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VareseFansBasketNews

  • Nicolò Cavalli
    [b]ANDY RAUTINS [/b](12 punti; 0/2 2p; 4/10 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 6. [/b]Appare uno dei pochi ad aver capito l'incubo in cui squadra, allenatore e tifosi sono piombati. La dea bendata non è dalla sua, al pari degli arbitri. Al suo fallo tecnico, di pura frustrazione, vorremmo alzarci in piedi ad applaudirlo: grazie lo stesso.
     
    [b]ERIC MAYNOR [/b](0 punti; 0/3 2p; 0/4 3p; 0/0 tl)[b] VOTO: 4. [/b]Cinque assist lo salvano da giudizi peggiori. Fa rimpiangere amaramente la tartaruga ninja Robinson: ad Eric, quando assegnavano le armi del combattimento tra le fogne, sono state fornite le presine da teiera. Sua maestà evanescenza.
     
    [b]JOHNDRE JEFFERSON [/b](12 punti; 4/5 2p; 0/0 3p; 4/4 tl), [b]VOTO: 6. [/b]Soffre, come ampiamente prevedibile, il salto di categoria. Colleziona comunque rimbalzi (otto) e spazi dove esaltare la propria in agilità. Balla in difesa, ma nel grigiore generale non demerita.
     
    [b]YAKHOUBA DIAWARA [/b](0 punti; 0/2 2p; 0/1 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 5. [/b]Pozzecco sceglie il francese, fermo da un mese e con gli occhiali laser, al posto di Okoye. Kuba spara a salve, ricordando quegli eroi generosi ma fuori luogo: nessun lieto fine.
     
    [b]WILLIE DEANE [/b] (6 punti; 3/6 2p; 0/0 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 5. [/b]La timida reazione dell'ultimo periodo, quando i buoi erano scappati di alcuni ettari dalle stalle, gli consegna un posizionamento tra i meno infimi. Il resto scivola lungo il solito copione: passaggi al rallentatore, tiri rifiutati, carisma nemmeno abbozzato.
     
    [b]CRAIG CALLAHAN[/b] (10 punti; 0/0 2p; 3/5 3p; 1/2 tl) [b]VOTO: 6. [/b]Inserito in colpevolissimo ritardo (del coach) nel tremebondo terzo quarto, l'italo-statunitense apre l'area dell'Umana con alcuni buonissimi tiri dal perimetro. In difesa fatica molto e perde per strada palloni vaganti. Ci mette l'anima e un pizzico di tecnica, a prescindere dal CV.
     
    [b]KRISTJAN KANGUR [/b] (1 punto; 0/2 2p; 0/2 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 5. [/b]I postumi dell'operazione e il recupero forzato lo costringono a boccheggiare. Mena le mani per stare a galla, ma il poco ossigeno non mette in funzioni i neuroni (e KK è uno dei pochi ad averli, in questo manipolo): poche idee, sovente sbagliate.
     
    [b]JACOPO BALANZONI [/b](4 punti; 2/3 2p; 0/0 3p; 0/0 tl) [b]VOTO: 5,5. [/b]L'unico italiano in campo[b] [/b]assomma sei minuti decorosi, sporcati da un sottomano errato quando il punteggio appariva ancora aperto. Deve ancora masticare pallacanestro per avere i movimenti sicuri, ma qualche sprazzo c'è.
     
    [b]CHRISTIAN EYENGA [/b](8 punti; 3/11 2p; 0/2 3p; 2/2 tl)[b] VOTO: 4,5. [/b]I sette palloni al vento irritano tanto quanto il pressapochismo nell'andare al tiro. Qualcuno ci spieghi come un individuo simile abbia potuto calcare, anche solo in allenamento, i campi dell'NBA.

  • Nicolò Cavalli
    27 palloni persi, un'enormità per qualsiasi categoria, volti depressi, un generale senso di impotenza. L'OJM infila il settimo stop casalingo in nove uscite, sprofondando più nel morale che nel punteggio (anche perché il caro vecchio Charlie, con il suo stile, non infierisce sui resti di una Piazza che tanto lo ha amato). Si consuma così un'altra serata orribile, dove la pochezza imbarazzante, a tratti fastidiosa, dei registi viene affiancata dal nulla cosmico delle ali e dei realizzatori. Un K.O. tecnico per manifesta inferiorità dal quale, francamente, appare difficile rialzarsi in tempo utile per scongiurare la retrocessione.
     
