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  1. Matteo Tambone è uno dei volti nuovi della Openjobmetis Varese, uno dei giocatori che, in quanto italiano, desta maggior curiosità tra i tifosi biancorossi. Ieri il giovane playmaker di origine romana, classe 1994, si è presentato all’interno dello Store Ufficiale della Pallacanestro Varese, al PalA2A. Le prime parole sono d’orgoglio per questa nuova avventura: «Sono molto contento di far parte di questa squadra e di essere qui a Varese, una società che nel corso degli anni ha vinto molto e ha avuto tra le sue fila grandissimi giocatori che hanno vestito questa maglia. Una maglia che ora sono onorato di indossare». Dopo dieci giorni di ritiro a Chiavenna, le impressioni sono positive: «Questi giorni di ritiro a Chiavenna ci sono serviti principalmente per conoscerci, per lavorare sul sistema di squadra e sul gioco, già dall’amichevole contro la Sam Massagno si è vista una squadra molto unita, a cui piace lottare sui palloni vaganti e che cerca di trovare sempre l’uomo libero e non in azione. Penso che questi siano dei segnali positivi». Parole al miele per coach Attilio Caja, che Matteo già conosce: «Ci siamo conosciuti in nazionale sperimentale, mi trovo molto bene con lui sia a livello di rapporto personale che in termini di sistema di gioco. So che è un coach che ti fa dare il massimo in campo ed anche in allenamento, è dura ma sa tirare fuori il meglio da tutti. Ho conosciuto anche Massimo Bulleri, che ormai mi dà ottimi consigli sul gioco, sul mio ruolo, consigli che cerco di sfruttare al meglio possibile. Ogni volta che sto vicino a lui cerco di captare ogni consiglio, c’è solo da imparare». Un esempio da seguire è sicuramente Giancarlo Ferrero: «Ci siamo conosciuti poco prima che firmasse a Varese, si era fermato a Ravenna per qualche allenamento. Lui mi ha esortato a dare il massimo ogni giorno, a buttarmi su ogni pallone, per avere sempre più possibilità di giocare. Prendo questo spirito come punto di riferimento, tra di noi c’è davvero un bel rapporto». Una carezza anche ai tifosi: «Li abbiamo conosciuti e mi sono sembrati molto carichi per la stagione, si è visto già durante la presentazione ed anche all’amichevole a Chiavenna: c’è grande attaccamento». Dopo quattro anni in costante crescita, è arrivata la chiamata ed il salto in Serie A: «Una chiamata era arrivata anche l’anno scorso ma non mi sentivo pronto, volevo giocare un’altra stagione da titolare in A2. Ora penso di essere pronto al salto, so che non sarà facile il primo periodo, sarà più difficile adeguarsi sul piano tecnico che su quello fisico». Ultima curiosità: «Ho scelto il numero 15 perché lo usava mio padre, e lo usava in onore di Manuel Raga». Alberto Coriele
  2. Dopo otto giorni di lavoro, di sudore e di fatica a Chiavenna, ecco il premio del campo. La prima partita dell’anno si gioca davanti a circa duecento tifosi e finalmente permette di riassaporare quelle sensazioni che sono mancate per oltre tre mesi. Si riprende vincendo, che contro qualsiasi avversario non è mai una cattiva abitudine e nemmeno un brutto modo per cominciare. Contro la Sam Massagno i biancorossi vincono 81-53, dilagando nel finale e destano le prime impressioni positive, sperando ne seguano tante altre durante l’anno. Antabia: 15 punti in 18’ L’attitudine è quella giusta, quella cercata, quella che dovrà accompagnare tutta la stagione: difesa cattiva, mani ovunque (fuori conteggio le palle rubate), giro palla veloce e tanta transizione. Ognuno garantisce alla causa qualcosa: Waller perfetto al tiro, Avramovic tarantolato in difesa, così come Ferrero, Natali ed Okoye; Hollis e Cain (forma fisica ancora da registrare per lo statunitense) garantiscono una discreta dose di chili, botte e centimetri sotto canestro. L’insieme contribuisce a creare una prima uscita soddisfacente, in linea con le attese. Attilio Caja, privo di Wells e Pelle, inaugura la stagione con un quintetto composto da Tambone, Waller, Hollis, Okoye e Cain. Cubitosa, coach della Sam, risponde con Roberson, Magnani, Moore, Aw e Jankovic. I primi punti della stagione sono di Damian Hollis ma è specialmente Taj Waller ad impressionare e a trascinare i biancorossi con dieci punti nei primi sette minuti di gioco: mano educatissima, glaciale al tiro sia dentro che fuori l’area. Il primo errore dal campo arriva addirittura dopo diciotto minuti di gioco, i suoi punti diventano 15 all’intervallo. I biancorossi di Caja, cercano di eseguire subito il copione del “regista” di Pavia: giropalla svelto, difesa molto aggressiva a disturbare il portatore di palla e a sporcare le linee di passaggio. Un game-plan che funziona anche perché l’avversario non è certo dei più probanti (decimo nella scorsa massima serie svizzera su undici partecipanti) e va in apnea sul pressing costante dei biancorossi. La Openjobmetis conduce una partita di testa, aumentando progressivamente il margine sugli svizzeri, arrivando anche sul 18-10 prima che Jankovic rimetta in carreggiata la Sam con quattro punti in fila. Il finale di quarto sorride ancora a Varese, che con Hollis e Tambone sigilla la superiorità con un 21-14. Varese riesce a mantenere ritmo e precisione anche nel secondo periodo, con Waller che trova il canestro senza soluzione di continuità confermandosi un tiratore eccellente, Ferrero ed Avramovic che mettono i carboni ardenti in difesa sotto i piedi avversari: il risultato è un buon 40-29 all’intervallo. Artiglio già in clima L’abbrivio di terzo periodo sorride agli svizzeri che si riavvicinano fino al 44-40, prima che - con il rientro sul parquet di Waller e le giocate difensive di Avramovic - Varese riprenda quota fino al 56-42 del trentesimo di gioco. Attilio Caja sembra già in clima campionato: guida, sbraita, si muove, si agita e protesta anche, l’attitudine è già quella giusta. Gli svizzeri mollano completamente gli ormeggi negli ultimi dieci minuti del match, smettono di segnare e Varese trova terreno fertile per rimpinguare il punteggio: sulle ali di Ferrero ed Okoye, usciti fisicamente alla distanza, arriva un massimo vantaggio di 29 punti al 37’ (75-46). Caja concede qualche scampolo di partita nel finale a Francesco De Nicolao, e con lui Parravicini, Bergamaschi ed Ivanaj. Buona la prima. Alberto Coriele
  3. La nuova Varese ha già il marchio di fabbrica del basket di Attilio Caja. Riscontri promettenti dalla prima uscita della truppa biancorossa: il ritiro di Chiavenna si chiude con un ampio successo sulla Sani Massagno, in un match che conferma la mentalità operaia e la disponibilità al sacrificio sui due lati del campo da parte del gruppo. Senza Wells né Pelle, il team di Artiglio esprime comunque una buona cifra tecnica: spicca soprattutto la capacità di Antabia Waller di finalizzare la costante ricerca dell'uomo libero con doti balistiche davvero notevoli, sia sugli scarichi che dal palleggio. L'esterno ex Mornar Bar, ispiratissimo dal perimetro, è stato l'unico ad uscire dallo spartito corale che il coach pavese ha già montato sul telaio della manovra; ma la Varese 2017/'18 avrà il volto di una "società in nome collettivo" sia in attacco che in difesa. Ossia la chiave del gioco biancorosso per volontà del suo coach e per la disponibilità dei giocatori a piegare le ginocchia in maniera costante. Proprio in difesa Varese ha fatto il vuoto alla distanza, riaccendendo il motore dopo gli affanni di inizio terzo quarto (da 40-29 al 44-40 del 25'): pur con Cain - poco appariscente ma sostanziosissimo sotto le plance - a lungo a riposo dopo l'intervallo, i biancorossi hanno dato gas con la spinta di Avramovic e Okoye e le sospensioni di Waller a produrre un clamoroso 27-3 in 10'(71-43 l'eloquente parziale a metà del quarto periodo). La nuova Varese difende e si passa la palla: due concetti che possono sembrare scontati ma sono tutt'altro che banali. Soprattutto per una squadra che, in attesa di vedere all'opera Wells, ha giocatori con buone qualità ma nessun solutore solitario: una scelta precisa per costruire un'identità basata su costante aggressività in retroguardia e circolazione di palla fluida con opportunità paritetiche a difesa schierata. La falsariga è quella della Varese della seconda metà della stagione 2016/'17, portata a modello dallo stesso Caja con i video motivazionali proiettati a Chiavenna per illustrare ai giocatori del nuovo corso quanto sia apprezzato dai tifosi del PalA2A l'atteggiamento ringhiante su ogni pallone. Chiaro che gli interpreti di quella Varese possedevano sulla carta atout tecniche decisamente più importanti rispetto ai protagonisti di oggi; altrettanto corretto però ricordare che per far metabolizzare un basket corale al team della stagione passata sono serviti sei mesi, di cui due di "cura Caja" in doti omeopatiche. Alla nuova Varese sono invece bastati 8 giorni di lavoro e un' amichevole per dimostrare di possedere già l'insieme dei concetti di gruppo attorno ai quali il tecnico pavese ha costruito la squadra. Evidente che servano ben altre verifiche rispetto al test contro la Sam Massagno, e che la solidità dell'impianto di gioco messa in mostra a Chiavenna andrà rivista al cambio di avversari di livello superiore. Però, quando una compagine mostra sin dalla prima uscita le stimmate della coralità è difficile che certe abitudini si perdano per strada. Le basi poste in ritiro sono quelle di una Varese capace di tener fede alle promesse di Caja. Giuseppe Sciascia
