al Lauretana Forum (ore 18,15 con diretta su Rete55 Sport) la formazione biancorossa proverà a consolidare il suo primato solitario sul campo del fanalino di coda della serie A. [/size][/font]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Partita sulla carta abbordabile ma non priva di insidie, pur su un parquet recentemente prodigo di soddisfazioni (Varese è tornata dal Piemonte con i due punti in tasca in tre delle ultime quattro sfide) e con un foltissimo drappello di tifosi al seguito che proveranno ad alimentare una inaspettata ma esaltante leadership della classifica. [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Chiarissimo il messaggio di coach Frank Vitucci nella conferenza stampa pre-partita: ha esortato Green e compagni a replicare lo stesso approccio determinante per fare bottino domenica scorsa sul campo di Caserta: «Pur contro una squadra diversa per caratteristiche tecniche l'aspetto mentale è simile a quello della gara contro la Juve, dunque mi aspetto la stessa applicazione e la stessa energia difensiva di domenica scorsa per un'altra prova di maturità da parte della squadra» ha affermato il coach veneziano. [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]E alla vigilia delle due gare casalinghe contro Sassari e Reggio Emilia, la Cimberio vuole proseguire nella sua lunghissima striscia aperta (sommando anche il precampionato giunta a quota 17 successi consecutivi) mostrando di aver già acquisito il piglio della grande sotto il profilo della mentalità e della concentrazione. [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Dunque il copione dovrà essere analogo a quello della trasferta della scorsa settimana in Campania, con i biancorossi chiamati a imporre aggressività difensiva ed energia sin dalle battute iniziali per “disinnescare” la voglia di riscatto di un'Angelico rinvigorita dall'innesto dell'esperta guardia Trey Johnson. [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Rispetto alle due sfide di precampionato vinte nettamente dalla Cimberio (91-65 al Trofeo Lombardia e 89-73 al Memorial Parmigiani di Malnate), l'ingaggio del duttile esterno del 1984 – che ha preso il posto del “rookie” Ramone Moore – è l'unica novità saliente per la truppa piemontese, orfana sin dalle fasi iniziali della stagione dell'ex capitano azzurro Matteo Soragna (costretto ai box fino a Natale da un infortunio a una spalla). [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]E senza il veterano che doveva fungere da raccordo tra piccoli e lunghi, la squadra di Massimo Cancellieri ha faticato parecchio a concretizzare un potenziale tecnico complessivamente discreto, mostrando grandi affanni quando il clima agonistico sale di tono. [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]A livello di individualità l'Angelico vanta comunque elementi non disprezzabili come il play-guardia Robinson (15,0 punti di media) e i lunghi dalle mani morbide Brackins (13,5 punti col 67% da 2) e Mavunga (13,5 punti e 6,7 rimbalzi). [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ora l'innesto di Johnson – che pure giocherà con due due soli allenamenti nelle gambe – dovrà aumentare la qualità offensiva del penultimo attacco della serie A (69,8 punti col 24% da 3) visto che i giovani esterni Jaramaz, Laganà e Chrysikopulos hanno stentato a trovare spazi da protagonisti e i veterani Jurak e Chiacig sotto canestro garantiscono un apporto offensivamente relativo. [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Insomma, una ghiotta occasione per mettere altro fieno in cascina e alimentare classifica ed entusiasmo dei tifosi alla vigilia del big-match con Sassari… [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia [/font][/size]

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    [font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Sarà che all'orizzonte si profila un'altra giornata a suo modo storica, con la partita di domani a Biella che verrà ricordata come quella del grande esodo (più di ottocento i tifosi varesini al seguito). Sarà che questa Cimberio continua a strizzare l'occhio al passato, rinverdendo vecchie emozioni e bruciando record. Sarà che nella foto che c'è qui di fianco c'è tanta di quella storia e tanta di quella poesia - Zanatta, Sacchetti, Augusto Ossola - che non potevamo far finta di nulla «Io, il Meo e Marino siamo amici: amici da sempre»: a parlare è Augusto Ossola, storico dirigente biancorosso e soprattutto cantore principe dell'epopea della Grande Varese. «Ci siamo trovati - racconta - tutti e tre prima del derby con Cantù, Marino come al solito ha fatto una battutaccia sulla mia veneranda età: siamo scoppiati a ridere, e il vostro fotografo ha immortalato la scena».