    [i][b]Motore a pieni giri. [/b][/i]Pozzecco schiera i suoi a zona e predica gioco veloce per inceppare i meccanismi dello squadrone oro-granata: 7-6 con Stone, risolutore in post basso contro il peso piuma Maynor, a rispondere alla tripla di Rautins. La Reyer non sfrutta a pieno i viaggi in lunetta (2/4 per Stone e 1/2 per l'ex MPS Ress), così a metà periodo regna il massimo equilibrio, 12-12. La partita, godibilissima nonostante alcuni errori in transizione e le sei palle perse dell'OpenJobMetis, vede l'approccio convinto del nuovo innesto Jefferson (sei punti e cinque rimbalzi prima della panchina causa seconda penalità). Le rotazioni non mentono sul peso specifico delle rose, infatti Goss sigla due canestri di pura classe – il secondo, a fil di sirena, fotocopia dell'amaro epilogo del Taliercio – per il 17-25.
     
    [i][b]Punteggio ad elastico. [/b][/i]L'ottimo Phil timbra il vantaggio in doppia cifra per i lagunari, al che si presenta sul cubo dei cambi lo scudiero Diawara: con occhiali 3D rubati venerdì sera al cinema Impero, torna a respirare il clima partita a meno di un mese dall'operazione alla retina. I ragazzi di casa confezionano tre minuti di difesa leonina, intanto in attacco Balanzoni e Callahan trovano il fondo della retina (24-27). Basta però un battito di ali per innescare Viggiano e Peric: meno otto e nuovo minuto di sospensione domandato dal Poz. La regia stentata di Deane, prevedibile tanto quanto Maynor, viene compensata in parte dalla visione periferica di Rautins: suo il passaggio al bacio, per Jefferson, in concomitanza della bimane del 31-37. Il contropiede sbagliato da un propositivo Eyenga grida vendetta, al pari del 7/19 da due punti a metà gara, con contrappasso immediato: nuova magia di Goss per il 31-39 dell'intervallo lungo.
     
    [i][b]Venezia delizia la platea. [/b][/i]Due ripartenze mortifere dell'Umana, frutto dei malintesi tra un pigro Maynor e un affannato Kangur, smorzano gli entusiasmi di un tifo al solito encomiabile. Jefferson scalcia il secchio del latte, munto dopo cinque minuti senza generi di conforto, piombando sul veterano Ress: il 2+1 dell'ala trentina, seguito dal sottomano di Peric, scrive 35-48. Gli arrembaggi senza copione del quintetto di casa vengono frustrati dall'organizzazione elvetica predisposta da Recalcati, un orologio svizzero con lancette mosse da Stone (un play massiccio artefice di “doppie doppie” quasi ogni domenica: questa volta 13 punti e 14 rimbalzi) e da Peric (sartoriale e cinico come pochi altri lunghi della Serie A). Il disavanzo dell'ultima pausa, malgrado il sussulto dell'orgoglioso Callahan, è sintomatico di un match impari 43-57.
     
    [i][b]La rottura è consumata. [/b][/i]Già affossata da un impietoso meno quindici, all'ennesimo contatto energico non ravvisato dalla terna Varese perde le staffe: il fallo tecnico comminato a Rautins trova il [i]sequel [/i]in un'esistente penalità per blocco in movimento. La signorilità di Recalcati, più volte seduto per lasciare il timone al fido assistente De Raffaele, in un primo momento placa lo strapotere dei veneti. Tuttavia il pallone perso da Maynor, osceno e più adatto ad Halloween piuttosto che al Carnevale, scava la fossa e scatena i mugugni (soprattutto della Curva Nord). La pleonastica reazione, a firma di Deane e Callahan, non conduce più in là del 53-65. L'attenzione è tutta per lo striscione innalzato verso Vescovi e Giofrè “solo errori, ora dimissioni”.
     
