Jump to content

VareseFansBasketNews

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Tutti in riga e sotto a chi tocca. Stavolta è Cantù, una candidata allo scudetto, a battere il musone contro l'imbattibilità di questa Cimberio, tambureggiante proprio quando avrebbe dovuto contorcersi di paura in un finale che, invece, ne ha esaltato scioltezza e sicurezza regalandole anche un po' di maturità in più, da grande squadra.[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Il campionato è solo agli inizi, quindi ancora tutto da scoprire nella definizione dei suoi valori ma, nel frattempo, Varese acchiappa consensi a catinelle e ben oltre i propri confini d'una Masnago in calore.[/font][/size][/size][/font][/color]
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]In una pallacanestro stravolta nelle sue gerarchie e di un livello abbastanza pianificato, i biancorossi più talentuosi danno persino l'impressione di essere inarrestabili nell'uno contro uno e nel bel mezzo di difese che si credono tutte d'un pezzo.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ere a parte - un cannone come cestista, e lo si sapeva al di là alcune sue pause stagionali -, svetta un Dunston il cui respiro sotto i canestri avversari si trasforma spesso in uragano. Se ci avessero detto d'aspettarlo anche per anni, sicuri di una simile rivelazione, non avremmo ossessionato alcuno con l'ormai trita e ritrita storia di un pivot che qui a Varese, e da tempo, sembrava bandito da ogni convenzione, compresa quella di Ginevra.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Finalmente ce lo godiamo e ce lo teniamo stretto, anche se, avanti così, sarà difficile non farselo scappare per effetto di aste, senza meriti, dei più potenti.[/font][/size][/size][/font][/color]
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Dunston, non proprio intimidatorio in difesa, come fa capire di riflesso la buona prova del "canturino" Cusin, in attacco però spopola con canestri di grande fattura o meglio architettura, improbabile per chi di mestiere fa il pivot. Se gli manca quella spanna in altezza non se ne accorge nessuno, anzi sì intendendo i suoi avversari grossi e forzuti ma "uccellati" dai suoi movimenti che si traducono in soluzioni vincenti.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Non è male ripetersi dovendo ricordare le felici intuizioni della società biancorossa nel mettere a segno un vero colpaccio, tipo casinò sbancato, in un mercato frequentato da tutti, quindi anche da quei club che si credevano ben riforniti sotto canestro o da quei dirigenti che, pur fidandosi presuntuosamente del proprio fiuto, non hanno filato - e nemmeno di striscio - uno come lui.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Dunston in questa squadra, molto disinvolta nelle sue individualità d'assalto, fa un'enorme impressione persino fra gli stessi tecnici, a cominciare dal varesino Meo Sacchetti che guida Sassari, l'altra bella faccia del primato, per una sera a casa, passando per il palasport in cui fra tre turni affronterà la Cimberio e che a tarda sera, in pizzeria, confessava la sua sincera ammirazione per l'americano.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Già, con un trascinatore del genere là sotto, dove osare a volte diventa un'avventura, e con uno all'esterno come Ere che vola come un caccia nel cuore delle batterie avversarie, questi biancorossi danno proprio la sensazione di non temere confronti. Non solo ma a volte sembrano pescare in un acquario, tant'è la leggerezza delle proprie segnature.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Che bella sera quella di lunedì in un palazzo grondante di entusiasmi alla massima capienza, come da anni non si vedeva, soprattutto ci piace sottolineare i comportamenti e gli stati d'animo di un pubblico felice e orgoglioso ma senza esaltazioni d'occasione pur di fronte a un derby finalmente vinto e a un primato che potrebbe ubriacare chiunque. La sfida è appena cominciata per una piazza che, vieppiù matura, non s'aggrappa a facili e illusori sogni per credere invece e fortemente nella propria squadra, da accompagnare verso frontiere dimenticate da un pezzo.[/font][/size][/size][/font][/color]