  4. BASKET - SERIE A Le rivali hanno messo a segno colpi importanti Si alza l’asticella della volata salvezza con gli ultimi colpi di mercato delle potenziali avversarie di Varese nella corsa per evitare l’unica retrocessione in A2 prevista nel 2017/’18. La società di piazza Monte Grappa ha scelto la via di un gruppo “operaio” e disponibile al lavoro, senza stelle conclamate pur con giocatori dalle qualità indiscusse come Wells e Hollis. Ma le potenziali avversarie della truppa di Attilio Caja hanno scelto la via dei colpi ad effetto per rinforzarsi nella fase finale del mercato. Negli ultimi giorni, infatti, Pistoia, Cremona e Brindisi - sulla carta squadre del secondo troncone della classifica nel ranking ancora in divenire del campionato - si sono rinforzate con giocatori di valore assoluto. La The Flexx, rivelazione delle ultime due stagioni raggiungendo i playoff con un budgetlargamente inferiore a quella di tante avversarie, ha convinto Tyrus McGee - fresco campione d’Italia con Venezia - a sposare la causa del club toscano. La Vanoli, ripescata grazie all’affaire Caserta, ha completato il roster con l’ingaggio di Henry Sims, 27enne centro con 135 gettoni NBA all’attivo. L’Enel ha invece convinto Cady Lalanne, 26enne pivot haitiano, seconda scelta di San Antonio due estati fa, ad accettare la proposta , inizialmente rifiutata due settimane fa, del team pugliese. Tre operazioni stimate oltre i 150mila dollari di ingaggio, decisamente superiori rispetto all’ingaggio più elevato della Varese 2017/’18, che danno la misura dello spessore degli ultimi colpi. Sarà dunque Pesaro, con 4 rookie statunitensi e un monte stipendi di poco inferiore ai 400mila euro, la squadra su cui tutte le potenziali rivali della volata salvezza faranno corsa. Sulla carta è così, anche se il concetto di fondo - secondo il quale conta più come si spende che quanto si spende - dovrà trovare anche in quest’annata applicazioni pratiche dopo i quattro casi conclamati del 2016/’17 (leggi scudetto a Venezia, Trento in finale nonostante un budget da metà classifica, Pistoia e Capo d’Orlando ai playoff con ultimo e penultimo budget della serie A). Oggi, però, pare impensabile che gli otto posti playoff non saranno assegnati alle squadre del primo troncone da 10 squadre. Partendo dalla solita Milano dei 15 contratti (di cui 10 stranieri) superfavorita per il titolo, più la solita nobiltà di Venezia campione in carica, Avellino e Sassari più Trento (in ulteriore ascesa dopo la finale scudetto) e Reggio Emilia (ridimensionata, ma con Della Valle confermato e Markoishvili in arrivo). A cui si aggiungono le ambizioni in crescita della Virtus Bologna grandi firme (Aradori e Gentile più Lafayette in regia e Slaughter sotto canestro) e della Torino tornata in Europa con Luca Banchi in panchina, oltre alle agguerrite Brescia, con l’aggiunta di Brian Sacchetti e un colpo ancora in canna (Anosike a settembre?) e Cantù con 5 stranieri di qualità e un parco italiani ancora in fase di completamento. Se però la ricetta “motivazioni più coralità” impostata da Attilio Caja funzionerà secondo le aspettative, chissà che non possa essere proprio Varese la rivelazione del 2017-18... Giuseppe Sciascia
  5. È dove doveva essere. Dove si è conquistato di essere. Dove tutti quelli che sanno dare valore al merito volevano che lui fosse. Davanti ad Attilio Caja da Pavia, però, ora c’è un libro bianco senza memoria. Completamente da scrivere. In attesa di prendere carta e penna sul campo (al raduno mancano ormai solo due giorni), l’Artiglio inizia a farlo da questa intervista: passato, presente, futuro, programmi, appelli, sogni ed emozioni di un uomo che ama la pallacanestro. Cui chiedere un altro miracolo: un’altra salvezza. «E io non ho paura». È giunta a metà strada la sua prima estate di lavoro varesina: facciamo un bilancio, coach? Il bilancio è indubbiamente positivo, soprattutto dal punto di vista umano. Ho lavorato con un gruppo di lavoro collaudato: Jemoli, Diamante, Bulleri e Armenise sono tutti ragazzi che già avevo avuto modo di apprezzare per le loro qualità. E lo stesso discorso vale per Claudio Coldebella e Toto Bulgheroni. Il punto è che quando ci sono stima e rispetto reciproco ogni incontro di lavoro non rimane asettico, diventando invece piacevole e costruttivo. Il tempo trascorso (che sia in ufficio, al telefono o sul parquet) e la fatica non pesano in queste condizioni: è la stessa cosa che dicevo ai miei giocatori verso la fine dello scorso campionato. Come si forma una squadra? Come si “fa” il mercato? Per i tifosi potrebbe essere curioso saperlo… Scouting, confronti e scambio di idee, immaginando il gruppo che sarà, come potrà giocare e in quale modo esaltare le caratteristiche dei singoli. Dei quali si valutano sia le attitudini tecniche che quelle caratteriali. All’inizio è più facile, nel senso che puoi permetterti di fare valutazioni quasi esclusivamente individuali, poi però il discorso cambia: il mercato diventa un puzzle i cui pezzi giusti vanno cercati con attenzione. Non serve il giocatore più bravo in assoluto (posto che il giocatore perfetto, se esiste, è irraggiungibile perché costa e gioca o in Nba o in Eurolega): serve quello che si incastra meglio. … e che abbia motivazioni particolari, visto che Varese non è economicamente in grado di coprire d’oro nessuno e non può garantire ribalte continentali… Anche questo è da spiegare. Abbiamo scelto giocatori non a digiuno di esperienza europea e in una fase ascendente della carriera, con la voglia di misurarsi in un campionato competitivo come quello italiano e soprattutto di migliorare il proprio status. Il beneficio cercato è duplice: immediato, per noi e per l’annata che ci aspetta; futuro, per loro, che realizzandosi a Varese possono accrescere le loro aspirazioni, anche economiche. Abbiamo parlato con tutti e con tutti abbiamo usato questo argomento. Come mettere sul parquet chi ha detto di sì a queste premesse? Cercheremo una pallacanestro di mentalità, aggressiva, con una forte attitudine difensiva. Sarà l’unico modo per colmare il gap fisico e tecnico con le altre squadre: se le affronteremo a viso aperto saremo più deboli e non c’è offesa per nessuno ad ammetterlo. La chiave per noi sarà la determinazione, da applicare in difesa, a rimbalzo e nella ricerca di un imprescindibile gioco veloce. Come si arriva a questo obiettivo? Come verrà impostato il lavoro nel precampionato? La pallacanestro è abitudine e ripetizione: ciò che fai bene durante la settimana riesci a farlo anche in partita. Quindi sarà fondamentale insistere fin da subito su quegli esercizi che sono in grado di sviluppare le caratteristiche che cerchiamo. E poi ci sono i video, altrettanto fondamentali. Avete presente il derby di ritorno contro Cantù della scorsa stagione? Li abbiamo battuti con anticipi sulle rimesse, rimbalzi e contropiede. Dietro c’era un lavoro di studio delle caratteristiche avversarie che ha coinvolto i giocatori, preliminare agli esercizi sul campo. Il precampionato sarà importante anche perché sarà pieno di verifiche: le amichevoli ci diranno se siamo sulla strada giusta o meno. Andiamo per un attimo sui singoli. Di Hollis si conoscono pregi e difetti, Cain ed Okoye sono due giocatori che cercano il salto dopo aver reso molto bene nella serie A2 italiana, Wells viene da solidi campionati in Germania: la vera incognita del quintetto, sinceramente, pare la guardia Antabia Waller… Beh, consideriamo che Waller viene sì da un campionato minore come quello montenegrino, ma ha anche avuto la possibilità di giocare in un torneo competitivo come la Lega Adriatica, contro squadre di Eurolega e di Eurocup. E ha dimostrato di essere un ottimo tiratore: se sai fare canestro, lo sai fare dappertutto. La vera incognita è quella di capire come si adatterà a una fisicità più marcata come quella della Serie A e a pressioni mentali più forti. Questo discorso, però, vale davvero per tutti: per tutti quelli che si presentano per la prima volta in Italia e per tutte le squadre che ripartono dai nastri di partenza completamente nuove. Ogni g.m, ogni allenatore pensa di aver fatto bene sul mercato, ma quello che conta è la prova del campo: ci sono squadre che nascono quasi da sole, con i giocatori che si “annusano” fin da subito, prodotto di una miscela quasi magica; altre, invece, hanno bisogno di tanto sudore e applicazione. Vedremo cosa sarà questa Varese: di certo le incognite sono tante. Gli italiani: a Matteo Tambone, 23 anni, spetterà il non facile compito del regista di riserva… Io mi aspetto molto da lui e penso che la fiducia non sarà mal riposta. Per la verità mi aspetto molto da tutta la mia panchina: chi per un motivo, chi per un altro, ogni giocatore avrà la chance di ritagliarsi spazi importanti. Ho incontrato Avramovic alla Basket Fest a luglio e l’ho visto molto motivato nel continuare il percorso di crescita iniziato lo scorso anno. Avrà un vantaggio: conosce già il mio metodo e sa cosa deve fare. Lo stesso vale per Giancarlo Ferrero. E Pelle? Non si spengono le voci che lo vorrebbero lontano dal Sacro Monte… Lo voglio guardare in faccia, appena ci sarà la prima occasione. E ci voglio “leggere” quella voglia e quella convinzione che l’anno scorso mi hanno fatto ben sperare. Mi auguro che chi gli sta vicino lo sappia consigliare nel modo giusto: è ancora molto giovane e a quell’età è un attimo prendere strade sbagliate. Se in tre mesi non gli è arrivata nessuna vera offerta, significa che al suo percorso di crescita manca ancora qualcosa: per lui Varese è il posto adatto per colmare questa mancanza. Salvezza: chi lotterà contro la Openjobmetis? Le solite tre e quattro squadre, quelle che se la sono giocata anche l’anno scorso. Tutte, compreso Varese, hanno cambiato moltissimo: sarà una lotta lunga, da combattere con il coltello tra i denti. Si salverà chi riuscirà a rimanere lucido di testa. Ricordiamoci tutti dov’era Varese il lunedì della partita contro Pistoia: ultima, da sola. Dovremo essere pronti a tutto e non lasciarci sorprendere da niente. Quanta voglia ha di tornare sul parquet, coach? Tanta. Ma più che la mancanza del campo, ciò che mi stuzzica è la curiosità. Ho voglia di vedere i giocatori che abbiamo scelto, di passare dalla teoria alla pratica. Uno può essere anche il migliore degli scout, ma finché non conosci un atleta (ovvero: lo alleni) sei solo all’inizio dell’opera. Non vedo l’ora di scoprire le loro caratteristiche, le loro virtù nascoste, di misurare la loro capacità di ascoltare, di prendersi delle responsabilità ma anche di saper diventare gregari quando serve. Non vedo l’ora, anche, di poter capire come aiutarli. La Pallacanestro Varese che arriva dal pieno di una grave crisi economica ha trovato in lei una sorta di esempio di morigeratezza contrattuale: a dicembre 2016 ha firmato al minimo possibile, quest’anno il suo stipendio sarà un po’ più alto ma non certo al livello di tanti altri colleghi. I soldi non sono importanti per lei, Caja? Ognuno nella propria vita fa delle scelte, che dipendono necessariamente dalle predilezioni di un determinato momento. Per me, oggi come oggi, conta la possibilità di lavorare con persone valide e di farlo in un ambiente motivante come lo è la Varese della pallacanestro. Qui ci sono tifosi veri, generosi, che sono stati capaci di stare vicino alla squadra anche nei momenti più duri dello scorso anno, quando continuavamo a perdere: ci hanno aiutato a non perdere la serenità. Vedere che a ogni allenamento della settimana c’è gente che viene a sostenerti e potersi relazionare con soggetti competenti, fedeli e appassionati è un privilegio che vale più di un contratto a tanti zeri, almeno in questo momento della mia carriera. Piuttosto sento il dovere di ripagare chi impegna tempo e soldi per seguirci e su questo tasto spingerò molto anche con i giocatori. Cosa dirà ai nuovi (cioè a quasi tutta la squadra…)? Che qui c’è gente che vuole solo una cosa: dei combattenti. Nessuno pretende che si vincano tutte le partite, ma un determinato atteggiamento sarà fondamentale. Confido molto anche in Giancarlo Ferrero: mi darà una mano nel far passare il giusto messaggio. I tifosi sono gli unici depositari del “marchio” Varese: vige l’obbligo di rispettarli. Se tu li rispetti, loro ti aiutano. E noi avremo bisogno di una bella atmosfera nella nostra casa di Masnago per raggiungere la salvezza. Pavia 1992, Varese 2017: sono venticinque anni esatti che fa il capo allenatore. Andato bene il viaggio? Di più, è stato ottimo. E sono orgoglioso di tagliare un traguardo del genere. Sono stato retribuito per realizzare la mia passione: non penso che capiti a tutti, così come non capita a tutti di partire con dei sogni e realizzarli nel percorso. Ci vuole fortuna, quella di essere nel posto giusto al momento giusto, ma bisogna anche meritarselo: e io penso di essermelo meritato. Il segreto è imparare dagli errori, dagli alti e bassi della vita, migliorandosi con il tempo: ritengo di essere stato in grado di farlo. Che mestiere faceva prima di diventare allenatore? Facevo il rilevatore tributario per il Comune di Pavia. Per cinque anni, dai 21 ai 26, andavo al lavoro al mattino e allenavo le giovanili al pomeriggio, poi mi sono licenziato dal posto fisso e ho rischiato per inseguire solo il basket. Sono stato l’assistente di Arnaldo Taurisano e Tonino Zorzi, poi sono diventato capo-allenatore. E’ andata bene. Caja, lei lo sa che quest’anno sarà dura, tanto, anche per lei? Dopo due brillanti salvezze conquistate quando tanto (e l’anno scorso praticamente quasi tutto…) sembrava perso, i tifosi biancorossi la amano e i dirigenti hanno piena fiducia in lei. Ma la memoria, nello sport, può essere cortissima: lo diceva anche lei ai suoi giocatori dopo la striscia vincente dell’ultima parte dello scorso campionato… La verità è che una regola non esiste: la memoria può essere lunghissima o cortissima. E vale in assoluto l’esempio di Claudio Ranieri nel calcio: dopo aver vinto un titolo impensabile con il Leicester è stato cacciato via. Comunque sì, lo so. So che ci saranno delle difficoltà, conosco il lavoro che faccio e le sue “regole” e so anche che gli allenatori a Varese negli ultimi tempi non sono durati moltissimo (ne sono cambiati sei in quattro anni, effettivamente… ndr). Ma non sono per nulla spaventato. Venticinque anni di carriera non ti portano solo a perdere i capelli e a mettere gli occhiali: ho acquistato una tranquillità che mi permette di andare avanti. Si può avere paura di una visita in ospedale, non di una stagione di pallacanestro. Fabio Gandini
  6. Chiusa la campagna acquisti per i giocatori, la Pallacanestro Varese apre quella per gli sponsor. Priorità assoluta per la società di piazza Monte Grappa la ricerca di nuovi compagni di viaggio in cerca di visibilità sulle divise biancorosse. A meno di colpi di scena dell'ultima ora, saranno solo due - Openjobmetis e Cimberio - gli sponsor di maglia con cui la formazione di Attilio Caja inizierà la stagione 2017-18. Cinque, invece, gli spazi liberi tra canotta e pantaloncini. Il nulla di fatto con Teva - probabilmente legato anche alla prossima scadenza del mandato dell' a.d. della divisione Italia, Hubert Puech, storicamente molto legato ai colori biancorossi - lascia un vuoto pesante da col- mare. La multinazionale del settore farmaceutico dava un contributo sostanzioso (poco più di 300mila euro, il 20% dei quali riservato al settore giovanile) alla causa di Varese. Che negli ultimi 4 anni ha progressivamente ridotto i ricavi dalle sponsorizzazioni principali: nel 2012-13 gli sponsor di maglia fruttarono circa 1,6 milioni di euro, ora - pur con tanti contatti aperti che il settore marketing e lo stesso d.g. Claudio Coldebella dovranno approfondire a settembre - il 2017-18 inizia con poco più di 500mila euro. E proprio questo il comparto "in sofferenza": da qui la necessità di ridurre il budget dai 5,2 milioni dell'anno degli "Indimenticabili" (che produsse però oltre 1,2 milioni lordi di introiti al botteghino) ai circa 4 della stagione alle porte. Si è ridotto l'appeal del brand Pallacanestro Varese per i risultati negativi delle ultime 4 stagioni? La lenta ma progressiva crescita del consorzio (sceso a poco dìù di 40 soci nel 2014. ora siamo oltre quota 55) dà segnali contrari. Tra i problemi più importanti c'è invece l'appeal relativo del "prodotto basket": manca la capacità di "fare sistema" della Lega Basket come quando negli anni '80 e '90 la generazione di proprietari, tra i quali loto Bulgheroni era un esponente di spicco, aveva creato un sistema di regole capace di attirare i marchi della grande distribuzione. E poi c'è l'indotto del territorio che è diverso dai tempi della grande Ignis, ma anche di altri marchi fortemente varesini - Cagiva, DiVarese, Ranger e i membri dell'impresa sportiva antesignana del consorzio creata da Edo Bulgheroni per i Roosters - che rende più facile trovare consorziati a cinque cifre rispetto a sponsor di maglia da 6 cifre. L'estate 2017 ha portato però tre novità positive che fanno ben sperare. La prima è rappresentata da Gianfranco Ponti e dal suo portafoglio di contatti internazionali che potrebbe aprire porte nuove e diverse dai canali battuti finora. La seconda è la novità della fruibilità via streaming della serie A grazie al nuovo accordo con Discovery Channel tramite il portale Eurosport. che aumenterà la visibilità e di conseguenza l'appetibilità per gli sponsor del "prodotto-basket". La terza è il nuovo tabellone a cubo in arrivo a Masnago entro la fine dell' anno che aumenterà quantità e qualità degli spazi pubblicitari al PalA2A. invertire l'attuale trend negativo è indispensabile per costruire una Varese più ambiziosa. Giuseppe Sciascia
  7. Fabrizio Fiorini non sarà più l’amministratore delegato della Pallacanestro Varese. La notizia delle dimissioni, che sarebbero state date dall’imprenditore milanese già alcune settimane fa, è circolata nelle ultime ore, sebbene non abbia trovato la conferma diretta dell’interessato nella giornata di ieri. Quel che è certo è che Fiorini dovrà comunque rimanere in carica almeno fino al prossimo 1 settembre, giorno in cui è stato convocato il consiglio d’amministrazione di piazza Monte Grappa, unico organo deputato a ratificare l’addio. Se le suddette intenzioni venissero conclamate, per la società si aprirebbe il problema della successione in un ruolo delicato e di primaria importanza, soprattutto nei mala tempora attuali caratterizzati da una non semplice situazione economico-finanziaria. Fiorini, 50 anni, di Bresso, era entrato in carica al termine della stagione agonistica 2015/2016, a conclusione dell’era da presidente di Stefano Coppa e in corrispondenza dell’insediamento del nuovo cda biancorosso, composto da lui, Toto Bulgheroni, Riccardo Polinelli, Monica Salvestrin e Marco Vittorelli (attuale presidente). Già consorziato da diversi anni (nonché consigliere d’amministrazione dello stesso Varese nel Cuore, carica che dovrebbe mantenere anche in futuro) da allora si era messo gratuitamente a servizio della causa in uno dei momenti più difficili della settantennale storia societaria, caratterizzato dalla necessità di fronteggiare un buco di bilancio (eredità del recente passato) superiore agli 800 mila euro e di prendere conseguenti e complicate scelte gestionali al fine di mantenere in vita la Pallacanestro Varese. Nulla si sa, al momento, sulle motivazioni delle dimissioni. Fiorini negli ultimi giorni ha continuato a lavorare in piazza Monte Grappa, per garantire la continuità societaria anche nel mese di agosto. Fabio Gandini
  8. Matteo Laganà ha scelto Capo d'Orlando. Niente colpo finale per il mercato di Varese: il 17enne talento Calabro ha preferito la soluzione logisticamente più comoda rispetto ad una nuova avventura in Lombardia dopo la stagione 2016-17 disputata a Milano. L'atleta del 2000 firmerà un accordo quadriennale con la Betaland, che nel 2017-18 lo utilizzerà come terzo playmaker dietro all'americano Talton e allo slovacco Ihring, dandogli spazio di gioco nella società satellite Agatirno militante in C Silver. L'alternativa Varese, che a sua volta proponeva un accordo pluriennale con doppio tesseramento per la prossima stagione con la Coelsanus in serie B, è stata presa in seria considerazione fino all'ultimo, ma alla fine la possibilità di riavvicinarsi a casa ha giocato un ruolo decisivo nella scelta della famiglia dell' atleta. Al momento non sono previsti ulteriori innesti nel roster biancorosso che comunque sarebbe al completo se Manuel Rossi dovesse sciogliere l'attuale riserva ed accettare il contratto biennale che la società gli aveva proposto due settimane fa. La situazione è in stallo: il 19enne playmaker nato cestisticamente alla Valceresio preferirebbe giocare da protagonista nelle Minors (era un obiettivo primario della Coelsanus che però si è ritirata in buon ordine quando la Pall.Varese ha inserito l'atleta del 1997 nei suoi piani), se però non firmerà il contratto accettando il ruolo da undicesimo in serie A, rischia di restare ai box per tutta la stagione fino allo svincolo automatico l'1 luglio del prossimo anno. L'unica alternativa è che Varese valuti la possibilità di aggregare un ospite per il ritiro e la prima parte del precampionato, pescando tra i giocatori senza contratto come era accaduto lo scorso anno con Massimo Bulleri (e per qualche settimana anche Stefano Borsato). Ma non sembrano esserci le condizioni per un'aggiunta "extra": l'operazione Laganà avrebbe rappresentato un investimento interessante in ottica futura a costi inizialmente limitati, un undicesimo giocatore senior rischierebbe di "erodere" il tesoretto (circa 70mila euro sugli 800mila ipotizzati inizialmente come monte stipendi netto) da conservare in caso di necessità per evitare extrabudget a stagione in corso. Intanto continuano le chiamate di allenatori stranieri ad Attilio Caja in cerca di notizie sul conto di O.D. Anosike ed Eric Mavnor: l'ultimo a farsi vivo è stato Eric Elfassi, coach dell'Ironi Nahariya del campionato israeliano, intessato sia al centro nigeriano che al play statunitense. Il lungo del 1991 resta comunque in corsa per tutte e quattro le situazioni aperte in serie A di squadre in caccia del centro titolare. Però Capo d'Orlando e Brindisi (dove peraltro è già stato nella seconda metà del 2014-15) hanno risorse troppo limitate, Cremona lo valuta ma Meo Sacchetti preferirebbe un lungo più atletico, e alla Virtus Bologna è considerato un profilo in subordine a quello di altri elementi dal pedigree più importante (a partire da Joey Dorsey, che dopo aver iniziato la stagione 2016-17 al Barcellona ha chiuso in Turchia al Best Balikesir retrocedendo in seconda lega). Giuseppe Sciascia