    Alla gente di Varese non rimane nemmeno più la forza di fischiare o di lanciare oggetti in campo (per fortuna, sottolineiamo due volte, visti i precedenti).
    Il concerto di trombette dello spicchio di tribuna ospite accompagna gli F5, spasmodici, sul sito di Legabasket. Bilancio in chiaroscuro, con gli scivoloni di Capo d'Orlando e Caserta affianco all'impresa di Pesaro che supera di un punto Reggio Emilia. A testimonianza che altrove il carattere invita ad impennate, mentre a queste latitudini il gioco più popolare appare il nascondino dinnanzi alle responsabilità. Altro che F5; un solo comando sarebbe da usare, con rabbia, per cancellare la miseria di questi cinque mesi: ctrl + z. [i]Tabula rasa[/i].

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    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Toccato il fondo, si risale: lo spera ardentemente il tifoso pur sotto una costellazione di vane attese e illusioni. Resta solo da capire quale possa essere, in realtà, la misura più infima di una crisi così perniciosa che talvolta appare persino come un male incurabile, mentre altre lascia intravedere una lenta guarigione. Un solo successo nelle ultime sette gare può far supporre che al peggio non c'è fine ma è ammissibile anche l'altra ipotesi, quella d'un colpo di coda salutare, soprattutto per una dovuta serenità d'animo, infinitamente preziosa quando non si possono disperdere le ultime convinzioni.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
    Oggi a Masnago è di scena Venezia, un club diventato molto ambizioso. Ne sa qualche cosa Carlo Recalcati (foto Blitz) che, nonostante un'invidiabile posizione di classifica, è sempre sotto assedio, pressato com'è dal suo incontentabile presidente. L'allenatore della Stella, probabilmente invidiato per la sua collocazione in una delle città più fantastiche al mondo (salvo esserci stato da settembre ad oggi due, tre volte, vivendo a Marcon, in campagna), già medita di ritirarsi a fine stagione. Probabilmente esaurito da un interventismo societari, capibile ma eccessivo, peraltro alla luce di risultati che, se fossero arrivati qui, si sarebbe già santificato Gianmarco Pozzecco. Il quale, pur accarezzato dall'intoccabilità, sta soffrendo le pene dell'inferno.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
    Venezia, nella nostra storia, è stata una bestia nera, non dimenticando una retrocessione e immediatamente dopo una mancata promozione per mano dei lagunari, spietati e cinici in entrambe le occasioni proprio a Masnago.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
    Oggi, nonostante tristi ricordi e cattivi pensieri, prorompono sulla scena curiosità e carica e ben oltre i più onesti steccati di quel raffronto tecnico che esiste tra le due formazioni, l'una senza Diawara, l'altra attrezzata e completa, peraltro alla ricerca di un altro rinforzo. Ovviamente temiamo per Rautins e Callahan, da tempo gli ultimi ad arrendersi, qualora Recalcati piazzasse un paio di tenaci secondini ai loro fianchi per interdirne tiri comodi. Tuttavia il tecnico canturino evita di entrare nello specifico di mosse e consegne temendo piuttosto una rabbiosa reazione di Varese (in campo e sugli spalti) nonché una fatal compensazione dopo averla rapinata nell'andata grazie al gol dell'ex , intendendo una fucilata allo scadere di Phil Goss, sempre più un asso fra le maglie di questa pallacanestro dai valori crollanti.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
    Rispetto a quella partita Varese, corretta e ritoccata com'è stata, è cambiata nell'asse play-pivot: se in peggio o in meglio lo intuiremo oggi, non avendo sin qui, in regia o da quelle parti - con il declamato Maynor al posto di un puntero triste (come il rimpianto Robinson) - registrato alcun progresso se non l'esatto contrario, felici d'essere improvvisamente smentiti. Ovviamente non c'è più Daniel per il sollievo di una piazza che non lo sopportava più ma anche, guarda caso, dello stesso Recalcati che a suo dire era stato più fastidioso di un insetto molesto. Dunque nelle premesse, per motivi opposti, l'uscita di scena di Daniel mette tutti d'accordo. Resta da sperimentare Jefferson, il nuovo pivot biancorosso, preceduto qui da giudizi abbastanza discordi tra chi giura su sue determinate qualità, come agilità e intimidazione, personalità e voglia di imporsi, e chi invece non gli riconosce uno straccio di potenzialità offensiva a tre metri dal canestro.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
    Ogni prefigurazione è soggettiva, inutile acclamarlo o bollarlo preventivamente: lo aspettiamo per capire quale potrà essere il suo rendimento, fra l'altro in una categoria superiore.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
    Godiamoci questa sfida, ricca di potenti motivi soprattutto per Pozzecco e i suoi uomini, attesi a un giorno da leoni.[/size][/font][/color]
     

