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  1. Termina in quella Turchia dove era iniziata l’avventura, il cammino di coppa della Itelyum Varese. Un viaggio che si conclude tra tanti rimpianti, per come è andato il doppio confronto con il Bahcesehir College, che tornerà a disputare la finale di Fiba Europe Cup due anni dopo il successo in questa competizione. E mentre la squadra di Istanbul stacca il biglietto per l’ultimo atto, gli occhi dei tifosi biancorossi si riempiono di lacrime amare. La qualificazione era possibile: lo si è visto a Masnago – dove Varese ha avuto il torto di non riuscire ad affondare il colpo – e lo si è rivisto a Istanbul dove la squadra di casa ha, sì, meritato il successo (81-73 il punteggio finale) ma ha rischiato grosso contro una Itelyum tutt’altro che bella. La squadra di Bialaszewski è infatti tornata in partita in modo clamoroso a 5′ dalla fine, risalendo dal -10 e mettendosi a condurre 64-66, tanto da far assaporare il colpaccio. Ma questa squadra proprio non riesce a regalarsi e regalare una bella sorpresa: timeout turco, tre triple a segno condite da rimbalzi concessi dai biancorossi, scelte sbagliate con la palla tra le mani e buonanotte ai sognatori. Troppo esile il momento positivo, troppe difficoltà a contenere il bisonte Boutsiele in area ma non solo (ottimo, il pivot francese, anche dalla media distanza) per Varese, poi colpita anche dall’altro transalpino Bouteille, bomber bollente. Ma oltre ai meriti avversari, c’è da registrare una sorta di “fuoco amico” che ha affossato le speranze della Itelyum: Nico Mannion, innanzitutto, è stato autore di una partita disastrosa per fatturato (5 punti, tutti nel primo tempo), per atteggiamento e per scelte. Ma anche altri uomini chiave come Besson, Brown e Spencer hanno dato un contributo troppo basso per pensare di passare sul Bosforo. A nulla, quindi, è valsa l’ottima prova di McDermott, MVP biancorosso, che si è portato dietro un Wolde dal tiro ritrovato e un paio di compagni combattivi (Moretti, Ulaneo). E del resto non si può pensare di vincere segnando la miseria di 8 canestri da due: la mossa di affidarsi alle triple era scontata e tutto sommato giusta, ma al fuoco da lontano bisognerebbe affiancare qualche altra soluzione, almeno per provare a sorprendere una difesa pronta a contenere sul perimetro. E invece, Varese ha sprecato tanto in avvicinamento, si è fatta intimorire da Boutsiele e, in fin dei conti, non ha trovato il colpo d’ala definitivo. Come è accaduto tanto, troppe volte, lungo tutta questa disgraziata stagione sportiva. PALLA A DUE Buon pubblico ma non certo un’atmosfera da corrida alla Ulker Sports and Events Arena, nella parte asiatica di Istanbul, per il retour match di semifinale tra il Bahcesehir e la Itelyum. Nessuna sorpresa alla lettura dei quintetti, con Bialaszewski che inizia con l’accoppiata azzurra Mannion-Moretti e con Besson “di scorta” tra gli esterni. Come previsto c’è anche Ulaneo dalla panchina mentre Radonijc sfrutta un quintetto tutto straniero e tiene Kell come primo cambio. LA PARTITA Q1 – Avvio vivace dalle due parti con Brown che è subito caldo e con Mannion che prova a menare le danze dalla regia per ricucire il primo, piccolo break favorevole ai turchi mentre Spencer ha subito due falli. Il Bahcesehir accelera dopo la metà del periodo con un buon momento di Kell, Varese risponde un po’ a sorpresa con Ulaneo, perfetto in lunetta, e al primo stop è sotto di 5, 26-21. Q2 – La squadra di casa non molla il vantaggio in un momento di botta e risposta (tripla di Moretti), ma quando si risveglia McDermott – due triple in fila – la Itelyum torna a contatto e, anzi, ha alcuni palloni per rimettere il naso avanti. Mannion però non li sfrutta: prima sbaglia da 3 e poi offre un cattivo passaggio a Spencer intercettato dalla difesa. “Gol sbagliato, gol subito” si dice nel calcio: qui invece è Bouteille a punire gli errori biancorossi con una prodezza dall’arco e un altro canestro che vale lo stacco, 47-39. Q3 – Il periodo dopo l’intervallo è povero di spunti, di cose belle e di canestri tanto che il parziale in 10′ è un moscissimo 12-12. McDermott scuote una Itelyum arrivata al massimo svantaggio (-12) ma Boutsiele imbuca a ripetizione da media distanza. Varese balbetta ma pure il Bahcesehir vive momenti di imprecisione offensiva, poi nel finale due liberi di Moretti e l’unico lampo del secondo tempo di Brown (rubata e contropiede) vale il 59-51 che tiene viva un pochino di speranza. IL FINALE Nel quarto finale, per alcuni minuti, sembra che l’inerzia non possa più cambiare. Poi però Woldetensae scarica per due volte il caricatore a segno dall’arco, colpi che fanno barcollare i turchi: McDermott se ne accorge, colpisce a sua volta da lontanissimo e poi – dopo altra bomba di Besson – mette a segno anche il canestro del sorpasso, 64-66, con 5′ esatti da giocare. Radonjic si rifugia in timeout, il Bahcesehir sbaglia il primo tiro ma un rimbalzo d’attacco – ennesimo – consegna a Bouteille il tiro del controsorpasso. E’ la svolta: Varese si inceppa con Mannion mentre Kell e Taylor (fino a lì inguardabile) colpiscono da lontano. Istanbul riparte, la Itelyum trova punti da Moretti (2+1 e poi 2 su 2 in lunetta) ma quando Brown sbaglia dall’angolo piedi per terra per i biancorossi è finita. Perché Mannion non ne imbrocca più una, perché il Bahcesehir sfugge al fallo sistematico e con i liberi di Scrubb chiude ogni conto, 81-73. Damiano Franzetti
  2. Sarà una “vittoria di Pirro” come già la bolla qualcuno? Magari sì, magari no: intanto è una vittoria e per questa Varese non è un risultato scontato. E poi, l’81-80 ottenuto ai danni dei turchi del Bahcesehir College dà un minimissimo vantaggio ai biancorossi in vista del match di ritorno a Istanbul (mercoledì 3 aprile) ma anche un po’ di certezze in più dopo le ultime, brutte, prestazioni in campionato. La squadra di Bialaszewski ha ritrovato solidità in difesa, soprattutto dal 15′ in poi: scivolata anche a -11 nel primo terzo di partita, la Itelyum ha evitato di sprofondare, ha reagito e ha messo in atto anche – finalmente – soluzioni diverse a partire dal quel “famoso” raddoppio in post basso che ha permesso di limitare il temutissimo Cavanaugh. L’ala forte ospite ha segnato, sì, 15 punti, ma la staffetta Brown-McDermott gli ha bagnato le polveri anche grazie agli aiuti dei lunghi. Altro punto, quello legato ai pivot, decisivo per stare a galla prima (Spencer 10 punti nel primo tempo, Ulaneo lottatore nel finale) e per non affondare in area contro la stazza ma anche la rapidità del colosso Boutsiele (13 rimbalzi e 10 punti ma appena 2 punti nella ripresa). Il sacrificio di ali e lunghi è stato ripagato, perché il Bahcesehir ha perso alcune di quelle certezze che lo avevano fatto scappare nel punteggio nel primo quarto d’ora, e perché poi i duelli sugli esterni sono stati generalmente favorevoli ai biancorossi. Vero che Bouteille è stato il miglior marcatore della serata (23) ma è anche vero che il francese ha inciso poco nella ripresa salvo imbucare la tripla dell’ultimo vantaggio. I “tre tenori” dell’attacco Itelyum (Mannion, Moretti, Besson) hanno però prodotto 48 punti, nonostante qualche imprecisione, e alla lunga hanno sfiancato le difese – non irresistibili – messe in atto da Radonijc. Il tecnico montenegrino è stato “graziato” a più riprese da un arbitraggio apparso tutt’altro che casalingo (e ci mordiamo la lingua e le dita per non scivolare su termini ben più pesanti), incapace di sanzionare le reiterate proteste turche per qualsiasi cosa e talvolta anche miope nel giudicare contatti e sanzioni (assurdo un canestro annullato a Mannion nel secondo periodo: ha tirato con l’avversario addosso e il trio ha dichiarato che il fallo è avvenuto prima della conclusione… ma è solo un esempio). Insomma una direzione che non lascia tranquilli in vista del ritorno e che – udite udite – ha suscitato anche l’ironia di Bialaszewski che ha detto: «Ho lavorato per anni in NBA e questa sera i loro lunghi sono stati tutelati più delle superstar della Lega». Sulla sirena, in casa Varese, non è mancato un po’ di rammarico: il punticino di vantaggio poteva essere più ampio senza quella lunga serie di tiri liberi falliti (15 su 25 con Ulaneo a 1/6), senza qualche tripla imprecisa e magari con una miglior chiusura. L’ultimo pallone affidato a Mannion è finito sul ferro, e forse si poteva scegliere un’altra soluzione (Moretti?) visto che il Mamba dall’arco ha cileccato quasi sempre. Pazienza però, si guardi avanti: passare a Istanbul è molto difficile, ma intanto toccherà anche a loro uno sforzo supplementare per regalarsi la finale. Che sarà contro Chemnitz visto che i tedeschi hanno travolto (+25) Bilbao sul campo dei baschi. PALLA A DUE Davide Moretti è regolarmente a referto dopo una decina di giorni lontano dal campo per l’infortunio all’occhio sinistro. La guardia è addirittura in quintetto segno che il problema è passato del tutto. Per il resto non ci sono novità anche perché Okeke e Gilmore non possono giocare in coppa. Fischi piuttosto netti verso Tom Bialaszewski alla presentazione delle squadre. Il Bahcesehir si schiera con cinque stranieri: Scrubb è regolarmente in campo, Kell dalla panchina. Bella cornice di pubblico con 3.800 spettatori e le prime “avvisaglie” del Giovani Leggende in tribuna. LA PARTITA Q1 – Dopo le classiche schermaglie iniziali è il Bahcesehir a prendersi il vantaggio, anche perché Varese dall’arco non trova grande gloria. In attacco il miglior biancorosso è – inatteso – Spencer: i raddoppi sui piccoli gli aprono l’area e i compagni sono bravi a servirlo. Prima Bouteille e poi, negli ultimi minuti del quarto, Cavanaugh scavano il primo break per i turchi che chiudono 19-26 alla pausa. Q2 – Il buon momento degli ospiti prosegue dopo l’intervallo, tanto da toccare il +11 (25-36) su una tripla del preciso Baygul, tiratore dalla panchina. Il pubblico biancorosso allora si risveglia così come la difesa di casa: archiviato un pessimo tentativo di zona la squadra di Bialaszewski migliora dietro e taglia il campo con azioni più veloci. McDermott, Besson, Moretti si fanno notare e la Itelyum colma presto il distacco nonostante qualche fischio dubbio e arbitri che lascino protestare i turchi. Il Bahcesehir risale in parità ma due errori di Boutsiele ai liberi e la triplona finale di Mannion valgono il +3 a metà gara, 48-45. Q3 – Due triple immediate dei turchi rimettono davanti gli ospiti nelle prime battute, ma la sensazione è che stavolta la Itelyum non li farà scappare. E così è, perché Brown e Moretti trovano gloria dall’arco rispondendo ai canestri pesanti di Bouteille e Kell. Stessa sorte per Besson, non sempre preciso ma stavolta chirurgico. Bialaszewski deve però fare i conti con i problemi di falli di ali e pivot e nell’ultimo tratto del periodo paga anche qualche passaggio a vuoto dell’attacco che consente al Bahcesehir di chiudere a +4, 66-70. IL FINALE Il divario sale a 6 punti nelle prime battute dell’ultimo periodo ma la Itelyum trova un protagonista inatteso in Ulaneo. Il pivot sbaglia malamente due liberi ma poi lotta con un leone a rimbalzo sui due lati del campo, costringe Boutsiele a fare fatica in area ed è anche bravo a raddoppiare su Cavanaugh. Infine, dopo la tripla del pareggio di Besson, segna anche in contropiede. Moretti allunga addirittura a +4, però Trey Kell veste i classici panni dell’ex e impatta con un canestro e due liberi. Mannion fa 79-77 fallendo il libero aggiuntivo e Bouteille porta a 23 i suoi punti con triplone centrale: la Itelyum torna da Nico che imbuca i liberi del definitivo 81-80. Non è finita perché su una rimessa contestata gli arbitri concedono l’ennesimo omaggio ai turchi ma l’instant replay li costringe alla retromarcia. Possesso Varese per gli ultimi 20”, ci riprova Mannion in solitaria ma sbaglia l’ultimo assalto, e il tap in di McDermott è dopo la sirena: peccato. Damiano Franzetti