[/size][/font]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Un grande fattore in comune[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Tre volti che parlano di passato: «Io, insieme a quei due, ho passato parecchi anni: e che anni. Penso ai tempi della DiVarese, con Sacchetti che arrivò a Varese nel 1985 per restare qui sette stagioni: annate strepitose, il basket più bello e divertente che si fosse mai visto, la gente che impazziva». E ormai sono in tanti a dire che questa Cimberio e quella DiVarese si assomigliano un sacco: «La penso anch'io così: le analogie sono tante, ma dipendono tutte da un grande fattore comune. Questa squadra, esattamente come quella di allora, costruisce le sue fortune nelle quattro mura dello spogliatoio: gruppi solidissimi, gruppi di amici, ragazzi che si divertono dentro e fuori dal campo. La DiVa era così, e mi sembra così anche questa Cimberio». Ma non è tutto, le analogie tra le due squadre continuano: «L'allenatore: e non parlo di bravura o di qualità, ma dell'unione perfetta tra squadra e coach. I giocatori della DiVarese erano una cosa sola con il loro allenatore, prima Sales e poi Isaac: tanto che anche il coach era diventato un idolo osannato dai tifosi. Vitucci mi pare sia sulla stessa strada: i suoi giocatori lo seguono, riconoscono il suo ruolo e la solidità del gruppo parte dalla sua testa, dal coach». -[/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Gli scherzi e i cicli della storia[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ancora sui parallelismi tra oggi e allora, tra Cimberio e DiVarese: «Prima del derby con Cantù - continua Ossola - riflettevo su una cosa: tre grandi giocatori di quella squadra oggi sono affermati interpreti del basket di casa nostra. Sacchetti allenatore amatissimo a Sassari, Vescovi grande presidente, Ferraiuolo preziosissimo nel suo ruolo di manager: io credo che questo non sia accaduto per caso». Non lo crede nessuno: «Giambattista Vico diceva che la storia è ciclica: io aggiungo che a volte, la storia, aggiunge degli effetti strani e imprevedibili. Vederli tutti insieme, lunedì scorso, è stato un re- gaio per chi li ha amati da giocatori». Eppure quella squadra mitica non riuscì a vincere nulla: «Allora c'erano due squadroni come Milano e Pesaro, noi arrivavamo sempre dietro per un soffio. A volte perché gli altri erano stati più forti, altre volte perché più fortunati, altre volte per sbaglio: penso al piede sulla riga di Cook in duella semifinale con Pesaro, per esempio».[/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Manca Ere, c'è Banks. E così via[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Questa è un'altra DiVarese che cambierà il finale? «Sono passati solo due mesi, però sognare non costa nulla Ci sono tutte le condizioni per arrivare in fondo: un grande allenatore, non a caso è stato il coach dell'anno, e una squadra che lo segue». E le individualità: «Dunston è un grande, ma a fare la differenza è il fatto che questa è una squadra dalle mille risorse: manca Ere, c'è Banks. Manca Sakota e c'è Polonara». Domani, a Biella: «Varese potrà anche perdere, ma non prenderà sottogamba l'impegno. Me lo sento: andranno là per vincere».[/font][/size]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]«Considero Frank Vitucci un mio caro amico, ma sarei pronto a dargli anche un morso se questo servisse per far vincere la mia Angelico Biella!».[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Parole che non si possono equivocare quelle usate da Massimo Cancellieri (foto Blitz), coach di Biella, nel presentare, seppur con una battuta un po' forte, il clima del match contro la Cimberio. Clima che, va da sé, sarà infuocato perché se lo “scalpo” di Varese ormai fa gola a tutti, figurarsi a una squadra come l'Angelico che, oltre ad avere un disperato bisogno di punti, sente in pieno la strana atmosfera di quello che potremmo definire “derby extraterritoriale”.