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    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]L'Openjobmetis cerca l'impresa contro la terza forza Venezia per ridare entusiasmo ai tifosi di Masnago. Stasera al PalaWhirpool (palla a due alle 18.15) i biancorossi proveranno a interrompere un digiuno casalingo lungo due mesi (ultimo hurrà interno il 14 dicembre contro Bologna). Il gustoso duello in panchina tra Gianmarco Pozzecco e Carlo Recalcati (il coach dei Roosters della Stella e dell'Italbasket di Atene 2004, i due punti più alti della carriera dell'ex Mosca Atomica) passerà in secondo piano rispetto al peso specifico della posta in palio per una Varese affamata di riscatto dopo un ciclo negativo di 6 sconfitte nelle ultime 7 gare. Se domenica scorsa a Reggio Emilia i biancorossi - privi di Diawara e virtualmente anche di Eyenga - hanno toccato il picco negativo dell'emergenza infortuni dell'ultimo mese, il clima positivo di una settimana di allenamenti a pieno regime fa ben sperare coach Poz sulla possibilità di vedere all'opera la vera Varese. Che in attesa della pausa per la Coppa Italia, fondamentale per completare il recupero di Kangur e l'integrazione di Maynor oltre a reinserire Diawara, confida nell'impatto dell'ultimo arrivato Jefferson per dare sostanza sotto le plance. Riuscirà l'agile ma leggero pivot prelevato dall'A2 Gold di Mantova a dare quell'energia e quella presenza difensiva che il suo predecessore Daniel non era mai riuscito a garantire? Le caratteristiche del centro statunitense calzano a pennello con le necessità tecniche dell'Openjobmetis; tutto sta a capire se Jefferson riuscirà a digerire in fretta il salto di categoria, pur contro un'avversaria dal tonnellaggio limitato come Venezia. [/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]

    E se i biancorossi riuscissero a recuperare in extremis Diawara? Ieri l'ala francese ha svolto l'allenamento completo pur senza gli occhiali protettivi speciali che debbono arrivare dagli Usa; toccherà a Pozzecco decidere dopo la rifinitura di stamane se portare a referto l'ex di turno (con un'autonomia limitata a qualche minuto), oppure affidarsi a Stan Okoye. Certo il rientro anticipato del bomber biancorosso potrebbe dare ulteriore spinta ad un PalaWhirlpool che si annuncia caliente (con tanto di trombette); ma Kuba o non Kuba, per battere l'Umana specialista delle vittorie in trasferta (ben 7 in 9 gare) servirà una Varese ben diversa rispetto a quella delle tre uscite successive alla pausa per l'All Star Game. 
    Carlo Recalcati ha puntato su esperienza e duttilità per plasmare una squadra molto solida, dando le chiavi in mano all'ex biancorosso Goss e scegliendo la strada della cavalleria leggera con lunghi atipici come Peric, Ress e Nelson e il dinamico Ortner. L'Umana è rodata e ben organizzata, con una difesa di squadra molto efficace e una rotazione resa ancor più profonda dall'aggiunta recente di Jarrius Jackson: se l'Openjobmetis è quella senza energie né qualità di domenica scorsa il pronostico è segnato, ma se squadra e pubblico sapranno darsi la carica a vicenda il sogno è quello di riuscire finalmente a battere una big.
    Giuseppe Sciascia[/size][/font][/color]
     

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    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Gianmarco Pozzecco mette da parte gli umori negativi per le sconfitte in serie dell'Openjobmetis e prova a voltare pagina in vista della sfida contro Venezia.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]