  3. Quindici all’andata e quindici al ritorno. La Itelyum Varese replica a Masnago (91-76) lo scarto inflitto settimana scorsa ai cechi del Nymburk e torna, dopo cinque anni, in una semifinale di Fiba Europe Cup. Uno step certamente più duro, quello che attende i biancorossi che se la vedranno con i turchi del Bahcesehir College con andata in casa (27 marzo) e ritorno a Istanbul (3 aprile) ma del resto a questo punto di avversari facili non ce ne sono più, se si vuole andare fino in fondo. Intanto, contro la capolista del campionato ceco, la squadra di Bialaszewski non ha avuto alcun tentennamento: Varese è partita forte, si è messa al comando con un certo margine e ha fatto valere la sua maggiore caratura tecnica non permettendo mai al Nymburk di coltivare la speranza di una rimonta. Neppure quando gli ospiti hanno banchettato a rimbalzo (addirittura 33-48, anche se molti sono arrivati su errori plurimi dei cechi in attacco), perché stavolta in casa biancorossa ha funzionato alla grande anche il tiro da 3 punti. Mani calde generalizzate per la Itelyum, brava anche a costruire diverse conclusioni pulite con un giropalla preciso: il tabellino finale dice 15/34 dall’arco con Brown, Moretti, Besson che a turno hanno colpito al cuore l’affannata difesa dell’ERA. E anche la difesa, già vista all’andata e con Brindisi ha lavorato bene: tante palle recuperate, 4 stoppate con il solito contributo di Spencer (anonimo invece in attacco) ed eliminazione “totale” di Bohacik che all’andata aveva dato grattacapi alla difesa. Il team di Bialaszewski ha confermato anche una certa propensione a suddividere il peso dell’attacco: Mannion è partito ispirato per poi ispirare i compagni (9 assist), Brown si è tolto la soddisfazione di chiudere da top scorer silenzioso (17) a differenza di Besson (16) che ancora una volta ha fatto “rumore” ogni volta che ha bucato la retina. E nel finale gloria anche per Virginio e Assui, così da preservare i titolari per qualche minuto in vista dell’impegnativa trasferta di Reggio Emilia. Intanto, la scelta della coppa a lungo andare si è rivelata azzeccata: Varese è lì e facendo strada avanza anche la candidatura per crescere di livello nella prossima stagione. Ora viene il bello: sarà difficile ma nello sport, di tappeti rossi stesi davanti ai piedi, se ne vedono pochissimi. PALLA A DUE Bel colpo d’occhio a Masnago dove non si va lontano da quella quota 3.500 prevista alla vigilia: tanta gente, molti giovani, un drappello di tifosi da Nymburk e il Città di Varese a sospingere i “cugini” del basket. Bialaszewski sceglie il quintetto solito, spedisce Moretti su Gordon e McDermott sul temuto Bohacik; Tabellini manda Tuma tra i primi 5 tenendo di rincorsa Sehnal e Stephens. LA PARTITA Q1 – Nico Mannion è il più vivace nelle prime battute che sono un testa a testa con Gordon, poi McDermott sblocca Varese da 3 e i biancorossi scavano un piccolo solco, 12-5. Timeout immediato di Tabellini e Nymburk torna sino a -2 con tripla di Kriz ma poi la Itelyum trova il protagonista meno atteso, Ulaneo, e scappa di nuovo. Nel finale altro break con tripla di McDermott e tre liberi di Mannion per il 24-15. Q2 – Si procede ad elastico nel punteggio: Besson allunga, Bell ricuce, Nymburk si riavvicina sino al -4 ma Brown finta la tripla e segna in avvicinamento spingendo di nuovo Varese a distanza di sicurezza. Moretti replica poi la tripla già infilata qualche minuto prima e così i biancorossi consolidano il margine con Mannion e McDermott che regalano l’azione più bella della notte: assist notevole del Red Mamba e schiacciata dell’ala americana. All’intervallo Varese comanda 45-35. Q3 – La Itelyum dà un altro strappo a inizio ripresa perché le triple di Brown e Moretti sono colpi di acceleratore al punteggio che lievita sino al +16, momentaneo massimo vantaggio. Nymburk però non ci sta e si affida a Stephens: l’ex trentino sfrutta il fisico ed è protagonista del 6-0 che spinge Bialaszewski al timeout. Un taglio vincente di McDermott riattiva Varese che trova 5 punti anche da Woldetensae: peccato per una tripla concessa a Senhal a fil di sirena che vale il 67-54. IL FINALE Il diktat di Varese però è chiaro: evitare qualunque pericolo di risalita ospite, anche a partita praticamente già chiusa. E così Mannion continua a ispirare, Besson a colpire mentre i cechi continuano a sbagliare troppo in avvicinamento al ferro biancorosso e – ancor di più – con i tiri pesanti. Bohacik in particolare non ne mette una, irretito da McDermott Con 8′ da giocare Bialaszewski dà spazio anche a Virginio (schiacciata e tripla) oltre che a Ulaneo, poi dentro anche Assui che festeggia con un tiro pesante la convocazione per l’Under 18 azzurra. La Itelyum dilaga sino all’83-59 prima di spegnere i motori e concedere qualche punto di troppo ai cechi. Ma i 15 di divario (91-76) bastano e avanzano in una Itelyum Arena in festa. Damiano Franzetti
  4. L’Itelyum sbanca nettamente il campo del Nymburk e prenota le semifinali di FIBA Europe Cup. Perentorio successo esterno, stasera, mercoledì 6 marzo, per la compagine di Tom Bialaszewski nell’andata dei quarti di finale: Varese mette in cassaforte un tesoretto di 15 punti di vantaggio in vista del retour-match di mercoledì 13 marzo a Masnago (si passa col miglior quoziente canestri sull’arco del doppio confronto). E scaccia i cattivi pensieri dopo la rullata nel derby con Milano, tornando dalla Repubblica Ceca con il minor bottino subito in 18 mesi di Moreyball. Stavolta si apprezza una Itelyum più solida che scintillante, non brillante dal perimetro (10/38 da 3 di cui 2/16 nel primo tempo), ma efficace nella protezione dell’area colorata attorno al totem Sklyar Spencer (al quale non rendono merito i 7 rimbalzi e le 2 stoppate delle statistiche). Varese festeggia il colpaccio insieme alla ventina di tifosi al seguito, e scopre le qualità di Hugo Besson in una partita che mostra la doppia dimensione del francese: le qualità balistiche non saranno quelle di Hanlan, ma quando c’è bisogno di saltare l’uomo e innescare i compagni l’ex Belgrado sa farsi sentire (6 assist). E la trazione posteriore Mannion-Moretti-Besson combina per 46 punti e 15 assist, innescando alla distanza un attacco inizialmente in affanno (19 punti nei primi 15’ e 34 a metà gara). E la difesa che regge l’urto quando dall’arco si collezionano solo ferri (0/6 da 3 nel primo quarto), che accende qualche guizzo dopo il 23-19 del 10’ mettendo la freccia con uno strappo sull’asse Mannion-Spencer (23-28 al 17’). Il primo solco si scava nel terzo quarto con un 2-11 sull’asse perimetrale Brown-Besson mentre Spencer chiude l’area (42-51 al 27’). Ultimo sforzo dei padroni di casa il 53-57 del 32’, poi il ritmo si alza e il campo si apre con una doppietta dall’arco di Moretti che vale il definitivo 56-69 del 35’. Varese tocca anche il più 17 e non spreca scarto nel rush finale; la qualità del Nymburk è parsa modesta, ma va dato merito all’applicazione dei prealpini soprattutto nel contenere il talento di Gordon. Domenica contro Brindisi sarà un test più impegnativo per il peso specifico dei punti in palio in chiave salvezza, ma la fiducia generata dal successo in Repubblica Ceca migliora decisamente il morale della truppa. Giuseppe Sciascia
  5. Tutto è bene quel che finisce bene. Ma magari, la prossima volta, proviamo a non complicarci così la vita. Nella seconda metà di gara a Oradea, la Itelyum cancella i 40′ di Leiden e i primi 20′ in Romania e va a prendersi la qualificazione ai quarti di finale di Fiba Europe Cup. 96-103 il risultato che spiattella subito il tema della gara: attacchi bollenti e difese molli e lascive. E non è un caso che proprio quando Varese è riuscita a stringersi a coorte a protezione del canestro, la partita sia andata nella direzione dei biancorossi. L’ultimo quarto d’ora è stato quello decisivo: la squadra di Bialaszewski ha trascorso un primo tempo irritante, ha concesso 50 punti ai padroni di casa ed è sembrata incapace di trovare il punto di svolta. Invece, dopo la pausa, capitan Hanlan ha suonato la carica e da quel momento in poi la Itelyum è stata molto più incisiva come dimostra il bottino offensivo (5 in doppia cifra) ma anche la miglior tenuta dietro, con soli 17 punti concessi e con un Woldetensae tornato protagonista almeno nella propria metà campo. Da Chemnitz, intanto, solo buone notizie: il Leiden – che ha giustiziato due volte Varese – non è riuscito a capovolgere il pronostico contro i tostissimi tedeschi. La capolista ha preso 20 punti di vantaggio e non li ha più mollati offrendo a Varese un assist da non sprecare. E i biancorossi stavolta non hanno fallito il bersaglio pur – lo ribadiamo – senza convincere del tutto visto l’approccio alla partita. Un match che alla fine si è rivelato perfetto per il Moreyball, il gioco voluto da Scola: tanti possessi, alte percentuali al tiro (57,1% da 2, 48,4% da 3), numerosi liberi frutto dell’attacco al ferro. Ed errori degli avversari che a lungo andare hanno perso smalto (nonostante percentuali ancora migliori) e fallito quelle conclusioni che, in qualche maniera, Varese spinge a provare. Il fatto è che questa Itelyum-OJM non può permettersi di concedere così tanto a squadre più solide del volenteroso CSM: già domenica con Pesaro sarà necessario essere molto più reattivi. E la stessa cosa varrà quando i biancorossi incroceranno i cechi del Nymburk, vincitori del Gruppo M. Andata a Masnago il 6 marzo, ritorno in trasferta il 13. E vedremo se per allora ci sarà anche il quinto straniero a spingere la Itelyum verso la coppa. PALLA A DUE Buon pubblico e buon tifo con tanto di coreografia in curva alla Oradea Arena dove i padroni di casa del CSM cercano una qualificazione forse insperata ai playoff. Di fronte, la Itelyum deve rigirare l’inerzia del girone dopo aver sprecato il quasi match point in Olanda. Bialaszewski tiene il solito quintetto base, Achim va con Tarolis e Freeman sotto le plance. LA PARTITA Q1 – Il primo quarto è anche difficile da commentare. Oradea è 8-0 dopo un paio di minuti, 13-3 al 4′ con Varese che non azzecca un attacco che sia uno. L’ingresso di Moretti dà un po’ di vivacità in fase offensiva ma a quel punto è dietro che la Itelyum crolla con gli esterni rumeni a penetrare e i lunghi (Tarolis soprattutto) a sfruttare il solito attacco dal post basso contro i piccoli biancorossi. Una Caporetto che si interrompe sul 27-18 giusto perché Moretti imbuca dall’arco riducendo il distacco. Q2 – I 2′ di mini-intervallo non risvegliano più di tanto i biancorossi che in attacco combinano qualcosa (benino Brown, qualcosa da Hanlan) ma dietro sono un colabrodo di dimensioni galattiche, specie quando Ulaneo dà il cambio a Spencer. Mannion è la brutta copia di se stesso: si fa stoppare dal ferro, perde per due volte l’occasione di ricucire (tripla solitaria fallita, persa in penetrazione). Dall’altra parte Oradea arriva a quota 40 al 14′, poi per fortuna ha un attimo di pausa e così un lampo di Mannion riporta gli ospiti a -5. L’ultima azione però è esemplare: Spencer difende sulla penetrazione, nessuno lo aiuta a rimbalzo e Freeman da sotto fa 50-43. Q3 – Qualcosa cambia nell’intervallo. Olivier Hanlan, fino a lì poco incisivo, inizia la ripresa con piglio molto maggiore e trascina Varese al 52-50, assalto respinto dopo che Mannion fallisce il tiro del pareggio e Oradea riguadagna 7 lunghezze. Però l’Itelyum stavolta è più presente: Nico reagisce (canestro e fallo) e da lì in avanti è un continuo botta e risposta con Brown e McDermott a colpire da 3 e Spencer a rispondere da sotto al pari ruolo Freeman. Varese rosicchia punti e sorpassa: tripla di Brown per il 72-72, liberi di Moretti per il primo vantaggio. Oradea reagisce con Gotcher ma le triple di Moretti e Mannion valgono il 79-82 del 30′. IL FINALE Varese capisce di dover mettere margine tra sé e i padroni di casa e ci riesce con 5 punti in fila di Woldetensae (tripla e cesto a rimorchio su errore di Moretti). Il vero break arriva a cavallo del 35′ quando McDermott, altalenante, imbuca la tripla del +6 che diventa in pochi istanti +10 grazie ad Hanlan a segno in entrata e in contropiede su palla rubata. Oradea sbanda, prova la zona e viene colpita da Brown e così la Itelyum arriva sul rettilineo finale con un vantaggio solido. Bialaszewski dimentica Mannion in panchina come a Trento lasciando dentro un Moretti senza più benzina ma è ancora Hanlan a evitare problemi. Brivido su un fallo di Neal sul canadese che poi sbraccia e colpisce il rivale: gli arbitri ci mettono parecchi tempo a decidere ma alla fine è Olivier ad andare in lunetta e a chiudere i conti, 96-103. Damiano Franzetti