  9. Si avvicina il giorno dell’inizio, dell’arrivo dei giocatori, del via ufficiale della stagione che verrà, con le aspettative e con le ansie che indubbiamente si porta dietro. Il giorno del ritrovo è stato fissato per il 16 agosto, a Varese, data nella quale arriverà la maggior parte del roster per prendere inizialmente contatto con la nuova realtà biancorossa. Tante sono le novità, solo tre le conferme: Ferrero, il capitano, Avramovic e Pelle, che sarà l’unico ad unirsi ai compagni qualche giorno in ritardo. Il caraibico, confermato dopo la scadenza per il versamento del buyout, ha infatti ottenuto la cittadinanza libanese e con la nazionale del Libano parteciperà alla Fiba Asia Cup 2017, manifestazione che si chiuderà il 20 agosto. Pelle sarà l’unico dispensato a raggiungere il gruppo a ritiro cominciato. La stragrande maggioranza degli altri atterrerà a Varese il 16 agosto, ad eccezione di Cameron Wells, che dovrebbe arrivare nella Città Giardino con un paio di giorni di anticipo, presumibilmente il 14 agosto: questo perché, a differenza degli altri americani, arriverà da Francoforte e non dagli States. Il giorno 17 sono previste le visite mediche al Campus per tutti i nuovi arrivi stranieri, mentre gli italiani si sono già portati avanti durante il mese scorso: tutto fatto per Matteo Tambone, manca ancora qualcosa per Nicola Natali, così come per Giancarlo Ferrero che tornerà a Varese prima del raduno per ottenere l’idoneità sportiva. Diversamente dagli altri anni, cambia la “schedulatura” della prima settimana di lavoro: il ritiro di Chiavenna inizierà immediatamente, il 18 agosto con partenza al mattino, motivo per cui non ci sarà alcun allenamento in città fino a fine mese. La partenza per Chiavenna, come scritto, è prevista per il mattino del 18, di modo da poter svolgere una prima seduta di allenamento già al primo giorno. Al momento, ma è facile che la società cambi programma, non è previsto un momento di contatto tra la squadra ed i tifosi prima della partenza per Chiavenna. Il ritiro si concluderà il 26 agosto con l’amichevole contro il Sam Massagno. La prima amichevole casalinga, in cui i tifosi potranno ammirare la squadra al PalA2A, è fissata per martedì 19 o mercoledì 20 settembre contro un’avversaria ancora da definire. Quest’anno non è previsto l’appuntamento con il Trofeo dei Consorzi, che a differenza della stagione scorsa (disputato a Varese) non sarà organizzato. Alberto Coriele
  10. Passi avanti sul fronte Matteo Laganà sull'asse Pallacanestro Varese e Robur et Fides. L'operazione per portare in biancorosso il 17enne talento di Reggio Calabria - tra i tre italiani della sua annata convocati al camp Basketball Without Borders in programma da 13 al 16 agosto in Israele - procede con tutte le difficoltà del caso legate ad un'atleta ancora minorenne. Non c'è fumata bianca definitiva: da risolvere i problemi extratecnici - leggi sistemazione logistica e scolastica - legati alla sistemazione della guardia che nel 2016-17 ha assaggiato il basket senior in serie B all' Urania Milano. Però il dialogo tra Attilio Caja e Cecco Vescovi - dopo quello dei vertici societari che ha coinvolto Claudio Coldebella e Claudio Corti - ha messo le basi per la possibile condivisione delle prestazioni del giocatore nel suo eventuale primo anno di militanza sotto le Prealpi. La bozza di intesa tra le parti prevede che l'atleta del 2000 possa allenarsi principalmente con la serie A, svolgendo comunque le sedute con la Coelsanus - che lavora al Campus, a 200 metti dal PalA2A - dopo aver concluso gli impegni con Attilio Caja. In caso di concomitanza tra le partite delle rispettive prime squadre, sarebbe la Robur ad avere la precedenza per l'utilizzo di Laganà: l'idea sarebbe quella di sfruttare la disponibilità della serie B gialloblù per far maturare esperienze significative al 17enne prospetto visto in azzurro agli Europei Under 16 dell'anno scorso. Una full immersion cestistica di 12 mesi per un programma pluriennale di crescita di un giocatore che in ottica futura potrebbe rappresentare un investimento interessante per la serie A. Certo il ruolo di Laganà non è troppo diverso da quello del prodotto nostrano Parravicini, ma memori di quando Gianluca Basile venne scartato nel lontano 1995 al provino con Varese perché nel suo ruolo c'era già Andrea Meneghin, quando si parla di talento e futuribilità è sempre meglio non farsi scappare opportunità ghiotte come quella che potrebbe scaturire dall'operazione Laganà. Che è l'ultima in sospeso in un mercato estivo chiuso in largo anticipo rispetto alle ultime 4 stagioni. Ora la società è già al lavoro per gli aspetti operativi - logistica e visti - dello sbarco dei giocatori della stagione 2017-18: il calendario degli arrivi sarà inaugurato da Cameron Wells, che arriverà in città domenica 13 agosto anticipando la procedura di "acclimatamento" rispetto al primo appuntamento di mercoledì 16. L'unico ritardatario sarà Norvel Pelle, che si aggregherà direttamente a Chiavenna dal 22 agosto dopo aver esaurito gli impegni con la maglia del Libano. Inoltre c'è il punto interrogativo su Matteo Parravicini: il 16enne prospetto del vivaio convocato per il ritiro di Chiavenna, da ieri è a Roma a giocarsi un posto per gli Europei Under 16. Varese ha comunque convocato a Chiavenna Gianmarco De Vita, la 20enne ala piccola che nelle ultime due stagioni si era allenato con la serie A: l'atleta del 1997 svolgerà il ritiro in provincia di Sondrio e poi si unirà ad Oleggio agli ex compagni delle giovanili Matteo Lo Biondo e Marco Calzavara. Giuseppe Sciascia
  11. Un acquisto ufficiale e uno virtuale per completare il parco stranieri della Pallacanestro Varese. Ieri la società di piazza Monte Grappa ha formalizzato l'ingaggio di Damian Hollis, comunicando l'accordo annuale raggiunto con il 29enne atleta di passaporto ungherese scelto, dopo il no di Christian Eyenga, per completare il roster con un tocco di qualità nello spot di ala forte. Ma da ieri anche Norvel Pelle si può considerare a tutti gli effetti un atleta della Pallacanestro Varese per la stagione 2017-18; è scaduta alle 24 di martedì la clausola d'uscita a pagamento per NBA, coppe europee, VTB League e Cina inserita nel contratto biennale firmato a luglio 2016. La scelta di Hollis è stata ulteriormente "benedetta" da Attilio Caja, che illustra così le ragioni dell'ingaggio del giocatore del 1988, alla sua seconda esperienza in A dopo la parentesi del 2014-15 a Cantù e che vanta però un pàlmares ricco di vittorie (scudetto e coppa in Ungheria e Portogallo, Coppa Italia di A2 a Biella nel 2013-14 e promozione in A con Brescia nel 2015-16). «Si tratta di un atleta dotato di grandi qualità tecniche che, con il lavoro quotidiano e le motivazioni, sarà in grado di fare un campionato di Serie A all'altezza. Grazie al suo talento offensivo e ai miglioramenti ottenuti con le esperienze maturate in questi anni, tra l'A2 vinta a Brescia e il campionato portoghese vinto al Benfica dove ha disputato una positiva FIBA Europe Cup, ci potrà dare una mano. Come ha già dimostrato in passato siamo convinti che potrà fare bene in Italia». La conferma di Pelle, miglior stoppatore della serie A 2016-17, è invece automatica alla luce dell'impossibilità di eventuali acquirenti di "strappare" dietro versamento di un buyout il centro di Antigua alla società di piazza Monte Grappa. L'atleta del 1993 è stato uomo-mercato a giugno, quando prima Sassari e poi Avellino - ma anche vari club esteri - avevano sondato i suoi agenti. I 75mila euro della clausola rescissoria avevano però dissuaso tutti i potenziali acquirenti. A dire il vero, la Sidigas ci aveva rifatto un pensierino dopo metà luglio, ma il ricordo dell'esperienza di 4 anni fa per il buyout di Frank Vitucci ha indotto la proprietà irpina a spegnere qualsiasi ipotesi di trattativa con il club di piazza Monte Grappa. Nel frattempo Pelle ha appreso che nella Varese 2017-18 avrebbe fatto coppia con un lungo meno interno rispetto a O.D. Anosike col quale aveva diviso i minuti (24 per il nigeriano e 16 per il carabico) nel 2016-17: la possibilità di avere più spazi dietro e a fianco di Cain ha contribuito a convincere l'atleta del 1993 a sfruttare la chance del secondo anno di apprendistato dopo gli esiti positivi della cura-Caja su un atleta ancora acerbo sul piano tecnico. Di certo gli sarà utile la full immersion cestistica al quale si è sottoposto in questi mesi: Pelle ha provato a strappare un posto in NBA con diversi workout a giugno, poi si è allenato con i Miami Heat disputando le Summer Leagues di Orlando e Las Vegas. Infine l'esperienza con il Libano, che gli ha conferito la "nazionalità sportiva" per aggiungerlo alla Nazionale che disputerà in casa l'Asia Cup in programma dall' 8 al 20 agosto a Beirut. L'atleta del 1993 è atteso a Chiavenna il 22 agosto, di certo però Caja potrà contare su un giocatore già in forma fisica, ma soprattutto maturato dalle esperienze di gioco di questa estate di superlavoro. Giuseppe Sciascia
  12. Ora è ufficiale: Damian Hollis è un nuovo giocatore della Openjobmetis Varese, e anche il tassello che chiude la campagna acquisti, perlomeno per quanto riguarda le rotazioni principali. Dopo le conferme di Ferrero, Avramovic e Pelle, sono arrivati Okoye, Waller, Wells, Tambone, Natali, Cain e appunto Hollis. Il roster, al netto di alcuni innesti di giovani, è al completo e questa sarà la squadra che ammireremo nella prossima stagione. Hollis ha firmato, così come Cain e differentemente dal resto dei compagni, un contratto di una sola stagione. Dopo il no di Eyenga, che ha firmato in Spagna con il Fuenlabrada, arriva l’ala americana con passaporto ungherese, reduce da una buona stagione con il Benfica, con cui ha anche affrontato Varese nei preliminari della scorsa Fiba Champions League. Nato il 19 agosto 1988, e perciò vicino a compiere 29 anni, si è formato presso la George Washington University: concluso l’apprendistato negli States, è sbarcato in Europa vestendo dapprima la maglia dei belgi del Viviers-Pepinstar, spostandosi poi in Ungheria, dove ha anche ottenuto il passaporto da comunitario: tre stagioni all’Alba Fehérvár, con cui vince coppa e campionato ungherese, poi lo sbarco in Italia. Prima a Biella, nel 2013 in DNA Gold, con una stagione da 18 punti e 6,5 rimbalzi di media, poi Cantù nel 2014/2015 (5,5 punti, 3,9 rimbalzi in campionato; 8 punti e 3,4 rimbalzi in Eurocup). Dopo una parentesi in Grecia con l’AGO Rethymo, torna in Italia a Brescia, dove contribuisce da protagonista alla promozione in Serie A, con cifre importanti: 17 punti e 7,5 rimbalzi con il 55% da 2 e il 39% da 3. Si guadagna la chiamata del Benfica, con cui vince il campionato portoghese (14 punti e 5,6 rimbalzi), e partecipa prima alla qualificazione alla FIBA Basketball Champions League contro Varese (16 punti e 7,5 rimbalzi) e quindi alla FIBA Europe Cup dopo l’eliminazione al preliminare (17,6 punti e 5,7 rimbalzi). Soddisfatto Attilio Caja per la firma di Hollis, dopo la delusione per aver perso Eyenga: «È un ragazzo che abbiamo seguito con attenzione e che la scorsa stagione, con la maglia del Benfica, ha fatto bene sia in campionato sia in FIBA Europe Cup. Inoltre due anni fa a Brescia in Serie A2 ha giocato un campionato importante, risultando decisivo per la Leonessa. Si tratta di un atleta dotato di grandi qualità tecniche che, con il lavoro quotidiano e le motivazioni, sarà in grado di fare un campionato di Serie A all’altezza. Con le esperienze maturate in questi anni ci potrà dare una mano. Come ha già dimostrato in passato siamo convinti che potrà fare bene in Italia». Alberto Coriele