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]C'è anche Meo Sacchetti nella lista degli entusiasti dopo il derby numero 130 che ha confermato le ambizioni di vertice della Cimberio: il coach del Banco Sardegna Sassari, attuale capolista a braccetto dei biancorossi, si è goduto da spettatore interessato il match seduto nel parterre del PalaWhirlpool e ha parole di elogio per la "compagna di viaggio" della sua squadra: «Gran bella partita che ha confermato le qualità di Varese, squadra molto atletica che gioca un basket frizzante e piacevole. Ho apprezzato tantissimo Dunston ma in generale ho visto un gruppo con grande spirito: la partita sembrava chiusa in 3 o 4 occasioni, ma Cantù è tosta e non si arrende mai. Alla fine la Cimberio ha meritato perché è stata sempre avanti, ma mi è piaciuta la dimostrazione di forza data con la gestione lucida del finale: evidentemente vincere sempre dà grande sicurezza». [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]E nonostante la rivalità al vertice della classifica il successo della Cimberio non ha scontentato il coach tuttora residente in città: «In Sardegna tutti tifavano Cantù guardando la classifica e mi prendevano in giro perché ero l'unico che sperava in una vittoria di Varese. Ma dopo cinque giornate è presto per fare calcoli: personalmente ritengo che ne servano almeno 10 perché i valori si assestino in maniera definita. Certo Varese ha già battuto Siena e Cantù e vinto a Bologna e ha evidenziato una bella consistenza, però anche noi stiamo giocando bene sospinti da un grande entusiasmo, anche se dobbiamo ancora crescere in termini di continuità». [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]A unire Varese e Sassari, oltre all'imbattibilità stagionale, c'è anche la filosofia cestistica votata a un basket spettacolare che sta portando "l'immaginazione al potere" della serie A: «Certamente giochiamo una pallacanestro più improntata a costruire gioco che a distruggere quello degli avversari. E' un basket divertente sia per chi sta in campo che per chi siede in tribuna: ritengo importante trasmettere emozioni a chi si avvicina per la prima volta al basket e non è un addetto ai lavori cercando di far vedere il lato migliore del nostro sport. Ovvio che il tutto deve essere finalizzato alla vittoria, ma in questo momento Varese e Sassari rappresentano la faccia bella della pallacanestro». [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Il coach del Banco Sardegna è comunque convinto che le “big” attualmente in ritardo potranno recuperare in corsa il loro gap nei confronti delle rivelazioni Cimberio e Sassari: «Noi siamo molto contenti perché portare la Sardegna in testa alla classifica ha dato ulteriori stimoli a una regione che ci considera come i suoi portacolori. E allo stesso modo vedo grande soddisfazione a Varese che da anni non respirava più l'aria del vertice. In questo momento si parla giustamente di queste grandi novità, però sono certo che alla distanza emergeranno le protagoniste annunciate: in fondo Cantù ha perso in volata sia da noi che a Masnago, logico che non ci si aspettava una Milano così indietro ma sono sicuro che non può continuare su questa strada. Probabilmente si sono ridotte le distanze tra le tre big di Eurolega e le outsider, ma in generale il campionato sembra molto più equilibrato anche nelle zone basse». [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]E l'ex bandiera della Varese degli anni '80 – ospite fra tre giornate a Masnago con il suo Banco Sardegna – ritiene calzante il paragone tra l'attuale Cimberio e le squadre di cui era leader: «Vedo molte similitudini tra quella DiVarese e la squadra attuale: anche noi giocavamo una pallacanestro frizzante e non speculativa portando tanta gente al palazzetto. E oggi come allora il fattore-Masnago si fa sentire, l'ambiente caldo ma corretto mi ha ricordato molto quello di Sassari. La sfida al vertice del 18 novembre? Troppo lontana: noi, come Varese, non abbiamo ancora la forza per guardare lontano ma dobbiamo ragionare una partita alla volta». [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia [/font][/size][/size][/font][/color]