  6. Un incubo. Una Varese – versione Itelyum – che sembrava definitivamente tumulata, si ripresenta come uno zombie per perdere di nuovo, come nel match di andata, contro lo ZZ Leiden, formazione olandese con un piede fuori dalla coppa e con (sulla carta) poca qualità da opporre ai biancorossi di Bialaszewski. Che, invece, per la seconda volta regalano il successo ai tulipani (81-77) con una prestazione magrissima, scialba, deludente ai massimi livelli e ora mettono davvero a rischio la qualificazione ai playoff di Fiba Europe Cup. Vincere a Leiden significava eliminare gli olandesi dalla corsa, andare a Oradea tra sette giorni con la possibilità di perdere fino a 18 punti e vendicare l’insulsa sconfitta dell’andata. Ma evidentemente Hanlan e compagni pensavano di trovare tappeti rossi stesi ai propri piedi, visto l’atteggiamento supponente. E forse non ha aiutato neppure un primo quarto facile facile, chiuso sul +9 senza forzare e mescolando i quintetti. La partita varesina di fatto si è chiusa lì: secondo periodo da festival horror, ripesa con 37 punti segnati, una decina dei quali nell’ultimo minuto e mezzo a giochi ormai fatti. E così lo ZZ è incredibilmente padrone del destino del girone: dovesse compiere il miracolo a Chemnitz, sarebbe lei a qualificarsi ai playoff con buona pace di Oradea e Varese. Solo in caso di KO olandese in Germania conterà il risultato in terra rumena, ma a questo punto l’Itelyum ha una sola opzione, il successo. Che è possibile a patto che non si ripeta una prestazione simile a quella di Leiden: non si salva nessuno in casa biancorossa, perché chi ha fatto bottino (Mannion, Hanlan, McDermott) ha comunque tanto da farsi perdonare (Nico, comunque, il migliore) mentre gli altri non hanno neppure il paravento dei punti segnati. Varese paga percentuali basse da 3 punti (1/5 Moretti, 2/9 Mannion, 1/3 Brown, 7 errori consecutivi di McD prima di segnare tre volte) ma anche un atteggiamento generale senza sprint. Mai un ruggito vero, ma un approccio cattivo all’azione, mai un tuffo, una mossa per sporcarsi le mani. Ma quando si gioca sulle punte, a qualsiasi livello, alla fine si paga dazio. E così festeggiano il rude Schaftenaar, l’energico Jones, il concentrato Van Bree (incredibile canestro da 25 metri al 20′!), non il morbido Moretti, il confuso Wolde o l’impalpabile Brown. Che serva da lezione, anche all’allenatore i cui quintetti mescolati (quasi 10′ a Young) e i cambi di mezza squadra per volta si rivelano azzardi pagati a caro prezzo. PALLA A DUE Nel piccolo Vijf Meihal ci sono almeno una ventina di tifosi biancorossi a sostenere la squadra di Bialaszewski reduce dalla vittoria di Cremona. Il coach americano sceglie i soliti cinque per iniziare la partita ed è ancora privo di Ulaneo; ultima varesina per Young. Spradley mette Ververs accanto al bomber Jones (30 all’andata) con Gross sotto i tabelloni. LA PARTITA Q1 – L’avvio varesino è decisamente positivo: Hanlan comincia forte e scava il primo solco che regge per tutto il periodo anche con vantaggio in doppia cifra. Bialaszewski ruota tutti gli effettivi tranne Librizzi (che entrerà dopo) e trova qualche punto anche dalle seconde linee. Peccato la tripla di Van Bree sulla sirena che taglia il margine di vantaggio biancorosso, 19-27. Q2 – Anche per questo è inspiegabile il pessimo secondo periodo in cui Varese subisce 27 punti realizzandone appena 13 e facendosi sorpassare con merito dagli “Orange”. La Itelyum smette di funzionare: non si segna da 3, si cerca gloria in entrata ricavando stoppate ed errori e soprattutto si dà allo ZZ la sensazione di poter correre. Jones inizia a segnare, i due timeout di Biala servono a poco e solo Mannion nel finale riaccende Varese. La beffa sulla sirena: tiro di Van Bree da 25 metri a una mano e canestro del 46-40. Q3 – La Itelyum pare scuotersi a inizio ripresa con Mannion che prima serve Spencer e poi pareggia a quota 46. Per qualche momento c’è un botta e risposta che dà l’impressione di una Varese vivace, ma al primo, piccolo break tulipano il motore biancorosso torna a bofonchiare. Van Bree e Schaftenaar ritoccano il massimo vantaggio interno, poi una tripla di Mannion riporta Varese a -5 ma alla pausa è 65-58. IL FINALE Anche il Leiden smette di far canestro a inizio ultimo quarto ma Varese non ne approfitta, i minuti passano e il margine resta tale. Van Bree e Jones firmano per due volte il +10, poi c’è un ultimo sussulto: tripla di McDermott dopo 7 errori dall’arco, unica bomba di Moretti per il 72-66. Si spera possa essere l’alba di una volata vincente e invece resta il canto del cigno: Mannion ha finito le munizioni, Van Bree invece no e lo ZZ tocca addirittura il +12. Negli ultimi 90” Varese segna tre volte dall’arco con Hanlan e con doppietta di McDermott ma è troppo tardi per pensare alla riscossa: 81-77 e festa meritata degli olandesi. Damiano Franzetti
  7. La strada per l’Europa passa per Leiden. Secondo impegno esterno consecutivo per l’Itelyum, di scena stasera, mercoledì 31 gennaio, sul campo della formazione olandese attualmente ultima della classe del girone N delle Top 16 di Fiba Europe Cup. Match importante ma ancora non decisivo nella corsa al turno successivo: una vittoria ipotecherebbe la qualificazione permettendo a Varese di gestire il più 19 dell’andata nel match conclusivo del 7 febbraio in Romania. Una sconfitta imporrebbe invece un successo esterno la prossima settimana ad Oradea; ma l’obiettivo dell’Itelyum è allungare la serie positiva, riscattando la sconfitta dell’andata che fu particolarmente indigesta, la sera del 13 dicembre quando Luis Scola blindò Tom Bialaszewski e confermò la volontà di muoversi sul mercato. Era un’altra Varese, con Cauley-Stein ai saluti e senza gli infortunati Moretti e McDermott, quella che sprecò 11 punti di vantaggio nell’ultimo quarto facendosi trafiggere dalle triple di Jones. Ora l’Itelyum vuole dimostrare con i fatti di aver cambiato volto, in attesa dell’ultimo restyling stagionale: la società biancorossa ha formalizzato l’escape dal contratto di James Young, che stasera giocherà l’ultima partita in maglia biancorossa. Il sostituto, puntando su un’ala forte atletica e frontale che aggiunga sostanza a rimbalzo, arriverà durante la pausa per la Coppa Italia dall’11 febbraio al 3 marzo, se il team di Bialaszewski si sarà qualificato per i quarti di finale della Fiba Europe Cup. Dunque il risultato di stasera, e di mercoledì prossimo in Romania, sarà importante per le scelte future del club. Giuseppe Sciascia
  8. Più dura è la partita, più bella è la vittoria. La Itelyum Varese riporta in equilibrio il record della seconda fase (2 vinte, 2 perse) di Fiba Europe Cup guadagnando lo scalpo più ambito, quello dei Niners Chemnitz che prima di arrivare a Masnago erano imbattuti nella competizione. I biancorossi però stavolta fanno la faccia cattiva e superano una squadra dura, pesante, coriacea che in patria sta viaggiando in testa al campionato. Partita non lineare, quella vinta 90-78 da Varese: a tratti la Itelyum ha potuto galoppare e sfruttare le proprie qualità di corsa e tiro al bersaglio, altre volte è stata la fisicità dei tedeschi a imporre ritmi più compassati. Ne è uscita una gara dalla diverse sfaccettature in cui gli uomini di Bialaszewski hanno avuto prima di tutto il merito di non farsi mai superare. Sempre avanti Varese (salvo qualche istante in avvio), anche quando Chemnitz si è rifatta sotto e ha fatto sentire a più riprese il fiato sul collo. L’arma decisiva è stato il tiro da 3 punti: i biancorossi hanno sparato in modo divino dal perimetro, sfiorando il 55%. L’esatto opposto dei Niners dalle mani impastate: 0/10 alla pausa lunga, 3/28 alla fine. E nella gara di tiro a segno, la scena se l’è presa soprattutto un ispiratissimo Davide Moretti che ha chiuso con 7/8 da lontano e un totale di 29 punti. Serata magica, perché quella del Moro non è stata solo accademia: le sue sfuriate da fuori sono state decisive nello scavare il solco nel quarto finale e nell’abbattere, una volta per tutte, gli arancioneri di Sassonia. Con Moretti hanno brillato anche McDermott e un Mannion che ha capito subito di non poter essere primo violino (braccato e pressato fin dalle rimesse) e si è messo al servizio del collettivo. Molto bene anche il reparto lunghi Brown-Spencer-Ulaneo in una serata in cui, invece, Hanlan ha faticato molto. Bialaszewski poi ha invertito le gerarchie del campionato, rispolverando Woldetensae a scapito di Young, ma purtroppo Tomas è rimasto con il colpo in canna. La coppa prosegue ora con due trasferte che sono decisive: il successo su Chemnitz dà un vantaggio a Varese, quello di poter andare a Oradea per difendere il +19 guadagnato all’andata. A patto però di vincere settimana prossima in Olanda, contro un Leiden quasi fuori. Insomma: per andare ai playoff c’è ancora strada da fare, ma il segnale lanciato contro i Niners è di quelli forti. Speriamo che l’onda si propaghi al campionato e che le energie, tante, spese di mercoledì non vengano pagate domenica a Cremona. PALLA A DUE Quasi 3mila presenze al palazzetto per l’ultima casalinga della Itelyum nel secondo girone di Fiba Cup. Bialaszewski ha squadra al completo e inizia con il quintetto classico; dall’altra parte Pastore manda subito in campo l’ex bresciano Lansdowne accanto a Van Beck e sceglie Yebo sotto canestro. In tribuna anche Walter De Raffaele, da poche settimane coach di Tortona, accompagnato da Cedro Galli. LA PARTITA Q1 – Mani fredde in avvio: una tripla di McDermott resta per qualche azione l’unica prodezza, poi la gara inizia a salire di tono con il vantaggio che passa da una parte all’altra. Una scossa arriva all’ingresso di Moretti, a segno due volte dall’arco e allora la Itelyum prova lo strappo arrivando al 24-13 ma il finale di quarto batte bandiera tedesca e il divario alla fine è ridotto (25-21). Q2 – Un antisportivo a Wolde (spallata a un avversario dopo canestro subito da Varese) consente al Chemnitz un sorpasso effimero firmato da Krubally, però la Itelyum si rimette subito al comando blindando l’area e trovando qualche giocata a effetto come la schiacciata di Brown immortalata nella nostra foto di apertura (di Mattia Martegani). I Niners reagiscono e paiono arrivare quasi appaiati all’intervallo, invece Varese trova una tripla frontale di Mannion per l’improvviso +8 (45-37). Q3 – Coach Pastore alza i giri in difesa ai suoi, che non disdegnano di difendere mani addosso in tutte le zone del campo. Varese soffre il tonnellaggio ma ha il merito di trovare sempre qualche mano calda cui affidarsi. Un paio di magate di Mannion e due triple di Moretti (nonostante un quintetto che desta molte perplessità) valgono il 63-57 dell’ultimo intervallo. IL FINALE Si procede senza break per diversi minuti con gli ospiti che arrivano sino al -1 sul 68-67 ma, ancora, il Chemnitz non passa. E allora riecco le triple: forzata ma precisa quella di Brown, sinfonica quella di Moretti dall’arco. Una doppietta pesante alla quale i Niners non riescono a replicare subito: Varese lo capisce e allora affonda il colpo con altra tripla del Moro e con magia di McDermott (canestro e fallo). Prima del congedo l’ex pesarese ne infila un’altra dall’arco, poi Biala gli concede una meritata standing ovation. Negli ultimi 2′ la tempesta biancorossa si placa ma a giochi ormai fatti: 90-78 e qualificazione più vicina (ma ancora da cogliere). Damiano Franzetti