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Affronteremo la capolista, a casa nostra, in un BiellaForum che - dice Cancellieri - sarà molto probabilmente strapieno; e il fatto che la prima della classe sia la Cimberio, una formazione nei confronti della quale c'è una grande rivalità, è un aspetto tutt'altro che incidentale. La nostra gente si aspetta un'impresa e la mia banda di ragazzi non potrà che trarre vantaggio dall'avere intorno un impianto “ululante” e capace di trasmettere una fortissima carica emotiva. Insomma, detto in altri termini: dovremo attaccarci a tutto per cercare di battere una Varese che, in questo momento, rispetto a noi, è oggettivamente di un altro pianeta».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]- Dopo averla vista e affrontata in prestagione a Malnate, avrebbe scommesso su una Cimberio così scoppiettante?[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Il precampionato è un'altra storia e, in quel periodo, la mia concentrazione era fissata solo su Biella. Tuttavia in quell'occasione avevo già ricavato la sensazione che Varese fosse una squadra lunga, equilibrata nelle rotazioni, interessante nei suoi valori tecnici e atletici. Poi, è chiaro, penso che nemmeno il più ottimista tra i tifosi della Cimberio avrebbe scommesso su un avvio così fulminante ma, devo dire, meritato. Non bisogna dimenticare che Varese finora ha superato brillantemente prove tecniche diversissime tra loro passando dalla pallacanestro pirotecnica dei 120 punti di Brindisi a quella di stampo europeo apprezzata nel match contro Cantù. Il tutto mostrando un'adattabilità sorprendente per una squadra nuovissima. Segnali che mettono nero su bianco una certezza: questa Varese “sa sempre come si fa”».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]- E la sua Angelico?[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Noi, non ancora... Del resto, basta guardare il “verde” del nostro quintetto - Laganà classe '93, Mavunga '90, Chrysikopoulos '92, Brackins '87 e Robinson '86 - per comprendere come la strada verso la piena maturazione e una completa consapevolezza tecnica del mio gruppo sia ancora lunga. I ragazzi lavorano duro in palestra e si applicano con impegno straordinario, ma a questo livello nessuno ti fa sconti e il gap in termini d'esperienza lo paghi per intero. Così, ecco spiegato il motivo per cui questi ragazzi, quando sono in difficoltà, non sanno ancora trovare la forza mentale per reagire. La realtà è che in questo momento ci manca maledettamente un giocatore-faro come Soragna. La figura di Matteo, in una squadra giovane come la mia, assolve la fondamentale funzione di elemento equilibratore. Quello che al momento giusto effettua un passaggio illuminante, scocca il tiro decisivo, recupera il pallone più importante e, quando serve, fa un fallo duro. Tutte giocate che si imparano solo col tempo. Peccato che Soragna non sarà in campo prima di un paio di mesi e che i miei giovanotti di tempo a disposizione per crescere ne abbiano poco».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]- Quindi, quali le prospettive per domani?[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]«Varese è prima in classifica, più forte, solida e in grandissima forma, ma noi avremo le motivazioni per provarci e scenderemo in campo per quella che potrebbe essere la “giornata dei sogni”. Il sogno di fermare i numeri 1 e strappare due punti che per noi potrebbero valere il triplo».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Massimo Turconi[/font][/size][/size][/font][/color]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Si iscrive anche Janar Talts (foto Blitz) al “partito dei sorpresi” per il primato solitario in classifica della Cimberio. Il centro estone, giunto in città a metà settembre dopo gli impegni con la sua Nazionale, si è trovato proiettato nel contesto di una squadra che già in precampionato mostrava un potenziale interessante. Ma non si aspettava una Varese così brillante e incisiva nel giro di tre soli mesi: «Quando sono arrivato ho trovato un gruppo molto compatto; quel che abbiamo fatto in settembre è stato notevole, ma il campionato è imprevedibile perché in questi tre anni mi sono reso conto che il concetto “puoi vincere contro chiunque e perdere contro chiunque” non è una frase fatta ma una realtà. Serviva il riscontro delle partite vere e alla prova del campo sono arrivate conferme importanti: siamo una squadra molto solida e competitiva, stiamo facendo un ottimo lavoro sfruttando il potenziale».