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Tripudio: è quello a cui si assiste a fine partita, quando la Cimberio sfila, come sempre, a salutare i suoi tifosi.[/size][/font][/size][/font][/color]
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Un tripudio decisamente speciale, perchè la vittoria piega l'odiatissima Cantù (e forse quando alla fine del primo quarto di gioco l'intero palazzetto si scatena in un "chi non salta canturino è" emerge anche qualcosa di extracestistico e di recente nei confronti di tutto ciò che ci ricollega a Como...) e perchè consente a Varese di mantenere la vetta della classifica in compagnia di Sassari (Meo Sacchetti è lì a osservare da vicino la Cimberio).[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Meglio però continuare a non "allargarsi" e limitarsi a gioire di un successo che comunque dice qualcosa in più, naturalmente di molto positivo, nei confronti della formazione di Frank Vitucci. Se serviva un esamone per promuovere la Cimberio alla qualifica di "aspirante grande", beh, il verdetto c'è ed è netto.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Si potrà osservare che Cantù era reduce dalla fatiche dell'Eurolega (venerdì sera aveva piegato il Khimki festeggiando il primo successo europeo della stagione), che indubbiamente si fanno sentire, ma sarebbe ingeneroso togliere meriti a questa Cimberio sin qui inarrestabile e protagonista di un filotto giunto ormai a livelli del tutto inconsueti (11 vittorie nel precampionato prima delle 5 in campionato e 16 partite senza macchia rappresentano qualcosa di davvero speciale).[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Una Cimberio sempre simile a se stessa, che sa trovare di volta in volta le risorse qua e là, con le accelerazioni inarrestabili di Banks, con le raffiche di Ere, con la solidità di Dunston e con il fosforo di Green, stavolta vera costante nei 29 minuti in cui l'americano rimane in campo (che belle le vendette sportive consumate sul campo!).[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]La Cimberio è una squadra in cui ogni giocatore può fare e fa ciò che gli riesce meglio e questa varietà di soluzioni rappresenta la vera chiave di volta, almeno in attacco: gli avversari che difendono non sanno mai se l'insidia arriverà dall'uno contro uno di Banks o dall'assist di Green per Dunston, dal tiro dall'arco di Ere o di Sakota o dalla penetrazione di De Nicolao.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Allora Frank Vitucci, pur senza considerare acquisite tutte queste belle qualità che vanno sempre "oliate" e coltivate, dovrà cercare di concentrarsi su qualche difetto che questa squadra ancora lamenta (e ci mancherebbe che non fosse così in un gruppo di atleti che non avevano mai giocato insieme prima di tre mesi fa).[/font][/size][/size][/font][/color]
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Quello che maggiormente si nota e che avevamo rilevato già nella partita di Casalecchio con la Virtus Bologna è la difficoltà di allestire una efficace difesa di squadra. La Virtus aveva rimontato puntando tutto sulle penetrazioni che avevano avuto successo proprio per l'assenza di aiuti difensivi da parte di Varese. [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ieri sera a mettere in difficoltà la retroguardia varesina è stato Marco Cusin, che non è di sicuro Dwight Howard ma che sa far valere molto bene la sua statura e la sua non apparente fisicità; Cusin ha tenuto sotto pressione Dunston e anche nel finale ha realizzato un canestro, dopo un bel rimbalzone offensivo, che ha tenuto accesa la partita sino allo scippo finale di Green ai danni di Tabo.[/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Un altro limite della squadra ci pare l'utilizzo offensivo di Dunston, che tocca solo "ultime palle" e che viene poco coinvolto nella manovra offensiva; la sfera circola prevalentemente per linee esterne (e non potrebbe essere altrimenti con tanti primi attori ai quali piace "sentire" spesso la sfera), così il centro viene spesso ignorato.[/font][/size][/size][/font][/color]
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ma non vorremmo che, risolti questi e altri problemini a cui ancora Frank Vitucci dovrà lavorare, questa squadra smarrisse la sua caratteristica più positiva: quella spensieratezza e quella "leggerezza" che ancora emergono quando attacca il canestro avversario.[/font][/size][/size][/font][/color]