  9. Il quintetto per colpirli, la panchina per stroncarli. La Itelyum torna a vincere in Fiba Europe Cup e lo fa regalando un’altra prova da 100 punti, stavolta contro i rumeni dell’Oradea incapaci di reggere i ritmi di questa “nuova Varese”. La squadra di Tom Bialaszewski alterna titolari e riserve quasi come fossero due unità distinte ma trova il modo di colpire a ripetizione la difesa ospite facendo capire che la volontà di passare il turno è davvero forte. Tutto facile, all’apparenza, per i biancorossi che toccano anche il +30 (81-51) sul finire della terza frazione, prima di spegnere i motori. Uno stop arrivato troppo presto, perché il CSM torna addirittura a meno 12. In realtà Varese non ha alcun problema, e quando all’orizzonte a poppa la Itelyum rivede la sagoma dell’imbarcazione avversaria, torna a filare ad alta velocità chiudendo i conti. Primo successo della seconda fase, quindi, per la Itelyum che raggiunge in classifica la stessa Oradea e gli olandesi del Leiden, abbattuti (-30) dalla capolista Chemnitz. Proprio i tedeschi, capolisti in Bundesliga, saranno ospiti a Masnago mercoledì 24 in un banco di prova davvero rilevante ma la nuova Varese ha tutte le carte in regola per tornare a correre anche in Europa. In una serata dai molti sorrisi, i più rilevanti a livello di risultati sono probabilmente quelli di Matteo Librizzi, dei due pivot – Spencer e Ulaneo – e di Gabe Brown con quest’ultimo che si piglia il premio di top scorer grazie anche ad alcune giocate spettacolari. Quasi quanto quelle difensive di Spencer, che distribuisce 4 stoppate e mostra quanto può essere energica e aggressiva la nuova Varese a protezione dell’area. Quando Skylar si siede tocca a Scott andare in doppia cifra, un risultato raggiunto in tutto da sei biancorossi compreso Davide Moretti che, con qualche alto e basso, torna a colpire con perizia dall’arco. Di Mannion (14 punti in 17′) è quasi inutile parlare e quindi chiudiamo con il bentornato a Tomas Woldetensae, stavolta impiegato con continuità (16′): 6 punti, un po’ di ruggine e tanti applausi. Considerazione conclusiva: se il quintetto base è ora decisamente di alto livello, la Itelyum ha avuto la conferma di avere anche una panchina ben più incisiva di quella disponibile fino a un mese fa. E questa è forse la notizia più importante di una notte europea dolce, tranquilla ma anche ricca di speranze. PALLA A DUE Davanti a oltre 2mila tifosi, Tom Bialaszewski inizia la partita senza modificare l’attuale quintetto base, con Moretti primo cambio dei piccoli e con Skylar Spencer fisso a protezione del canestro. Coach Achim dalla parte opposta schiera quattro americani con il lituano Tarolis, sulle cui tracce c’è Gabe Brown. LA PARTITA Q1 – Il tandem Mannion-Spencer è grande protagonista delle prime battute: il play segna i 7 punti iniziali di Varese, il pivot spara stoppate a raffica che spaventano gli ospiti. Oradea prova a reagire ma tre bombe biancorosse tengono avanti la Itelyum. Biala cambia progressivamente tutto il quintetto e la seconda linea tiene il vantaggio: 26-19. Q2 – Il buon impatto della panchina – minuti anche per un applaudito Woldetensae – consiglia il coach varesino di proseguire con questo assetto. A esaltarsi è Librizzi mentre Moretti, dopo qualche sbavatura, si sblocca con due triple. Allungato oltre i 10 punti il margine, tocca di nuovo ai titolari condurre Varese nella seconda parte del periodo: stavolta brilla Brown che corre il campo, svetta a rimbalzo, segna in entrata. Peccato per la persa di Hanlan a 4” dalla sirena, ma il punteggio è 52-38. Q3 – L’impatto della Itelyum non accenna a placarsi: Mannion spara le ultime cartucce prima di andare a rifiatare in panchina, McDermott colpisce dall’angolo mentre Hanlan – fino a quel punto cheto – si prende per qualche minuto la scena e dà un’altra spallata al punteggio. Oradea, tradita dal play Neal (2/12) pare sciolta e incassa anche la doppietta dall’arco di Woldetensae: Varese arriva a +3 e poi incassa una tripla che fissa il terzo paziale sull’81-54. IL FINALE Qui per una manciata di minuti sulla Itelyum cala il buio. Il CSM, scosso da coach Achim, trova una serie di canestri e approfitta di qualche gestione troppo leggera da parte dei padroni di casa che, addirittura, arrivano ad avere solo 12 lunghezze di vantaggio. L’asse Librizzi-Ulaneo però si riaccende al pari di Moretti che dopo qualche tiro fallito ritrova la mira dall’arco. In pochi istanti Varese è di nuovo attorno ai 20 di margine e finisce giusto da quelle parti con la tripla di Virginio che regala ancora la tripla cifra sul tabellone: 100-81. Damiano Franzetti
  10. Altro giro, altra delusione. Si potrebbe studiare la costanza nei risultati pessimi della Pallacanestro Varese che anche in versione europea riesce a farsi mangiare in casa dallo ZZ Leiden, squadra corta con qualche buona individualità che era considerata l’ultimo carro del girone N. E alla Itelyum, davanti ai propri tifosi (1.850, non pochi) non è servito neppure avere un vantaggio arrivato a +12: quando c’è stato da segnare i canestri pesanti, i biancorossi sono spariti mentre i tulipani hanno riacceso i motori. In modalità “panico” la squadra di Bialaszewski (sostanzialmente confermato da Scola prima del match) ha sbagliato quasi tutto, convogliando l’attacco sulle spalle del solo Hanlan che però a un certo punto ha finito benzina ed idee, costretto a far il boia e l’impiccato. Poi anche il diavolo ci ha messo lo zampino con la tripla infilata da Van Bree al 24° secondo con 57” sul cronometro. Un tiro difficilissimo che però ha deciso l’incontro anche se poi Young allo scadere ha avuto il tiro da 3 del pareggio per il rotto della cuffia. Ma gli eroismi non abitano certo qui: palla che gira sul ferro ed esce a sancire il KO. Che dire. La prima cosa è che se Varese perde in casa anche con Leiden, è difficile pensare che Luis Scola abbia ragione quando dice di non essere preoccupato. Anche stavolta non si è visto quasi nulla del basket predicato dalla dirigenza, salvo forse qualche folata di Brown, per lunghi tratti il migliore in campo. Quando poi i meccanismi hanno girato – qualche minuto qui, qualche minuto là – la Itelyum ha anche concesso qualche strappo discreto al punteggio, però non è mai stata in grado di piazzare quel canestro in più “della sicurezza”, tenendosi sempre il Leiden alle spalle pronto a colpire. Fino a che ha colpito per davvero. Nella prima partita senza Moretti, Bialaszewski ha impiegato Shahid e Librizzi in regia ma i risultati non sono stati esaltanti: il piccolo USA ha sì centrato qualche iniziativa personale ma ha anche compiuto una serie di palle perse imbarazzanti, il giovane varesino ha fatto il possibile prima di finire nel mirino arbitrale. C’era inoltre attesa per la prova di Cauley-Stein, con il suo sostituto Spencer seduto dietro la panchina e ancora una volta l’ex NBA è stato illeggibile nelle sue cose. Un discreto primo tempo, qualche lampo come la tripla nell’ultimo periodo e una stoppata importante sulla penultima azione, il tutto però corredato da difese molli, rimbalzi scivolati dalle mani, pericolosità bassissima in attacco. Ora all’orizzonte c’è la partita con Milano, e speriamo davvero non sia solo un allenamento per un’Olimpia che al netto dei propri problemi e del viaggio a Barcellona in Eurolega ha tutto per triturare una Varese vuota, moscia, senza capo né coda. E da questa sera, sull’orlo dell’addio anche in Europa. PALLA A DUE James Young sorpassa Tomas Woldetensae nelle gerarchie ed entra in quintetto base insieme a Shahid, scelto giocoforza per sostituire l’infortunato Moretti. Squadre corte con Leiden che ruoterà appena sette effettivi. Dietro alla panchina il nuovo arrivato Spencer che rileverà Cauley-Stein. LA PARTITA L’approccio di Varese è buono soprattutto dalle parti di Brown, tornato preciso al tiro pesante. Il primo break è suo ma quando Bialaszewski opta per un profondo giro di cambi, il Leiden torna subito a contatto e addirittura sorpassa con Jones prima della sirena (18-19). Le seconde linee biancorosse continuano a essere un buco nero e così Biala deve fare rientrare Hanlan e WCS: la squadra si scuote e piazza un 20-7 di parziale tra il 15′ e il 20′ con cui si prende un vantaggio finalmente solido (45-39). Nel terzo periodo torna protagonista Hanlan: triple, penetrazioni, uno contro uno ed è lui a dare a Varese il massimo vantaggio, 60-48. Poi però nel tira e molla gli ospiti rosicchiano qualcosa sino al 66-58 della terza sirena. IL FINALE Varese sale a quota 69 ma resterà inchiodata lì per lunghissimi minuti: il tempo per lo ZZ di costruire un parziale di 11-0 con Jones protagonista anche grazie a compagni che si buttano senza paura a rimbalzo sotto il canestro della Itelyum. A Masnago iniziano a materializzarsi i fantasmi perché anche Van Bree e Gross colpiscono mentre Varese avanza con grande fatica. Una tripla fuori dagli schemi di Cauley-Stein sembra un segnale positivo e invece è uno degli ultimi squilli: Leiden fa le cose facili, mangia tutto il margine e infine imbuca con Van Bree dall’angolo la più pazzesca delle triple (+5). Hanlan guadagna e segna due liberi, poi Cauley-Stein stoppa Van Bree a 14” dal termine. L’ultimo pallone va a Young, libero davanti alla panchina ospite: tripla ben presa ma giro beffardo sul cerchio e palla fuori. Festeggiano i dieci olandesi, tutti gli altri hanno le mani nei capelli. Damiano Franzetti