    Il coach varesino (foto Blitz) ritrova la voglia di scherzare («Recalcati non dimentichi il patto stipulato la mattina della gara di andata: una vittoria a testa, stavolta tocca a noi...») ma promette una squadra caricata a molla per il match di domani.
    «Tutti hanno percepito la mia sofferenza per i risultati negativi: sono arrivato a Varese con una clamorosa voglia di fare bene e le cose non sono andate come volevo. Avevo paura di deludere la gente e che ciò potesse mutare l'affetto della città nei miei confronti: così non è stato e adesso è giunto il momento di ripagare i tifosi. Sono convinto che domani andremo in campo con un atteggiamento diverso: sappiamo quanto vale Venezia, ma sono convinto che proveremo a compiere un'impresa».
    Si è mai sentito isolato nell'ultimo periodo? È mancato il Poz sorridente di sempre...
    «Ho sbagliato a somatizzare i risultati negativi e mi sono isolato: è l'errore di chi è troppo innamorato e poi diventa geloso e possessivo. Ora ho capito che devo ritrovare la leggerezza e la goliardìa che mi hanno sempre contraddistinto: essendo meno esperto dei miei colleghi non posso prescindere dall'essere me stesso. Per un periodo non lo sono stato, ma la gente mi ha fatto capire che vuole rivedere il vero Gianmarco».
    Dunque è fiducioso sulle possibilità di rimonta di Varese?
    «Col rientro di Diawara e qualche altro piccolo aggiustamento avremo la squadra per giocarcela sino in fondo: siamo a 4 punti dai playoff così come dalla retrocessione ma non dobbiamo guardare la classifica, concentriamoci su di noi e continuiamo a lavorare con l'entusiasmo e l'energia che hanno contraddistinto l'ultima settimana di allenamenti. C'è stata una metamorfosi importante e questo mi dà molta fiducia».
    Quale potrà essere l'impatto del nuovo acquisto Jefferson?
    «In pochi mesi ha fatto un doppio salto dall'A2 Silver alla A; però da lui ho trovato enorme disponibilità e sono convinto che in questo momento serva più del talento. Che comunque c'è nella versione completa di questa squadra: Johndre avrà bisogno dell'aiuto dei compagni, più saranno pronti e più sarà facile ambientarsi. Una grossa mano gli arriverà da Kangur ma anche da Callahan, grande protagonista delle ultime partite».
    Quanto sarà importante la pausa per la Coppa Italia in cui potrà finalmente lavorare al completo?
    «Sapere che da martedì torneremo a lavorare con tutti gli effettivi è davvero una bella notizia. Avevamo scelto di costruire una squadra con un ottimo quintetto e una panchina non proporzionale; la perdita di Kangur ha fatto saltare gli equilibri e quando Kristjan è tornato si è fermato Diawara che era stato il nostro faro. Ora però siamo prossimi a tornare al completo e il recupero di Kangur ci permetterà di far quadrare il cerchio».
    Giuseppe Sciascia[/size][/font][/color]
     