  13. Nella tarda mattinata di oggi, lunedì 31 luglio 2017, la Lega Basket ha diramato il calendario della Serie A Poste Mobile 2017/18 che prenderà ufficialmente il via domenica 1 ottobre. I biancorossi di coach Attilio Caja faranno il loro esordio casalingo contro i Campioni d’Italia dell’Umana Reyer Venezia. Alla seconda giornata è già tempo di derby con la Openjobmetis di scena al Mediolanum Forum contro l’EA7 Emporio Armani Milano. Alla terza di andata il secondo derby della stagione con Varese che ospiterà al PALA2A la Red October Cantù. Subito dopo a Brescia quindi doppio turno casalingo alla quinta e alla sesta di campionato rispettivamente contro Pistoia e Trento. Poi ad Avellino e subito dopo in casa contro Sassari. Alla nona i biancorossi di coach Attilio Caja giocheranno a Pesaro mentre alla decima sarà il turno di Capo D’Orlando al PALA2A. Undicesima in trasferta a Reggio Emilia. Il 26 dicembre partita natalizia in casa contro Bologna mentre il 2 gennaio prima trasferta del 2018 a Brindisi. Penultima giornata di andata a Cremona quindi ultima in casa contro Torino. Il girone di andata si chiuderà il 14 gennaio con l’assegnazione degli 8 posti per l’accesso alla Coppa Italia in programma dal 15 al 18 febbraio. La stagione regolare terminerà invece mercoledì 9 maggio mentre i playoff partiranno sabato 12 maggio. Ecco il commento di coach Attilio Caja sul calendario 2017/18 della Openjobmetis Varese: «Si tratta di un inizio difficile ma altrettanto stimolante. Cercheremo di lavorare al meglio fin da subito per farci trovare pronti, insieme ai nostri tifosi, in vista dell’inizio della nuova stagione che ci propone delle sfide affascinanti». Il calendario della Pallacanestro Varese: Girone d’Andata 1° Giornata 01/10/2017 Varese - Venezia 2° Giornata 08/10/2017 Milano - Varese 3° Giornata 15/10/2017 Varese - Cantù 4° Giornata 22/10/2017 Brescia - Varese 5° Giornata 29/10/2017 Varese - Pistoia 6° Giornata 05/11/2017 Varese - Trento 7° Giornata 12/11/2017 Avellino - Varese 8° Giornata 19/11/2017 Varese - Sassari 9° Giornata 03/12/2017 Pesaro - Varese 10° Giornata 10/12/2017 Varese - Capo d’Orlando 11° Giornata 17/12/2017 Reggio Emilia - Varese 12° Giornata 26/12/2017 Varese - Virtus Bologna 13° Giornata 02/01/2018 Brindisi - Varese 14° Giornata 07/01/2018 Cremona - Varese 15° Giornata 14/01/2018 Varese - Torino Girone di Ritorno 16° Giornata 21/01/2018 Venezia - Varese 17° Giornata 28/01/2018 Varese - Milano 18° Giornata 04/02/2018 Cantù - Varese 19° Giornata 11/02/2018 Varese - Brescia 20° Giornata 04/03/2018 Pistoia - Varese 21° Giornata 11/03/2018 Trento - Varese 22° Giornata 18/03/2018 Varese - Avellino 23° Giornata 25/03/2018 Sassari - Varese 24° Giornata 31/03/2018 Varese - Pesaro 25° Giornata 08/04/2018 Capo d’Orlando - Varese 26° Giornata 15/04/2018 Varese - Reggio Emilia 27° Giornata 22/04/2018 Virtus Bologna - Varese 28 Giornata 29/04/2018 Varese - Brindisi 29° Giornata 06/05/2018 Varese - Cremona 30° Giornata 09/05/2018 Torino - Varese
  14. Matteo Bonetti racconta Dannali Hollis. Il patron della Leonessa Brescia, ultima tappa italiana del giocatore che Varese ha scelto per completare il nuovo roster, racconta pregi e difetti della 29enne ala forte di passaporto ungherese per il quale ha maturato una forte predilezione nel 2015/'16. «Damian è un giocatore super: ha grande talento, è fortissimo nell'1 contro 1 ed è un buon tiratore frontale. Sul campo è un'ala forte di alto livello, che ha bisogno dell'ambiente giusto per rendere al meglio. Fuori del campo è un ragazzo molto intelligente e molto generoso: gira con il suo cane Onyx al quale è legatissimo ed è una persona molto sensibile che nel Giorno del Ringraziamento (festività alla quale gli statunitensi sono legatissimi - ndr) organizza una cena col tradizionale tacchino per i bambini di un'associazione segnalatagli dalla società. Quando è stato da noi ha cucinato personalmente per 30 persone». Talento indiscutibile con tanto di partecipazione ai Mondiali U19 del 2007 rappresentando gli Stati Uniti, che però non ha mai sfondato ad alto livello: come se lo spiega? «Avendo origini giamaicane, ha uno spirito caraibico, con lui bisogna essere chiari sui ruoli: se lo metti in competizione con un altro elemento tende a sedersi. Ma quando la posta si alza, egli alza il livello del gioco: nelle finali contro la Fortitudo Bologna è stato l'MVP assoluto al culmine di playoff super. In difesa è molto scaltro, sembra non si danni l'anima ma in realtà non è così: di sicuro non è un agonista ma più un esteta del basket». Per quale motivo Brescia non lo ha confermato la scorsa estate? «La prima richiesta economica era decisamente superiore alle nostre possibilità, poi in realtà nell'ossatura di una squadra con un playmaker come Luca Vitali ci serviva un giocatore dalle caratteristiche differenti, infatti scegliemmo un "professore" con spiccate doti balistiche come Marcus Landry. Però ne conservo un ottimo ricordo: per me Damian è come un figlio ed è un giocatore che prenderei sempre». Secondo lei, Hollis può essere un giocatore in grado di fare la differenza anche in A? «A me piace tantissimo perché ha un talento incredibile; certo ci vuole il giusto contesto per esaltarne le qualità e sono convinto che anche in serie A possa fare molto bene. Di sicuro deve avere ben chiaro il suo ruolo da protagonista; inoltre va supportato senza farsi ingannare da un linguaggio del corpo che apparentemente può sembrare indolente. In realtà non è così, ma a Brescia all'inizio della stagione c'era qualcuno che lo criticava. Alla distanza ho avuto ragione io e ci ha portato in serie A...». Come giudica la convivenza tra Hollis e il suo vecchio avversario Attilio Caja (Bonetti sfidò più volte l'attuale tecnico di Varese quando guidava le giovanili della JuVi Cremona nei primi anni '90 - ndr)? «Se saprà prendere Damian per il verso giusto, Varese avrà trovato un fenomeno. Non sarà facile perché Attilio impronta il suo modo di allenare sul lavoro, ma Hollis è un giocatore capace di risolvere da solo le difficoltà dell'attacco e che può risultare immarcabile con la sua duttilità. Certo, toccherà anche a lui farsi trovare pronto al livello della serie A: molto dipenderà pure dalla capacità dei compagni, e in particolare del playmaker, di servirlo nei modi e con i tempi giusti». Giuseppe Sciascia
  15. Presente, passato e previsioni future illustrate ai consorziati di Varese nel Cuore, nel corso di un'assemblea - tenutasi ieri al PalA2A - cui hanno preso parte circa una trentina di piccoli proprietari. Al tavolo dei relatori il presidente del Consorzio Alberto Castelli, il direttore generale Claudio Coldebella e coach Attilio Caja, quest'ultimo chiamato a relazionare i presenti sul roster che avrà a disposizione per affrontare l'incipiente stagione agonistica. Una rosa che verrà completata con ogni probabilità da Damien Hollis, 29 anni, 203 cm di altezza e un passato italiano a Biella, Cantù e Brescia: con il giocatore naturalizzato ungherese si è arrivati allo scambio dei contratti (Varese ha già firmato) ed è possibile che venga annunciato ufficialmente già nei primi giorni della prossima settimana. Hollis completerà un gruppo che - come ammesso dallo stesso Coldebella davanti alla platea dei piccoli proprietari - peserà economicamente assai meno sulle casse societarie rispetto allo scorso anno, con un'erosione del monte stipendi netto di circa il 25%. Da qui l'esigenza di costruire una squadra con raziocinio e oculatezza, una formazione che punterà molte delle proprie fortune sull'asse play-pivot Wells-Cain e e sull'agonismo dei loro compagni, contando anche sul pizzico di talento offensivo fornito dall'ultimo (quasi) acquisto. In un campionato - come ha spiegato Caja - che almeno sulla carta vedrà aumentare le pretendenti alle posizioni playoff (almeno 10: lo dicono i soldi investiti dalle stesse... ), il compito di Varese - ai nastri di partenza inseribile nella fascia restante di squadre - non sarà facile, ma verrà affrontato senza paura e con grandi motivazioni, a partire da quelle di ferro proprio "dell'Artiglio". Un rammarico, se c'è, è quello di non essere riusciti a confermare alcune pedine fondamentali della scorsa stagione (tralasciando gli "impossibili" Maynor e Johnson, per tali si intendono Eyenga e Anosike), vantaggio che avrebbe permesso di ripartire dal brillante lavoro tecnico svolto negli ultimi quattro mesi del campionato 2016/2017. Nella riunione sono stati toccati anche tanti altri argomenti: l'ingresso di Gianfranco Ponti a capo del settore giovanile, i cui dettagli sono stati illustrati da Castelli che ha anche risposto alle domande dei consorziati in merito; le modifiche allo statuto di Varese nel Cuore; la questione riguardante il "cubo", struttura che entro la fine del 2017 andrà a migliorare la fruibilità del palazzetto. Di ieri anche la conferma di una notizia già riportata su queste colonne mercoledì: Norvel Pelle giocherà i campionati asiatici con il Libano dall'8 al 20 agosto. Ieri è arrivato il nulla osta di piazza Monte Grappa: Pelle si aggregherà a Varese presso il ritiro di Chiavenna. Fabio Gandini
