[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]«Per ora le soluzioni arrivano con fluidità, sfruttando appieno il talento di un gruppo che sta bene insieme e si passa la palla con piacere e continuità - spiega il Poz -. Però disputare un'intera stagione a 95 punti di media non è realistico, e comunque i bottini elevati contro Cantù e Pesaro sono stati frutto di situazioni contingenti. In generale però è fondamentale mantenere il ritmo sui livelli elevati delle prime due gare: aumentare il numero dei possessi è vitale per una squadra come la nostra che si esalta in transizione».
Dunque da un lato la Varese che vince segnando un punto in più degli avversari ricalca la mentalità votata all'attacco dell'ex stella dei Roosters; dall'altro però l'esigenza di tenere sempre alto il ritmo induce il Poz a ribadire la necessità di spendere sempre tante energie in difesa. Evidente comunque come nelle prime due gare di campionato la squadra abbia sposato in fretta il gioco arioso impostato da coach Poz: il primo a beneficiarne è stato sicuramente Yakhouba Diawara, capocannoniere del campionato a 24 punti di media cui aggiunge anche 3,5 assist; ma allo stesso modo è parso rigenerato anche Kristjan Kangur, che dopo i due scudetti vinti da operaio specializzato a Siena e Milano ha vestito rapidamente i panni del protagonista (16,0 punti e 9,0 rimbalzi col 54% da 3 in due gare).
Merito loro nell'esaltarsi in un sistema che finora ha massimizzato la rispettiva complementarietà sui due lati del campo, ma anche merito del Poz - e in generale di chi li ha scelti durante l'estate - nell'avere messo i singoli nelle condizioni migliori per rendere al meglio: «Il momento decisivo di una stagione è quello del mercato, e saper scegliere i giocatori è fondamentale. Ma la campagna acquisti è stata frutto di lavoro di squadra con Vescovi e Giofrè, scegliendo prima di tutto persone affidabili che avessero motivazioni forti per stimoli di crescita o spirito di rivalsa. Ora io mi limito a mettere nelle condizioni i giocatori di fare quello che gli riesce meglio, ed anche per questo non voglio rubare la scena a chi merita di ricevere il giusto credito per quello che sta facendo. Sto vivendo un momento clamorosamente bello, ma i meriti vanno condivisi con tante persone: prima di tutto i giocatori, ossia i veri protagonisti perché sono loro che sudano ogni giorno in allenamento e vanno in campo la domenica. E poi tutti coloro che a vario titolo operano per la società: ognuno nel proprio ambito fa il massimo per creare le migliori condizioni possibili nelle quali lavorare, ed è giusto che le vittorie vadano condivise tra tutti i membri della grande famiglia della Pallacanestro Varese».
Giuseppe Sciascia [/size][/font][/color]
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