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    [size=3][font=verdana]Johndre Jefferson non vede lora ripagare lentusiasmo con cui Varese lo ha accolto. Il nuovo pivot dellOpenjobmetis ha voglia di dimostrare di valere la serie A, dove sbarcherà per la prima volta dopo una carriera europea trascorsa tra Slovacchia, A2 israeliana ed A2 italiana nelle file di Mantova, il club che lo aveva messo fuori rosa prima che arrivasse la richiesta dei biancorossi («Posso solo ringraziarli ed essere grato per lopportunità che mi hanno dato di mettermi in luce in Italia», afferma il giocatore, glissando sullo sfogo del presidente Negri per la sua sospensione).
    «Attorno a me ho sentito tanto entusiasmo: ho ricevuto tanti messaggi di benvenuto dai tifosi attraverso i social network, mentre lo staff tecnico ed i compagni mi hanno aiutato il più possibile per inserirmi in fretta. Non vedo lora di andare in campo domenica e provare a dare il mio contributo. Limpatto fisico con la serie A? Non sono spaventato, è dagli anni del college che sto lavorando per potermi misurare con questo livello».
    Dunque lo stesso Jefferson è curioso di misurarsi con il massimo campionato italiano, partendo dal debutto casalingo di domenica contro la terza forza Umana Venezia nel quale dovrà dimostrare che il suo fisico agile ma filiforme (207 centimetri per 102 chili) può reggere lurto fisico delle aree del massimo cmpionato: «Ho giocato in Italia per un anno e mezzo e ovviamente la serie A era il mio punto di riferimento: ho visto tante partite e non vedo lora di misurarmi con il massimo campionato, in un livello più importante e con un ambiente stimolante come quello di Masnago. Sono curioso anchio di capire quanto potrò aiutare la squadra». Chiaro sin dallavvio il mansionario tecnico che Gianmarco Pozzecco ha disegnato per Jefferson: il centro del South Carolina dovrà garantire rimbalzi e presenza atletica in difesa: «In questi primi due giorni ho parlato molto con il coach, mi ha presentato tutte le situazioni in cui dovrò rendermi utile. La richiesta è quella di dare aggressività e presenza in difesa oltre che a rimbalzo, cercando di correre il campo con intensità insieme ai compagni. In pratica tutto quello che mi piace fare: sono un giocatore di grande energia che prova a dare sempre il 100 per cento, essendo molto agile posso svettare a rimbalzo ed essere una presenza difensiva per le stoppate. In attacco preferisco le schiacciate e le conclusioni da sotto, devo migliorare il raggio del tiro da fuori e gli aspetti mentali del gioco».
    Dunque Jefferson è esattamente la tipologia di giocatore che Varese stava cercando per sostituire il deludente Daniel («Le schiacciate? Non posso garantire il 100 per cento, ma almeno il 99,5» risponde il giocatore alla domanda scherzosa di chi ricorda i numerosi tentativi lasciati sul ferro del suo predecessore).
    «La chiamata di Varese rappresenta per me loccasione perfetta per provare a mettermi in luce in serie A in una situazione ottimale per esaltare le mie caratteristiche. Quello che mi ha chiesto il coach calza perfettamente con quello che so fare meglio; lo stesso Pozzecco ha detto di avermi visto e seguito lo scorso anno a Mantova, dunque è perfettamente a conoscenza di quello che può chiedermi e ritiene che io possa servire a questa squadra».
    Giuseppe Sciascia[/font][/size]

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    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Primo allenamento vero in biancorosso per Johndre Jefferson (foto Blitz in alto), introdotto ai meccanismi del sistema Openjobmetis nella seduta di ieri che ha inaugurato la settimana di preparazione per il difficile match casalingo di domenica contro Venezia. Grande entusiasmo sin dall'avvio («Sono già innamorato di Varese, non vedo l'ora di lavorare duro tutti i giorni per questa squadra» il suo primo tweet da neobiancorosso) per il 27enne pivot statunitense, cui la società di piazza Monte Grappa ha dato la chance di coronare il sogno di misurarsi con la serie A dopo una carriera nelle leghe minori (Slovacchia, A2 israeliana e A2 italiana con Mantova).[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]

    Seduta a ranghi incompleti con Eyenga ancora ai box (oggi nuova risonanza magnetica per il congolese che continua ad accusare dolori al dito del piede destro) e Kangur a riposo precauzionale come tutti i martedì. Livello di fisicità dunque non elevatissimo per stimare l'impatto del nuovo centro che, comunque, ha confermato le sue annunciate atout atletiche con un paio di schiacciate e ha cercato di prendere confidenza con il sistema biancorosso (più volte indirizzato nella difesa di squadra da Ugo Ducarello, assistente del coach Gianmarco Pozzecco).
    Impressioni a caldo? Il nuovo pivot è agile e mobile, chiaramente andrà valutato al cambio dei contatti con i lunghi di serie A e un livello atletico con 7 stranieri anziché i 2 della Gold, e dovrà abituarsi ad essere servito in spazi stretti da un play vero come Maynor. Però atteggiamento e faccia sono quelle giuste: «Johndre ha avuto un approccio molto positivo in termini di entusiasmo e disponibilità; è ancora spaesato perché deve prendere confidenza con i compagni ed un livello fisico superiore a quello a cui era abituato - spiega il team manager Max Ferraiuolo -. In termini tecnici sembra più giovane della sua età, la sensazione è che possa comunque crescere molto; speriamo possa darci quell'impatto atletico e quell'energia dentro l'area che ci servirebbe molto a partire da domenica».
    A seguire il primo allenamento a Masnago di Jefferson c'erano una cinquantina di curiosi, tra cui due tifosi doc come Toto Bulgheroni e Marino Zanatta. E proprio l'ex g.m. di DiVarese e Ranger dà fiducia al nuovo arrivato: «Jefferson è più alto di Daniel ma è altrettanto leggero, mi auguro però che sappia dare più consistenza rispetto al predecessore. Se Gianmarco Pozzecco ha scelto di cambiare è perché non c'erano più margini con un giocatore che nella scorsa annata ha reso bene in un ambiente in cui c'era armonia e fiducia nei suoi confronti, mentre in questa stagione non è riuscito a dare quel che ci si aspettava da lui. Sbagliato credere che un nuovo arrivo possa cambiare d'incanto, ma a questo punto meglio avere uno che ha entusiasmo e voglia di mettersi in luce. E comunque non carichiamo di ulteriori pressioni una squadra già in difficoltà, che ha bisogno dell'entusiasmo e del calore del pubblico per uscire dal momento critico».
    Giuseppe Sciascia[/size][/font][/color]
     