  16. Dal campo alla panchina, nel giro di pochi mesi. A maggio, Massimo Bulleri ha dato l’addio al basket giocato, alle emozioni del campo, ma si è rimesso subito al lavoro per dare vita ad una nuova pagina della sua avventura nel mondo della pallacanestro. Come annunciato nelle settimane scorse dalla società, L’ex regista ci spiega anzitutto come è nata l’idea di entrare nello staff tecnico della Pallacanestro Varese: «Ne abbiamo parlato fin dalla stagione scorsa insieme alla società in primis, poi ad annata conclusa ne ho discusso anche con il coach. C’è stata disponibilità da parte sua, la mia c’era di sicuro, era una cosa a cui pensavo già dall’anno scorso e per cui sono particolarmente motivato». Sono giorni di riunioni tecniche, di mercato, di decisioni: insomma, giorni di lavoro in piena estate per porre le basi per la Openjobmetis che verrà. I primi passi I primi passi il “Bullo” ce li riassume così: «Mi trovo molto bene, nel senso che c’è un’ottima atmosfera tra di noi e soprattutto c’è il desiderio di far bene. Noto una grande cura del particolare e del dettaglio, da parte mia c’è da imparare giorno per giorno, secondo per secondo, sono contentissimo e soprattutto motivatissimo di poter imparare da chi fa questo mestiere da trent’anni. Ho voglia di apprendere molto nel minor tempo possibile». Manca solo una pedina a completare il roster che lo staff dovrà allenare dal 16 agosto prossimo in poi, ma le idee di Bulleri sull’impronta che tale squadra dovrà avere già c’è: «Sta nascendo un gruppo che credo e spero sia formato da gente motivata, che sceglie ed ha scelto Varese per una crescita professionale importante. Gente che ha voglia di affermarsi in un campionato valido, gente che vuole sfruttare questa occasione e questa vetrina nel modo giusto, gente che prova il campionato italiano per la prima volta. Speriamo di aver scelto giocatori che hanno desiderio ma soprattutto che hanno fame di essere qui a Varese e di giocare con questa maglia». Aleksa alla prova Dalla coppia Maynor-Bulleri alla coppia Wells-Tambone, il pacchetto playmaker a disposizione di Caja è completamente cambiato, ma Bulleri ha buona sensazioni sui nuovi arrivi: «Abbiamo a disposizione due registi di stazza, fisicamente importanti e con statura. Sotto l’aspetto tecnico li vedremo in maniera approfondita più avanti quando saranno qui con noi. Entrambi hanno scelto Varese con una forte motivazione individuale, uno - Tambone - perché è alla prima vera esperienza in Serie A e l’altro - Wells - perché ha alle spalle una carriera pluriennale in Germania e vuole confermare le qualità in un campionato competitivo e per certi versi più importante di quello tedesco. Wells vorrà dare conferma alle buone informazioni e sensazioni che abbiamo su di lui». E Avramovic? Aleksa nell’ultima intervista, rilasciata di recente al nostro giornale, ha speso parole di grande elogio per Bulleri: «Per Avramovic questa stagione sarà ancora più importante di quella precedente, l’anno scorso era un rookie per la prima volta fuori dalla Serbia. Ora conosce tutto, conosce Varese, conosce il campionato, l’allenatore, l’ambiente e deve calarsi subito nel ruolo che gli viene richiesto». Nei giorni scorsi Bulleri è stato ospite della nazionale italiana in ritiro a Folgaria, queste le sue impressioni sugli azzurri di Ettore Messina: «Non so dire dove possa arrivare, ma trovato un ambiente piacevole, estremamente desideroso di far bene e di fare risultato. Il vantaggio è che quest’anno Ettore Messina conosce tutti per averli già allenati e non avrà solo venti giorni per preparare la competizione». Alberto Coriele
  17. La Pallacanestro Varese punta decisamente su Damian Hollis per completare il roster 2017-18. La 29enne ala statunitense, in possesso di passaporto ungherese acquisito per meriti sportivi nel triennio dal 2010 al 2013 in cui ha giocato all'Alba Fehervar, è la prima scelta della società di piazza Monte Grappa dopo il "check" di costi e qualità dei candidati vagliati nello spot di ala forte. L'atleta del 1988, figlio d'arte di un ex professionista (il padre Essie giocò in Italia nei primi anni ' 80 in A2 a Chieti), è stato preferito alla concorrenza per la capacità di costruirsi un tiro dal palleggio rispetto agli altri profili. Un elemento capace di andare fuori dalle righe sul parquet - mentre le referenze umane raccolte nelle precedenti destinazioni italiane a Biella, Cantù e Brescia sono comunque positive - che dovrebbe dare alla manovra quel "quid" di imprevedibilità offensiva necessaria ad aumentare il tasso di qualità del gruppo. A livello di serie A Hollis è per certi versi una scommessa: la sua unica apparizione nel 2014-15 a Cantù - dove era arrivato dopo un eccellente 2013-14 in A2 a Biella chiuso a 18,1 punti e 5,7 rimbalzi col 47% da 3 - non è stata memorabile (5,5 punti e 3,9 rimbalzi in 20 gare, venne sostituito da Metta World Peace). Nel 2015-16 l'atleta nativo della Florida è tornato nel primo campionato dilettantistico conquistando la promozione in serie A da leader assoluto con la maglia di Brescia (17,1 punti e 7,5 rimbalzi sfiorando il 40% da 3). Poi la scorsa estate la chiamata del Benfica Lisbona, nelle cui file ha disputato la FIBA Europe Cup (17,6 punti e 5,7 rimbalzi di media) dopo aver conteso proprio a Varese l'accesso alla Champions League nel turno preliminare nel quale si mise in luce al PalA2A realizzando 21 punti nella vittoria di 2 lunghezze che non bastò comunque ai lusitani visto il meno 3 casalingo dell'andata. Hollis è un giocatore di talento che giostra principalmente fronte a canestro ma ha anche qualità tecniche in post basso; un elemento con qualità tecniche e duttilità che non è sempre al massimo dell'intensità agonistica praticando un basket più "felpato" che aggressivo. Ma a Varese piace molto la classe che è in grado di sfoggiare in diversi aspetti del gioco; e nel suo palmares personale ci sono comunque tanti successi (campionato e coppa nel 2013 in Ungheria, campionato e coppa nel 2017 in Portogallo più l'A2 italiana vinta 12 mesi fa a Brescia). L'atleta del 1988 sembrava vicinissimo alla firma a Digione in Pro A francese, poi nel weekend il club transalpino ha cambiato idea e Varese si è mossa rapidamente. Sull'atleta del 1988 c'erano richieste da parte di alcuni club di A2 (Reggio Calabria e Virtus Roma su tutti), ma l'occasione di tornare in A per cercare il definitivo salto di qualità a 29 anni - stessa età dei possibili futuri compagni Wells, Waller e Cain - è evidentemente assai ghiotta per l'atleta laureato alla George Washington University. I costi sono sicuramente abbordabili, se non ci saranno intoppi nella trattativa Attilio Caja avrà trovato in Hollis il pezzo del puzzle mancante. Giuseppe Sciascia
  18. Varese sposta l'obiettivo verso lo spot di ala forte nella ricerca dell'ultimo tassello del roster. Il summit tra il d.g. Claudio Coldebella e il coach Attilio Caja al ritorno del dirigente dagli Stati Uniti ha stabilito le nuove priorità del mercato dopo la fumata nera con Christian Eyenga. È limitata la disponibilità di giocatori di passaporto europeo ragionevolmente agganciabili dalla società di piazza Monte Grappa in base alle disponibilità attuali che sono un discreto gruzzolo da investire sul mercato dei free agent, ma non la rendono competitiva per arrivare ai profili di caratura internazionale tuttora disponibili. Dunque l'attenzione si sposta verso il "numero 4", sfruttando la duttilità di Stan Okoye che nei piani iniziali doveva occupare lo spot di titolare nel ruolo di ala forte, ma che nel 2016-17 ad Udine aveva giocato stabilmente da ala piccola con risultati più che lusinghieri (17,5 punti col 38% da 3 su oltre 5 triple tentate a partita dopo che nel 2014-15, al suo primo passaggio in biancorosso, aveva tentato solo 12 conclusioni dall'arco dei 6,75). Nel ruolo di ala forte, però, l'offerta di europei alla portata di Varese è superiore rispetto all'ala piccola, dove sarebbe stato necessario ripiegare su scommesse ad alto rischio o su certezze dal rendimento poco stimolante. E nel mare magnum dei giocatori scoutizzati in queste ultime due settimane, il numero di profili al vaglio si è ridotto dalla ventina dei giorni scorsi a 5 elementi con qualità tecniche tutto sommato garantite al di là di sfumature differenti relative a fisicità e impatto a rimbalzo, aspetti forti del gioco di Eyenga. Si valuterà se continuare a puntare su questi profili oppure di spostarsi su giocatori più tecnici. L'idea è completare il roster con un giocatore di qualità che si sposi bene con il resto del puzzle: sarà un elemento diverso ma auspicabilmente non inferiore ad Air Congo. E comunque certamente più motivato, visto che l'atleta del 1989 avrebbe scelto Varese come ultima ratio in mancanza di alternative. L'obiettivo è stringere il cerchio in base a valutazioni tecniche ed economiche e provare ad affondare il colpo per chiudere l'operazione entro fine settimana: per il 16 agosto tutti gli effettivi saranno certamente pronti a rispondere "presente" alla chiamata di Attilio Caja. Giuseppe Sciascia
  19. Ala piccola, niente di nuovo sul fronte occidentale. Incassato il no di Christian Eyenga, accasatosi in Spagna al Fuenlabrada, lo staff tecnico si è messo al lavoro per trovare il protagonista mancante alla truppa che affronterà il campionato di Serie A 2017/2018. La ricerca è ancora in una fase di scrematura dei profili degni di interesse, fase preliminare alle offerte che cercheranno poi concretamente di accaparrare colui che verrà individuato come papabile. Dopo aver costruito 9/10 dell’organico a tempo quasi record, ora la Pallacanestro Varese non ha giustamente fretta nel compiere l’ultimo passo: la scelta è per certi versi “costretta”, visto che il mercato sondabile è solo quello degli europei e dei cotonou, ma va azzerata al minimo la possibilità di pescare male. Una fortuna, sfruttabile grazie alla versatilità di un giocatore già in saccoccia come Stanley Okoye, è quella di poter estendere i parametri di ricerca anche alle ali forti e non solo ai “3” di ruolo (che, in un basket fatto di adattamenti come quello odierno, sono peraltro sempre più rari): se la cernita dovesse esaurirsi su un “4”, il direttore generale Claudio Coldebella cercherà di non lasciarselo scappare. C’è un limite temporale per arrivare ad un risultato? Forse il raduno, fissato per il 16 agosto e al quale non sarà probabilmente presente Norvel Pelle. Il centro caraibico, ormai quasi sicuro di restare in biancorosso anche nell’incipiente stagione (il termine per l’esercizio del buyout da parte di squadre terze interessate ai suoi servigi scade nel fine settimana e offerte vere non sono mai arrivate alla sua corte…), sta infatti per ottenere l’ok dalla società biancorossa per partecipare alla Fiba Asia Cup 2017 con la maglia del Libano, nazione della quale ha ottenuto la cittadinanza la scorsa settimana. Il torneo continentale si svolgerà proprio nello Stato mediorientale dall’8 al 20 agosto (il Libano è inserito nel gruppo C insieme a Corea, Nuova Zelanda e Kazakistan): se da piazza Monte Grappa dovesse arrivare il nulla osta, Pelle raggiungerà i compagni già in ritiro a Chiavenna nella quarta settimana del mese. Fabio Gandini