  11. L’Itelyum crolla malamente anche a Chemnitz. Terza sconfitta in fila per la compagine di Tom Bialaszewski contro la capolista della Bundesliga tedesca, che allunga a quota 17 la sua striscia vincente archiviando in scioltezza la pratica Varese grazie al più 19 del primo quarto. Ricordate la prima fase della FIBA Cup con le passeggiate contro Keravnos e Tblisi? Ecco, nell’ex Germania Est la parte dei ciprioti e dei georgiani l’ha fatta l’Itelyum, soverchiata in termini di volume di gioco (30 canestri da 2 contro 12, 17 rimbalzi in meno e un eloquente 78-137 nel confronto della valutazione statistica). E facendosi travolgere nei primi 15’ dall’energia dei padroni di casa, volati fino al 51-25 di metà secondo quarto grazie ad un dominio interno che accende un allarme rosso sulla tenuta mentale dei biancorossi, e acuisce gli interrogativi (ormai quasi certezze…) sulla posizione di Willie Cauley-Stein. Con Ulaneo a riposo precauzionale a causa di un problema all’alluce del piede destro – preservato per domenica a Brindisi – Varese balbetta paurosamente dentro l’area, finendo appunto travolta dall’energia del duttile lungo avversario Yebo (17 punti in 7’ del primo quarto e 23 in 9’, oltre 2 al minuto!) e soverchiata nella battaglia aerea (25-43 a rimbalzo). Difficile correre se devi sempre raccogliere il pallone dal fondo della retina, teoria confermata dall’unico sussulto del terzo quarto quando una difesa quantomeno accettabile (senza Moretti, impalpabile davanti e dietro, e poi senza Cauley-Stein) innesca l’unica luce Hanlan (5/6 da 2, 5/7 da 3). Ma con Young che conferma l’evidente ritardo di condizione palesato all’esordio, le sensazioni negative dell’ultimo periodo - inconsistenza difensiva, fragilità mentale e labilità tecnica - si confermano in tutta la loro evidenza... Inizialmente Varese si affida all’attacco coinvolgendo Cauley-Stein per tenere il passo della capolista della Bundesliga. Ma appena sbaglia due jumper aperti, incassa il primo break con Chemnitz che attacca sistematicamente Cauley-Stein con i piccoli (sui cambi difensivi) e con i lunghi (doppietta da 3 di Yebo). L’Itelyum non trova punti al ferro e in difesa concede di tutto da sotto e da fuori: 17-2 in 4’ e padroni di casa in fuga (30-14 al 7’ dopo l’effimero 13-12 iniziale), chiudendo il primo quarto già a quota 35 con un sontuoso 73% da 2 contro la difesa in modello “gandhiano” di Varese. Poi calano le medie dei Niners, ma quelle dei prealpini restano “polari”, e siccome i tedeschi banchettano a rimbalzo d’attacco (25-9 a metà gara), il gap si dilata ulteriormente compreso il jackpot da 8 metri di Lockhart. Si arriva al doppiaggio sul 51-25 del 15’, qualche guizzo perimetrale di Woldetensae ed Hanlan evita il tracollo, ma i 62 punti subiti a metà gara – col 68% da 2 e quasi il triplo dei rimbalzi in più – sono il dato che balza all’occhio nel condannare la “non difesa” ospite. Qualcosa di meglio si vede dopo l’intervallo, almeno nella protezione dell’area; qualche rimbalzo uguale qualche tripla varesina (70-53 al 23’), negando soluzioni interne ad alta percentuale si riesce a correre, e con gli spunti di Hanlan (14 punti nel terzo quarto) il divario si riduce a poco a poco. L’Itelyum lima fino all’80-72 del 31’, ma non trova più soluzioni fluide quando torna all’assetto canonico, e Chemnitz punisce ritrovando soluzioni nel pitturato sul ritorno di Cauley-Stein (12-3 in 3’ per il 92-75 del 35’). Nel finale il gap si dilata di nuovo fra triple e secondi tiri: un fardello pesante a livello psicologico in vista del vitale scontro salvezza di domenica 10 dicembre a Brindisi. Se il match in Sassonia doveva essere un test, Varese ne è uscita severamente bocciata. Giuseppe Sciascia
  12. Una tedesca, un’olandese e una rumena: sono le avversarie della Itelyum Varese nel secondo girone di Fiba Europe Cup stilato nella tarda serata di mercoledì 22 al termine di tutte le gare della prima fase della competizione. La squadra di Tom Bialaszewski, alle spalle del Goettingen nel girone I solo per differenza canestri, si è qualificata senza problemi: è stata la “seconda miglior seconda” dopo il Nymburk con un record di cinque vittorie e una sconfitta. Eliminata invece l’altra italiana, Brindisi, terza nel suo raggruppamento che si è concluso con sole tre squadre per il ritiro delle israeliane. Per effetto delle varie classifiche quindi, la Itelyum è stata inserita nel Gruppo M e se la dovrà vedere “in ordine di apparizione” con i tedeschi del Chemnitz Niners, gli olandesi dello ZZ Leida e i romeni del CSU Oradea. L’esordio sarà mercoledì 6 dicembre in Germania contro la squadra che sulla carta è la favorita del girone: il Chemnitz (città che un tempo si chiamava Karl Marx Stadt) infatti è imbattuta dopo la prima fase e addirittura è in testa alla Bundesliga con un record di 7-1 davanti alle squadre di Eurolega (Alba e Bayern). Poi la Itelyum avrà tre incontri casalinghi consecutivi (incredibile che la Fiba non riesca a fare un’alternanza in un girone con sole quattro squadre!) come già accaduto nella prima fase. Da Masnago passerà prima il Leida (mercoledì 13), poi l’Oradea (mercoledì 10 gennaio) e infine il Chemnitz (24 gennaio). Chiusura in trasferta per i biancorossi che voleranno nei Paesi Bassi (31 gennaio) e in Romania (7 febbraio). La formula è semplicissima: le prime due di ogni girone accederanno ai quarti di finale e da lì in avanti si giocherà a eliminazione diretta con gare di andata e ritorno. L’impressione è che il Chemnitz sia la più forte del gruppo ma Varese ha la possibilità di giocarsi le proprie carte con le altre due avversarie. Intanto Olivier Hanlan ha concluso la prima fase di Fiba Europe Cup da miglior giocatore per valutazione (24,6) e miglior assistman (9,0) mentre Willie Cauley-Stein è secondo miglior rimbalzista (10,4). Damiano Franzetti
  13. L’Itelyum chiude col sorriso il cammino della fase eliminatoria della FIBA Europe Cup. La squadra di Tom Bialaszewski si impone nettamente a Tbilisi e centra aritmeticamente la qualificazione alle Top 16 che prenderanno il via il 6 dicembre. La contemporanea vittoria di Goettingen a Cipro fa chiudere l’Itelyum al secondo posto del girone I. Varese rientrerà comunque nel novero delle 6 migliori seconde (6 punti negli scontri diretti con i tedeschi ed il Keravnos, scartando per regolamento FIBA il doppio confronto con Tbilisi), che insieme alle 10 vincenti dei gironi eliminatori superano il turno; bisognerà attendere l’esito dell’ultima gara delle 20.30 per capire quali saranno le avversarie della seconda fase che prenderà il via il 6 dicembre. Ma sicuramente si farà sul serio, con avversarie decisamente più impegnative rispetto a ciprioti e georgiani; però le vittorie in serie della fase inaugurale, con tanto spazio ai giovani tra opportunità e necessità, hanno aiutato la squadra a crescere in termini di fiducia ed autostima. E la prima senza l’infortunato McDermott? Discreto l’impatto difensivo di Nick Virginio, schierato in quintetto, mentre Woldetensae non trova ritmo offensivo. Per vincere a Tbilisi bastano 15’ di vigore da metà secondo quarto in poi, con Shahid prima ed Hanlan poi in evidenza insieme a Brown; domenica 26 novembre a Brescia sarà chiaramente ostacolo di ben altro livello. LA PARTITA Ritmi al piccolo trotto dopo lo 0-6 iniziale; non è certo intensità da battaglia, con Varese che tira quasi solo da 3 punti e subisce l’energia dei georgiani a rimbalzo. Effimeri i vantaggi iniziali firmati Virginio (12-14 al 6’ con due triple dell’ex azzurrino): l’Itelyum fatica a prendere ritmo balistico, ma proteggendo meglio l’area e spingendo sull’acceleratore da rimbalzo difensivo crea il primo strappo a metà del secondo quarto. Due triple consecutive di Shahid e le soluzioni interne di Ulaneo firmano l’allungo varesino (31-40 al 17’). Secondo quarto da 32 punti a segno alzando il ritmo e le percentuali, con uno spettacolare contropiede iniziato da Brown, alimentato da Hanlan e chiuso da Assui per il massimo vantaggio (33-46 al 19’). Come già accaduto domenica contro Scafati, la panchina accende la scintilla e il quintetto l’alimenta dopo l’intervallo: 2-8 iniziale nel terzo quarto e partita in ghiaccio sul 39-56 del 23’. Poi coach Bialaszewski può provvedere ad ampie rotazioni, spremendo energia anche dal giovane Assui; il gap si dilata sul 46-69 del 29’. Tbilisi prova a reagire contro un quintetto verdissimo (57-69 al 32’), Varese gioca un po’ in pantofole e i georgiani rientrano fino al 74-81 del 36’, ma i guizzi di Hanlan – 10 in fila per il canadese – mettono al sicuro il risultato. LE AVVERSARIE DELLA SECONDA FASE In funzione dei risultati degli altri campi, Varese ha concluso il cammino come seconda tra le sei migliori seconde classificate. E sarà inserita nel girone N delle Top 16, con i tedeschi del Chemnitz e gli olandesi dello ZZ Leiden (vincitori rispettivamente dei gironi H e G) ed i francesi del Gravelines-Dunkerque, terza miglior seconda. La seconda fase inizierà mercoledì 6 dicembre e si concluderà mercoledì 7 febbraio; ai quarti di finale le prime due classificate del girone da 6 partite. Giuseppe Sciascia
  14. Passo avanti quasi decisivo della Itelyum Varese in Fiba Europe Cup: i biancorossi passano dopo un supplementare sul parquet di Gottinga rimontando una partita che sembrava già persa a più riprese (104-109) dimostrando la capacità di non mollare nemmeno nei momenti più grami. E che, forse, dà nuova solidità a una squadra che arrivava da una serie di KO anche beffardi nelle partite equilibrate giocate nell’ultimo mese. Per carità, Varese non ha risolto i suoi problemi cronici, ma stavolta vale la pena riservare un applauso a un gruppo che ha dovuto fare a meno del suo totem d’area Cauley-Stein (a casa con un problemino a un piede), ha pagato dazio sotto canestro ma nel contempo è riuscita a reggere a rimbalzo. E alla lunga ha trovato gloria proprio con un quintetto basso che è stato a lungo un azzardo (31 punti e 13 rimbalzi per il pivot avversario Silins) ma che alla fine è risultato più freddo nel momento cruciale. Moretti e compagni sono stati addirittura glaciali dalla lunetta, 25 su 26, anche se l’unico errore è stato nel tiro (di Brown) che avrebbe potuto chiudere i conti a 7” dal 40′ dopo che la Itelyum aveva incredibilmente rimesso in piedi il match. Una sciagurata palla persa tedesca infatti aveva consentito a Varese di segnare 5 punti in pochissimi secondi e di risalire da un -6 che a 40” dalla fine pareva una condanna. Ma Brown (bravo a procurarsi quei liberi) non è certamente da biasimare: l’ala è stata tra i migliori con 22 punti e tanto sacrificio in difesa anche se la palma del più bravo va a Olivier Hanlan. Silenzioso, certo, ma capace di mettere assieme un 42 di valutazione da ovazione con 29 punti, 10 assist e 7 rimbalzi. Con questo successo in tasca ora la Itelyum affianca il Goettingen in vetta al girone ma, salvo suicidi dei tedeschi con il Keravnos, non riuscirà ad agguantare il primo posto per via della differenza canestri negativa (quanti rimpianti per la sconfitta di Masnago). Però vincendo a Tbilisi – i georgiani sono già eliminati – ci sarà la garanzia di essere tra le migliori seconde e probabilmente il traguardo sarà tagliato anche in caso di sconfitta contenuta (bisognerà guardare anche agli altri gironi). Varese comunque si è messa nella posizione migliore per avanzare in Fiba Europe Cup e – lo speriamo vivamente – potrebbe avere fatto il pieno di fiducia in vista del delicatissimo match interno con Scafati. Domenica ne avremo la controprova: in campionato non si può più accettare una “bella sconfitta”, servono due punti come l’aria. PALLA A DUE Varese si presenta alla Sparkasse Arena senza due giocatori, come previsto, Librizzi e Cauley-Stein. Senza il pivot titolare c’è spazio per Ulaneo fin dalla palla a due. Tedeschi con lo stesso complesso visto a Masnago, con i “motori” Burns e Gibson e con Silins sotto canestro. Gruppetto di tifosi varesini sugli spalti in un palazzetto abbastanza caldo. LA PARTITA Q1 – L’avvio biancorosso è tutto nelle mani di Olivier Hanlan che brevetta un tiro in avvicinamento e lo segna tre volte per l’8-8. Lì però arriva il break tedesco con Silins che fattura da sotto e la Itelyum che sbaglia dall’arco. Dopo essere stata finita sotto in doppia cifra la squadra di Bialaszewski ha una piccola scossa e proprio sulla sirena accorcia a -8 con tripla di Moretti e guizzo isolato di Woldetensae (23-15). Q2 – La distanza tra le due squadre resta praticamente invariata per mezzo periodo, fino a quando Hanlan converte un gioco da 3 punti e Brown centra dall’arco dopo diversi errori. Sul 34-32 la Itelyum ha la palla del sorpasso ma Moretti sbaglia la tripla, così il Goettingen trova qualche buona soluzione e tiene la testa della gara. Ancora Hanlan da lontano per il -3, ma dopo 4 liberi di Moretti Varese si fa beffare sulla sirena da un rimbalzo d’attacco di Ensminger che vale il 46-41. Q3 – Burns e Gibson aprono la ripresa tenendo avanti il Goettingen che a un certo punto ritrova il +8 ma poco dopo si ritrova davanti con due sole lunghezze. Anticevich apre il fuoco dall’arco, parziale di 9-0 e la Itelyum è ancora lontana ma trova buone cose da Ulaneo e una tripla di McDermott. L’elastico prosegue, Varese non capitalizza il tiro del pareggio ma trova con Brown il -3 alla mezz’ora (70-67). Q4 – Ancora Brown trova la parità con il primo tiro del periodo ma la reazione tedesca è notevole: 8-0 di parziale che prosegue anche dopo il timeout di Bialaszewski. Attorno al 35′ sono 10 i punti da recuperare per Varese ma ancora Ulaneo – canestro e fallo – aiuta a restare in vita; liberi di Hanlan, tripla di Moretti e la Itelyum ci crede fino a che Monninghof segna il suo unico canestro per l’89-83 a 1′ dalla fine. Ancora 6 da recuperare a -49” ma Hanlan segna in entrata e sulla rimessa sbagliata Wolde infila la tripla del clamoroso -1. Il Goettingen trema, sbaglia ed è costretto a fermare Brown con un fallo: Gabe a -7” sbaglia il primo ma segna il secondo per il 91-91 che significa supplementare. OVERTIME – Varese parte zoppicando, muove il punteggio sono con i tiri liberi e scivola a -4 quando Einsminger sigla il canestro con fallo. Bialaszewski toglie Wolde per Shahid ma sono due canestri e un aggiuntivo di Hanlan a siglare il sorpasso, 99-100, che toglie fiducia ai padroni di casa. Il canadese serve l’assist a McDermott per la tripla del +2, poi segna per rispodere al trepunti di Zugic che però sarà l’ultimo sussulto biancoviola: Moretti e Hanlan dalla lunetta non sbagliano, nel mezzo i tedeschi pasticciano e si devono arrendere, 104-109. Damiano Franzetti