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Forza immaginifica dello sport e, a Varese, potenza assoluta della Pallacanestro, capace in questi tempi difficili, problematici, ricchi spesso solo di sguardi che passano dal torvo al rassegnato, di congiungere i cuori. Legarli insieme, con qualche corda segreta, ovviamente biancorossa, e spingerli a razzo verso l'alto. Da oltre una dozzina d'anni non sentivamo sotto pelle un'atmosfera del genere e, manco a dirlo, era da quel magico 1999 che non sentivamo, dentro alla pazzesca bolgia di Masnago, “quel” coro celestiale: "E se ne va, la capolista se ne va…". O.K.: adesso fermate l'esaltazione e, come dice un campione di realismo di nome Frank Vitucci: "Restiamo tutti quanti coi piedi per terra". Però, insomma, ‘sto momento di goduria generalizzata va vissuto e assaporato fino in fondo. Gioia arrivata proprio sul rettilineo di una gara dura, intensissima, a tratti anche sporca, ma di quella cattiveria agonistica tipica delle squadre che piuttosto che perdere si farebbero ammazzare. Una partita che una Varese ondeggiante domina spesso, ma senza mai riuscire ad ucciderla. Sceneggiatura giusta, del resto, tra due squadra che oggi si equivalgono (un bel complimento per la Cimberio…) e perfetta contro una Cantù che, ovviamente, da squadra di altissimo rango ed esperta, non permette a Varese di scappare via costringendola alla cadenza di un basket fisico, molto “pensato”, classico da Eurolega. Ma Varese, come già visto contro Siena, sa adattarsi, piegarsi camaleonticamente alle esigenze tattiche e, qui sta il bello, a vincere. La partita inizia con quintetti noti: Green, Banks, Ere, Sakota, Dunston contro Mazzarino, Smith, Markoishvili, Leunen, Cusin e Cantù che vuole andare subito dentro l'area alla ricerca di Cusin mentre Varese replica con Banks che vuole speculare atleticamente e fisicamente contro Mazzarino e Sakota per il 9-6 al 4'.[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Coach Trinchieri, complici i falli di Manuchar e Smith cambia presto gli assetti, ma sul 15-10 sono Mazzarino, con la solita tripla, e Cusin, gioco da 3 punti, a buttare avanti Cantù: 15-16 all'8'. Con la crescita di Ebi Ere e l'ingresso in campo della coppia De Nicolao-Polonara la Cimberio sferza Cantù producendo, a cavallo dei quarti, un break importante (16-6) ed il primo vantaggio consistente: 31-22. Quando coach Trinchieri contabilizza, appunto, 31 punti subiti in 11' chiama time-out e mette un potente freno al ritmo di gara. Varese, senza l'arma della velocità, accusa il colpo. La qualità delle sue esecuzioni offensive cala sensibilmente (dal 53% del primo quarto al 33% della pausa) e dal +8 (36-28 al 13'), subisce uno 0-10 che riapre la gara: 39-38. Però, nel momento critico, Varese non si fa acciuffare e cercando Dunston vicino al ferro prima allontana la minaccia (45-40 all'intervallo lungo), poi con una schiacciata di Brian allunga di nuovo verso un gap in doppia cifra: 51-40 al 22'. Cantù rientra ancora grazie alla splendida agilità di Brooks e alle martellate di Markoishvili che, implacabile, firma il -6 al 30': 65-59. Uno dei rari colpi di Leunen, l'uomo in meno, ieri, della Chebolletta e le conclusioni di Brooks, Tyus e Smith riaprono definitivamente il match:69-67 al 35'. Così, in un clima ultratensivo, a decidere sono le giocate sull'asse Green-Dunston con Mike che 7 assist, 9 falli subiti e 7 recuperate, compresa quella fondamentale scippata dalle mani di Brooks, è un gigante di una gara che, con le squadre paralizzate dall'arco (0/9 il totale di entrambe) diventa una guerra di trincea. Guerra nella quale, fuori Cusin per 4 falli si erge, straordinaria, la figura di Dunston che, insieme al leggiadro Banks porta i casa i punti che sprangano il match: 75-71. Un +4 che rimane tale fino al termine ed esalta tutto la gente di Masnago. Essersi tolti di mezzo il “tabù” significa molto per un popolo autorizzato a sognare ad occhi aperti. [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Massimo Turconi [/font][/size][/size][/font][/color]

  • Nicolò Cavalli
    [b]DUSAN SAKOTA [/b](12 punti; 3/4 2p; 2/5 3p; 0/0 tl), [b]VOTO: 7. [/b]Entra fin da subito nel vivo del gioco e assume un'interessante bidimensionalità negli schemi offensivi. Può ancora crescere in difesa.

    [b]ADRIAN BANKS [/b](14 punti; 7/13 2p; 0/2 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 7. [/b]Sono suoi i canestri che tengono lontana la marea bianco-blu. Genio e sregolatezza, è la variabile vincente di un inizio anno da capogiro.

    [b]JANAR TALTS [/b](0 punti; 0/0 2p; 0/0 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 5. [/b]Tre palloni persi e tante amnesie difensive per il gigante buono estone. Finalmente vince un derby, ma non certo da attore protagonista.

    [b]ANDREA DE NICOLAO [/b](2 punti; 1/1 2p; 0/1 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 6,5. [/b]Di partita in partita, acquista lucidità e sfrontatezza. Piace in cabina di regia e in veste di “moschino” per gli avanti brianzoli.