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    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Gianmarco Pozzecco spazia a tutto campo tra la crisi di risultati dell'Openjobmetis, la trasferta di Reggio Emilia e la situazione fisica e psicologica della squadra. Il coach di Varese ringrazia società ed ambiente per la fiducia nei suoi confronti e ribadisce la volontà di fare il massimo per ripagarla: «Inutile cercare un capro espiatorio o un colpevole: se deve essercene uno quello sono io, ma la società continua a credere in me ed a darmi fiducia, e per ripagarla darei tutto quello che ho per far sì che le cose cambino e la situazione migliori. Posso contare su uno staff eccellente e una dirigenza che mi dà sempre fiducia, oltre ad uno sponsor che regala quotidianamente serenità come Openjobmetis. Tutte componenti che stanno remando dalla stessa parte: stiamo lavorando per trovare soluzioni ai problemi dell'ultimo periodo, sogno una vittoria che consenta di sbloccarci». Resta però il problema oggettivo di una squadra ancora in divenire con Kangur e Maynor da tirare a lucido e Diawara ancora ai box: «Ricevere critiche fa parte del gioco, ma siamo tutti concentrati a fare in modo che le cose migliorino e determinati problemi che hanno anche squadre vincenti possano essere superati. Certo siamo stati anche sfortunati: vincendo una delle due maratone contro Reggio Emilia e Sassari saremmo forse in una situazione diversa, poi c'è il problema oggettivo degli infortuni che hanno colpito Kangur e Diawara, ossia i nostri due giocatori più rappresentativi. Ora Kristjan sta recuperando e nel frattempo stiamo lavorando anche per inserire al meglio Maynor, ma ci vorrà ancora qualche tempo per far sì che i conti tornino». Coach Poz prova a spiegare anche le difficoltà della sua squadra nell'interpretare quel modo di stare in campo con entusiasmo ed energia che ha richiesto fin dall'inizio della stagione, ed auspica che Maynor possa trovare in fretta la miglior condizione: «Tante volte da fuori certi atteggiamenti che sembrano apatici dipendono da incapacità di una reazione tecnica in un momento di difficoltà. Poi bisogna capire se questo distacco è più o meno frequente o è legato a disinteresse, ma non è semplice. L'inserimento di Maynor? Una volta un giocatore come Andrea Meneghin avrebbe dato certezze ad ogni squadre, la generazione moderna è invece molto condizionata dal contesto che si ritrova intorno. Di sicuro beneficierà molto del pieno recupero di Kangur e del ritorno di Diawara, al momento deve superare parecchi ostacoli e sicuramente ha bisogno di avere soddisfazioni dall'attacco per rendere di più in difesa». Ma con il roster ancora in condizioni precarie e il caso Daniel con cui convivere («Ed verrà sicuramente con noi, gli parlerò e cercherò di stimolarlo a dare il massimo anche se è consapevole della situazione difficile attorno a lui» spiega il coach biancorosso) concretizzare il sogno di una vittoria scacciacrisi come avvenuto a Brindisi ad Avellino è davvero complicato: «Forse è così, però indipendentemente da tutto dobbiamo stringere i denti, provare a fare bottino su un campo difficile come Reggio Emilia, recuperare gli acciaccati e metterli tutti insieme per tornare al cento per cento. [/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]