  15. Non sarà stato uno spettacolo cestistico da esteti, ma a Masnago la serata non è stata certo noiosa. La Itelyum torna alla vittoria in Fiba Europe Cup battendo di 26 punti i georgiani di Tbilisi (109-83) ma anche un match dal divario così elevato val la pena di essere raccontato per la serie di alti, altissimi, bassi e bassissimi attraversati dalla formazione di Bialaszewski, pur con una serie di alibi per spiegare i momenti “no”. Iniziamo a dire che la vittoria non è mai stata in dubbio perché il 15-2 iniziale è stato sufficiente a indirizzare i due punti verso le tasche biancorosse. Nel primo tempo il dominio della Itelyum è stato debordante e i 71 punti messi a segno in 20′ con il 60% da 3 e il 79% da 2. Cifre mostruose, brava Varese, ma TSU in totale bambola prolungata. Nel mentre un accenno di rissa causava i primi tre falli tecnici di una partita che ha visto un totale di 7 “sanzioni gravi” distribuite da un arbitraggio che a tratti ha rasentato il ridicolo. I tre in grigio (tra l’altro fischietti di Turchia, Spagna e Serbia: terre di basket) si sono fatti prendere in giro per tutta la partita da Jintcharadze a cui hanno abbonato un paio di antisportivi, togliendone pure uno con prova TV. In un clima a tratti surreale, vuoi per il punteggio vuoi per certi comportamenti, vuoi per un pubblico che a un certo punto ha perso la pazienza, a farne le spese è stato Cauley-Stein espulso per somma di tecnici nell’intervallo. Senza il pivottone (che aveva iniziato bene) e in un clima a tratti da far-west, Varese si è disunita e ha attraversato un terzo periodo da tregenda, con 31 punti sul groppone metà dei quali arrivati da soluzioni facili da parte dei georgiani, bravi a sfruttare i soliti isolamenti in post basso. Prima di arrivare allo psicodramma (da +39 a +18) poi, la Itelyum è riuscita a raddrizzarsi anche appoggiandosi ai giovani Librizzi e Assui oltre che a Shahid e a un Wolde punto nell’orgoglio dopo gli screzi con Jintcharadze. Alla fine il +26 mette la giusta luce tra le due squadre anche in vista di una partita di ritorno che potrebbe risultare decisiva per il passaggio del turno. Varese incassa dunque una vittoria (a differenza dei bonifici dall’Australia ancora… in viaggio) che potrebbe dare un minimo di morale in vista della partita di domenica, in casa con Sassari. Un vero crocevia per il campionato, che non va assolutamente fallito. PALLA A DUE Oltre 1.700 spettatori a Masnago con buona rappresentanza degli studenti impegnati nella Varese School Cup organizzata da Il Basket Siamo Noi. In campo la formazione di Bialaszewski è la solita e anche l’organico è lo stesso nel senso che Ulaneo resta fuori dal referto, speriamo per l’ultima volta. Il TSU si presenta senza il playmaker americano Boykin che non aveva sfigurato nelle prime partite. LA PARTITA Q1 – L’unico vantaggio ospite arriva sullo 0-2 di Jintcharadze, poi Varese piazza subito un 15-0 in cui tutti trovano gloria. Moretti è il primo a scaldarsi ma i compagni lo seguono anche perché il TSU sbaglia di tutto in attacco. Buona la presenza di Cauley-Stein nelle due aree. Il primo tempo è già una sentenza, 37-18, anche se animata da un accenno di zuffa tra Jintcharadze e Librizzi con Cauley-Stein che interviene e prende tecnico al pari di due georgiani. Q2 – La sinfonia biancorossa, alternata alla catastrofe cestistica georgiana, procede spedita nella seconda parte del match: Varese non sbaglia quasi mai al tiro (23-34 totali), doppia quota 50 al 15′, brucia quota 60 e conclude sul 71-33 con tanti applausi dei giovani tifosi presenti. A periodo finito e subito dopo il suo terzo fallo, arriva però il secondo tecnico a Cauley-Stein che fa scattare immediatamente l’espulsione del pivot americano. Q3 – Il rientro è tremendo: in mezzo quarto Tbilisi fa segnare un parziale di 18-6 sfruttando la vena dei vari Tsintsadze e Vujovic con Varese a tratti incapace di passarsi la palla. L’assenza di “Trill” in area toglie anche certezze a rimbalzo e qualche brivido inizia a correre sulla schiena dei tifosi di Varese anche se sul finire del quarto arriva una scossa. La danno gli arbitri che sorvolano sulle porcate di Jintcharadze: Wolde si infuria e reagisce sul campo ritrovando energia per sé e per i compagni che chiudono 88-64 la frazione. In campo anche Assui che non sfigura in difesa mettendo chili in area. IL FINALE A schemi saltati e senza la reale possibilità di ribaltare il risultato, l’ultimo quarto è piuttosto garibaldino e Varese rimette a posto le cose vincendo (di poco) il tempino e trovando buone giocate da McDermott e Brown. Il tempo di vedere Librizzi uscire per falli prima di Jintcharadze (beccato a ripetizione dal pubblico) e di applaudire 3 o 4 giocate eccellenti di Shahid che si prende la scena e trascina la Itelyum al 109-83. Damiano Franzetti
  16. Altro che “ancora di salvezza”. Altro che occasione da cogliere. Altro che “fortino di Masnago”. La Itelyum Varese cade anche in coppa, perde per la terza volta consecutiva sul parquet di casa, regala un’altra serata da mal di stomaco ai suoi tifosi, offre una prestazione a tratti deprimente. E a poco serve a Bialaszewski dire “non sono contento” in conferenza stampa quando gli si chiede se è preoccupato dall’andazzo. Contento e preoccupato sono due cose diverse (anche in inglese) e forse è il caso che pure lui inizi a preoccuparsi di quanto avviene davanti ai suoi occhi. Il Gottingen passa a Masnago 79-91 facendo le cose più semplici: blocchi portati bene, precisione da lontano, capacità di sfruttare i (troppi ed ennesimi) mis-match concessi da una difesa varesina che solo nei minuti finali prova a funzionare come Dio comanderebbe. Cercando cioè di azzannare, di chiudere, di raddoppiare. Troppo tardi ovviamente: nel massimo sforzo la Itelyum risale dal -17 al -7 ma in questi casi servirebbe la perfezione per compiere la rimonta, parola distantissima da questa squadra. Che ha evidenti buchi in organico ma che anche a livello di guida tecnica fa perdere la pazienza. Nel momento migliore, per dire, Bialaszewski toglie McDermott che dopo mezz’ora disastrosa aveva trovato ritmo in attacco. Risultato? Nuovo down, parziale tedesco e buonanotte al secchio. Il coach di Buffalo riesce anche nell’impresa di chiamare timeout a 2” dalla fine per disegnare l’ultima rimessa come se recuperare 2 punti nella disfatta (impresa per altro fallita) servisse davvero a qualcosa. Erano altre le scelte da fare, in altri momenti. Varese perde anche perché i suoi tiratori mettono insieme una prova balistica da dopolavoro: la Itelyum tira 6 su 38 dall’arco, meno del 16% che è già una percentuale migliore di quelle fatte registrare nei singoli parziali (9,1% al 10′, 11,8% al 20′, 11,5% al 30′). Guai però a cambiare idea, ad andare più spesso in area dove Cauley-Stein al netto di qualche errore tremendo, questa volta riesce a dominare per davvero (18 punti e 20 rimbalzi). Senza uno straccio di passaggio alzato con precisione: le schiacciate arrivano solo da palloni “bassi” perché nessuno è in grado di attivarlo sopra al ferro. Anche in coppa quindi, la vita si complica: visto il divario finale a questo punto bisogna battere Tbilisi (giovedì prossimo) magari anche con largo scarto per evitare brutte sorprese in Georgia. Ma in generale questo è un problema secondario: il principale è una squadra incapace di vincere anche in casa ma pure di mettere in campo un basket lineare, continuo, redditizio. Insomma, noi non siamo solo scontenti, siamo anche preoccupati. Speriamo che pure in società qualcuno lo capisca al posto che giocare a nascondino. Damiano Franzetti
  17. Varese timbra il cartellino a Cipro nell’esordio in FIBA Europe Cup. L’Itelyum passa, stasera, mercoledì 18 ottobre, con sicurezza sul campo del Keravnos Nicosia, imponendo sin dall’avvio un approccio efficace per indirizzare il match sui binari giusti. Vittoria dal valore relativo considerando il livello non certo irresistibile degli avversari; ma se la competizione internazionale doveva servire ad aumentare fiducia ed autostima del gruppo, e a mettere a punto i meccanismi – in particolare quelli offensivi – di una squadra ancora in formato cantiere, allora si può parlare di missione compiuta. La truppa di Bialaszewski chiude il match sul più 20 di metà gara, poi amministra con relativa sicurezza mandando a referto anche il 17enne Elisèe Assui nel minuto finale (all’appello manca solo Davide Moretti, davvero fuori fase sia al tiro che in fase di costruzione). Massimo bottino stagionale i 95 punti frutto di un eccellente 17/34 da 3; merito dei 26 assist, ben 16 dei quali firmati da capitan Hanlan che a rotazione ha ispirato tutti. In particolare un pimpantissimo Shahid (9/12 al tiro), ma anche l’energico Brown (7/14 e 7 rimbalzi). E nelle pieghe della partita si vede un Cauley-Stein più coinvolto in attacco e più aggressivo in tutte le fasi del gioco (6/8 da 2 più 9 rimbalzi e 2 stoppate): non è un “partitone”, ma la presenza sotto i due canestri (dando la tara all’avversario) è quantomeno adeguata. Partenza tonica Itelyum con Cauley-Stein molto coinvolto in attacco (gli esiti sono rivedibili, ma almeno ci si prova…) e la coppia McDermott-Brown incisiva dall’arco (5-13 al 4’). Varese protegge l’area e costruisce gioco con discreta fluidità, trovando verve dalla panchina con Woldtensae e Shahid. Prima fuga sul 15-29 del 12’, poi le rotazioni limitate tolgono un pizzico di impeto con il lungo Taylor che fa legna dentro l’area sul riposo di Cauley-Stein (29-37 al 16’). Nel finale del secondo quarto però l’Itelyum riaccende la macchina delle triple: Hanlan ispira tutti con le sue incursioni, ed arma le mani calde di Vinnie Shahid, che con uno sprazzo di 11 punti in 180 secondi fa decollare il vantaggio ospite verso proporzioni rassicuranti (31-51 al 20’). Dopo l’intervallo lungo però Varese fatica a rimettersi in moto: troppe perse banali nel tentativo (velleitario…) di coinvolgere Cauley-Stein favoriscono le ripartenze del Keravnos, che piazza un 15-3 iniziale costringendo coach Bialaszewski al time-out sul 46-54 del 23’. I canali interni per l’ex Sacramento vengono riattivati nel momento giusto; 5 in fila per l’ex NBA, una buona serie di chiusure difensive e due triple di Brown e Virginio per rimettere il vantaggio in sicurezza (50-65 al 28’). E sull’ultimo sussulto cipriota, è ancora Hanlan ad offrire un paio di “dolcetti” da scartare per Brown e Shahid (64-78 al 36’ dopo il meno 9 del Keravnos). Nel finale c’è gloria per tutti: la Varese versione Itelyum mostra qualche spunto apprezzabile, certo l’intensità non certo graffiante dei ciprioti ha aiutato. Quanto? Ora con Trento e Goettingen si farà sul serio... Giuseppe Sciascia