  20. La Pallacanestro Varese apre la caccia al sostituto di Christian Eyenga in un mercato ricco di ipotesi operative ma povero di soluzioni a pronto uso. Ieri Fuenlabrada ha comunicato ufficialmente la firma dell'ala congolese (annunciando un contratto annuale e non biennale come affermato dagli agenti statunitensi, ma è un dettaglio poco importante): l'atleta del 1989 si è dichiarato carico e motivato per la nuova avventura in Spagna, la sua prima scelta per la stagione 2017-18 a dispetto delle parole pronunciate al momento di lasciare Varese oltre due mesi fa («Qui sono stato benissimo, considererei volentieri la possibilità di restare»). Questione non soltanto economica, con la società di piazza Monte Grappa che aveva proposto il rinnovo alla stessa cifra del 2016-17, ma anche di maggior appeal generale della Liga ACB rispetto al campionato italiano. Ma ormai Eyenga è il passato e Varese deve guardare avanti; il problema però riguarda la scarsa disponibilità di profili davvero convincenti nello spot di ala piccola, o eventualmente in ala forte sfruttando la duttilità di Stan Okoye che può giostrare in entrambi gli spot di ala. A questo punto l'apertura è totale anche nello spot di ala forte - quantomeno con doti frontali - partendo dalla necessità di inserire un giocatore in grado di dare atletismo ed energia. Impossibile trovare un profilo analogo a quello di Eyenga, si cercherà comunque il miglior giocatore disponibile a livello assoluto senza troppi vincoli tecnici e di ruolo. Anche perché il "laccio" più stringente è quello del passaporto: lo status da europeo o Cotonou per il tassello mancante nello spot di ala piccola restringe abbastanza il cerchio. I profili di caratura internazionale - il croato Marko Tomas, lo sloveno Edo Muric, l'estone Siim Sander Vene - sono al momento fuori portata economica rispetto al range da 130-140mila euro che Varese può mettere sul piatto. E rispetto alla stagione passata non c'è neppure il richiamo della coppa europea a poter attrarre giocatori che non possono prescindere dal doppio impegno per mantenere il posto nelle rispettive Nazionali. L'alternativa è pescare nel sottobosco tra europei e Cotonou (non Lasan Kromah), ma nessuno dei 15-20 nomi vagliati riscuote il pieno consenso: nei prossimi giorni lo staff tecnico effettuerà un nuovo "check-up" completo dei profili che potrebbero firmare in tempi rapidi a costi più accessibili per verificare se tra gli elementi scoutizzati nelle ultime due settimane c'è qualcuno in grado di rubare l'occhio di Claudio Coldebella e Attilio Caja. In caso contrario Varese potrebbe anche decidere di aspettare che qualcuno dei "big" europei resti ancora a piedi e possa prendere in considerazione proposte che al momento non vuole neppure discutere. La tattica "attendista" 12 mesi fa non funzionò con James White e Tremmell Darden, ma portò lo stesso Eyenga a rinunciare a un bel gruzzoletto in Israele pur di tornare a vestire biancorosso. Ora nello spot di ala piccola la società di piazza Monte Grappa vorrebbe investire le risorse maggiori - insieme a quelle messe sul piatto per Cameron Wells - in cerca di un giocatore di qualità e rendimento garantito. Ad oggi però ci sono solo scommesse, sia pur dal potenziale interessante ma con certezze relative, o giocatori di raccordo in modalità "usato sicuro" dall'impatto inferiore ad Eyenga. La caccia è aperta, ma l'attesa per individuare il pezzo finale del puzzle potrebbe non essere breve... Giuseppe Sciascia
  21. Attilio Caja inquadra le necessità tecniche di Varese nello spot mancante di ala piccola con un identikit che una volta di più prende le fattezze di Christian Eyenga. Così il coach pavese "fotografa" l'identikit del giocatore che dovrà completare il mosaico biancorosso: «Scontato dire che serve un giocatore forte; per arrivare a questa definizione la necessità è che si trovi un elemento il più possibile completo negli aspetti offensivi e difensivi del gioco. È fondamentale è che abbia il maggior numero di doti nel piatto da offrire alla causa; per questo Eyenga, che ha alcune qualità offensive, è un difensore di spiccato valore e sa farsi valere a rimbalzo, è in cima alla lista». Dunque entro 3-4 giorni si aspetta la risposta di Air Congo, auspicando che accetti la chance per il salto di qualità definitivo «Confidiamo che accetti la nostra proposta, consapevole del fatto che ne apprezziamo i pregi: spero che consideri quanto importante sarebbe per lui tornare in un club che ha saputo valorizzare al meglio le sue doti e lo ha messo nelle condizioni di fare il meglio. L'auspicio è che torni per dimostrare per tutto l'anno quello che ha fatto vedere negli ultimi tre mesi: con l'Eurolega si è cimentato due anni fa e non era pronto, noi gli offriremmo la possibilità di una definitiva consacrazione da protagonista sui due lati del campo». In caso di fumata nera si proverà a cambiare profilo tecnico cercando un'ala più tecnica e meno esplosiva? «Se arriverà un no non ci ritireremo, ma ce ne faremo una ragione cercando un elemento con caratteristiche diverse. La duttilità dell'organico attuale ci permette di spaziare su profili diversi per inserire l'ultimo pezzo del puzzle. L'altro aspetto importante è che Eyenga ha già dimostrato di saper stare nel mio sistema; gli altri dovrebbero adattarsi, anche se per un giocatore di scuola europea non dovrebbe essere un problema». Come proseguirà la strategia di mercato nei prossimi giorni? «Abbiamo tante idee alternative, però prima di abbandonare il piano A che porta alla conferma di Eyenga ci vogliono motivi forti. Ossia se Christian dovesse dirci che preferisce accasarsi altrove o rifiuterà definitivamente la nostra offerta; a oggi non è accaduto nulla dì tutto questo, dunque lavoreremo sulla situazione fino a che non ci sarà una risposta definitiva. Dopodiché, se sarà negativa, esploreremo i piani B e C che stiamo tenendo pronti qualora dovessero servire». Giuseppe Sciascia
  22. Maggio, campagna abbonamenti, Masnago: tra sala Gualco ed entrata del PalA2A si intervistano i temerari andati a sottoscrivere la tessera annuale, praticamente a scatola chiusa. Sul taccuino finiscono parole di fedeltà alla causa, di tifo incondizionato, di fiducia e di speranza. E finisce una costante: «… sì, però mi aspetto che la società confermi il capitano… ». Una, due, tre volte… Oggi - e andrà avanti fino a sabato sera - la campagna abbonamenti ricomincia con quella certezza allora mancante. Che poi è generale: un singolo giocatore, fosse anche il più brillante degli assi del parquet, non può prendersi alcun palcoscenico a discapito di uno squadra; di tipi alla Giancarlo Ferrero, però, è difficile fare a meno. E il perché lo leggerete nella seguente intervista. Come procede l’estate, Ferrero? Bene, come prima cosa sono stato a trovare Cavaliero a Trieste, il mese scorso: mi sono presentato a sorpresa alla fine dell’ultimo allenamento prima della finale, poi da Trieste sono andato quattro giorni in Croazia. E basta. Tutto qui? Ammetto che non ho tutta questa necessità di andare in vacanza: mi piace stare tranquillo a casa e fare quelle cose che durante l’anno non riesco a fare per ovvie questioni di tempo. E tra queste cose ci sono anche gli esami universitari: ne ho superati altri tre. E ha partecipato alla Basket Fest, nonché presenziato all’inaugurazione del campetto al Campus in memoria di Paolo Talamoni… Mi fa piacere partecipare a questi eventi, sono stato anche al camp estivo a Druogno, per esempio: le faccio volentieri, mi gratificano. A giornate come la Basket Fest è bello esserci perché ritrovi ragazzi che ti conoscono, che ti danno il cinque, che magari ti chiedono una foto. C’è stato entusiasmo e grande partecipazione, così come al campetto per Paul. Questa sua indole e questo suo coinvolgimento altro non fanno che confermare la bontà dell’esito della trattativa che l’ha vista protagonista il mese scorso con la società: Ferrero non sposa solo le cause del parquet a Varese… C’era bisogno di parlarsi a quattr’occhi, di incontrarsi: l’intento era comune, era necessario soltanto guardarsi negli occhi e trovare un accordo. E mi fa enormemente piacere averlo trovato, perché da quello che ho capito in questi due anni qui Varese si immedesima nei giocatori ma anche nelle persone, ed è bello essere una di queste. Durante lo stallo della trattativa, e poi all’esito positivo della stessa, in tantissimi mi hanno scritto o telefonato, facendomi sentire il loro affetto. Alcuni tifosi mi hanno addirittura voluto ringraziare per ciò che avevo fatto, nel caso in cui non fossi rimasto. Facciamo il gioco delle figurine. Lei arrivò a Varese nell’estate 2015: due anni dopo, è l’unico superstite di quella squadra, la prima di Moretti. Sente una responsabilità diversa o maggiore, quasi un “dovere di anzianità” ora? Ho fatto più di una volta questa riflessione. Nella mia abitazione qui a Varese ho un calendario fatto per Openjobmetis durante la prima stagione: quando sono tornato a casa dopo aver firmato il rinnovo, quasi per combinazione, ho guardato quel calendario e mi sono “accorto” che di quei giocatori non era rimasto nessuno… Sì, c’è della responsabilità, ma non penso di dover fare niente di più di quello che ho sempre fatto: l’esempio è l’unica cosa che conta. Nelle settimane scorse alcuni tra i nuovi acquisti mi hanno chiamato per sapere di più sulla squadra, sulla città e sui tifosi: a loro ho spiegato cosa significa stare a Varese e l’attenzione che ci viene dedicata da tutti. A proposito dei nuovi: come vede gli innesti italiani di Nicola Natali e Matteo Tambone? Natali ha giocato tre anni a Casale Monferrato, lo conosco come persona e come atleta, mentre Matteo Tambone l’ho conosciuto due anni fa perché, prima di firmare per Varese e dopo aver chiuso l’esperienza a Trapani, mi ero fermato due settimane ad allenarmi a Ravenna e ho avuto modo di farlo con lui. Entrambi, come me due anni fa, hanno voglia di provare a fare un salto di qualità, di vivere un miglioramento nella loro carriera. Sono, però, due giocatori che attraversano momenti molto diversi. Tambone ha 23 anni e ha davanti a sé un lungo futuro agonistico. Ha fatto un ottimo campionato in Legadue, da più di un anno è molto consistente e sta dimostrando di poter migliorare in progressione: ora ha una grande opportunità da giocarsi. Nico Natali è un mio coetaneo, è arrivato alla maturità: penso abbia fatto altrettanto bene a raccogliere la proposta di Varese. Sono due ragazzi seri e molto motivati, poi parlerà il campo, ma auguro a loro di vivere il mio stesso percorso. Seguendo le parole del coach e della società, l’idea è quella di costruire una squadra che abbia voglia di mettersi in gioco e che soprattutto abbia fame: credo che sia Natali che Tambone siano perfetti per questo tipo di attitudine. Che cosa ha consigliato a loro? Ho detto di prepararsi ad un ambiente caldo, perché qui se dai il massimo ti viene riconosciuto. La prerogativa è quella di impegnarsi ogni giorno, ma non ho alcun dubbio sul loro conto. Coach Attilio Caja e il direttore generale Claudio Coldebella sono stati pubblicamente molto chiari nelle loro recenti dichiarazioni sugli obiettivi stagionali “di partenza”: i playoff non saranno una conditio sine qua non per giudicare la prossima stagione soddisfacente. Lei cosa pensa? Sono d’accordo. Ovviamente ogni giocatore o allenatore o dirigente inizia una stagione puntando al massimo: ogni partita è da vincere e ogni avversario è da battere. Però le loro parole mi sono sembrate corrette perché hanno spiegato la reale situazione e