    [b]MIKE GREEN [/b](9 punti; 2/8 2p; 0/0 3p; 5/5 tl) [b]VOTO: 7,5. [/b]Il morso dell'ex rilascia un veleno letale per i vecchi compagni. Nove falli subiti, sette assist e altrettanti palloni recuperati sono lo specchio di una prestazione saggia e cinica.

    [b]EBI ERE [/b](19 punti; 3/8 2p; 3/5 3p; 4/4 tl) [b]VOTO: 7,5. [/b]Visti i suoi canestri da posizioni impossibili, le spiegazioni plausibili sono due: o ha una fiducia e una forma notevoli, o c'è un addetto che cambia i ferri con delle vasche da bagno prima dei tiri del capitano.

    [b]ACHILLE POLONARA [/b](4 punti; 2/3 2p; 0/1 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 6. [/b]Prestazione senza fuochi d'artificio ma di lodevole sostanza. La crescita passa anche lungo serate di onorevolissimo gregariato.

    [b]BRYANT DUNSTON [/b](17 punti; 7/12 2p; 0/0 3p; 3/7 tl) [b]VOTO: 7,5. [/b]Il re dei centri del campionato non perde l'ottima abitudine di portare a casa doppie cifre. Con lui in campo, la Cimberio si sente sicura e solida.

  • Nicolò Cavalli
    [i][b]Tutta un'altra musica. [/b][/i]Quasi due anni di attesa, condirti amaramente da sei sconfitte belle nette – tutte di seguito – e da una dolorosa eliminazione dai play-off. La costante presenza dei cugini, non proprio vincenti ma comunque di grande spessore, nei vertici della classifica a deprimere il popolo della palla a spicchi prealpina.
    Un tabù che sembrava non poter essere sfatato svanisce finalmente in un lunedì notte di avvincente pallacanestro. Una serata in cui il rosso prevale sul blu: così ci immaginiamo che avvenga tra le armate del risiko, tra gli omini del calcio – balilla, nei videogiochi e in ogni congiuntura astrale. Fino a coinvolgere il parquet del PalaWhirlpool.
    L'affluenza speciale di pubblico a Masnago è narrata dai parcheggi e dai marciapiedi intasati, dagli spilli che fanno la fila al botteghino senza trovare posto, dall'ossigeno rarefatto, emblema di quote di classifica a cui Varese non è più adusa. Nemmeno la curva dei caldissimi supporter si rivela particolarmente abituata a creare coreografie: ne escono una sorta di stemma varesino, munito di l'arco che punta verso un'aquila stilizzata (gli Eagles di Cantù?), e una scritta non troppo elegante.

    [i][b]Più attacco che difesa. [/b][/i]La Cimberio parte contratta in attacco, aggrappandosi a Bansk e Sakota per tenere il passo (4-6). Un paio di fischi arbitrali, dubbi, a favore di Varese cambiano il trend e portano in dote il primo vantaggio. Dunston fatica a realizzare ma è monumentale nell'area colorata: dai suoi recuperi scaturiscono invitanti palloni per i compagni. I brianzoli trovano validi spunti con Markoishvili e Cusin; i padroni di casa provano a scappare con Green e Sakota (15-10) prima di subire sei punti ingenui per il controsorpasso. Mike Green, con il marchio di fuoco dell'ex dal dente avvelenato, dileggia Smith e rilancia le azioni prealpine, quindi l'elastico continua ad allargarsi e stringersi. Una splendida rubata di De Nicolao lancia Polonara per il 27-22 di fine primo periodo. In barba alla [i]spending review[/i] e all'accorpamento delle province, al grido “chi non salta canturino è” il vecchio Lino Oldrini trema fin dalle fondamenta.

    [i][b]La tensione contrae i muscoli e le menti. [/b][/i]I ragazzi di Vitucci abbozzano l'allungo con un avvio sprint nella seconda frazione, sospinti da un ispirato Ere (miglior marcatore del match con diciannove punti). Peccato che Varese sia spigliatissima in attacco ma pigra in difesa, favorendo i guizzi di Tabu (bestia nera per il quintetto, allora di Recalcati, nei play-off 2011) e Tyus: 34-28. Ad eccezione di un'entrata di De Nicolao, la Cimberio perde confidenza con la retina consentendo il progressivo avvicinamento di Cantù. Nemmeno il ritorno sul parquet dei “titolari” permette di tracciare la quadratura del cerchio. Gli uomini di Trinchieri non vanno oltre il meno uno (39-38), sprecando il possesso del sorpasso, allora è Dunston – tutta un'altra figura rispetto al goffo Talts - a siglare cinque punti buoni come il pane appena sfornato. Le squadre, in debito di ossigeno, terminano il tempo con qualche forzatura di troppo: l'incidere del tabellone si placa fino al 45-40 di metà contesa.