  18. Alcuni dei ritornelli che più si sentono e si leggono in questi giorni attorno alla Pallacanestro Varese sono quelli che riguardano la partecipazione alla Fiba Europe Cup, torneo che per la Itelyum scatta mercoledì 18 alle 18,30 (ora italiana) sul campo dei ciprioti del Keravnos. «A cosa serve?». «Inutile spremere i titolari». «Devono lavorare in palestra per il campionato». «Le trasferte sono faticose». «I ricavi non coprono i costi». Ecco, fatto l’elenco delle lamentazioni ci prendiamo per una volta un spazio per dire la nostra. La coppa, per Varese, deve essere una opportunità: nessuno mette in dubbio che partecipare a una competizione europea comporti qualche rischio, ma le critiche e le preoccupazioni paiono esagerate soprattutto per un torneo che ha un calendario non così fitto e avversarie non così impegnative. E così facendo si rischia pure di creare un alibi alla squadra. Cominciamo con il dire che ogni giocatore al mondo preferisce giocare (appunto) una partita che non passare del tempo ad allenarsi. E che molti stranieri – anche quelli ingaggiati quest’anno – vedono con favore la vetrina internazionale e scelgono la propria destinazione anche per questo motivo. Le partite vere poi, sono ugualmente allenanti; magari in maniera diversa dal lavoro tradizionale di palestra, ma rappresentano un modo per fare gruppo, per mettere in pratica schemi e decisioni, per tenere alta la tensione e l’attenzione che inevitabilmente può calare chiudendosi al Campus per una settimana intera. Si dirà: «Eh ma ci sono i voli, i viaggi, i trasferimenti». Signori: il primo girone prevede tre partite in trasferta e altrettante in casa (e bontà del sorteggio, quelle a Masnago saranno consecutive: se Varese non farà errori potrà staccare il pass affidandosi al fattore campo). Per il resto si andrà in Germania, a Cipro e in Georgia in quella che logisticamente è l’unica gara davvero complicata. Se atleti nel fiore della forma fisica e dell’età soffrissero tre – dicasi tre – viaggi aerei nell’arco di sei settimane probabilmente dovrebbero cambiare mestiere. E ancora, il lato tecnico. Sulla carta la Fiba Europe Cup potrebbe essere terra di conquista almeno nelle prime fasi, e se i giocatori di Bialaszewski (anche e soprattutto le seconde linee) dovessero rivelarsi inadeguati ci sarebbe da interrogarsi sulla loro qualità. Inoltre ogni squadra sportiva trae vantaggio dai risultati positivi: le vittorie a ogni livello danno fiducia e allora perché non provare a fare strada e a coalizzare un po’ di entusiasmo intorno a questa avventura? E se andasse male? Beh, ci ripetiamo, qualche giocatore rischierebbe il posto e comunque in caso di eliminazione non sarebbe il caso di farne una tragedia. Quindi perché non prendere questa Fiba Europe Cup come una opportunità di fare bene? Ci ricordiamo l’entusiasmo suscitato con le finali di Chalon, o con la semifinale con il Wurzburg (senza l’infortunio di Archie nei primi minuti di Gara1 forse Varese si sarebbe potuta giocare qualche carta anche quella volta)? Pensare che per il passato di Varese questa competizione sia poco attrattiva è un atteggiamento che una società a secco di vittorie da 24 anni non si può più permettere. Quindi forza biancorossi, a partire da Cipro: c’è una partita da vincere e un primo passo da compiere. PRE-PARTITA: ULANEO OUT Il Keravnos è campione cipriota ma sulla carta la Itelyum affronta da favorita la trasferta nel cuore del Mediterraneo. Si gioca a Nicosia (la sede del club è nel sobborgo di Strovolos) e l’avversario più conosciuto è… il coach, ovvero Michalis Kakiouzis che fu ottimo giocatore anche per la Grecia e campione d’Italia con Siena. I biancorossi dovranno fare a meno di Scott Ulaneo che si è fatto male nel match di domenica scorsa: vedremo se Bialaszewski sceglierà di dare maggiore spazio a chi ha giocato meno (o niente) nel match contro Tortona e quali soluzioni adotterà sotto canestro. Chiaro che l’Itelyum deve puntare alla vittoria senza seconde opzioni: il calendario del girone (le successive tre gare saranno in casa) dà ad Hanlan e compagni l’occasione di superare di slancio il primo turno se batterà il Keravnos e difenderà il fattore campo. Starà ai giocatori e allo staff tecnico (né gli uni né gli altri sono stati finora del tutto convincenti) dimostrare che Varese è più forte e merita di andare avanti. Damiano Franzetti
  19. L'Openjobmetis esce di scena senza acuto finale in Europa. La formazione di Attilio Caja cede anche al ritorno contro un Wurzburg che si conferma indigesto per qualità balistiche e atletiche per la truppa biancorossa. La formazione di Wucherer archivia la pratica con un perentorio 32-13 iniziale e ripropone per un tempo abbondante le chiavi decisive a Masnago tra percentuali dall'arco micidiali (11/24 da 3) e predominio fisico a rimbalzo (38-25 finale). Poi entra in partita anche Varese, penalizzata a lungo da medie polari da 3 (8/28 totale ma 1/17 nei primi 25'), sfiorando la clamorosa rimonta -da meno 19 a più 1 - con un secondo tempo da 54 punti. Fra 72 ore a Cantù servirà una maggiore continuità, seguendo l'esempio dato da un indomito Thomas Scrubb (10/11 da 2 e 9/9 ai liberi). E un apporto migliore del centrocampo, con Avramovic messo fuori causa sul primo possesso per un episodio discutibile (reazione ad una gomitata di Bowhn sul possesso iniziale, 2 falli a carico dopo soli 5 secondi e gara praticamente finita lì). La nota positiva arriva dal rientro di Dominique Archie: l'ala statunitense tiene il campo per 26 minuti, evidenziando una condizione migliore del previsto. L'episodio iniziale è il preludio di un primo quarto a senso unico, nel quale il copione è analogo all'andata: Wurzburg macina triple con Wells e Oliver, l'OJM spacca il ferro con tutti gli effettivi (5/10 contro 1/10 il computo dall' arco alla prima sirena). Il S.Oliver mette subito in chiaro l'idea di festeggiare davanti ai suoi tifosi (12-4 al 3', 21-7 al 6'') e travolge una Varese spaurita con un perentorio 30-11 iniziale. Poi la squadra di Caja inizia a macinare gioco, ma l'impasse perimetrale non si sblocca proprio mai (1/14 da 3 a metà gara) e anche il minimo tentativo di riavvicinamento (41-28 al 17') si spegne contro il ferro tedesco. L'OJM mostra spunti convincenti anche nel terzo quarto trovando risposte interne da Scrubb e perimetrali da Archie, ma lo show balistico di Wurzburg non si arresta mai e ricaccia più volte indietro Varese (55-45 al 25' ma 75-59 al 30') nonostante i 27 punti nella frazione. Nell'ultimo quarto l'incontenibile Scrubb e una difesa più aggressiva riportano in scia l'OJM (75-71 al 35'); due dardi di Moore valgono addirittura il sorpasso sull'82-83 del 36', ma due sanguinosi rimbalzi offensivi ridanno l'inerzia al S.Oliver, mentre i dardi finali di Archie e Salumu vanno fuori misura. Giuseppe Sciascia
  20. Partita che dura circa 6 minuti poi Würzburg prende saldamente il comando e non si volta più indietro raggiungendo anche un massimo di 29 punti di vantaggio e che si conclude con la vittoria strameritata da parte della squadra teutonica, grazie soprattutto alle prestazioni di tutto rispetto dell’ex Cameron Wells e di un interessantissimo Jordan Hulls con un risultato finale di 66 a 89 che lascia speranze prossime allo zero per il passaggio del turno verso la finale di coppa per i ragazzi di Caja. Ma veniamo alle valutazioni: Archie N.E. Avramovic 5 : parte col piglio giusto e nei primi minuti è l’unico insieme a Cain a trovare la via del canestro. Poi improvvisamente si spegne sia in attacco che soprattutto in difesa dove in particolare un ispiratissimo Hulls lo porta a scuola. RIPETENTE Gatto N.E. Iannuzzi 5,5 : partita nella quale riesce a dare un minimo di presenza sia a rimbalzo che dal punto di vista realizzativo, rimane una voragine difensiva. LACUNOSO Natali 5 : prestazione in cui soffre particolarmente la prestanza fisica degli avversari e non riesce a lasciare il segno. SBIADITO Salumu 5,5 : come il resto della squadra fatica a dare in impronta importante al corso della gara anche se coach Caja lo preferisce soprattutto per l’impegno profuso in retroguardia a diversi suoi compagni. SPECIALISTA Scrubb 6 : non è nemmeno lui in una delle sue serate migliori e i tiri sembrano partirgli tutti con parabole scentrate ma poi guardi e da 3 tira col 50% ed è con Cain l’unico a provarci veramente. SOTTO TRACCIA Verri N.E. Tambone 5 : come il suo pari ruolo americano Moore, non trova mai né il ritmo per i compagni né per se stesso e chiude un match senza acuti ma con diversi passaggi a vuoto. SCARICO Cain 6,5 : l’ultimo dei suoi ad alzare bandiera bianca da vero leader quale è. Anche stasera riempie la voce dei rimbalzi anche se fatica più del solito sotto le plance ed è particolarmente efficacie anche dal punto di vista realizzativo. BALUARDO Ferrero 4,5 : è tra tutti i varesini quello che soffre maggiormente il gap fisico e atletico rispetto ai suoi avversari. Costretto al fallo sistematico sul miss match non riesce mai ad intervenire in anticipo. In attacco è un pianto greco ed eloquente quel tiro dai 6,75 preso completamente solo che non colpisce nemmeno il ferro. BLACK OUT Moore 5 : continua ad essere un problema sempre più condizionante la sua capacità realizzativa; le squadre avversaria sanno benissimo di poterlo battezzare e spesso il piano partita sorride a loro. Non gli si contesta l’impegno ma i risultati purtroppo sono contro di lui. CONDIZIONANTE
  21. Ritorno dei quarti di finale che regala a Varese il passaggio in semifinale dove andranno in scena 2 partite dal coefficiente di difficoltà altissimo contro i tedeschi del Würzburg dove milita l’ex varesino Cameron Wells. La partita di questa sera nel primo tempo è tutt’altro che bella e si chiude con un punteggio basso per entrambe le squadre; nella ripresa Varese prende decisamente in mano il pallino del gioco e guadagna il passaggio del turno senza troppe difficoltà. Ma veniamo alle valutazioni: Archie 6 : serata in cui il tiro da lontano non gli entra, in compenso è impeccabile da 2 ma il suo impatto non è devastante e si limita a fare il compitino. SCOLARETTO Avramovic 7,5 : nonostante un brutto colpo sotto l’occhio che lo poteva mettere K.O. ricevuto in avvio dell’incontro, Aleksa reagisce alla grande e chiude come miglior realizzatore gestendo anche le energie per i prossimi delicatissimi impegni. PUGILE Gatto S.V. Iannuzzi 4 : Forse la peggior apparizione del lungo irpino sul parquet di casa. N.C.S.P Natali 7 : finalmente Nicola riesce a ritagliarsi qualche minuto in campo dopo tanta panchina e ricambia la fiducia ritrovata con un bel canestro al primo pallone toccato e con tanta energia difensiva tanto aprezzata dal pubblico che lo omaggia di scroscianti applausi. IDOLO Salumu 5 : seconda partita consecutiva dopo Brindisi in cui il belga non riesce ad incidere come ha dimostrato di poter fare. Certo difensivamente è sempre un brutto cliente ma in attacco alterna tiri improbabili ad infrazioni banali. SPUNTATO Scrubb 7,5 : sceglie in modo certosino i tiri da prendere e infatti ne segna 16 con una notevole precisione poi lavora sempre in modo impeccabile coprendo i tagli avversari grazie alla sua capacità di lettura delle linee di passaggio e forse se n’è accorto anche Gherardini, presente a Masnago questa sera e fermatosi a parlare con Tommy a lungo a fine partita. PRECETTATO Verri S.V. Tambone 6 : partita dove non gli entra il tiro ma dove non fatica troppo a tenere il suo uomo e che gestisce con il ritmo dettato dalla sua testa. CPU Cain 7,5 : non segna tantissimo ma distribuisce assist alla Stockton, aspira rimbalzi come Rodman , piazza 2 stoppate alla Mutombo e chiude la statistica del plus/minus con un clamoroso +32. HALL OF FAMER Ferrero 7 : il capitano è il protagonista del risveglio dei suoi entrando in quintetto all’inizio della ripresa, prima segnando una bomba e poi con un’azione insistita in entrata dove realizza appoggiando di tabella; da vero trascinatore riesce ad accendere di conseguenza tutti i suoi compagni. SCINTILLA Moore 7 : dopo le tante prove opache, nel finale ritrova fiducia soprattutto nella conclusione da lontano e riesce a mettere a distanza di sicurezza Varese dal ritorno di Ostenda che deve arrendersi. Speriamo non sia un fuoco di paglia perché la compagine bosina ha bisogno da qui fino alla fine della stagione di un Ronald Moore versione coppa. NOTTAMBULO