[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]L'unico reduce della passata stagione legge così le principali differenze tra la Cimberio di Recalcati e quella di Vitucci. «La differenza principale sta nelle qualità atletiche del gruppo: tanto dinamismo e un roster ricchissimo di talento offensivo in tutti i ruoli, mentre sul piano della mentalità e della concentrazione è difficile fare una comparazione, perché anche nella scorsa annata lavoravamo duro e davamo il massimo, pur con una squadra completamente diversa. Ciò su cui il coach insiste è giocare con lo stesso piglio contro chiunque e la gente lo apprezza. Attorno a noi c'è entusiasmo, amplificato dalla vittoria contro Cantù. Cercheremo di proseguire su questa strada per regalare altre soddisfazioni ai tifosi».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Nelle pieghe dei due organici completamente diversi il ruolo di Talts è comunque rimasto sostanzialmente analogo: dare sostanza e fisicità in difesa. Con la differenza che quest'anno deve partire dalla panchina e “coprire le spalle” a Dunston. «Cerco di fare la mia parte interpretando al meglio il ruolo richiesto dall'allenatore. Il mio compito è difendere forte e proteggere l'area contro i lunghi avversari, dando il cambio quando serve a Dunston. Sto ancora cercando di trovare la mia posizione e sono convinto di poter fare molto meglio, ma credo che a Caserta abbia iniziato a fare la mia parte».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]In vista della trasferta di domenica a Biella (con i padroni di casa impegnati in una corsa contro il tempo per tesserare entro le 11 odierne il nuovo acquisto Trey Johnson), Talts ribadisce la necessità di evitare cali di concentrazione, nonostante il match testa-coda sul campo dell'ultima della classe: «La classifica non conta nulla, dovremo andare in campo con la stessa mentalità da battaglia che ci ha permesso di battere Siena e Cantù al PalaWhirlpool. Quello di Biella è un campo difficile, servirà una prova corale di alto livello come in tutte le partite di questo campionato nel quale nessuno regala niente».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia[/font][/size][/size][/font][/color]

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    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Piace anche a Marino Zanatta la Cimberio frizzante e reattiva. L'ex giocatore della grande Ignis, poi g.m. e presidente ai tempi di DiVarese e Ranger, apprezza la coralità e il gioco spumeggiante della formazione di Frank Vitucci: «La squadra è bellissima, e sottolineo il termine “squadra” perché in passato c'era la somma di tante individualità, mentre adesso si vede un gruppo vero in cui gli italiani portano entusiasmo e aggressività. Appena ho visto Dunston ho pensato subito: “Che bel giocatore, mi ricorda Kevin Magee”: Bryant mi ha fatto una bella impressione, è atletico e agile, lotta sempre al massimo ed è un elemento di grande energia e positività».[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Da ex addetto ai lavori, Zanatta propone la sua ricetta per evitare di sovraccaricare la squadra di aspettative e continuare a garantirle la spinta giusta nella corsa al vertice: «Sono contento in particolar modo per Cecco Vescovi, e per Renzo Cimberio che da tanti anni investe risorse nel basket e vede finalmente ripagati i suoi sforzi: complimenti a chi ha pensato e gestisce questa squadra in grado di di regalare emozioni alla città. Ora è giusto che tutti si godano questo momento di grande entusiasmo, però la cosa da fare è vivere al massimo questo periodo positivo senza mettere pressione. Guardare troppo in là sarebbe un errore: cerchiamo di battere le mani e far sentire amati questi giocatori sapendo che arriveranno momenti difficili ma dovremo superarli col sorriso sulle labbra».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Tra le varie edizioni del passato cui la Cimberio è stata paragonata, l'ex dirigente biancorosso indica la prima DiVarese, quella del 1986/'87, partita senza troppe aspettative e poi prima a fine regular season: «Il paragone è azzeccato sul piano dello spirito e della mentalità, perché quella squadra giocò per due anni una pallacanestro bellissima e spensierata sfidando a viso aperto le big. Venivamo da anni di lavoro con un tecnico super a livello didattico come Riccardo Sales, ma la sua signorilità evidentemente contagiava anche la squadra e allora andammo in cerca di un tecnico di grande personalità. Ma prima Peterson e poi Tanjevic ci dissero di no, allora io e Toto Bulgheroni pensammo che Joe Isaac fosse la persona giusta per gestire quel gruppo».