    [i][b]Fuga smorzata. [/b][/i]Mazzarino non è più il giocatore che causava perduranti incubi agli avversari: i suoi tiri ballano sul ferro e accendono il segnale in concomitanza del quale Varese scatena la[i] bagarre[/i]. Sakota, Bansk, Dunston: è 51-40 in un amen. La partita si mantiene sulla forbice degli otto-dieci lunghezze di differenza, poi Trinchieri pensa male di proseguire il colloquio a muso duro con il trio arbitrale: fallo tecnico. Cantù non si scompone e macina alcune pregevoli giocate con Aradori e Cusin (ottimo con 14 punti + 9 rimbalzi), dall'altra parte Bansk e Dunston si vestono da prestigiatori: il pallone scompare e riappare in fondo al cesto (60-50). Il ritmo di gara, folle, non lascia respiro. Brooks, Ere e, infine, Markoishvili (realizzatore principe degli ospiti) dal perimetro mandano in archivio un terzo quarto di buono spessore: 65-59.

    [i][b]Il ruggito della capolista. [/b][/i]Varese sbaglia ad affidarsi ai solisti e vede il margine assottigliarsi fino quasi a scomparire. Il caos regna sovrano e i tabelloni sembrano d'un tratto stregati. Sul 69-63, un time-out del coach ospite è un toccasana inaspettato per la chebolletta (sponsor votato unanimemente come il peggiore della storia da una giuria intercontinentale), lesta a tornare in scia con due bersagli. Quindi è Banks, sotto le mentite spoglie di Arsenio Lupin, a ridare fiato a Masnago: 73-67. Le segnature di Tyus e Markoishvili, inframezzate dai possessi mal gestiti dall'offensiva di casa, regalano un finale un mozzafiato. Dunston - al solito superbo e in "doppia doppia" - segna il 75-71, Cusin non manca l'appuntamento con il nuovo meno due bianco-blù. Con una discrepanza di sette secondi fra il cronometro dell'azione e quello complessivo, Varese si affida a Green. La difesa collassa sul regista, il quale serve al bacio il canestro della vittoria: il 77-73 di Dunston fa esplodere i tifosi della capolista.

    La Cimberio impreziosisce la collana di imprese di inizio anno con il gioiellino di una vittoria in volata contro una squadra di Eurolega, nonché candidata allo scudetto. Un successo figlio dell'atletismo, della difesa, della caparbietà e di un pizzico di buona sorte.
    Purtroppo alla fine le tifoserie si provocano e arrivano quasi alle mani. In serate di grande sport, genuino e combattuto, sarebbe bello se ognuno rimanesse al proprio posto. Per evitare di dover concludere con chiose che, con la meraviglia del basket, hanno davvero ben poco a che vedere.