  22. L'Openjobmetis imprime il marchio della sua solidità anche sul campo di Ostenda. La compagine di Caja espugna il campo dei pluricampioni del Belgio nell'andata dei quarti di finale ribadendo la vocazione corsara della sua versione europea (settimo successo esterno in 8 trasferte internazionali, unica sconfitta a fine ottobre 2018 in Ungheria). Prova di maturità per i biancorossi, che giocano un primo tempo offensivamente lucido e poi si affidano alla difesa quando le percentuali calano alla distanza. Stavolta è difficile liquidare il Filou come "squadretta", Ferrero e compagni hanno giocato una gara di alto livello ribadendo il brillante momento di forma. Vittoria meritatissima da una Varese molto concreta, che evita una nuova beffa in stile Avellino (dal più 13 del 19' al meno 1 del 37') con un finale tutto grinta e sostanza: il più 3 finale in Belgio soffia tanto vento nelle vele biancorosse in vista della gara di ritorno di mercoledì prossimo all'Enerxenia Arena dove ci sarà comunque bisogno dell'effetto Masnago. E con l'obiettivo della semifinale alla portata, la "coppetta" inizia a meritarsi quell'appeal che tre anni fa aveva fatto scoppiare la FIBA Europe Cup-mania. LA CRONACA - L'OJM approccia il match con il mix di concentrazione e intensità già decisivo domenica contro Cremona, e lo 0-10 iniziale firmato da due triple di Archie è il frutto polposo del dominio mentale dei biancorossi. Ostenda pesca risorse in panchina con Mwema e Djurisic e sfrutta la vena balistica di Fieler ( 10 a metà gara) per ridurre il gap sul 19-21 del 12'. Ma l'adrenalina di un Avramovic in inedita versione sesto uomo rida gas a Varese: il mancino serbo va più volte al ferro con una serie di incursioni micidiali che valeono 13 minti in 5'30". Così la formazione di Caj a riprende a poco a poco l'abbrivio (28-36 al 17') toccando il massimo vantaggio sul 30-43 del 19' grazie ad un dardo di Salumu e virando sul più 10 della pausa lunga con una eccellente distribuzione offensiva (66% da 2 e 40% da 3). Dopo l'intervallo però il motore è ingolfato: 4'50" senza segnare per l'OJM che però tiene botta in difesa e rilan- cia con il solito Avrà (39-48 al 24'). I problemi di falli costano cari e Williams guida Ostenda alla rimonta fino al 52-54 del 32'. Due fucilate di Scrubb e Tambone fanno ripartire Varese sul 52-62 del 34', ma i belgi graffiano dal perimetro con Mwema e Fieler e fumano l'unico sorpasso sul 65-64 del 37'. L'OJM gioca con lucidità i possessi chiave: un guizzo di Cain e un dardo di Scrubb esaltano 3' di difesa di granito (65-69 al 38') e Ardue chiude. Giuseppe Sciascia
  23. Cornice di pubblico accettabile quella che fa da contorno al passaggio del turno di Varese ai quarti di finale di FIBA Europe Cup e che vedrà i lombardi affrontare i belgi di Ostenda. Risultato che non è mai stato in discussione e i padroni di casa, grazie ad una buona prova balistica, raggiungono quota 100 nel punteggio finale lasciando la squadra balcanica a 84. Ma veniamo alle valutazioni: Archie 6 : impiegato col contagocce risponde con una prestazione sufficiente, lontana da quella trascinante dell’andata, ma in questa serata i suoi compagni sono sembrati pronti a prenderne il testimone, speriamo abbia conservato energie per l’incontro cruciale di domenica. CONTENUTO Avramovic 7,5 : top scorer di serata dove prende buone conclusioni e le percentuali sono li a dimostrarlo, ma smazza anche diverse chicche per i suoi compagni segno che, quando in serata, sa prendersi il palcoscenico ma anche mettere in evidenza i suoi compagni. PRIMATTORE Gatto S.V. Iannuzzi 6,5 : discreta prestazione per il lungo irpino che chiude in doppia cifra come punti realizzati catturando anche 5 rimbalzi e cosa per lui non comune, piazzando anche 2 assist, segno evidente della serata positiva per lui. ILLUMINATO Natali 6 : match che sarebbe potuto essere decisamente più proficuo se quella serie di 5 bombe prese con spazio e tempo giusto fossero finite in fondo alla retina ma invece non è andata propriamente così. In ogni caso la sua prestazione resta accettabile. DENUCLEARIZZATO Salumu 6,5 : partita sicuramente volitiva quella del belga ma sporcata nella sua valutazione grazie a passaggi a vuoto che ne comportano qualche palla persa banale. Bene da 2 e da 3 continua ad avere il problema della continuità dalla linea della carità. ALTALENA Scrubb 7 : se proprio vogliamo trovargli un difetto stasera, dobbiamo segnalare la scarsa sensibilità nel trattamento di palla il che ne comporta di fare troppe palle perse. Anche lui come altri titolari riesce a tirare un po’ il fiato nel momento in cui il risultato è stato messo al sicuro ma quando in campo è una sentenza. TRASCINANTE Verri S.V. Tambone N.E. Cain 7 : è un altro dei senatori che viene risparmiato per fargli ricaricare le pile in vista del campionato, infatti rimane in campo solo 20 minuti ma che gli bastano per catturare 9 rimbalzi segnando 8 punti. CERTEZZA Ferrero 6,5 : come ormai gli sta capitando spesso si sostituisce ad Archie per portare a casa un bottino più che soddisfacente nel ruolo di ala grande e conferma di essere in fiducia soprattutto con il tiro dalla lunga. BOMBARDIERE Moore 6,5 : il play titolare non compie certo una partita indimenticabile ma sicuramente trova fiducia dalle percentuali al tiro e qualche bel passaggio lo mette insieme. Ancora qualche sbavatura di troppo in fase di costruzione di gioco ma, come detto anche da Caja in conferenza stampa post partita, il ragazzo sta continuando a lavorare sodo e la fiducia di squadra e compagni non è mai venuta meno. RINGALLUZZITO
  24. L'Openjobmetis passa in rimonta a Pristina nell'andata degli ottavi di FIBA Europe Cup. Vittoria tutta grinta ed intensità per Varese, che dopo un primo quarto sontuoso (anche più 15 al 9' ) perde smalto dall'arco (5/25 dopo 27') e scivola anche a -10 contro le folate delle guardie di casa. Nel finale sono Tambone e Salumu i protagonisti della rimonta con un sostanzioso Archie - in campo da pivot nel finale con Cain e Iannuzzi già fuori per falli - determinante nel garantire una dimensione interna alla manovra offensiva (8/16 al tiro e 7 rimbalzi). Gara a fasi alterne nella quale però la formazione di Caja ha mostrato lucidità e determinazione nelle fasi decisive per spianarsi la strada verso il passaggio del turno evitando affanni in vista del ritorno casalingo di mercoledì prossimo all'Enerxenia Arena. Non un Picasso, ma nei play off europei contano soprattutto resilienza e spessore caratteriale, armi che Varese ha dimostrato di possedere quando la palla scottava. In avvio l'OJM chiude ogni varco in difesa ed esegue con lucidità in attacco. L'avvio ingessato (4-5 al 5') è figlio dell'1/7 iniziale dall'arco, poi dalla panchina entrano Salumu ed Archie e Varese macina 4 triple in 3' dilatando rapidamente il gap (6-16 al 7', 9-23 al 9') grazie ad efficaci ripartenze finalizzate da Scrubb. Ma è l'unica fiammata di un primo tempo da 5/23 totale e senza soluzioni interne per Cain; Prishtina sfratta qualche giro a vuoto altari e alza il ritmo con i dardi di Berisha e Ahmed (23-27 al 14'). Il freno azionato da Caja rida inerzia a Varese, che con Avra ed Archie sembra riprendere il controllo (25-35 al 17') faticando però a limitare le accelerazioni di Myles per il 32-37 della pausa lunga. Il play di casa taglia a fette prima Tambone e poi Moore e scatena il controbreak della Z Mobile, che punisce l'asfittico attacco biancorosso con le incursioni del suo folletto (43 -41 al 25 '). Il primo vantaggio scalda a dismisura l'ambiente e il veterano Berisha va a nozze contro un OJM che commette l'errore di farsi prendere dalla foga. Prishtina vola via fino al 58-48 del 28', ma la compagine di Caja riannoda i fili del gioco trovando ossigeno puro da Tambone, che piazza una micidiale tripletta dall'arco e pareggia a quota 72 al 36'. Finale palpitante con Iannuzzi utile al posto di un Cain out per falli già a metà quarto periodo, Varese ricuce di nuovo dal 76-72 del 37' al sorpasso firmato Archie (77-78 a meno 44 secondi). La difesa ospite morde Miles e Berisha sugli ultimi assalti e il 2/2 di Salumu a meno 3" fissa il punteggio. Giuseppe Sciascia
  25. L'Openjobmetis sbatte contro il ferro anche di fronte al Groningen. Mani nuovamente fredde per la formazione di Attilio Caja nella chiusura casalinga della seconda fase delle Top 16 di FIBA Europe Cup: fatale l'8/28 da 3 contro il 14/38 degli olandesi, anche se il tecnico pavese vede il bicchiere mezzo pieno nella sconfitta indolore contro un'avversaria motivata dalla necessità di vincere per superare il turno come lucky loser. «Abbiamo visto all'opera tutti i giocatori: Salumu ci ha dato ottime risposte, Ferrero ha avuto un buon rientro, poi le prodezze individuali di Jeter sulle quali c'è poco da imputare alla difesa hanno permesso a Groningen di portare via il risultato». Il problema dell' attacco però è costante; Varese costruisce tanto ma realizza poco, e solo quando Salumu e Natali danno un pizzico di ritmo dall'arco (6/13 a metà gara) l'OJM guadagna un piccolo vantaggio (35-31 al 20') che implementa in avvio di ripresa (43-36 al 23 ' ) con l'energia di Scrubb. Ma l'attacco di casa si pianta tra errori al tiro e letture confuse, e il Donar ne approfitta con Jeter e Cunningham che piazzano uno 0-12 (43-48 al 27' ). L'arbitraggio irritante prova a scaldare la platea, ma Groningen prende fiducia dall'arco e allunga a suon di triple (48-56 al 30'). Varese alza il volume in difesa e ricuce sul 59-60 del 35' con 7 punti di Avramovic; applicazione vera nel finale punita da una magia da 8 metri di Jeter a meno 14" (65-68), ma all'OJM riesce il trick plav Avramovic-Cain (primo libero a segno, secondo sbagliato di giustezza per il rimbalzo d'attacco del pareggio convertito dal centro statunitense). Nell'overtime però Varese gira di nuovo a vuoto e Groningen vince con merito, anche alla luce del nuovo fuorigiri offensivo di Moore: «Continua il momento non facilissimo di Ronnie: dopo Pesaro aveva il 38% da 3, da allora sta tirando col 10% e i suoi punti ci mancano tantissimo - spiega Caja -i motivi? Ce li chiediamo anche noi, è sorridente e positivo e dice che si tratta solo di un momento che passerà, lo aspettiamo con fiducia ma abbiamo bisogno di lui come di tutti. Dietro teniamo sempre botta, davanti non abbiamo elementi che risolvano da soli e se un titolare fatica ne risentiamo tutti». Giuseppe Sciascia
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