[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Oggi, intanto, l'ex giocatore varesino (foto Blitz a destra), assiduo frequentatore del PalaWhirlpool, si gode nuovamente una Varese da vertice: «Con Augusto Ossola ci gustiamo questa squadra ricordando l'armonia che c'era allora. Si parla sempre di chimica di squadra ma solo al momento in cui i giocatori si trovano in spogliatoio sai se il minestrone con 10 ingredienti che hai messo insieme è buono o cattivo. E non è questione di soldi: l'anno che spendemmo di più fu quello della retrocessione... Di sicuro, alla base ci sono persone capaci come Vescovi e Vitucci e lo spessore caratteriale di una squadra che sulla scorta del precampionato ha acquisito grande fiducia in se stessa e non si dà mai per vinta come ha dimostrato a Brindisi».[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia[/font][/size][/size][/font][/color]

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    [font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Flashback, what a feeling! Mamma che bella la Ranger, imperversava fin dentro la pancia a cavallo tra 1989 e 1990. Un bello superiore, oggettivo, valido al di là del fatto che s'era giovani e l'entusiasmo cavalcava la vita. Dai, torniamo al sentimento, che stagione e che sfiga. Punto fermo, estremo: se Wes Matthews avesse avuto un cervello vincevamo lo scudetto. Due volte campione Nba con i Lakers, mica a fare tappezzeria, Wes passò su Varese per 13 partite abbagliando dall'alto d'una classe enorme. Peccato ci fosse la quinta tetra, Pingestibilità che costrinse la società al taglio dopo un pugno a Oscar e uno sputo all'arbitro all'Ali Star Game, culmine di molto altro. [/size][/font]

    [font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]En passant, narra la leggenda il fruttivendolo della Brunella avanzi ancora soldi da lui. L'addio sotto Natale, era Varese-Reggio Emilia, resterà negli annali: una sfilata nel parterre, un palazzetto a inneggiare l'idolo e una proprietà, Toto Bulgheroni, contestata. L'essenza di Wes in due minuti. Oggi, anno 2012, è dolce relazionarsi alla Stella in tasca che avrebbe arriso con una decade d'anticipo. A ben vedere, le possibilità ci sarebbero state perché Frankie Johnson, la rana per tutti, era un ottimo play.[/size][/font]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]A lui piacevano i suoi «rangers», li chiamava così e vagli a spiegare che era lo sponsor. La mazzata giunse con l'infortunio a Meo Sacchetti in garadue di finale con Pesaro: la Scavo divenne imbattibile e portò a casa serie (3-1) e titolo (il secondo). In epoca recente, è stato divertente per chi scrive parlarne con Valter Scavolini durante un'intervista pallavolisitica: disse «ma a Varese pensate ancora a quello?». [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Eh... sì. Quello mancò, la consacrazione, la sublimazione d'una coppa alzata: non andò a frutto quell'anno, era l'ultimo utile e il prosieguo lo testimoniò. Un lavoro d'ingegno e scienza iniziato con la Finanziaria, consorzio ante litteram, dopo il disimpegno dei Borghi a inizio Ottanta. Bulgheroni, da solo al comando nel giro di due stagioni, costruì un gruppo fantastico attorno al tandem Sacchetti- Thompson, arrivati nel 1984, e all'ascesa del giovane Cecco Vescovi, la prima ala bianca con fisicità e velocità da nero. Tante finali, solo sberle: due di Coppa Italia con Pesaro e Caserta, gridano ancora vendetta, una di Korac contro una[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Milano troppo potente, e la già citata corsa scudetto dove s'impose l'odiata litania Cook- Gracis-Daye-Magnifico-Costa. [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Quel progetto sportivo, non ebbe quanto poi ottenne la seconda costruzione made in Bulgheroni, partita a metà anni Novanta: la goccia per fare traboccare il vaso della gioia. Poco, ma tantissimo in termini assoluti. La Ranger iniziò il cammino con sette vittorie, perse all'ottava in casa da Montecatini, quasi lo stesso passo della Cimberio: ai Vitucci boys, auguriamo di mostrarsi degni di Johnson- Sacchetti-Vescovi-Thompson-Rusconi, allenanti da Giancarlo Sacco presente attraverso la bella penna di Francesca Amendola. Più grande complimento non potrebbe esserci, perciò giù la testa e pedalare.[/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Samuele Giardina[/font][/size]

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