le nostre possibilità: a un pubblico competente come quello di Varese, sia a livello di campo che nelle dinamiche extra-campo, è giusto raccontare le cose come stanno. Anche perché, per esaltare quel pubblico di cui sopra, non serve molto… Una dimostrazione è stata la seconda parte della stagione scorsa: da gennaio in poi si è giocato solo per la salvezza ma si è visto un PalA2A caldo, pieno, soddisfatto… Dopo due vittorie in fila, oppure quando vede una squadra che diverte e ha un modo di giocare energico, il pubblico di Varese si esalta. Tutto è legato a come giochiamo e soprattutto a come ci comportiamo in campo. Ecco: non conosco benissimo gli stranieri che arriveranno (anche se ho cercato di studiarli un po’), ma penso sia stato fatto il possibile per raggiungere quell’idea di squadra che ha ridato la carica a fine annata scorsa. Abbiamo parlato in generale, ora scendiamo al particolare: con che obiettivo inizierà l’annata agonistica di Giancarlo Ferrero? Voglio alzare la mia asticella ancora più in alto. Quando sono arrivato due anni dovevo dimostrare di valere la Serie A: se Varese mi ha offerto la possibilità di rimanere, significa che ci sono riuscito. Ora devo provare a essere costante, a diventare una garanzia, pur con i miei limiti e difetti: quello che posso dare, lo devo dare sempre. Come sarà il cammino della nazionale ad Eurobasket? A mio parere possono arrivare molto avanti, penso ci sia la giusta motivazione, l’energia e la voglia di riuscire bene. C’è anche del fermento dovuto alle prestazioni dell’Under 19 e della femminile: mi auguro che tutta questa energia venga messa anche dalla nazionale maggiore. A proposito di Under 19: per una nazionale juniores che arriva a conquistare l’argento a un Mondiale, non sembra esistere un corrispettivo di spazio o di considerazione nel massimo campionato italiano per i giovani che la compongono. Cosa manca per permettere a quei ragazzi di esprimersi tra i “grandi”? Parto dalla mia esperienza: per arrivare a un rinnovo in Serie A ho iniziato dalla C1 e ho fatto tutto il percorso salendo un gradino dopo l’altro. Capisco quanto sia difficile finire le giovanili ed essere subito pronti e condivido un’analisi che coach Marco Crespi ha fatto durante la finale dell’Under 19: è necessario capire quali siano le motivazioni di questo problema. Non è scritto da nessuna parte che questi ragazzi, dopo un argento mondiale, debbano giocare in Serie A, però in Italia alla fine del 19° anno di età manca un anello di congiunzione. I giocatori top probabilmente trovano spazio, i giocatori medi hanno una fase di stacco. Negli Stati Uniti c’è il college che ti permette di confrontarti con quelli che probabilmente sono i migliori al mondo della tua età. Da noi questo banco di prova manca. Alberto Coriele e Fabio Gandini
  23. Le caselle riempite del mercato estero fanno automaticamente compiere a Christian Eyenga un altro passo verso Varese. La notizia dell'accordo raggiunto tra Vladimir Jankovic e il Morabanc Andorra fa tirare un sospiro di sollievo alla società di piazza Monte Grappa: la squadra del piccolo principato nei Pirenei, che disputerà l'Eurocup 2017-18, era una collocazione plausibile per Air Congo, nelle scorse settimane sondato dal club iberico che poi gli ha preferito la 27enne ala serbo-greca. Siccome quasi tutte le formazioni della Liga ACB hanno già l'ala piccola titolare - all'appello manca solo l'Estudiantes Madrid che però cerca un realizzatore - il pericolo Spagna sembra scongiurato per l'atleta del 1989, che resta la prima scelta - a oggi di fatto l'unica - per lo spot mancante nel roster di Varese. E anche in Italia, dove comunque Eyenga è stato l'unico tra i big della stagione 2016-17 a non avere avuto offerte, il puzzle è quasi completo. Tra le squadre che hanno scelto la formula 3+4+5, col passaporto Cotonou dell'ala del 1989 che diventa merce preziosa, hanno già trovato soluzioni Torino col giamaicano Durand Scott e Brindisi con il serbo Milenko Tepic (firmato ieri strappandolo a Capo d'Orlando). E se Eyenga trovasse amatori in Russia o Turchia, potenzialmente le leghe più ricche d'Europa con ingaggi altissimi rispetto alla media italiana anche per le squadre che non partecipano alle coppe? È l'eventualità per la quale Varese sta tenendo pronte varie alternative con passaporti di vario genere, auspicando però di non dover ricorrere al piano B in una situazione avara di profili di alto livello. Il mercato europeo offre relativamente poche alternative ad Air Congo: uscito dal radar lo stesso Jankovic finito ad Andorra, tra gli attuali free agent ci sono l'esperto croato Marko Tomas (ex Cedevita Zagabria), il lettone Zanis Peiners (avversario lo scorso anno in Champions League con l'Aris Salonicco), lo sloveno Gregor Hrovat (ex Olimpia Lubiana) e l'estone Siim Sander Vene (nel 2016-17 in Russia al Nizhny Novgorod). I primi tre però disputeranno Eurobasket 2017 e sarebbero disponibili solo a metà settembre, particolare che ne fa scemare notevolmente l'appetibilità. Nel ramo Cotonou disponibili solo scommesse come l'ala sudanese Peter Jok (rookie da Iowa che ha ben figurato alla Summer League di Las Vegas con New Orleans) e il nigeriano Zaid Hearst, capocannoniere dell' A2 spagnola 2016-17 ad Araberri, che però è più guardia che ala piccola ( 1.93 di statura a dispetto dei 98 chili di stazza). Mentre l'idea è comunque cercare un'ala piccola fisicata come Eyenga da accoppiare al "4 tattico" Okoye. Aprendo la caccia nello spot di ala forte grazie alla duttilità del nigeriano, all'elenco si potrebbero aggiungere il tedesco Robin Benzing (13 punti di media nel 2016-17 a Saragozza) e il giamaicano Omari Johnson affrontato con il Neptunas Klaipeda in Champions League nel 2016-17. Una galleria di profili che comunque saranno considerati e approfonditi solo in caso di fumata nera con Eyenga. Giuseppe Sciascia
  24. La Pallacanestro Varese ha annunciato l'acquisto di Tyler Cain, pivot statunitense nelle ultime tre stagioni in Pro A francese. Cain, che ha firmato un annuale, sarà il centro titolare della nuova Openjobmetis, presumibilmente in coppia con Norvel Pelle. Adesso al puzzle biancorosso 2017/2018 manca solo l'ala piccola titolare. Di seguito il comunicato della società: La Pallacanestro Openjobmetis Varese comunica di aver raggiunto un accordo con il giocatore Tyler Cain. Centro americano classe 1988, Cain ha firmato un contratto di un anno che lo legherà al club biancorosso fino al termine della stagione sportiva 2017/18. Giocatore completo ed efficace su entrambi i lati del campo, Cain è capace di far valere la propria fisicità sotto canestro ed è abile a trovare spazi per sé e per i suoi compagni grazie anche a notevoli doti da passatore. La Scheda: Data di nascita: 30 giugno 1988 Luogo di nascita: Rochester (Minnesota, USA) Altezza: 203 cm Ruolo: centro Carriera Prodotto dell’università di South Dakota (nel suo ultimo anno con i Coyotes totalizza 14.7 punti e 10.4 rimbalzi di media), Cain comincia subito la sua carriera in Europa accasandosi in Lettonia, al VEF Riga, dove contribuisce alla vittoria di due campionati e dove accumula una discreta esperienza in campo internazionale grazie alla vetrina offerta dall’EuroCup. Nel 2012-2013 si trasferisce ai Barons di Riga dove totalizza 15.8 punti e 10.6 rimbalzi ben figurando anche nella Lega Baltica aggiudicandosi la palma di miglior rimbalzista (11.2 ad allacciata di scarpe) e mettendo a referto 13.3 punti. L’anno successivo approda in Italia, a Forlì, dove si impone come uno dei migliori giocatori dell’allora DNA Gold grazie a 17 punti ed 11 rimbalzi per un totale di 25 di valutazione media. Dalla stagione 2014-2015 gioca nella massima serie francese dove ha vestito le maglie del Pau Orthez, Digione e, infine, Chalons-Reims dove ha chiuso l’anno con quasi 10 punti e 7 rimbalzi a partita. Ecco le dichiarazione di coach Attilio Caja sulla firma di Tyler Cain: «Diamo un caloroso benvenuto a Tyler Cain, un giocatore che interpreta benissimo il concetto di uomo squadra. Oltre a creare tanto per sé stesso sfruttando la grande tecnica di cui dispone, Cain, infatti, è anche capace di mettere i propri compagni nelle migliori condizioni per far bene grazie ad una straordinaria capacità di lettura del gioco. Questa sua doppia dimensione gli permette di ricoprire anche il ruolo di ala grande».
  25. Varese e Christian Eyenga sono due innamorati timidi che si studiano a bordo della pista da ballo senza che nessuno faccia il primo passo. Situazione ancora "cristallizzata" sulla possibilità che l'ala congolese completi il roster della stagione 2017-18. A oggi Varese non è in grado di migliorare la sua offerta economica - analoga a quella del 2016-17 - senza però avere più la vetrina europea da proporre ad "Air Congo". Che però ad oggi non ha ricevuto proposte alternative - né dall'Italia né dall'estero - a quella del club di piazza Monte Grappa. La società resta ferma sulle sue posizioni, confidando che il piatto continui a piangere e che nel giro di una decina di giorni Eyenga si convinca che Varese è la miglior soluzione possibile per lui, e che un altro anno con Attilio Caja può rilanciarlo definitivamente dopo gli alti e bassi e i numerosi cambi di squadra della prima parte della sua carriera. Nel frattempo però l'ala confida a sua volta che chi non lo ha considerato finora possa cambiare idea e proporgli un accordo più remunerativo e visibilità internazionale. D'altra parte però le squadre che offrono soldi e vetrina in Europa sono in avanzato stato di costruzione del roster: sarebbe sorprendente - ma non impossibile - che da qui a fine luglio Eyenga torni ad essere un nome "gettonato" altrove dopo oltre un mese di silenzio. Nel frattempo Varese si guarda intorno in cerca di alternative: un po' per necessità, dovendo farsi trovare pronti se l'ex Sassari e Torino prenderà altre vie, un po' per curiosità, nel verificare se il mercato - principalmente degli europei, meno quello dei Cotonou - offra soluzioni tecnicamente diverse e per questo in grado di dare alternative al puzzle in costruzione. In ogni caso, a sperare in un esito positivo della trattativa sono in tanti a partire da Attilio Caja, primo tifoso della soluzione Eyenga Ter. Intanto Norvel Pelle ha preso la cittadinanza libanese, terzo passaporto dopo Antigua e Barbuda (quella sportiva con cui gioca in Italia) e Stati Uniti nelle mani del 24enne lungo. Nel campionato medio orientale già disputato nel 2015-16 con gli Hometenmen Beirut sarebbe un valore aggiunto notevole e gli si aprirebbero prospettive salariali ben superiori a quelle del contratto con Varese. Ma è improbabile che possa interrompere la sua parabola di crescita tecnica scegliendo di tornare in una lega molto meno competitiva. Giuseppe Sciascia
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