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Arriva finalmente a quota zero il conto alla rovescia per il "superderby" tra Cimberio Varese e Chebolletta Cantù. Questa sera a Masnago (palla a due alle 20,30; diretta su RaiSport2) la versione numero 130 della sfida più sentita dal pubblico biancorosso vivrà una edizione speciale: il primato in classifica della truppa di Frank Vitucci - chiamata però a rispondere al "balzo in avanti" di Sassari a Pesaro - permette a Varese di affrontare il derby davanti ai "cugini" brianzoli per la prima volta dopo 5 anni. [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]L’atmosfera che si respira in città è davvero elettrica, al punto che dopo 4 anni dallo "spareggio-promozione" contro Veroli tornerà il "soldout" per i 5107 posti della capienza ufficiale del PalaWhirlpool (ieri sera circa 300 i biglietti ancora disponibili, le prevendite saranno comunque aperte per l’intera giornata odierna fino alle 19,30). E al clima di per sè particolare legato alla storica tradizione che permea la rivalità con Cantù si aggiunge il peso della posta in palio: dopo 5 giornate la classifica ha un valore relativo, ma dalla sfida contro un’avversaria di Eurolega come la Chebolletta la Cimberio si aspetta risposte "pesanti" per verificare la consistenza delle sue ambizioni. [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]E’ lo stesso Frank Vitucci a sottolineare l’importanza del derby di stasera, considerato «Un mezzo esame di laurea" dal coach veneziano: Varese è decisa a verificare la sua serie aperta di 15 vittorie consecutive - imbattuta già in precampionato ed a "forza 4" con i due punti in palio - al cambio della solidità dell’impianto di gioco della squadra di Andrea Trinchieri, di sicuro la più in forma delle tre "big" di Eurolega. Un derby che mette di fronte anche due filosofie abbastanza antitetiche dal punto di vista del gioco: la Cimberio dovrà giocare all’arrembaggio per esaltare le qualità "corsaiole" dei suoi molti scorridori, primo tra tutti quel Mike Green che Cantù decise di sostituire dopo la finale scudetto del 2010/2011 e certamente avrà voglia di giocare la più classica delle gare dell’ex. [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Al contrario la Chebolletta "periziata" contro il Khimki ha già sposato il basket intenso e "cerebrale" che negli scorsi anni ha regalato grandi soddisfazioni in Brianza; e proprio questo tipo di pallacanestro - improntata a ruvidità e ritmi bassi - è quella che strutturalmente la Cimberio digerisce peggio per complessione fisica ed attitudine mentale. Dunque la truppa di Vitucci dovrà giocare un match di grande spessore agonistico per mandare fuori giri gli avversari ed "incendiare" con la sua energia il pubblico di Masnago: dopo tanti anni Varese è tornata a divertirsi e sognare, superare l’ultimo esame di un ottobre potenzialmente terribile e poi diventato bellissimo sarebbe un trampolino di lancio eccitante...[/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia[/font][/size][/size][/font][/color]

  • pxg14
    [color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Vissuta sugli spalti, questa è un'altra storia. Da più di mezzo secolo, attraverso intere generazioni, l'antagonismo tra Varese e Cantù s'è nutrito e si nutre di feroci sfide e rivalse. E sembra tutta un'altra storia, per aspettative e premesse, questo derby che segue i sei vinti in fila, e con indiscutibile superiorità, proprio dai brianzoli. [/size][/font][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Già, stavolta la Cimberio sembra avere ben altre prospettive di riuscirvi e senza dover ricorrere a macumbe o a qualsivoglia stregone, potendo semplicemente esprimere un proprio competitivo potenziale, capace di reggere, nel suo caldo guscio di cemento, a quello avversario, fors'anche un po' stanco per le fatiche di Coppa. Dunston (foto Blitz in alto) e compagnia, sin qui travolgenti a canestro, non ci stanno a subire sudditanze, muniti di ben altro armamenti rispetto ai loro predecessori, soprattutto alcuni di loro non hanno proprio nulla da invidiare ad avversari di spessore o ritenuti tali. [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Semmai Cantù ne ha una sfilza, potendo schierare dieci uomini dieci d'un certo valore, tant'è che, per spiegarci con secchezza britannica, si può ritenere la squadra di Trinchieri (foto Blitz in basso) come la più seria candidata allo scudetto, sembrandoci oggi, per stazza tecnica e fisica, più compiuta delle altre cosiddette grandi, basti pensare a un'Armani "contraddittoria" e a una Montepaschi rimaneggiata da crucci aziendali. E' un'ipotesi ammissibile come lo è oggi quella di una Cimberio da semifinale scudetto, potendo diventare tale traguardo un'aspirazione praticabile da una formazione dotata di elementi che sfogliano il breviario di uno spirito cestistico ben intonato alla consapevolezza delle proprie qualità, non precludendosi nulla i "nostri" americani (esperti e d'avventura), a caccia di grandi affermazioni professionali. Ed essendoci pure il nome, come garantisce l'era di Varese, il campionato potrebbe anche riscoprire una protagonista dal passato illustre a beneficio di un ravvivato interesse collettivo per una pallacanestro sin qui finita nel mortorio di stagioni dominate dai soliti poteri forti. [/font][/size][/size][/font][/color]