    Al di là del risultato sarà importante anche il modo con cui staremo in campo: di certo andremo in campo per vincere e per farlo dobbiamo crederci e giocare con entusiasmo. La pallacanestro non è una scienza esatta: nel nostro cammino stagionale abbiamo estratto qualche coniglio dal cilindro quando eravamo sfavoriti, mentre in altre occasioni nelle quali sulla carta la partita era più facile abbiamo giocato peggio. Per assurdo ci siamo espressi meglio contro le grandi come Milano, Sassari e Reggio Emilia, mentre contro squadre di bassa classifica abbiamo prodotto prestazioni decisamente modeste; sotto questo aspetto psicologico è evidente che qualche errore abbiamo ed ho commesso in sede di costruzione della squadra».
    Giuseppe Sciascia[/size][/font][/color]
     

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    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Stefano Coppa non getta la spugna: anche dopo il pesante tonfo casalingo di Pesaro il presidente della Pallacanestro Varese crede ancora nella possibilità di raggiungere i playoff.[/size][/font][/color]

    [color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Ed è categorico nel pretendere che ci credano anche tutti gli altri membri della famiglia biancorossa, dalla dirigenza allo staff tecnico per arrivare alla squadra. «Dopo una prestazione sconcertante come quella di domenica è ora di metterci la faccia: io ho sempre pensato che questa squadra, in versione completa, valga i playoff. L'ho promesso a sponsor e tifosi e resto convinto anche ora, quando la realtà suggerisce di guardarci le spalle, che sia un traguardo ancora raggiungibile. Però, chiedo risposte chiare: con me voglio chi ci crede ed è disposto a lottare per questo obiettivo, gli altri si accomodino altrove, chiunque essi siano».
    Il primo a metterci la faccia è proprio Coppa, che lega la sua posizione personale al raggiungimento dei playoff: se la squadra fallirà l'obiettivo il presidente rimetterà il mandato.
    «Bisogna iniziare a prendersi le proprie responsabilità, ed anche se la parte sportiva non dipende da me annuncio fin d'ora che se non raggiungeremo i playoff rimetterò il mio mandato da presidente all'assemblea dei soci, che deciderà il da farsi. Da parte mia sono convinto che ci siano cose che non vanno bene: se nel gruppo c'è una mela marcia (Daniel? - ndr) che se ne vada, perchè preferisco andare a Reggio Emilia senza un giocatore pur di dare un messaggio inequivocabile di inversione di tendenza».
    Dunque entro oggi o al massimo domani la dirigenza biancorossa deciderà la strategia da seguire: «Ho delle idee che confronterò con il g.m. Cecco Vescovi e con il coach Gianmarco Pozzecco; poi relazionerò il CdA che prenderà le decisioni definitive. Ma la società vuol dare un segnale forte in tempi brevi. Intanto vedremo quale sarà la reazione dell'ambiente alla mia decisione di legare il mandato alla conquista dei playoff. Dopo la sconfitta con Pesaro c'è scoramento nell'ambiente, ma qui serve reagire e non deprimersi, altrimenti rischiamo di sprofondare...».
    Coppa evita di fare nomi, ma chiede comunque a tutta la squadra un cambio di passo in termini di intensità difensiva per nascondere gli attuali problemi di organico.
    «Non voglio imbastire processi ma pretendo una reazione da gente che si rende conto di non aver dato il 100 per cento. Ci sono problemi oggettivi dal punto di vista fisico, ma tutto deve partire dalla difesa, come si è visto domenica: nei primi 15 minuti siamo stati intensi, poi ci siamo letteramente sciolti come neve al sole e con tutti i compagni fermi anche il valore aggiunto di Maynor nel passare la palla si è volatilizzato».
    Di sicuro non è in discussione Gianmarco Pozzecco, che resta un capitale fondamentale per la Varese di oggi e di domani.
    «Dopo la partita il coach era distrutto ma la nostra fiducia nei suoi confronti resta immutata. Egli si mette in discussione ma deve essere più equilibrato e lucido nei momenti difficili: ha la fortuna di lavorare in una piazza che lo ama in maniera incondizionata e gli perdona tutto, ma deve essere un valore aggiunto e non un peso. Sono sicuro che abbiamo trovato le soluzioni per reagire al tonfo contro Pistoia e lo faremo anche stavolta».
    Giuseppe Sciascia[/size][/font][/color]
     

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