    [color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]È un augurio che, s'intende, vale anche per Sassari e per un equilibrio che susciti incertezza e spettacolo, anche se, in verità, siamo agli inizi per auspici in libera uscita dovendo aspettare il tempo di verifiche più credibili, possibili soltanto attraverso il passare delle giornate e il crescere di altre squadre, peraltro partite tardi (peggio per loro), quindi battute tutte dalla lungimiranza della società biancorossa. Il cui merito, di scelte felici, s'è subito tradotto nei risultati, fors'anche più di quelli, in realtà, sperati ma che, venendo il bello, si rafforzano nella convinzione di ripetersi sullo slancio di un passo gioioso e ben oltre l'ostacolo. [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Dunque, il passato è passato, il futuro non è ancora arrivato e il presente è tutto da vivere intensamente e appassionatamente. Come accadrà domani sera in una Masnago da pienone, stretta al fianco della sua amata squadra in una sfida che vale il primato e un bell' inedito racconto. [/font][/size][/size][/font][/color]

  • pxg14
    [font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Derby numero 130 tra Varese e Cantù ma derby numero 1 per Frank Vitucci, che attende con curiosità di vivere da protagonsita sul parquet di Masnago una delle rivalità più sentite del panorama tricolore nella serata in cui la Cimberio vuol chiudere la serie negativa di sei sconfitte consecutive contro i brianzoli e lo stesso coach biancorosso vuole fermare a quota 6 la sua serie di sconfitte con il tecnico avversario Andrea Trinchieri: «Il derby tra Varese e Cantù è una delle sfide più storiche del basket italiano; ne ho sempre sentito parlare ma da fuori non si percepisce il vero clima che si respira attorno alla partita di lunedì. E' chiaro che si tratta di una gara estremamente sentita da entrambi i club e le rispettive tifoserie; personalmente sono molto curioso di viverlo da protagonista sperando di fare risultato…». [/size][/font]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Una sfida al vertice che la Cimberio vive da capolista dopo che negli ultimi anni ha sempre dovuto inseguire i brianzoli, ma il primato in classifica è vissuto come uno stimolo positivo e non dà alla testa del gruppo: «Il primato in classifica e l'entusiasmo del pubblico sono stimoli positivi e non motivi di pressione: la squadra ha il piccolo merito di aver acceso il pubblico creando un clima che probabilmente in occasione del derby sarebbe stato analogo, ma sta dando una spinta supplementare all'ambiente in un circolo virtuoso che dà carica reciproca. I tifosi rispondono agli stimoli della squadra e danno ulteriore energia ai ragazzi, che sentono il fattore ambientale ma sono consapevoli che c'è ancora molto da fare». [/font][/size]

    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Il coach veneziano sottolinea comunque il valore dell'avversaria e la necessità di giocare una partita al massimo della concentrazione evitando i passaggi a vuoto delle ultime due uscite: «Cantù ha perso solo allo scadere a Sassari dopo aver conquistato la SuperCoppa e superato con autorità i preliminari di Eurolega: con Milano è la squadra più quotata del lotto e, al di là dell'atmosfera del derby, ci aspetta una partita molto difficile contro una squadra che ha fisicità e panchina lunga. Sarà una gara dispendiosa e impegnativa: mentalmente siamo pronti, fisicamente abbiamo ancora qualche acciacco ma vedremo di sistemarlo per lunedì». [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]E contro una Cantù dalla doppia dimensione tecnica con l'aggiunta degli atleti Smith, Brooks e Tyus ad aggiungere vigore a una squadra che negli ultimi anni aveva fatto della qualità delle esecuzioni la sua arma vincente servirà una Cimberio aggressiva come al solito in difesa ma più lucida nelle scelte di gioco in fase offensiva: «Servirà ancor più attenzione del solito nella gestione dei possessi offensivi: dovremo avere molta pazienza nelle scelte e lavorare bene in difesa e rimbalzo con i cosiddetti “intangibles” che saranno importantissimi. Possibili chiave tattiche? Potrebbero essere più di una perché tutti i settori, dalla regia a quello dei lunghi, saranno determinanti in una gara così importante. Noi chiaramente dovremo spingere sulle soluzioni che sappiamo interpretare meglio, ma certamente serve crescere in altri aspetti a partire dal gioco a metà campo. Stavolta più che un test di maturità ci aspetta un mezzo esame di laurea…». [/font][/size]
    [size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia [/font][/size]

×
×
  • Create New...